lunedì 5 dicembre 2016

Per un'Europa dei popoli, democratica, non l'Europa della dittatura della Finanza

Mettiamo insieme i l dato italiano e quello austriaco :sì ad un ‘Europa dei popoli, no all’Europa delle Banche.In Italia la maggioranza del no ha come lettura la negazione di un Partito, di un premier da poteri sempre più ampi. Quello che vorrebbe il potere finanziario, per poter più sbrigativamente imporre "riforme" restrittive della volontà  e interessi popolari.. 
D'altra parte,, non esiste una coalizione al di fuori del contesto referendario. Alle prossime elezioni il M5S potrebbe avere il maggior numero di preferenze, la maggioranza relativa, ma con chi potrebbe formare un Governo? Ecco allora la lezione austriaca :deve sorgere dai corpi di Pd e M5S un Partito espressione del movimento, informale, che s’ispiri  ad un socialismo pragmatico, moderato e progressista, sì per l’Europa, ma per un’Europa dei valori di civiltà , basta con la dittatura della troika economica.

sabato 26 novembre 2016

Hasta siempre, Comandante!

L’esperienza di Cuba ha avuto la qualità di seguire quella delle due più importanti trasformazioni del’900, in Russia e Cina. Poco più di 11 M di abitanti ,oggi, in un contesto sociale ben differente dalle altre isole caraibiche, più sviluppato,
come Josè Martì fu i l simbolo dell’indipendenza dalla Spagna, Castro lo fu rispetto agli U.S.A..
Il governo castrista avrebbe potuto situare il suo programma in una “terza via”, se dovette dipendere dall’URSS fu in forza della necessità di contare su un potente alleato, questo fu uno dei fattori,coniugato alla capacità del governo castrista , che permise all’isola di resistere ai piani della Cia che finirono per sopraffare altre esperienze sociali latino americane.
Questo pragmatismo è stato i l successo di Fidel; di quanto necessariamente un potere umano comporta di oppressivo, di paranoico, non lo assolviamo né lo incolpiamo. Non credo esistano mai veramente né santi né eroi, Fidel passa alla storia sulla scia di Garibaldi, Lenin, non è stato un martire come El Che , quindi piacque meno ai “devoti”, la sua sagacia ispira tutte le esperienze latinoamericane via via più indipendenti dall’Usa fra la fine del secolo scorso e l’inizio dell’attuale. Purtroppo, sale al potere un Trump, e finisce Fidel-Hasta siempre, Comandante!

domenica 13 novembre 2016

Quale America, quale Mondo?

Per certi versi,sembra così realizzata, 12 anni dopo, la previsione del professore Samuel Huntington: «Le forze che stanno scuotendo il centro della cultura americana e del suo credo potrebbero generare un movimento bianco per rilanciare l’identità etnica e razziale, temi che sembravano obsoleti. Si creerebbe così un’America, che potrebbe escludere, espellere o reprimere altri gruppi razziali, etnici e culturali. L’esperienza storica contemporanea – concludeva il conservatore Huntington - suggerisce che è molto probabile che quando un gruppo etnico-razziale, già dominante si sente minacciato dall’ascesa di altri gruppi reagisca, generando un paese intollerante, con alti livelli di scontro fra le comunità». (da La Stampa, 10/11/16)
Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale è un libro del 1996 (esponente la teoria omonima) dello scienziato politico statunitense Samuel P. Huntington. In sintesi nel suo saggio Huntington sostiene che la principale fonte di conflitti nel mondo post-Guerra fredda diverranno le identità culturali e religiose

Tuttavia, il risultato delle votazioni è stato molto risicato. In effetti in voti assoluti ha vinto Hillary è solo nel conteggio dei grandi elettori che formano il “collegio elettorale” che Trump l’ha battuta. Come ricordato oggi da un editorialista del Wall Street Journal  quello di Trump è tutt’altro che un trionfo: ha avuto meno voti di Mitt Romney nel 2012. Il sistema elettorale americano si presta a queste distorsioni, anche nel 2000 in voti assoluti arrivò primo Al Gore Data la natura del sistema elettorale americano, piccoli spostamenti di elettori in Stati-chiave o variazioni nell'affluenza si traducono in alternanze brutali. 
Un autore di destra, su un giornale che ha sempre parteggiato per i repubblicani,  oggi si rivolge a Trump in questi termini: "Tu e la tua squadra vi meritate un riconoscimento per aver strappato una vittoria nel collegio elettorale (così viene chiamato il sistema dei "grandi elettori" ndr). Ma hai perso nel voto popolare. Hai avuto meno voti di quanti ne ebbe Mitt Romney nel 2012. Hai superato a stento i voti che ebbe John McCain nel 2008 nella sua tremenda disfatta. Perché il tuo mandato non caschi a pezzi al primo scandalo o al riapparire dei fantasmi del tuo passato, devi guadagnartelo con un successo sul fronte economico..." E’ verosimile che l’Fbi sia stato il vero arbitro di questa elezione-shock. E’ possibile che in alcuni Stati chiave le mosse spregiudicate e controverse dell’Fbi abbiano spostato voti all’ultimo, in una situazione in cui la percentuale di indecisi era eccezionalmente elevata. Ma non lo sapremo mai, e i rimpianti di Hillary Clinton ormai interessano poco un partito democratico che deve preparare rivincite con nuovi volti e una nuova generazione di leader.Ma non bisogna trarne la conclusione che l'America sia  "irriconoscibile" rispetto a quella che elesse Obama  (F.Rampini da Repubblica 13 /11/16))


foto:Aerial view of Mar-a-Lago, the estate of Donald Trump, in Palm Beach, Fla.  -   America's slums

domenica 6 novembre 2016

Tesi sulle origini e i motivi del terrorismo: fattori religiosi e fattori psico-sociologici

Da  REPUBBLICA  05/11/2016, a pag. 9, si analizzano le differenti tesi in dibattito soprattutto in Francia, il paese più colpito negli anni recenti dal terrorismo di estremisti  maghrebini e mediorientali.
Si discute se le cause vadano ricercate più in un fanatismo che si sviluppa al'interno di elementi connaturati ai caposaldi della religione islamica ( che nei paesi dove storicamente viene praticata non ha conosciuto i correttivi dell'illuminismo, del liberalismo, che hanno mitigato l'oltranzismo cristiano) o in  fattori psicosociologici, quali la marginalità, la povertà , la mancanza di scolarizzazione ecc.
Ci pare di osservare come queste tesi completino,più che dividere,un'analisi, che i fattori variamente elencati concorrano insieme al radicalizzarsi e diffondersi dei fenomeni  conflittuali e distruttivi aumentati negli ultimi decenni.In somma, la violenza che viene dal Medio-oriente e che trova linfa nella mancata integrazione  nelle società occcidentali.
D.V.

Una parte della sinistra francese tenta di occultare il legame tra jihadismo e Islam in nome di valori antichi come l’antirazzismo e il relativismo culturale. È la pesante accusa che fa Gilles Kepel nel suo nuovo saggio pubblicato da Gallimard, “La Fracture”. Il noto orientalista, direttore della cattedra di Medio Oriente e Mediterraneo all’École Normale Supérieure, paventa una “frattura” sempre più profonda nella società francese tra un «nuovo proletariato di figli di immigrati manipolati contro le classi medie».
Ma non solo. Il rischio, secondo Kepel, è «procedere bendati», con una «cecità criminale» nella nuova battaglia contro il terrorismo perché certa sinistra tenterebbe di «minimizzare » la matrice islamica del jihadismo, non volendo riconoscere che esiste un problema dentro alla religione. In nome di valori di sinistra, come l’antirazzismo, Kepel sostiene che molti intellettuali e dirigenti politici tentano di occultare il fanatismo che si sta sviluppando nel mondo islamico, mettendo la testa sotto la terra con la «strategia dello struzzo».
Sono quelli che Kepel definisce «islamo-gauchistes», un’accusa che ricorda i “fiancheggiatori” negli anni del terrorismo rosso. Le contraddizioni rilevate da Kepel sono tante, da François Hollande che a lungo non ha voluto parlare di «terrorismo islamico » ai partiti di estrema sinistra che candidano donne con il velo. Un atteggiamento — continua Kepel — che scaturirebbe dalla storia coloniale della Francia e dal senso di colpa ereditato nei confronti delle popolazioni immigrate due o tre generazioni fa. Un meccanismo «perverso » — continua lo studioso — che impedisce di affrontare «la sfida mortale del jihadismo nel nostro paese».
Immagine correlataRisultati immagini per Olivier Roy La Jihad e la mortImmagine correlata
La copertina
L’allarme di Kepel è stato ripreso in copertina dell’Obs, storico settimanale della sinistra, alimentando un dibattito che va avanti da mesi. Anche il giornalista di Le Monde, Jean Birenbaum, aveva denunciato nel gennaio scorso il «silenzio religioso» (titolo del suo saggio) di certa sinistra francese. Birenbaum mette in luce contraddizioni nella teoria marxista sulle religioni come “oppio del popolo”, mentre il comunismo “è a sua volta una Chiesa”. Il saggista ricorda anche i casi di intellettuali di sinistra che hanno appoggiato rivolte popolari strumentalizzate dalla religione, dalla rivoluzione in Iran alla guerra di liberazione in Algeria. Mentre la destra non ha tabù sul tema, la sinistra è ancora divisa sul riconoscere o meno una matrice religiosa del terrorismo che ha colpito il paese nell’ultimo anno e mezzo. 

Differente  il punto di vista espresso da Olivier Roy, specialista dell’Islam politico e professore all’Istituto universitario di Fiesole,  che spiega il jihadismo con ragioni sociologiche — la povertà, la segregazione — e psichiatriche nei casi dei giovani più fragili e vulnerabili  in un nuovo saggio, “La Djihad et la mort”, nel quale sostiene che i giovani jihadisti esprimono prima di tutto una forma di dissidenza sociale, un nichilismo folle e violento che ha poco a che vedere con moschee e religione. È quella che Roy chiama «l’islamizzazione della radicalità»: l’ideologia dell’Isis non farebbe altro che «nobilitare» comportamenti di «sbandati», marginali che possono riciclarsi in martiri. Una tesi agli antipodi di quella di Kepel, che mette invece al primo posto la “radicalizzazione dell’Islam”. I due studiosi francesi continueranno ad affrontarsi in interviste e in libreria, rappresentando opposte fazioni.

venerdì 4 novembre 2016

Salonicco

Il viaggio dopo tre anni ha mostrato una città più pulita, dopo che nel '14 è stata capitale europea della Gioventù- Le temperature erano molto simili a qui, con il beneficio di un'aria più secca per il mare. La domenica si è potuto accedere a quello che forse è la più insigne basilica ortodossa di Grecia, Agios Dimitrios, la funzione è stata solenne, lunga come lo sono alcune,moltissima la gente. La bellezza di Agios Dimitrios sta nelle balconate ,dall'alto si assiste alla celebrazione, molto ricchi i paramenti e le icone, affreschi antichi. Un altro monumento molto bello è la Rotonda, palazzo imperiale romano, poi tempio bizantino , con mosaici , ricorda Ravenna. Al ritorno,in questi ultimi giorni il clima di primo novembre è bello anche qui in Piemonte-Saluti da Thessaloniki!



mercoledì 19 ottobre 2016

Il Risiko medio-orientale

Non in modo improprio si usa da tempo il paragone con i l gioco del Risiko. E'quanto sta accadendo soprattutto in questi decenni in Medio-Oriente, dove gli Stati spesso non corrispondono a Nazioni omogenee, e le popolazioni ricordano ancora per lo più tribu diverse per etnie e correnti religiose.
Il risultato di una "piazza pulita"(!!)in Iraq potrebbe senz'altro significare lo spostamento delle mitizie integraliste in territorio siriano, doppio obiettivo Usa, ripresa del controllo sull'Iraq con danno collaterale per lo Stato siriano dove è impegnata la Russia. In Usa non si cessa di sostenere l'utopia di uno stato irakeno a convivenza delle tre parti, sunnita, sciita e curda .Nel complicato gioco di rapporti nell'area, si aggiunga la posizione della Turchia, che continua a misconoscere la realtà militare e poltica dei curdi , equiparata a quella dei terroristi. L'entità dei terroristi islamici di Daesh(Isis,Califfato che dir si voglia) è la complicazione di una forza di fantasmagorica origine e organizzazione, che ha realizzato un surplus di efferatezza -come se non bastasse quella già presente nell'area-e che pare avere il potere di volatilizzarsi, spostarsi e materializzarsi qua e là a seconda della svolta da dare al Risiko.

D.V.

Il vero scopo dietro la "liberazione" di Mosul. Robert Fisk

Il vero scopo dietro la liberazione di Mosul. Robert Fisk
L'Esercito siriano e i suoi alleati si stanno preparando per una massiccia invasione di migliaia di combattenti Isis in arrivo dall'Iraq quando Mosul cadrà . Il vero scopo dietro la tanto declamata "liberazione" della città irachena, sospettano i militari siriani, è quello di sommergere la Siria con le orde di combattenti Isis che abbandonano la loro capitale irachena a favore della loro "mini-capitale" Raqqa all'interno della Siria, scrive Robert Fisk su The Independent.

 Per settimane, i media occidentali e gli esperti americani che amano citare hanno predetto una battaglia in stile Stalingrado fino alla morte dell'ISIS all'interno Mosul - o una rapida vittoria sull'ISIS seguita da battaglie inter-confessionali per la città. L'ONU ha messo in guardia delle colonne di rifugiati  in fuga da una città assediata. Ma i siriani sospettano che l'ISIS semplicemente abbandonerà Mosul e cercherà di raggiungere le zone della Siria che controlla ancora.



In altre parole, se Mosul cade, l'intero esercito del califfato potrebbe essere diretto contro il governo di Assad e i suoi alleati - uno scenario che potrebbe causare una certa soddisfazione a Washington. E' infatti proprio l'esercito di Assad, con i suoi 65.000 morti in una battaglia che ormai dura da cinque anni, e che è già stato bombardato dagli americani a Deir Ezzor ad un costo di almeno 60 morti - un espisodio che Washington ha descritto  come un errore - che si sta preparando a sfidare l'enorme afflusso di combattenti dell'ISIS, che potrebbero attraversare il confine dopo il crollo di Mosul.

Data la possibilità che le truppe siriane e i loro alleati russi possano trovarsi a dover affrontare questi combattenti, non c'è da meravigliarsi che stiano cercando di concludere la loro cattura di Aleppo orientale - qualunque sia il costo in termini di vite umane- prima della caduta di Mosul, conclude Fisk

mercoledì 5 ottobre 2016

Libreria Spalavera domenica 2 ottobre 2016



https://youtu.be/K7sTsoORGqY       Libreria Spalavera domenica 2 ottobre 2016 Finis terrae Progetto narrazione   Passione- ossessione     Il sicomoro di Palmira
youtu.b

venerdì 30 settembre 2016

Ungheria,sole levante!

Siamo in vista del sessantesimo anniversario della rivoluzione ungherese contro il dominio sovietico e della successiva grande repressione.  
Fu una svolta, che ancor di più che dopo il colpo di stato cecoslovacco del'48, mostrò quanto   illusorio fosse che in  un Paese, o un Sistema,  si stessero   realizzando condizioni di vero progresso umano.
La strumentalizzazione contro il sistema socialista fatta da chi, poco più di dieci anni prima, in Italia, in Germania, e nella contemporaneità d'allora ancora in Spagna, militava o favoriva un regime “opposto” di destra, dove sopraffazioni e brutalità a carattere di razza o di classe avevano prodotto milioni di vittime, morti, mutilati o condannati alla miseria fisica e morale,
non riguardava nè rigurda  certamente chi  non ha perso la speranza di vedere una società migliore,più giusta e onesta, di cui le democrazie occidentali sono un pallido abbozzo.
Che l’Ungheria del ’56, così come la Polonia resistente di Solidarnosc  degli anni’80 e altri paesi sottomessi al sistema sovietico, dopo la liberazione degli anni’90 siano dopo decenni oggi governati da destre populiste piuttosto retrive, sta a dimostrare la deriva politica fra conduzioni imperfette che grava su gran parte della terra.
I fatti dell’autunno’56 richiedono comunque un interesse storico da comunicare .
A seguire , per chi ne fosse interessato, tre documenti di particolare riguardo su l tema:
-Il Manifesto surrealista "Hongrie soleil levant!";
-Un articolo di Socialisme ou barbarie, organizzazione marxista rivoluzionaria francese di ispirazione libertaria e antistalinista, attiva tra il1949 e il 1967;
- Quel terribile 1956: diario di un protagonista di Ezio Mauro
 Saluti, Dario Varini

1.Hongrie, Soleil levant


La stampa mondiale dispone di  specialisti per trarre le conclusioni politiche dei recenti avvenimenti e commentare la situazione amministrativa in cui le Nazioni Unite non mancheranno di sanzionare  la sconfitta del popolo ungherese. Quanto a noi, ci pertiene di proclamare che Termidoro, giugno 1848, maggio 1871, Agosto 1936, gennaio 1937 e marzo 1938, a Mosca, nell'aprile del 1939 in Spagna e nel novembre 1956 a Budapest, alimentano  lo stesso fiume di sangue che in modo inequivocabile , divide il mondo in padroni e schiavi. La suprema astuzia dei tempi moderni è che gli assassini di oggi hanno equiparato il ritmo della storia ed è ora in nome della democrazia e del socialismo che la morte poliziesca lavora in Algeria come in Ungheria.

Esattamente 39 anni fa, l'imperialismo Franco-britannico (1) tentava di accreditare la sua versione interessata della rivoluzione bolscevica, identificando Lenin come  un agente del Kaiser; Lo stesso argomento è usato oggi dai cosiddetti discepoli di Lenin contro gli insorti ungheresi, confuso, nel suo complesso, con i pochi elementi fascisti che hanno dovuto inevitabilmente interferire tra di loro. Ma in tempi di insurrezione, il giudizio morale è pragmatico: I fascisti sono quelli che sparano alla gente, nessuna ideologia si sostiene  davanti a questa infamia: è Gallibet stesso che ritorna  senza scrupoli o vergogna, dentro un thank con la  stella rossa.

Soli fra  tutti i leader "comunisti" del mondo Thorez e la sua banda continuano  cinicamente la loro carriera di pervertiti di  questa GPU che  ha decisamente la pelle così forte da sopravvivere alla carcassa di Stalin. La sconfitta del popolo ungherese è tutt’uno con quella del proletariato mondiale. Qualunque sia la deriva nazionalista che hanno  dovuto prendere la resistenza polacca e la rivoluzione ungherese, si tratta di un aspetto circostanziale,determinato in primo luogo dalla pressione colossale e forsennata di quello Stato ultranazionalista che  è la Russia . Il principio internazionalista della rivoluzione proletaria non è in causa.. La classe operaia è stato dissanguata nella sua interezza nel 1871 dai versaillesi di Francia. A Budapest, di fronte ai  versaillesi di  Mosca, -la giovinezza ,al di là di ogni speranza ribelle all’addestramento  staliniano- ha  profuso il suo sangue che non può mancare di  prescrivere il proprio corso nella trasformazione del mondo.


Le Groupe surréaliste – Novembre 1956
Anne Bédouin ; Robert Benayoun ; Adrien Dax ; André Breton, Yves Ellequet, Charles Flamant; Louis Janover ; Jean-Jacques Lebel ; Georges Goldfayn ; José Pierre ; Nora Mitrani ; Gérard Legrand ; André Pieyrre de Mandiargues ; Benjamin Perret ; Bernard Roger ; Jacques Sautes ; jacques Senelier ; Jean-Claude Silbermann ; Jean Schuster.

Riassunto degli avvenimenti  pubblicato in Socialisme ou barbarie:
1956
22 ottobre: ​​incontri in tutte le università, sono state approvate risoluzioni che  chiedono uguaglianza tra l'Ungheria e la Russia, la pubblicazione dei trattati economici, l'autonomia dei lavoratori, il ritorno al governo di Nagy. Una manifestazione  è convocata  per il giorno successivo, le delegazioni vengono inviate alle fabbriche, i giovani lavoratori si muovono avanti e indietro tra la facoltà e le fabbriche per distribuire risoluzioni.
23 ottobre: ​​vietata e poi consentita dal governo, la manifestazione riunisce nel tardo pomeriggio 100-150 mila manifestanti, studenti a parte, si allarga dalle ore 17  all’uscita dei lavoratori provenienti dalle fabbriche.
20 ore: il grosso della manifestazione rimane in Piazza Governo, chiedendo il ritorno di Nagy al governo; una parte di manifestanti si è recata al monumento di Stalin, la statua è abbattuta , una delegazione si è recata al palazzo della radio a leggere le risoluzioni.
Rifiuto della radio che è custodito da 5-600 AVH (polizia politica); circa alle 23 ore la polizia politica ha aperto il fuoco sui manifestanti  che cercavano  di entrare nel palazzo delle unità di radio , unità dell'esercito ungherese, inviati in rinforzo,si lasciano disarmati dai manifestanti o passano dalla  loro parte ; dei lavoratori ritornano in fabbriche dove il turno di notte ha  smesso di lavorare e sequestrano  armi dai  depositi della  milizie e le scorte di fabbriche di armamenti ; intorno a Budapest, si ingaggiano combattimenti  contro la polizia politica.
24 ottobre: ​​la radio ha annunciato la nomina di Nagy a  capo del governo; la promulgazione della legge marziale e l’appello di  Nagy all'esercito russo, che è intervenuto all'alba contro gli insorti. La lotta e le proteste continuano; gli insorti contrastano  i russi e mantengono  le zone intorno alla caserma e nei sobborghi operai.
25 ottobre: ​​Gero, segretario del Partito è stato rimosso dal suo incarico e sostituito da Kadar. Nagy e Kadar promettono riforme, ma richiedono agli insorti a deporre le armi.
Continuano i combattimenti contro l'esercito russo.
I primi consigli operai sono creati nelle fabbriche.
26 ottobre: ​​A Budapest, il colonnello Maleter passa gli insorti. Con la sua unità di riserva , tiene la caserma Kilian. Kopaksi, prefetto della polizia della città passa dalla parte degli insorti fa distribuire le armi  agli studenti, organizzando  delle  unità collegate alla prefettura.
Nelle province, tutti i delegati dei comitati rivoluzionari composti da dei consigli e dei rappresentanti dell'esercito e dei contadini dei lavoratori prendono  il potere e disarmano la polizia politica. Radio Gyor  e radio Miskolc e radio sono nelle mani delle forze rivoluzionarie. Le prime delegazioni vengono inviate al governo Nagy  che fa nuove promesse e si sforza di disarmare i ribelli.
27 ottobre; Formazione di un governo di unità  nazionale, Nagy ha fatto  appello agli ex partiti democratici. Egli riceve continuamente nuove delegazioni di lavoratori e dei consigli rivoluzionari della provincia.
28 ottobre: ​​Nagy alla radio dichiara che il movimento non è contro rivoluzionario, i russi si ritirano da Budapest; il governo sta cercando di prendere il controllo su gli insorti con la creazione della Guardia Nazionale.
30 ottobre: ​​Nagy smentisce di aver dichiarato la legge marziale e di aver chiamato i russi. Nonostante le riserve, tutti i consigli rivoluzionari affermano il loro sostegno al governo Nagy; delegazioni affollano Budapest. Il cardinale Mindzenty viene liberato.. I vecchi partiti sono reintegrati. Radio Free Europe (propaganda americana) cerca di screditare il governo Nagy.
A Gyor si costituisce  il  Consiglio Nazionale del Transdanubio sulla base di consigli operai, tentativo per espandere il movimento nei paesi vicini.
31 ottobre: ​​Radio di Mosca ha annunciato che il governo russo è pronto a negoziare il ritiro delle sue truppe. I consigli provinciali segnalano l'arrivo di nuove unità russe in Ungheria.
1 novembre: Afflusso di truppe russe, Nagy protesta, denuncia alle Nazioni Unite e dichiarazione di neutralità dell'Ungheria. Nagy e Kadar hanno  annunciato la fondazione di un nuovo partito, il Partito socialista ungherese. A Gyor il consiglio rivoluzionario fa disperdere una manifestazione organizzata dai partiti borghesi.
Il 2 novembre: i consigli dei grandi fabbriche di Budapest degli operai ha deciso di tornare al lavoro il 5 novembre. Il consiglio rivoluzionario Bonsod - Miskolc chiede l'istituzione di un consiglio rivoluzionario nazionale, formato da consigli rivoluzionari e consigli operai per sostituire il vecchio parlamento.
3 novembre: Rimpasto nel  governo Nagy. Maleter è responsabile per le forze degli insorti.. Discorso alla radio (Radio Budapest controllata dal governo) del  cardinale Mindzenty. Radio Free Europe lancia la parola d'ordine Mindzenty al potere;Maleter e capi militari degli insorti, invitati a negoziare la partenza delle truppe russe , sono arrestatii.
4 novembre: I russi attaccano Budapest. Kadar, scomparso pochi giorni ha annunciato che sta guidando  un governo operaio e contadino sostenuto dai russi. Ripresi i combattimenti nel paese. Nagy si rifugia nell'ambasciata jugoslava.
05-12 novembre: i combattimenti continuano nel paese, l'ultimo posto resistenza a Pecs dove i minatori si ritirano nei contrafforti del  Monte Mecksen e continuano  a ostacolare  i convogli russi e nei quartieri popolari di Csepel a Budapest .
12 novembre: Il Comitato rivoluzionario di Ujpest (quartiere operaio alla periferia di Budapest) lancia un appello per la formazione di un lavoratore centrale del Consiglio.
13 novembre: Una delegazione dei  molti consigli dei lavoratori di Budapest, viene ricevuta da Kadar che non vuole concedere  ai consigli dei lavoratori se non un potere economico. Una riunione  intorno a Miklos Gimes e Balazs Nagy ha creato la Lega socialisti ungheresi. Lo sciopero generale è totale dal 4 novembre.
15 novembre: Balazs, presidente della grande Budapest viene dimissionato dalle sue funzioni  per aver interpretato lo slogan del  ritorno a lavorare come riconoscimento del governo Kadar;il Consiglio deve andare a spiegarsi di fronte  alle assemblee dei consigli scontenti . Dévényi  di Csepel è nominato presidente. I russi organizzano arresti e deportazioni in  U.R.S.S.  In provincia doppio potere dei  consigli rivoluzionari e della polizia politica e permanente del partito sostenuto dall'esercito russo.
19 novembre: Convocazione di tutti i delegati dei consigli rivoluzionari in provincia di Budapest per la costituzione di un Consiglio nazionale dei lavoratori. Nelle province, lo sciopero è sempre totale.
21 novembre: L'esercito russo ha impedito la riunione dei delegati dei consigli rivoluzionari, alcuni di loro però sono  riusciti a riunirsi ; confronto  tra i delegati provinciali e quelli da Budapest, i primi  accusano quest'ultimi di avere ripreso il lavoro. Il consiglio  della grande Budapest appoggia le parole d'ordine di sciopero di 48 ore decise dai lavoratori prima dell'intervento dei russi contro i delegati. Una connessione permanente viene stabilito tra il Consiglio della Grande Budapest e i consigli provinciali. Il Presidente Dévényi, ritenuto troppo tiepido  viene costretto alle dimissioni  e sostituito da Racz, un operaio di 23 anni, Bali e Lalocsa nominati vicepresidenti.
23 novembre: Per commemorare l'anniversario dell'inizio della rivoluzione, il Consiglio Centrale ha deciso che per un'ora, nessuno uscirà nelle strade di Budapest. Dispiegamento di truppe russe.
4 dicembre: Le assemblee di  fabbrica per commemorare  l'anniversario del secondo intervento russo proponogono di organizzare una manifestazione a Budapest. Il Consiglio Centrale propone che solo le donne partecipino.
5 dicembre: Miklos Gimes viene arrestato ; la polizia cerca d’arrestare  Racz e Bali che riescono a rifugiarsi nelle loro fabbriche; davanti alla  risoluzione dei lavoratori, la polizia non osa intervenire.
Arresto di un gran numero di membri dei consigli operai.
9 dicembre: Uno sciopero di 48 ore è stato deciso per protestare contro la repressione. Il governo decide lo scioglimento del Consiglio del grande Budapest "i cui membri  avevano preferito di occuparsi esclusivamente di questioni politiche esclusivamente per costruire un nuovo potere da opporre agli organi esecutivi dello Stato."
11 dicembre: Sciopero generale.  Convocati da Kadar "per discutere" Racz e Bali lasciano le loro fabbriche e sono arrestati in Parlamento. Il Comitato rivoluzionario di intellettuali viene sciolto.
13 dicembre: La fabbrica Beloiannis continua sciopero per protestare contro l'arresto di Racz e Bali. In tutto il paese il governo Kadar sostenuto dai russi riprende il controllo  poliziesco della popolazione; numerosi arresti di delegati consigli operai.
17 dicembre: Le prime condanne a morte.
1957
11 gennaio e il 12: Csepel I lavoratori sono scesi in sciopero. La polizia interviene; un morto, carri armati russi circondano Csepel (il più grande quartiere popolare di Budapest).
Settembre: Scioglimento dei consigli degli ultimi dei lavoratori.

Napzabadzag, il giornale del partito denuncia i consigli operai come una "creazione della contro-rivoluzione".



19 set 2016 ... Budapest e il coraggio del compagno Kopacsi60 anni fa la rivolta ... eterna all' Urss: ora i ragazzi volevano addirittura rovesciarla, dopo aver ... Chiamano da viale Tanacs, dove una colonna di T34 spara raffiche di mitra contro ogni finestra illuminata. ... Ne informo il popolo ungherese e il mondo intero".
www.repubblica.it/.../budapest_e_il_coraggio_del_compagno_kopacsi_60anni_fa_la_rivolta_d_ungheria_contro_l_urss-148054228/







martedì 6 settembre 2016

31.08.2016 Author: F. William Engdahl Top USA National Security Officials Admit Turkey Coup http://journal-neo.org/2016/08/31/top-usa-national-security-officials-admit-turkey-coup/

Alti funzionari USA per la Sicurezza Nazionale ammettono la colpa in  Turchia

Mentre l'amministrazione Obama e la CIA ufficialmente si aggrappano alla foglia di fico della  menzogna che l'intelligence USA era innocente di qualsiasi coinvolgimento nel fallito'tentativo di colpo di  stato del15 luglio da parte dell'organizzazione Fethullah Gülen in Turchia, la verità è venuta fuori da un anziano addetto ai servizi segreti degli Stati Uniti stessi. Essa riflette un enorme lotta fra fazioni interne che ci conduce a  quello che a detta di tutti si preannuncia come il più bizzarro anno di elezioni presidenziali della storia americana.

La prima ammissione che l'intelligence degli Stati Uniti ha avuto la mano nel colpo di stato anti-Erdogan, un colpo di stato lanciato pochi giorni dopo che  Erdogan aveva  annunciato un importante cambiamento strategico dalla NATO e verso la Russia, è venuto da Zbigniew Brzezinski. Brzezinski è uno dei membri più anziani dello stabilimento intelligence degli Stati Uniti, un ex consigliere presidenziale di Obama e l'ex architetto del  Consiglio di Sicurezza Nazionale di Jimmy Carter nelb1979  nelle operazioni terroristiche dei  Mujahideen in Afghanistan contro le forze sovietiche in quel paese.

In un tweet dajsuo blog, Brzezinski ha scritto di un nuovo articolo sull’interesse americano. Egli scrive: "Il sostegno degli Stati Uniti del tentativo di colpo di stato contro il presidente turco Recep Tayyip Erdogan è stato un grave errore che potrebbe consegnare un duro colpo alla reputazione degli Stati Uniti." Questo è sicuramente un eufemismo dato ciò che è in atto in Turchia dal 15 luglio.

Brzezinski ha continuato a scrivere, "la Turchia era sul punto di riconsiderare la sua politica estera, dopo il fallimento in Siria, nel corso degli ultimi cinque anni, e l'errore di calcolo degli Stati Uniti nel sostenere il colpo di stato e che ospita il suo leader (Fethullah Gülen, ora in esilio CIA- in Pennsylvania-) era così grave che  si scopre le spalle degli Stati Uniti e ripensa) le sue politiche ". e continua:" Una potenziale coalizione Russia-Turchia e -Iran creerebbe l'opportunità di risolvere la crisi siriana. Se Erdogan ha avuto il più piccolo po 'di saggezza, avrebbe dovuto venire alla comprensione che non poteva avere un credibilità indipendente con l'aiuto di alcuni paesi arabi' decaduti ', "senza dubbio riferendosi a Arabia Saudita e Qatar, i finanzieri principali della siriana guerra terroristica contro Assad dal 2011.

Brzezinski, che insieme a Henry Kissinger è stato uno dei più importanti strateghi di politica estera degli Stati Uniti del dopoguerra, il direttore fondatore esecutivo della Commissione Trilaterale di David Rockefeller, e uno che ancora oggi conserva presumibilmente accesso ai rapporti di intelligence degli Stati Uniti, stava esprimendo la sua rabbia per l'incompetenza assoluta di intelligence degli Stati Uniti nella gestione del rapporto di Turchia. In particolare, la persona del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti direttamente responsabile non solodel  disastroso colpo di stato sostenuto dagli Stati Uniti nel mese di febbraio 2014 in Ucraina, ma anche per la Turchia, è la neo-con Victoria "Fuck the EU" Nuland, moglie delneo-con Robert Kagan.

La critica candida di Brzezinski è stata seguita da un ‘ancor più dettagliata denunzia dei legami segreti degli Stati Uniti con Fethullah Gülen, imputati dal governo turco di tradimento e sostegno al colpo di stato 15 luglio. In un articolo ospite nella UE on line  magazine EurActiv.com del 17 agosto, 2016, Arthur H. Hughes conferma i legami intimi tra Gülen e la CIA, sottolineando che "Gülen fuggito negli Stati Uniti con l'assistenza del diplomatico Morton Abramovitz, CIA agenti Graham Fuller e George Fidas, e la suddetta Fr. Alexander Karloutsos. "



L'articolo di  Hughes 'è una bomba sotto molti aspetti, e tratta  nel suo dettaglio dei legami intimi tra la CIA, Gülen e l'attuale Patriarca Bartolomeo I di Costantinopoli, attuale Arcivescovo di Costantinopoli e Patriarca Ecumenico.

Hughes ha descritto il suddetto Padre Alexander Karloutsos:
"... Uno dei membri della lobby israelo-americano nel Patriarcato di Costantinopoli è il padre Alexander Karloutsos, Pubblico Ufficiale vicino al Arcivescovo Demetrios (of America-w.e.). Grazie ai suoi legami con funzionari di alto livello e miliardari greco-americani, lui è praticamente l'unica persona che controlla il denaro che scorre dagli Stati Uniti al Fanar (la parte greco-ortodosso di Istanbul-), e che gli dà ampie possibilità di esercitare una pressione sul Patriarcato ecumenico. D'altra parte, Karloutsos è anche in buoni rapporti con l'ex direttore della CIA George Tenet, e con il predicatore Fethullah Gülen cooperare con l'intelligence americana ".

George Tenet, uno stretto alleato della macchina politica di Clinton è un ex capo greco-americano della CIA durante il tempo di Bill Clinton e anche di George W. Bush. I Clinton sono entrambi sostenitori di Fethullah Gülen. Sembra essere un accogliente rete CIA-Gülen-Patriarcato di Costantinopoli-Clinton, il tutto finanziato con i "soldi da miliardari greco-americani".

Arthur H. Hughes non è un commentatore casuale sugli eventi in Turchia e in Medio Oriente. E 'stato ambasciatore degli Stati Uniti in Yemen nel 1990 durante la presidenza Clinton, poi Vice Assistente del Segretario di Stato per gli Affari del Vicino Oriente. Ha anche lavorato come Vice Assistente Segretario alla Difesa per Medio Oriente e l'Asia meridionale, ed è stato Vice Capo Missione a Tel Aviv. La sua informazione del  collegamento di Gülen alla CIA e ai punti di Costantinopoli Patriarcato , una delle segrete reti meno pubbliche e più influenti della CIA in tutto il mondo,il  Patriarcato anti-Mosca ortodosso di Patriarca Bartolomeo I di Costantinopoli. Hughes suggerisce che se Erdogan e il governo turco si inaspriranno sulla gestione di future minacce di colpo di stato, dovrebbero mettere il Patriarcato di  Constintanople sotto la lente di ingrandimento.

Come ho documentato nel mio libro, The Lost Hegemon:, Graham E. Fuller e George Fidas, funzionari della CIA di alto livello da decenni sono riusciti a garantire una straordinaria residenza permanente in Saylorsburg, Pennsylvania nel 1999, quando Gülen era sul punto di essere imprigionato dalle autorità turche per incitamento al  tradimento.

Più di recente, Fuller si è sentito obbligato a scrivere sul suo blog che, anzi ha aiutato Gülen adottenere una carta verde degli Stati Uniti, ma che Gülen non era dietro il fallito colpo di stato del 15 luglio. Tuttavia i rapporti turchi collocano  Fuller e un altro anziano alleato della CIA, Henri Barkey J., in un albergo di lusso su una delle Isole dei Principi nel Mar di Marmara, una ventina di minuti da Istanbul la notte del colpo di stato fallito. In una successiva apparizione in un forum a Washington in possesso della Fondazione per la Difesa delle Democrazie, un indirizzo neo-con il cui presidente è l'ex direttore della CIA, neo-con James Woolsey III, Barkey e il suo esercito hanno cercato di fare una battuta debole su la sua presenza a Istanbul la notte del colpo di stato e dei suoi legami con Gülen.

Per una volta, Brzezinski ha ragione.

Il colpo di Stato tentato dalla  CIA e Gülen per rovesciare Erdogan dopo la sua svolta verso riavvicinamento con Mosca è stato "un grave errore". Le conseguenze, a parte massiccio tracollo  di simpaia di Gülen all'interno della Turchia, include ora un dialogo aperto di Erdogan e del Primo Ministro Binali Yıldırım con la Russia e ora con l'Iran, di una "soluzione" per la guerra siriana che includerebbe Bashar al-Assad, come almeno una figura di transizione.

Erdogan dopo che  il colpo di stato della CIA è fallito ha costretto il Pentagono a  rimuovere tranquillamente le sue testate nucleari dalla base aerea di Incirlik in Turchia, vicino al confine con la Siria e a trasferirle in  Romania. Allo stesso tempo, il primo ministro della Turchia il 20 agosto ha dichiarato ai media che la Russia potrebbe usare la  Airbase di  Incirlik, se necessario, cosa che certamente ha prodotto dolori d più acuti a Langley, Foggy Bottom (il più di raccordo nome per il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti sede), e la Casa bianca di Obama.

Il 15 luglio potrebbe passare alla storia come una delle sconfitte più decisive della proiezione di potenza globale americana, del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale di David Rockefeller e amici. Se è così, meglio  per la prospettiva di un mondo più pacifico.

F. William Engdahl è consulente di rischio strategico e docente, si è laureato in politica dalla Princeton University ed è un autore di best-seller sul petrolio e geopolitica, in esclusiva per la rivista online "Nuovo Outlook orientale".
http://journal-neo.org/2016/08/31/top-usa-national-security-officials-admit-turkey-

domenica 4 settembre 2016

Il sito di Dodona, Epiro

Dodona, Epiro
Ecco come Erodoto ci racconta di ciò che gli fu riferito dalle sacerdotesse stesse, chiamate peleiades ("colombe"), a Dodona:
« Due colombe nere vennero volando da Tebe in Egitto, una in Libia e una a Dodona; Quest'ultima si sistemò su una quercia e da lassù, parlando il linguaggio umano, dichiarò che il luogo di divinazione per Zeus dovesse essere lì; il popolo di Dodona capì che il messaggio era di natura divina, e stabilì quindi l'oracolo. La colomba che andò in Libia disse ai libici di dedicarsi all'oracolo di Amon; anch'esso infatti è sacro a Zeus. Questa è la storia raccontata dalle sacerdotesse di Dodona, la più anziana delle quali era Promeneia, poi veniva Timarete e la più giovane era Nicandra; il resto dei servi al tempio di Dodona ritenevano questa storia vera. »
(Erodoto, Storie, libro II, 54-57)


venerdì 2 settembre 2016

Who Profited From The Greek $440 Billion Bailout

Who Profited From The Greek $440 Billion Bailout

Questa settimana ricorre il primo anniversario della crisi del debito greco 2015, il terzo nella storia recente di questo paese dal 2010. Ultima  del 20-21 Agosto 2015, la 'Troika'-vale a dire, le istituzioni paneuropee del Commissione europea (CE), la Banca centrale europea (BCE), più il FMI-hanno imposto un terzo accordo debito sulla Grecia. La Grecia è stata data in debito di  US $ 98 miliardi di prestiti dalla troika. In precedenza la  Troika aveva aggiunto circa $ 200 miliardi di dollari per un accordo iniziale 2010 del debito di US $ 140.000.000.000.

Questo è di circa US $ 440.000.000.000 in prestiti della Troika nel corso di un periodo di cinque anni, 2010-2015.
 La domanda è: chi beneficia  dal US $ 440.000.000.000? Non è la Grecia. Non l'economia greca e la sua gente, allora chi? E abbiamo visto la fine delle crisi del debito greco?

Si potrebbe pensare che US $ 440.000.000.000 in prestiti avrebbero aiutato la Grecia a riprendersi dalla recessione globale del 2008-09, la seconda recessione europea del 2011-13 che ha seguito, e cronicizzato a livello europeo, la crescita economica stagnante da allora.
 Ma no, la US $ 440.000.000.000 nel debito della Troika accatastato sulla Grecia ha di fatto impoverito ancora di più la Grecia, condannandolo a otto anni di depressione economica senza fine in vista.

Per pagare per gli US $ 440.000.000.000, in tre accordi di debito successivi la troika ha chiesto alla Grecia di tagliare la spesa pubblica per i servizi sociali, di eliminare centinaia di migliaia di posti di lavoro pubblici, salari più bassi per i lavoratori del settore pubblico e privato, di ridurre il salario minimo, tagliare e
 eliminare le pensioni, aumentare il costo dei contributi di assistenza sanitaria dei lavoratori, e pagare aumento delle vendite e le tasse di proprietà locali. Come parte di austerità, la troika ha altresì richiesto alla Grecia di vendere le sue proprietà del governo utilità, porti, e sistemi di trasporto a prezzi di mercato 'firesale' (vale a dire sottocosto).



Gli U.S.440 miliardi di $ in Troika prestiti e quindi debito greco-non è stato impiegato a beneficio del popolo greco, o per aiutare l'economia greca a  riprendersi dai suoi otto anni di depressione;
 si è passati a pagare l’inizio e gli interessi sul debito precedente Troika, così che il debito è stato accumulato sul debito di  prima, al fine di pagare per il debito precedente
.
Un recente studio pubblicato 2016 ha rivelato definitivamente dove tutti i pagamenti di interessi e capitale sui $ 440.000.000.000 debito degli U.S.dollari  sono andati.
 Si è passati direttamente ai banchieri e investitori europei, e alle istituzioni della troika della CE, BCE e FMI, che indirettamente, a sua volta riciclano di nuovo a banchieri privati ​​e investitori.

Secondo il Libro bianco (WP-16-02) pubblicato dalla European School of Management e Tecnologia, ESMT, la scorsa primavera 2016, dal titolo " dove va  il denaro per il salvataggio greco?", Oltre il 95 per cento i prestiti della Troika iniziale alla Grecia
 è andato a pagare il capitale e gli interessi sui prestiti precedenti  della troika, o al salvataggio di banche private greche (di proprietà di altre banche euro o in debito con loro), o per pagare gli investitori privati ​​europei e speculatori. Meno di 10 miliardi di euro è stato effettivamente speso in Grecia.

Lo studio ESMT stima ulteriormente la più recente, terzo atto del debito greco dello scorso agosto 2015 si tradurrà in più dello stesso: degli U.S. 98 miliardi $ prestato alla Grecia l'anno scorso, i progetti di studio che a malapena US $ 8 miliardi troveranno impiego per le
  famiglie greche.

Il costo per la Grecia, otto anni dopo

In cambio del 95 per cento versato agli amici della Troika e banchiere-investitori, le misure di austerità che accompagnano i prestiti della Troika ha significato la seguente: tasso di disoccupazione in Grecia di oggi, nel 2016, dopo otto anni è ancora il 24 per cento.
 Il tasso di disoccupazione giovanile si aggira ancora al di sopra del 50 per cento. I salari sono diminuiti del 24 per cento per chi ha la fortuna di avere ancora del lavoro. Il crollo dei salari è dovuto non solo a licenziamenti da parte del  governo o dei  privati ​​, taglio dei salari di business, entrambi i quali si sono verificati dal 2010, ma è dovuta anche alla spostamento del tempo pieno di lavoro a tempo parziale. I posti di lavoro a tempo pieno sono crollati del 27 per cento, il più basso mai, mentre i lavori part-time sono aumentati 56 per cento, per la più alta mai. I lavoratori e le famiglie più povere e più vulnerabili greche hanno visto i loro salari minimi ridotti del 22 per cento dal 2012, su ordine della Troika. E le pensioni per i più poveri sono stati ridotti di circa lo stesso. Tutto questo per spremere i lavoratori greci, le famiglie e le piccole imprese, al fine di ripagare gli interessi sul debito per la Troika, ai banchieri in Europa, e investitori privati.

Niente  del debito, austerità, depressione, e crollo dei redditi esistevano prima che la Troika fosse  intervenuta in Grecia a partire dal 2010. debito della Grecia e il PIL è stato di circa il 100 per cento nel 2007, su dove era stato ogni anno per l'intero decennio precedente, 1997-
 del 2007. E 'stato peggio di qualsiasi altra economia della zona euro, e meglio di più. debito greco è aumentato in 2008-109 per cento a causa della recessione globale, accelerando al 146 per cento del PIL nel 2010 con il primo accordo debito troika di US $ 140.000.000.000. E poi è salito a più di 170 per cento nel 2011, dove è rimasto sin da allora come un altro US $ 300 miliardi sono stati aggiunti in prestiti della Troika nel 2012 e nel 2015.

il debito della Grecia dal 2010 non è certamente un risultato della spesa pubblica greca, che è caduta da circa il 14 miliardi di euro a  9,5 miliardi nel 2015, riflettendo i tagli di austerità profondi della Grecia richiesti dalla Troika.
 Né può essere attribuito ai salari eccessivi e troppi lavori pubblici, in quanto entrambi questi sono diminuiti di un quarto il debito ha accelerato. Il debito è prestiti della Troika forzati sulla Grecia in modo che la Grecia sia costretta a pagare capitale e gli interessi sui prestiti precedenti forzati sulla Grecia.

E ancora nessun sollievo nel 2015-16

Quello che è successo un anno fa, nel terzo atto del  debito dell’ agosto 2015, è stato lo stesso che è successo nel 2012 e nel 2010: US $ 98 bolletta debito in più è stato aggiunto a carico della  Grecia  dove già era  insostenibile US $ 340 circa miliardi.
 In cambio, lo scorso agosto la Grecia ha dovuto attuare le seguenti misure di austerità ancora più gravi:

Generare un avanzo di bilancio del 3,5 per cento del PIL, da cui partire per rimborsare il debito Troika-i.e.
 circa US $ 8 miliardi all'anno. Aumentare le tasse di vendita al 24 per cento, oltre a più aumenti fiscali su "una base imponibile ampliamento" (cioè tasse più alte per le famiglie a basso reddito). Introdurre quello che la Troika chiama -i.e "olistica riforma delle pensioni"., Tagliare le pensioni fino a 2,5 per cento del PIL, o circa US $ 5 miliardi all'anno, e ad abolire le pensioni minime per i meno pagati e le sovvenzioni annuali di previdenza complementare. Introdurre una "vasta gamma" di riforme del mercato del lavoro, tra cui "più flessibile" la contrattazione salariale, più facili licenziamenti di massa, nuovi limiti sugli scioperi dei lavoratori, e di più licenziamenti di insegnanti come parte di "riforma dell'istruzione". Tagliare servizi di assistenza sanitaria e convertire 52.000 nuovi posti di lavoro a tempo parziale. E di introdurre quello che la Troika ha chiamato un altro programma di privatizzazione "ambizioso". E questo è solo un breve elenco.

E quale  è  stato effettivamente l’andamento dell’economia della Grecia nel corso dell'anno passato?
La spesa pubblica greca da agosto 2015 è ulteriormente diminuita del 30 per cento a partire da metà 2016, fatta eccezione per le spese militari, che sono aumentate di US $ 600 milioni.
 Dall’ agosto 2015, il PIL trimestrale greca ha continuato a contrarsi su base netta. debito greco come percentuale del PIL è aumentato ulteriormente.

Ci sono 83.000 meno posti di lavoro a tempo pieno.
 (Ma 28.000 nuovi posti di lavoro a tempo parziale). i tassi di disoccupazione giovanile sono aumentati 48,8-50,3 per cento. La spesa dei consumatori è sceso di quasi il 10 per cento, come la fiducia dei consumatori continua a scendere, i prezzi delle case si sgonfiano, e gli investimenti delle imprese, le esportazioni e le importazioni tutto lento. In altre parole, l'economia greca continua a peggiorare nonostante l'aggiunta US $ 98000000000 da parte della Troika del debito e le misure di austerità più estremi imposti un anno fa.
È un altro quarto del debito greco comporta  inevitabile crisi?

La risposta è "Sì." La Grecia non può generare un surplus di 3,5 per cento da cui pagare la montagna di capitale e degli interessi sul proprio debito.
 Il rimborso del debito nel 2016 alla troika era relativamente minimo nel 2016. Nel 2017-18, però, maggiori rimborsi del debito verranno a causare l'incapacità della Grecia di rimborsare ,senza dubbio peggiorare, quando la prossima recessione a livello europeo colpirà,cosa  chesi rischia nel 2017 -18. La prossima crisi del debito greco potrebbe scoppiare anche prima, come conseguenza della attuale deterioramento nel sistema bancario europeo sulla scia di Brexit e dei problemi approfonditi nei sistemi bancari italiani e del Portogallo. Il contagio altrove potrebbe rapidamente diffondersi in Grecia, precipitando un'altra quarta crisi bancaria e del debito greco.



Un emergente Nuovo imperialismo finanziario?

Imponendo l'austerità per pagare il debito dal 2010 , la troika ha costretto il governo greco ad  estrarre reddito e ricchezza dei suoi lavoratori e delle piccole imprese e
 a sfruttare i propri cittadini per  conto della Troika e poi trasferire tale reddito per i banchieri e gli investitori della troika e l'Europa.Questo è l'imperialismo puro e semplice, anche se un nuovo genere, ora organizzato da Stato a Stato (troika-Grecia) trasferimenti finanziari, invece di società di sfruttamento da parte dell'azienda al momento della produzione. La grandezza di sfruttamento è maggiore e molto più efficiente.

Che cosa è successo, e continua ad accadere in Grecia, è l'emergere di una nuova forma di imperialismo finanziario sugli Stati più piccoli e le economie, un  programma per unire le zone di libero scambio più grandi e sindacati «valute», o per legare le loro valute al dollaro, l'euro
 , o altre necessità di evitare a tutti i costi, a meno che anche loro diventano 'Grecia-like' e sempre più debito dipendenti verso i  più potenti stati capitalisti a cui decidono di integrare economicamente.

Il neoliberismo è in continua evoluzione e con essa le forme di sfruttamento imperialista pure.
 Si inizia come una zona di libero scambio o unione 'della dogana. Una moneta unica viene quindi aggiunto, o arriva a dominare, entro la libera unione doganale commerciali. Un’ unione monetaria alla fine porta alla necessità di una singola unione bancaria all'interno della regione. la politica monetaria della banca centrale finisce determinato dall'economia dominante e stato. L'economia più piccola perde il controllo della sua moneta,il controllo  bancario, e le politiche monetarie. L’intermediazione porta a sindacare, di necessità, per  una forma di unione fiscale. Stati membri più piccoli ora perdono il controllo non solo dei loro sistemi di valuta e bancario, ma alla fine delle tasse e le spese pure. E poi diventano 'protettorati economici "dell'economia dominante e uno Stato-come la Grecia è diventata.



Per un'analisi più approfondita del debito greco e il nuovo imperialismo finanziario emergente, vedere il dottor Jack Rasmus, "saccheggio Grecia: un emergente di New Financial Imperialismo," di Clarity Press, settembre 2016.