sabato 30 novembre 2013

Divagazioni culturali



1)  School of Hard Rock
Il tempio della musica rock si apre al mondo della scuola. Anche per l’anno scolastico 2013/2014 gli Hard Rock Cafe italiani di Roma e Firenze promuovono un originale progetto culturale dedicato a tutti i ragazzi delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, arricchito da visite guidate, sessioni didattiche e in alcuni casi veri e propri “incontri speciali” con protagonisti del mondo della musica e del lavoro.
Il rock, con tutte le sue implicazioni sociali e culturali, rappresenta da sempre un tema di grande interesse per gli adolescenti. L’obiettivo del progetto è quindi quello di favorire il loro naturale interesse, guidando i ragazzi verso un accostamento più equilibrato a questo genere musicale. Nel contempo il progetto didattico di “School of Hard Rock” va incontro ad un’esigenza particolarmente sentita nel mondo della scuola: la ricerca di momenti comuni che siano non solo formativi, ma anche originali, divertenti e aggreganti.

2)  I contenuti del progetto
La prima parte degli incontri sarà interamente dedicata alla storia del marchio “Hard Rock Cafe” e al suo successo planetario: dagli esordi dei primi anni ’70 – quando Peter Morton e Isaac Tigrett scelsero di dedicare al rock il ristorante americano che si apprestavano ad inaugurare nel centro di Londra – fino alle dimensioni attuali, con 164 ristoranti in 53 paesi e con la più grande collezione di memorabilia: oltre 73.000 pezzi dal valore inestimabile, tutti legati alla storia del rock dagli anni ‘50 ai giorni nostri. Particolare attenzione verrà riservata ai valori sui quali Hard Rock Cafe ha posato le sue fondamenta e che ancora oggi guidano l’azienda. Valori riassunti nei quattro motti: “Love All Serve All”, “Take Time To Be Kind”, “Save The Planet” e “All Is One”.
La seconda parte degli incontri permetterà invece di approfondire uno dei seguenti macro-argomenti, che i docenti potranno scegliere in fase di prenotazione:
-          “Storia della Musica Rock”, dedicato agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, con possibilità di approfondimenti su singoli periodi;
-          “Marketing” & “Marketing del Turismo”, dedicato agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado ad indirizzo tecnico;
-          “Food & Beverage Management”, per gli studenti degli istituti alberghieri.
-          “Be a Beatle”, per gli studenti delle scuole primarie.
 Il programma è completato da aneddoti sulla vita dei più celebri musicisti rock, da video musicali degli artisti e da giochi a squadre con premio finale personalizzato “Hard Rock Cafe”. Gli incontri, della durata di tre ore circa, si concluderanno tutti con un pranzo tipico della cucina americana a menu fisso. Il pranzo è l’unico costo che verrà chiesto alle classi di sostenere. 


domenica 24 novembre 2013

Juan Ginés de Sepúlveda Non uomini ma “omuncoli”

"Confronta ora le doti di prudenza, ingegno, magnanimità, temperanza, umanità, religione di questi uomini [gli spagnoli] con quelle di quegli omuncoli, nei quali a stento potrai riscontrare qualche traccia di umanità, e che non solo sono totalmente privi di cultura, ma non conoscono l’uso delle lettere, non conservano alcun documento sulla loro storia […] E se, a proposito delle loro virtù, vuoi sapere della loro temperanza e mansuetudine, che cosa potresti aspettarti da uomini abbandonati ad ogni genere di intemperanza e nefanda libidine, molti dei quali si nutrivano di carne umana? Non credere che prima della venuta dei cristiani vivessero in ozio, nello stato di pace dell’età di Saturno cantata dai poeti, ché al contrario si facevano guerra quasi in continuazione, con tanta rabbia da non considerarsi vittoriosi se non riuscivano a saziare con le carni dei loro nemici la loro fame portentosa; crudeltà che in loro è tanto più straordinaria quanto più distano dalla invincibile fierezza degli Sciiti anch’essi mangiatori di corpi umani: infatti sono così ignavi e timidi che a mala pena possono sopportare la presenza ostile dei nostri, e spesso sono dispersi a migliaia e fuggono come donnette, sbaragliati da un numero così esiguo di spagnoli che non arriva neppure al centinaio. [...] Così Cortés, all’inizio, per molti giorni tenne oppressa e terrorizzata, con l’aiuto di un piccolo numero di spagnoli e di pochi indigeni, una immensa moltitudine, che dava l’impressione di mancare non soltanto di abilità e prudenza, ma anche di senso comune. Non sarebbe stato possibile esibire una prova più decisiva o convincente per dimostrare che alcuni uomini sono superiori ad altri per ingegno, abilità, fortezza d’animo e virtù, e che i secondi sono servi per natura. Il fatto poi che alcuni di loro sembrino avere dell’ingegno, per via di certe opere di costruzione, non è prova di una più umana perizia, dal momento che vediamo certi animaletti, come le api e i ragni, costruire opere che nessuna attività umana saprebbe imitare. Per quanto concerne la vita sociale degli abitanti della Nuova Spagna e della provincia di Messico, già si è detto che sono considerati i più civili di tutti, e loro stessi vantano delle loro istituzioni pubbliche, quasi fosse non piccola prova della loro industria e civiltà il fatto di avere città edificate razionalmente e re nominati non secondo un diritto ereditario e basato sull’età, ma per suffragio [voto] popolare, e di esercitare il commercio come i popoli civilizzati. Pensa quanto si sbagliano costoro, e quanto la mia opinione dista dalla loro: giacché secondo me la maggior prova della loro rozzezza, barbarie e innata servitù è costituita proprio dalle loro istituzioni pubbliche, che sono per la maggior parte servili e barbare. Infatti che abbiano case e alcuni modi razionali vita in comune e i commerci ai quali induce la necessità naturale, che cosa altro prova, se non che costoro non sono orsi o scimmie del tutto prive di ragione?
Ho parlato del carattere e dei costumi di questi barbari; che dire ora dell’empia religione e nefandi sacrifici di tale gente, che venerando il demonio come Dio, non trova di meglio per placarlo che offrirgli in sacrificio cuori umani? Questa sarebbe una cosa buona, se per “cuori” si intendessero le anime immacolate e pie degli uomini; ma loro riferivano questa cessione non allo spirito che vivifica (per usare le parole di san Paolo) ma alla lettera che uccide, e ne davano una interpretazione stolta e barbara, pensando che si dovessero sacrificare vittime umane: e aprendo i petti degli uomini ne strappavano i cuori e li offrivano sulle are nefande, credendo così di aver fatto un sacrificio secondo il modo stabilito e di aver placato gli dei. Essi stessi poi si cibavano delle carni degli uomini immolati. Questi crimini, che superano ogni umana perversità, sono considerati dai filosofi tra le più feroci e abominevoli scelleratezze. E quanto al fatto che alcune di quelle popolazioni, secondo quanto si dice, manchino completamente di ogni religione e di ogni conoscenza di che altro è questo se non negare l’esistenza di Dio e vivere come le bestie? Non vedo cosa si potrebbe escogitare di più grave, di più turpe, di più alieno alla natura umana. Il genere di idolatria più vergognoso è quello di quanti venerano come dio il ventre e le parti più turpi del corpo, considerano religione e virtù i piaceri carnali, e come porci tengono sempre lo sguardo fisso a terra, quali non avessero mai visto il cielo. A costoro soprattutto si applica quel detto di san Paolo: la loro fine è la perdizione, il loro dio il ventre, giacché attribuiscono valore alle cose terrene. Stando così le cose, come potremmo porre in dubbio l’affermazione che questa gente così incolta, così barbara, contaminata da così nefandi sacrifici ed empie credenze, è stata conquistata da un re eccellente, pio e giusto quale fu Ferdinando [Ferdinando II “Il Cattolico” (1452 – 1516) re di Aragona, Sicilia, Sardegna e Napoli] ed è attualmente imperatore Carlo [Carlo V (1500-1558) re di Spagna (1516-1556) e imperatore del Sacro Romano Impero (1519 – 1556)], e da una nazione eccellente in ogni genere di virtù, con il maggior diritto e il miglior beneficio per gli stessi barbari? Prima della venuta dei cristiani avevano il carattere, i costumi, la religione e i nefandi sacrifici che abbiamo descritto; ora, dopo aver ricevuto col nostro dominio le nostre lettere, le nostre leggi e la nostra morale ed essersi impregnati della religione cristiana, coloro – e sono molti – che si sono mostrati docili ai maestri e ai sacerdoti che abbiamo loro procurato, si discostano tanto dalla loro prima condizione quanto i civilizzati dai barbari, i dotati di vista dai ciechi, i mansueti dagli aggressivi, i pii dagli empi e, per dirla con una sola espressione, quasi quanto gli uomini dalle bestie."

da J. G. de Sepúlveda, Democrates alter, sive de justis belli causis apud indos, in La scoperta dei selvaggi, Principato, Milano 1971, pp. 259-260.