martedì 2 febbraio 2016

Violenza e non violenza fra sec.XX e XXI

Vorrei aggiungere ancora qualche pensiero a proposito dell'argomento, riferito centralmente al continente Europa.


Se il secolo breve  ha comportato catastrofe, ed escalation di violenza- due grandi guerre, durate circa un lustro ciascuna , a distanza di vent'anni l'una dall'altra, c'è da osservare che questo acme veniva dopo un secolo relativamente tranquillo.In Europa,dal Congresso di Vienna alla 1 guerra mondiale, giusto un secolo, si combattono guerre minori, meno lunghe, che investono il centro del continente , Francia, Germania, Italia, Austria,più il conflitto turco-russo.
Dopo i l 1945, e quindi ormai per settant'anni,in Europa abbiamo avuto "soltanto" la guerra balcanica negli anni'90.
La violenza, durante l'800  e la seconda metà del '900, non è certo stata soppressa,si è manifestata in altre modalità minori : i moti della borghesia, le guerre imperialiste nei continenti extraeuropei,la lotta di classe, poi, nell'ultimo cinquantennio, il terrorismo, di varie matrici:neofascista e neonazista, neoleninista, islamico-integralista..
Questo decorso presenta  certamente analogie  con la natura: la storia procede spesso per sussulti , come dice Herbert Spencer, nella sua concezione evoluzionista,così come i moti provenienti dall'interno mutano la superficie terrestre, gli accadimenti  storici più violenti hanno un impatto di trasformazione, che può essere evoluzione o involuzione. 
L'elemento in più,per l'umanità, è però il pensiero, la riflessione su quanto accade:come si è  potuto vedere in questo periodo e in questi giorni, furono le idee del futurismo , del superuominismo,  a spingere all'escalation di violenza nella prima parte del'900.
La riflessione mancata negli anni'20, prese invece forza dopo il'45, dove già la guerra fredda rappresentò comunque un fenomeno di maggior controllo:le nazioni anche più potenti comprendevano che avrebbero potuto rischiare un tracollo,per se stesse, e l'intero pianeta, con l'uso dell'atomica, dopo l'esperienza di Hiroshima e Nagasaki.
Dunque,l'Europa sembra aver maturato la lezione, con questo la violenza distruttiva non è certo soppressa,perchè come vediamo, può essere importata da altre parti del mondo in cui la riflessione passata attraverso illuminismo, socialismo, democrazia, non è mai maturata.Da parti del mondo dove l'Europa e gliUSA hanno esportato violenza neoimperialista, in  Medio-Oriente, Asia, Africa, dalle guerre in Indocina alle contemporaneissime in Medio-Oriente.
Con questo,però, vediamo che certe idee per una maggiore, se non completa,pacificità  possono crescere, con i periodi di pace, l'istruzione allargata, diffusa, com'è avvenuto nell'ultimo mezzo secolo .
Di fronte ad un potenziale combustibile, se siamo fra quelli che portano scintille, accendini, abbiamo più facilmente l'incendio, la conflagrazione;  se vi buttiamo sopra terra o acqua, contribuiamo allo spegnimento. O,meglio, se usiamo il fuoco per scopi utili...Usiamo la violenza, la vis, come forza attiva,positiva, non distruttiva...Più si è così, fra uomini, e meno sono le probabilità di distruzione.



Nessun commento:

Posta un commento