Tasse universitarie, salate in Italia: tra le più alte in Europa dopo Regno Unito e Olanda
Il premier Renzi ha da poco annunciato "novità" nei calcoli ma gli studenti propongono la loro ricetta: no tax area fino a 28mila euro di Isee e maggiori tutele per gli iscritti part-time
E sul tema intervengono anche i diretti interessati: gli studenti. "A dispetto di quanto la ministra Giannini ha più volte affermato - dichiara Alberto Campailla, portavoce di Link coordinamento universitario - l'università italiana è tra le più costose d'Europa.
E ora pare che il presidente del Consiglio abbia intenzione di affrontare il problema di accesso alla formazione superiore e ha annunciato ieri misure sulla tassazione universitaria". I dati dell'Ocse - che si riferiscono all'anno accademico 2013/2014 - raccontano una realtà piuttosto preoccupante. In nove dei sedici paesi europei - Norvegia, Danimarca, Finlandia, Svezia, Turchia, Repubblica Slovacca, Slovenia, Estonia e Ungheria - censiti dall'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico le tasse universitarie per l'accesso agli atenei pubblici non sono contemplate. In altri quattro paesi - Svizzera, Belgio, Francia e Austria - le tasse in media non superano i mille dollari Usa equivalenti e l'Italia - con 1.602 dollari a studente si piazza al terzo posto, dopo Regno Unito (9.019 dollari Usa) e Olanda (2.300 dollari).
Al momento, in parlamento sono state depositate due proposte di legge: una a firma della dem Emanuela Ghizzoni e l'altra del grillino Gianluca Vacca. "Anche gli studenti però hanno una proposta - continua Campailla -. Abbiamo lanciato la campagna 'don't tax me now', una proposta completa in tema di tassazione che è uno dei cardini del nostro programma in vista delle prossime elezioni per Consiglio nazionale studenti universitari, previste il 18 e 19 maggio". Di che si tratta? "La nostra proposta - spiegano gli universitari - vuole da un lato assorbire il forte aumento della tassazione derivato dall'introduzione del nuovo Isee dall'altro rendere l'università italiana davvero accessibile a tutti".
Gli studenti, in particolare chiedono una no tax area fino a 28mila euro di Isee che significherebbe esentare il 39 per cento degli studenti come avviene in molti paesi europei. A conti fatti, "il costo dell'operazione è pari a 650 milioni di euro", che verrebbero meno nelle casse universitarie e potrebbero essere recuperate con un "incremento del Fondo di funzionamento ordinario" che lo Stato eroga agli atenei. "Chiediamo inoltre una tassazione realmente progressiva e maggiori tutele per gli studenti part-time". "Come sempre - conclude Campailla - già ci siamo attivati negli atenei al momento dell'approvazione dei regolamenti tasse". E alcuni hanno già accolto alcune richieste degli studenti "riducendo sensibilmente la tassazione per gli studenti meno abbienti".
Nessun commento:
Posta un commento