Georadar in azione nella Chiesa di San Giovanni di Saluzzo
Partita la prima fase di ricerca delle sepolture dei Marchesi di Saluzzo. Per l’apertura della cripta absidale si attende il nullaosta della Soprintendenza
Da ieri mattina, nella chiesa di San Giovanni, è in azione il georadar dell’Università di Pisa, che metro per metro, grazie agli ultrasuoni rileverà la morfologia sottostante il pavimento della chiesa. Con la mappatura della sottosuperficie è partito il progetto di ricerca delle sepolture dei Marchesi di Saluzzo in San Giovanni che prevede, in caso di ritrovamento, la riesumazione dei loro resti istologici e lo studio presso la Divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa, diretta dal professor Gino Fornaciari, nota nel campo delle Scienze biomediche e bioarcheologiche per gli studi condotti su mummie e scheletri del Medioevo e del Rinascimento.
Il costo dell’operazione presentato dall’Ateneo pisano sarà coperto dai 5000 euro elargiti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo. Il georadar, programmato da due geofisici pisani, supervisionati dall'archeologo Antonio Fornaciaripotrebbe restituire immagini di aree sepolcrali o strutture antropiche, come spiega Raffaele Gaeta, medico saluzzese specializzando in Anatomia Patologica a Pisa, che ha promosso l’iniziativa.
L’obiettivo è ricostruire la storia delle tumulazioni della famiglia dei marchesi di Saluzzo, verificare la presenza dei loro sepolcri e vani sotterranei, misurare la struttura che si sviluppa sotto la cappella di Ludovico II, riconoscerne i resti da quelli di Ludovico II morto più di 500 anni fa, a quelli di altri sei marchesi: Federico I, Tommaso I, Federico II, Tommaso III, Ludovico I e Gabriele, ultimo marchese di Saluzzo.
Nella fase preliminare del progetto è prevista anche la perlustrazione della cripta absidale, ma l’operazione, essendo ancora in attesa di nullaosta da parte della Soprintendenza, sarà eseguita in un secondo tempo. Per accedervi è necessario sollevare una botola di marmo cinquecentesco posta davanti al monumento funebre di Ludovico II.
“In caso di parere favorevole – spiega Gaeta - la rimozione della lastra lapidea sarà affidata a Paolo Cecchettini, restauratore di materiale lapideo e pitture murali, diplomato all'Opificio delle Pietre Dure a Firenze e quindi con una preparazione ed un curriculum assolutamente affidabile.”
I risultati ottenenti con il georadar saranno utilizzati anche come base conoscitiva per il progetto di restauro della Chiesa di San Giovanni. Lo conferma l’architetto Silvia Beltramo del Politecnico di Torino, referente per il progetto “ la Chiesa di San Giovanni e la Cappella dei marchesi di Saluzzo: dal cantiere medioevale al progetto di restauro” promosso dalla Diocesi di Saluzzo, finanziato dalla Fondazione Cr Saluzzo per 12mila euro.
“Questo progetto del Politecnico di Torino è formalmente concluso ed ha evidenziato alcuni elementi su cui lavorare in modo particolare. Tra questi la cappella marchionale e le finestre della stessa che presentano seri problemi conservativi e su cui su occorre fare indagini specifiche. Si sta lavorando nella direzione di un accordo con il Politecnico di Milano che ha master di livello post laurea sull’architettura in pietra e che è molto interessato alla cappella funeraria di San Giovanni. Sarebbe una grande occasione di visibilità internazionale per il monumento saluzzese.
Per quando riguarda la fase di indagine preliminare con il georadar del progetto di ricerca delle tombe, c’è piena collaborazione tra i due Atenei. Noi abbiamo fornito le indagine storiche e a nostra volta avremo informazioni di ciò che emerge dai rilievi stratigrafici. Da un punto di vista architettonico è importante capire cosa c’è nel sottosuolo della chiesa e della cappella marchionale”.
Sono pronta per la gita di domani a Saluzzo. Con tale articolo sono ancora più interessata. Avevo letto sulla fotocopia riguardo ai vari marchesi e spero domani di poter visitare la chiesa presa qui sopra in considerazione anche perchè vorrei vedere in azione tali studiosi rinomati e tali strumenti particolari.
RispondiEliminagita molto interessante, peccato per il tempo brutto ma, nonostante questo, giornata molto bella e ricca di cultura!
RispondiEliminaHo trovato molto interessante la visita del castello ma, anche quella dell' abbazia anche se ritengo che anche il nostro prof di storia dell' arte era in grado di spiegarne la struttura come ha fatto la guida. Nwl complesso comunque e` stata una bella gita.
RispondiEliminaMi fa piacere sentire buoni commenti.Staffarda,più per intenditori o per un cammino culturale che per noi procedeva comunque dallo studio dello scorso anno.
RispondiEliminaManta,un gioiello di valore mondiale,che ci rende orgogliosi della storia vicina.
L'abbazia cistercense è ben conservata, sia esternamente che internamente, e certo la sua visita appaga, soprattutto se c'è una preparazione a monte sul tema.Un pò in degrado il circondario:l'unica latrina accessibile è veramente maltenuta,indecorosa..l'esterno dà un'idea medievale, il che potrebbe anche essere un fatto positivo,per la presenza di bestiame, fienili,strutture veramente integre nella loro villicità . Ingresso e guida nel complesso inducono un pagamento addirittura superiore a Manta, che è indubbiamente un gioiello di valore mondiale, la cui visita appaga certamente di più.(questa la mia recensione su tripadvisor)
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