sabato 20 febbraio 2016

Gli antifascisti: Lelio Basso e Sandro Pertini

Lelio Basso nacque nel 1903 a Varazze da una famiglia della borghesia liberale.
Nel 1916 i Basso si trasferirono a Milano, dove il giovane Lelio frequentò il liceo classico Giovanni Berchet. Nel 1921 si iscrisse alla Facoltà di Legge dell'Università di Pavia e aderì al Partito Socialista Italiano. Studiò la dottrina marxista e fu al fianco di Piero Gobetti durante il breve periodo di pubblicazione della rivista politica La Rivoluzione liberale.
Lavorò per diversi giornali e riviste, tra cui  Avanti!,  che diresse nel 1928, inizialmente da Genova e poi da Milano.
Nell'aprile 1928 fu arrestato a Milano ed internato sull'isola di Ponza, dove studiò per la sua laurea in Filosofia.
Tornò a Milano nel 1931 e mentre faceva pratica da avvocato si laureò con una tesi su Rudolf Otto. Nel 1934 tornò a fare politica in qualità di direttore del Centro interno socialista. Questo impegno fu però interrotto da un ulteriore arresto e la successiva reclusione nel campo di concentramento di Colfiorito (Perugia) dal 1939 al 1940.
Dopo lunghi, segreti preparativi, fu presente a Milano alla fondazione del Movimento di Unità Proletaria (MUP) il 10 gennaio 1943. Dopo il 25 luglio il movimento si unì al Partito Socialista Italiano (PSI) per formare il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria (PSIUP), in cui Basso rappresentava una delle figure dirigenti[. Nel 1943Basso rifiutò la politica partitica per fondare il giornale clandestino Bandiera rossa e nel 1944 avanzò, tra l'altro, la proposta di una Camera dei consigli che affiancasse la Camera dei deputati
Nel periodo precedente la Liberazione Basso fu membro attivo della Resistenza, ed insieme a Sandro Pertini eRodolfo Morandi fondò Alta Italia, il corpo esecutivo segreto dello PSIUP, che egli aveva la responsabilità di dirigere.
Dopo la Liberazione Lelio Basso fu eletto vicesegretario del PSIUP e, nel 1946, divenne deputato dell'Assemblea CostituenteIn sede diAssemblea costituente italiana si oppose alla tesi della continuità dell’ordinamento giuridico e della continuità in democrazia degli apparati burocratici alimentati dal fascismo, esprimendo una posizione minoritaria alla quale sarebbe rimasto fedele anche in seguito.
Dal 1946 al 1968 fu costantemente eletto alla Camera dei deputati. Fu eletto quindi senatore nel 1972 e nel1976.
Nel 1946 fondò la rivista Quarto Stato-
Al momento della scissione di Saragat (1947), Basso divenne Segretario del PSI, un ruolo che occupò fino al Congresso di Genova nel 1948. In quella veste, unitamente a Pietro Nenni rispedì "sdegnosamente al mittente" l'appello di Riccardo Lombardi, assieme ad Ignazio Silone e Giuseppe Romita per una riunificazione tra Psi,Psli e Partito d'Azione.
Nel 1950 non fu rieletto a livelli dirigenziali, per via delle sue visioni contrarie all'inclinazione stalinista del partito a quel tempo.
Basso fu uno dei leader del nuovo partito e ne fu presidente dal 1965 fino al 1968, quando, a seguito dellaPrimavera di Praga, le truppe del Patto di Varsavia invasero la Cecoslovacchia. Basso non approvò infatti la decisione del PSIUP di non condannare l'invasione ed abbandonò pertanto il partito: anni dopo definirà un errore aver partecipato alla scissione del 1964 e i "bassiani" finiranno per rientrare nel PSI dopo lo scioglimento del PSIUP.
Lelio Basso fondò e scrisse per numerose pubblicazioni internazionali. Era famoso in tutta Europa in qualità di avvocato penalista.
Sedette nel Tribunale Russell, il tribunale internazionale creato e presieduto da Bertrand Russell per giudicare  i crimini di guerra americani commessi nella guerra del Vietnam.
Nel 1973 lavorò per costituire un secondo Tribunale Russell per esaminare la repressione portata avanti inAmerica Latina e lavorò inoltre per fondare il Tribunale Permanente dei Popoli (costituito dopo la sua morte, nel 1979). Nel 1973 fondò inoltre la "Fondazione Lelio e Lisli Basso" a Roma e, nel 1976, la "Fondazione Internazionale" e la "Lega Internazionale per i Diritti e la Liberazione dei Popoli".
Morì a Roma il 16 dicembre 1978.

Alessandro Pertini, detto Sandro (San Giovanni di Stella, 25 settembre 1896  Roma, 24 febbraio 1990), è stato un politico, giornalista e partigiano italiano. Fu il settimo Presidente della Repubblica Italiana, in carica dal1978 al 1985, secondo socialista (dopo Giuseppe Saragat) e primo esponente del PSI a ricoprire la carica.
Durante la prima guerra mondiale, Pertini combatté sul fronte dell'Isonzo, e per diversi meriti sul campo gli fu conferita una medaglia d'argento al valor militare nel 1917. Nel dopoguerra aderì al Partito Socialista Italiano e si distinse per la sua energica opposizione al fascismo. Perseguitato per il suo impegno politico contro la dittatura di Mussolini, nel 1925 fu condannato a otto mesi di carcere, e quindi costretto a un periodo di esilio inFrancia per evitare una seconda condanna. Continuò la sua attività antifascista anche all'estero e per questo, dopo essere rientrato sotto falso nome in Italia nel 1929, fu arrestato e condannato dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato prima alla reclusione e successivamente al confino.
Nel 1943, alla caduta del regime fascista, fu liberato. Partecipò alla battaglia di Porta San Paolo nel tentativo di difendere Roma dall'occupazione tedesca. Contribuì poi a ricostruire il vecchio PSI fondando insieme a Pietro Nenni il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria. Nello stesso anno fu catturato dalle SS e condannato a morte; riuscì a salvarsi grazie a un intervento dei partigiani delle Brigate Matteotti.
Divenne in seguito una delle personalità di primo piano della Resistenza italiana e fu membro della giunta militare del Comitato di Liberazione Nazionale in rappresentanza del PSIUP. Da partigiano fu attivo soprattutto a Roma, in Toscana, Val d'Aosta e Lombardia, distinguendosi in diverse azioni che gli valsero una medaglia d'oro al valor militare. Nell'aprile 1945 partecipò agli eventi che portarono alla liberazione dal nazifascismo, organizzando l'insurrezione di Milano, e votando il decreto che condannò a morte Mussolini e altri gerarchi fascisti.
Nell'Italia repubblicana fu eletto deputato all'Assemblea Costituente per i socialisti, quindi senatore nella prima legislatura e deputato in quelle successive, sempre rieletto dal 1953 al 1976. Ricoprì per due legislature consecutive, dal 1968 al 1976, la carica di Presidente della Camera dei deputati, infine fu eletto Presidente della Repubblica Italiana l'8 luglio 1978, fino al 1985..
Dopo aver giurato, nel suo discorso d'insediamento Pertini ricordò il compagno di carcere ed amico Antonio Gramsci, e sottolineò la necessità di porre fine alle violenze del terrorismo ricordando, tra l'altro, la tragica scomparsa di Aldo Moro. Nel periodo della sua permanenza al Colle contribuì a fare della figura del Presidente della Repubblica l'emblema dell'unità del popolo italiano. La sua statura morale contribuì al riavvicinamento dei cittadini alle istituzioni, in un momento difficile e costellato di avvenimenti delittuosi come quello degli anni di piombo.

Pertini morì  nel  febbraio 1990, all'età di 93 anni

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