VITA E ATTIVITÀGiovanissimo fondò (1918) e diresse (fino al 1920) il periodico Energie nuove, e fu critico teatrale e letterario di Ordine nuovo; nel febbraio del 1922 fondò il settimanale Rivoluzione liberale, nel cui programma confluirono i risultati delle sue ricerche storiche e i suoi propositi d'azione politica, e la cui pubblicazione cessò nell'ott. 1925. Egli giudicava fallito il Risorgimento in quanto, realizzato per demiurgia di capi, non si era inserito, con una riforma spirituale e con un rinnovamento di vita, nelle coscienze; era pertanto necessario che le élites intellettuali e proletarie sollecitassero, contro ogni concezione paternalistica e riformistica, delle energie vive, proseguendo la missione risorgimentale. Vide perciò nel fascismo l'incarnazione di tutte le insufficienze della nazione italiana e lo combatté nelle sue radici, con un'intransigenza che gli costò vessazioni morali e aggressioni fisiche, in seguito alle quali andò esule in Francia, dove morì dopo pochi giorni. Per la sensibilità moderna e rivoluzionaria con cui impostò il problema di conciliare l'ascesa socialista delle masse con una prassi liberale, per la tensione morale e religiosa che lo sottende, per il suo sforzo di anticipare una coscienza e una cultura nuova, il suo pensiero ha influenzato tutte le correnti giovani e vive della politica italiana e in particolare il movimento di "Giustizia e libertà". La tensione morale della sua opera storiografica rappresenta il più vigoroso superamento dell'agiografia risorgimentale. Si ricorda la sua rivista Il Baretti, che fu pubblicata dal 23 dic. 1924 al 12 dic. 1928 e la cui direzione fu assunta, dopo la sua morte, da P. Zanetti.
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