sabato 30 dicembre 2017
Il tramonto dell'anno
Algarve,il tramonto
dell'anno..dorato e infuocato, il mare carta da zucchero ..parafrasando Garcia Lorca
giovedì 23 novembre 2017
Guerra e pace?
Da CNN
Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato che Russia, Iran e Turchia hanno concordato di
tenere un "congresso" in Russia che riunirebbe le fazioni in guerra
in Siria per i colloqui di pace.
I commenti di Putin sono arrivati dopo l’ incontro con il presidente iraniano Hassan Rouhani e il
presidente turco Recep Tayyip Erdogan nella località turistica russa di Sochi,
nel Mar Nero.
I tre leader hanno rilasciato una dichiarazione congiunta
volta a continuare i colloqui di pace siriani e trovare una soluzione
sostenibile per il periodo postbellico convocando un "Congresso nazionale
di dialogo siriano", ha detto Putin.
Putin e Rouhani hanno detto che il congresso - i cui membri
includeranno figure del regime siriano e dell'opposizione - getterebbe le basi
per una nuova costituzione e elezioni.
Putin ha detto che "i servizi speciali, le autorità
militari stanno lavorando per organizzare quel congresso qui a Sochi".
"Dobbiamo portare rappresentanti di tutti i diversi
gruppi etnici e di denominazione in Siria", ha detto Putin.
Putin ha detto che il nuovo congresso "esaminerà i
problemi chiave nell'agenda nazionale della Siria", tra cui
"elaborare un'organizzazione politica e l'approvazione di una nuova
costituzione" e "l'organizzazione delle nuove elezioni sotto gli
auspici dell'ONU".
Il presidente russo ha anche detto che i colloqui di pace
sostenuti dall'ONU a Ginevra, in Svizzera, dovrebbero
"intensificarsi", aggiungendo: "Voglio sottolineare qui che il
destino della Siria deve essere deciso dai siriani stessi - sia il governo che
l'opposizione".
Il presidente siriano Bashar al-Assad ha detto durante una
visita a Sochi all'inizio di questa settimana che è "totalmente
impegnato" in una soluzione pacifica e per lo svolgimento di nuove elezioni.
Putin e il suo governo sono stati uno dei principali
sostenitori del regime di Assad, sia militarmente sia nell'aiutare a negoziare
cessate il fuoco nella lunga guerra civile del paese.
Putin ha anche detto che i colloqui di pace svoltisi ad
Astana, in Kazakistan, hanno fatto la differenza. "Abbiamo notevolmente
ridotto le violenze in Siria", ha detto, e ora dobbiamo garantire che
esistano le condizioni per il ritorno dei rifugiati.
"Come paesi garanti - Russia, Iran e Turchia
continueranno a lavorare per assicurarsi che le azioni di combattimento siano
finite, che le zone di deflagrazione siano protette e che ciò sia rispettato da
tutte le parti", ha aggiunto.
Il quadro si chiarisce ulteriormente sul fronte del medio-Oriente: da un a parte quest'allenza del nord-est, con il passaggio al momento consolidatosi della Turchia di Erdogan; dall'altra una sorta di alleanza del sud-ovest con Arabia e Israele e il patrocinio U.S. La strategia di Putin ecc. si è dimostrata efficace in Siria, non a caso dall'Arabia si punta ora alla destabilizzazione del Libano, mentre i due fronti si combattono nello Yemen. Gli interessi europei non paiono poter prescindere da una considerazione piuttosto positiva della politica di Russia, Turchia, Iran volta alla stabilità della Regione.Queste potenze molto pragmaticamente perseguono una continuità dei poteri nazionali degli stati medio-orientali, poteri forti in buona parte dittatoriali: ma in cosa consiste l'alternativa "democratica" patrocinata dagli U.S.? essa è parsa sempre più una chimera, in questa Regione e nell'Islam....piccoli gruppi di intellettuali, studenti ,persone evolute, ma ahimè fianco prestato ad u n integralismo fanatico e aberrante...inoltre funzionale ai piani dell'Arabia Saudita, monarchia che non si distingue certo per indole democratica... per non parlare degli stessi interessi U.S. alla destabilizzazione perpetua dell'area...questa l'amara lezione di questi anni... D.V.
venerdì 10 novembre 2017
La guerra in Medio-oriente
Si complica ulteriormente la situazione in Medio-oriente, dove è in corso per interposte fasi una guerra fra sunniti e sciiti, arabi e iraniani, con israeliani e occidentali a complicare lo svolgimento.
Sabato 4 novembre, a Riyadh ,capitale saudita Sa’ad Hariri ha annunciato le sue dimissioni da primo ministro libanese. Questo fatto rilancia le tensioni ponendo come possibile futuro epicentro il paese dei cedri, per altro con Iraq ,Siria e Yemen già destabilizzati.
Il giovane Hariri – politicamente non vale il padre Rafik, probabilmente assassinato da Hezbollah e siriani – era premier perché nel manuale Cencelli settario del Libano, quel posto spetta a un sunnita. Nel governo e nel paese controllati da Hezbollah per conto dell’Iran, Hariri aveva un’autonomia pari allo zero. Ma in mancanza di alternative, teneva in piedi il governo di unità nazionale del quale il Libano e le sue 17 sette religiose hanno ancora bisogno per restare fuori dal caos e dalle minacce alle frontiere.
Ora Mohammed ,il principe ereditario saudita, è convinto di avere l’alternativa. I sauditi avevano fatto un passo indietro dal Libano, causa sconfitte in Siria e crollo petrolifero, ora tornano con intenti bellicosi. L’altro giorno il quotidiano Ha’aretz si chiedeva se facendo dimettere Hariri, Mohammed non stesse spingendo Israele verso una guerra con Hezbollah e l’Iran. Il prezzo non è tanto Beirut quanto Teheran: è quello il confronto che ormai ha deciso di affrontare a viso aperto il giovane principe ereditario, di fatto già re dei sauditi: è primo-vice premier, ministro della Difesa responsabile di tutti i conflitti ai quali il paese partecipa, presidente del Comitato anti-corruzione e del Consiglio per l’economia che sta guidando la trasformazione post-petrolifera.
Non si può dire che sul piano regionale Mohammed possa reclamare uguale controllo della situazione: dopo 10mila civili morti, lo Yemen è una ferita aperta; nella liberazione dall’Isis e nella guerra civile in Siria, i sauditi sono controfigure; le sanzioni al Qatar vengono ignorate dal mondo intero: dopo il Libano, il Qatar potrebbe diventare l’obiettivo del prossimo azzardo di MBS.
La vicenda del “missile balistico” che gli Houthi avrebbero lanciato dallo Yemen e i sauditi intercettato a Nord Est di Riyadh, è preoccupante: che sia accaduto o sia inventato. Nel primo caso significherebbe che l’Iran vuole contenere il nuovo espansionismo saudita; nel secondo Mohammed cerca un casus belli. Nell’una o nell’altra eventualità, il Medio Oriente corre verso un confronto che trasformerà l’Isis e le guerre civili in episodi marginali.
Il movimento sciita libanese di Hezbollah ha chiesto all’Arabia Saudita di restare fuori dagli affari interni libanesi, affermando che le dimissioni del primo ministro Saad Hariri annunciate sabato da Riad «hanno sollevato diverse questioni». Hezbollah sostiene che l’Arabia Saudita sia in piena crisi dopo il fallimento del suo intervento militare iniziato due anni e mezzo fa in Yemen. Mentre l’Arabia Saudita ha chiesto che Hezbollah non abbia alcun ruolo nel governo libanese e ha chiesto ai suoi cittadini di lasciare il Libano. Lo ha riferito l’emittente al-Arabiya, senza aggiungere per il momento altri dettagli. La decisione segue proprio le dimissioni del premier libanese Hariri, annunciate a sorpresa sabato scorso. Nel corso del suo intervento Hariri ha accusato l’Iran di interferenze, e ha criticato il movimento sciita Hezbollah (sostenuto da Teheran e che fa parte del governo di Beirut) e ha sostenuto che il clima nel Paese dei Cedri ricorda quello dell’epoca dell’omicidio di suo padre, l’ex premier Rafiq Hariri, ucciso in un attentato sul lungomare di Beirut il 14 febbraio del 2005 insieme ad altre 22 persone.
estratto da Il sole 24 ore,;il Messaggero 9/10 novembre 2017
venerdì 3 novembre 2017
Una questione privata
Gli studi,le riflessioni , che anche noi
modestamente conduciamo da decenni, intorno a Beppe Fenoglio e alla sua
opera ,si arricchiscono con il contributo
del nuovo film dei fratelli Taviani, tratto da "Una questione
privata", scritto dall'autore nel 1963.
D’altra parte,con la sceneggiatura della
storia del partigiano Milton, i due registi toscani creano anche una
nuova opera.
C'è una scelta di campo iniziale che è
quella di girare non nel paesaggio delle Langhe, ma in quello della montagna
cuneese della Val Maira,dove tragicità e durezza delle condizioni vengono naturalmente
accentuate.
Fenoglio conosceva di persona ciò di cui
parlava; per lui il paesaggio ondulato, oggi dolce soprattutto negli autunni a
tartufo nocciole e vini pregiati, nella narrativa partigiana era divenuto ancor più arduo di quello
della "porca Langa"contadina , pericoloso e avaro oltre ogni immaginazione per i gruppi resistenziali
a causa delle perlustrazioni da parte dei reparti nazisti e delle bande
fasciste.
Quegli eventi, quel paesaggio, sono
certamente stati ritratti con maggiore fedeltà rispetto all’originale da Guido Chiesa con la sua opera, da "Il
caso Martello" del '91,al documentario "Una questione privata-la vita
di Beppe Fenoglio" del'98 ,fino al "Il partigiano Johnny", due
anni dopo. Ma è una scelta, per un'opera differente.
Con i Taviani si passa dalla
"nebbia"delle colline alle "nuvole basse" delle alture ,
dai rittani ai dirupi.
I Taviani inseriscono per così dire la
storia di Milton in un loro percorso di filmografia storica che procede da opere
come "Allonsanfan" e "La notte di San Lorenzo",il
precedente sulla Resistenza antifascista, del 1982, ma questa volta dal dolce
paesaggio toscano la scena viene proiettata
sulle impervie e tragiche linee pre/alpine piemontesi.
Anche la resa espressiva, scelte
estetiche, sono ovviamente proprie della cinematografia dei fratelli di
san Miniato. Chi li ha apprezzati fin dagli anni'60-'70, rinviene con emozione
positiva passaggi tipici della loro cinematografia, fra il magico e lo ieratico
, l'ironico e il tragico: esempi, quando i partigiani stanno per iniziare
un'azione, e un prete declama che lui li assisterà con la preghiera, mettendosi
in ginocchio sull'assito della baita; o quello in cui sull'aia del
villaggio vi sono i corpi dei poveri alpigiani uccisi per rappresaglia (forse un
riferimento all’eccidio della vicina Boves),
ma una bimba si leva, va in cucina a bere dell'acqua, per poi ridistendersi
accanto ai parenti uccisi...perchè loro sono i suoi congiunti... o quando la
giovane donna incinta che ripara Milton in agguato invoca la punizione e
la distruzione totale della Germania nazista da parte degli aerei
anglo-americani che sorvolano il Piemonte... nella nevrotica ,psicopatica
performance del prigioniero-batterista nazifascista, che i suoi stessi
non vogliono sia liberato e restituito in scambio con un partigiano, nel rapido
abbracciarsi e lasciarsi di Milton e dei genitori casualmente,
improvvisamente incontrati in una via della cittadina.
Una diversa,nuova compostezza ritroviamo
invece nella scena della fucilazione della povera giovane staffetta partigiana
Riccio, e ci viene in mente al contrario l'animalesca e indecorosa fine di
collaborazionisti in "La notte di san Lorenzo"..
Dove personalmente trovo più piena ispirazione e aderenza a quello che Fenoglio
ci ha trasmesso, è invece nella scena di partenza , nella bella villa in collina, le note di
"Somewhere over the raimbow ", da "Il mago di Oz "del
1939!quell'evocare una gioventù sentimentale ancora abbastanza
spensierata prima che la tragedia facesse sfumare quel mondo, quella giovane
gioia d'esistere, che noi però abbiamo poi ritrovato nel dopoguerra,fra
la fine dei'40 e gli inizi dei '50, quando si è tornati a sperare.
Trovo che il film nel complesso scorra con emozione ,fino alla
scena e alla scelta terminale, che mi lascia invece perplesso. Il margine di enigma
già fenogliano di quale sia veramente l'esito di "Una questione
privata", viene risolto a mio modo di vedere in qualità insoddisfacente,
per lo meno dal punto di vista espressivo. Un finale certamente più positivo e speranzoso
rispetto all’originale , ma non convincente.
Fra i personaggi , Marinelli-Milton rappresenta
convenientemente sia le scene sentimentali con Fulvia, sia quelle drammatiche per i sentieri e i valloni,attraverso la propria
figura , la scelta di regia lo ha
portato ad aggiungere tratti espressivi del deliquio, febbricitanza,
di cui soffre il partigiano per l'inquietudine mortale rispetto alla prigionia
dell’amico Giorgio; questi viene evocato da Lorenzo Richelmy in brevi tratti
essenziali di un carattere più deciso, sia dal lato sentimentale con Fulvia che
eroico nella vita e nelle azioni partigiane ...forse più arduo esprimere da
parte di Valentina Bellè il personaggio di Fulvia, personaggio femminile
dell'epoca , esprimere la differenza emotiva, gestuale, espressiva, rispetto
alle giovani d'oggi.Del cast fa parte anche il giovane attore albese Paolo Tibaldi, sempre impegnato professionalmente nella capitale fenogliana e nella provincia granda.
Come Fenoglio, anche i Taviani offrono una
prospettiva realistica dei vari partigiani, non del tutto idealizzati come eroi , giovani che stanno dalla parte giusta,
ma ritratti anche per aspetti meno lodevoli di mal animo,risentimenti, come quelli espressi nei confronti di Giorgio, perché ritenuto un po’ "signorino", con riscontro di un suo senso di superiorità mal accettato.
Concludo con quanto espresso dagli stessi Taviani:"Se lo vedesse Fenoglio forse si arrabbierebbe,ma alla fine accetterebbe qualche libertà che ci siamo presi. Un film, del resto deve essere un tradimento del testo. Il cinema è altro, non è l'illustrazione di un libro".
martedì 17 ottobre 2017
A 50 anni dalla morte di Ernesto "Che" Guevara
Il 9 ottobre 1967, quando i militari boliviani e gli agenti della Cia decisero di uccidere Ernesto “Che” Guevara de la Serna nel villaggio di La Higuera, nel dipartimento di Santa Cruz, erano convinti che la sua morte sarebbe stata la prova del fallimento dell’impresa comunista in America Latina. Non andò così. Contrariamente alle loro aspettative, la scomparsa di Guevara diventò il mito fondativo per le generazioni successive di rivoluzionari, che s’ispirarono al guerrigliero e cercarono d’imitarlo.
Cuba, Nicaragua, Venezuela, Brasile ..tentativi di opporsi alle orribili ditatture sorte con l'appoggio della CIA, in Argentina, Cile...
Che Guevara a Soroa nella provincia di Pinar del Río, Cuba, nel 1961.
Cuba, Nicaragua, Venezuela, Brasile ..tentativi di opporsi alle orribili ditatture sorte con l'appoggio della CIA, in Argentina, Cile...
In Bolivia, dove fu ucciso Guevara, oggi al governo c’è Evo Morales, che è non solo il primo indigeno eletto presidente in cinquecento anni, in un paese a maggioranza indigena, ma anche un fervente ammiratore del guerrigliero argentino. E nell’anniversario dell’ultima battaglia di Guevara, che per i suoi sostenitori è l’8 ottobre (non il giorno della sua morte, il 9 ottobre), Morales ha dato il via alle celebrazioni per onorare il guerrigliero. Forse in questi cinquant’anni qualcosa è davvero cambiato grazie alla presenza di Ernesto “Che” Guevara in America Latina.
Cosa dobbiamo pensare di Guevara oggi, in un mondo in cui gli Stati Uniti sono mal governati da un miliardario razzista e incompetente come Donald Trump, l’Unione Sovietica non esiste più, ma c’è Vladimir Putin che è a capo di una Russia ultranazionalista, autoritaria ed estremamente corrotta? La Cina non è più il paese di Mao Zedong e ancora meno quella dei battaglioni di contadini e lavoratori, che Guevara ammirava molto. È un paese che vive un capitalismo sfrenato
Invece di nascondersi sulle montagne dei loro paesi per inseguire un ideale rivoluzionario, oggi le nuove generazioni di poveri ed emarginati latinoamericani emigrano verso nord per fare il lavoro sporco al posto degli statunitensi. Altri entrano nelle gang criminali. La criminalità organizzata e il narcotraffico sono cresciuti fino a dominare interi territori dell’emisfero. Le battaglie si combattono per questioni di denaro e non più per seguire l’ideale di “un mondo migliore”
Oggi l'idea di Guevara rappresenta un paradosso: è il legame con un mondo reale passato, la dimostrazione concreta che due generazioni fa migliaia di uomini e donne, soprattutto giovani, fecero cose reali per esprimere il loro dissenso.
13 ottobre 2017 12.19
domenica 15 ottobre 2017
Alba di civiltà
Alba d'ottobre ferve di manifestazioni di vario genere, dalle più note gastronomiche,passando da quelle d'intrattenimento per vari gusti, a quelle più raffinate culturali. In questi giorni, fra le altre manifestazioni, il premio Lattes Grinzane, con la lectio magistralis di Mc Ewan; il video della performance di Marina Abramovic ispirata a S.Teresa d'Avila..e la riproposizione, e definitivo lancio, dell'opera letterario-musicale Jose e Davide di Mauro Carrero e gli Estronauti, idea di Dodo Borra.. quest'opera su una sceneggiatura inedita di Fenoglio è di grande valore culturale, per temi e originalità d'esecuzione. La città con i suoi spazi di contraddizione, alcuni troppo compressi e affollati, altri di meditazione e illuminazione.Dopo , passare poi sulle Langhe,in questo magnifico clima...
Dopo il sabato, passare poi sulle Langhe,in questo magnifico clima...
Dopo il sabato, passare poi sulle Langhe,in questo magnifico clima...
domenica 1 ottobre 2017
L'ordine delle cose
L’ordine
delle cose
Da
Come un uomo sulla terra (2008), proseguendo
con Mare chiuso(2012), fino all’attuale
Ordine delle cose, per citare solo i
principali passaggi, l’attività documentaristica di Andrea
Segre segue il fenomeno dell’emigrazione dall’Africa al Mediterraneo , constatando
una sostanziale invarianza nel corso di questi dieci anni .
Un
funzionario italiano in missione in Libia
inizialmente si preoccupa di spingere per una migliore applicazione dei diritti
umani, ma in un secondo momento il Ministero degli Esteri, sotto pressione per
la crescita del flusso, gli impone come obiettivo l’arresto o un decisivo
rallentamento dello stesso
La
storia individuale di una giovane somala
sta a rappresentare la contraddizione
nell’operato di Rinaldi , l’alto funzionario
di Polizia, dapprima più sensibile alla condizione umana ,poi preoccupato di
non trasgredire l’ordine
delle cose..
Le tappe dell'emigrazione.
La prima tappa è determinata dalle organizzazioni di trafficanti che gestiscono
la rotta centrale dal Níger alla Libia. Tutte le organizzazioni sono dell’etnia
tubu o tuareg, e non c’è troppa rivalità tra loro. Sembra ci siano affari per
tutti. Alcune, tra queste organizzazioni, trafficano anche in droga e armi
I migranti vengono trasportati e poi fermati a Sabha, una fortezza-lager nel deserto sud est della Libia, circondato da
filo spinato, controllato da miliziani armati di mitragliatrici lungo tutto il
perimetro; dentro, due settori separati: uno per uomini, l’altro per donne e
bambini, ammassati in condizioni igieniche e ambientali invivibili,
vessati dai miliziani .Il direttore del Centro lamenta del resto l’assenza di risorse, richiede finanziamenti senza i
quali le condizioni di detenzione non possono essere migliorate.
La seconda tappa del commercio umano impone qui la dura
detenzione o il rilascio sotto pagamento verso il nord e le imbarcazioni di Sabrata ,il
terzo passo, dove la decisione passa
alla Guardia costiera da un lato, a corpi paramilitari di Polizia dall’altro.
E’così che il flusso mediterraneo verso la
Sicilia durante il 2017 vien infine arrestato, come accaduto in Turchia verso l’Egeo
e la Grecia.
Quest’anno ha registrato anche la
problematizzazione del ruolo ONG, non toccato da Segre nel suo attuale
documento.
C’è uno scontro intorno al fenomeno dell’emigrazione
fra idealismo e pragmatismo-
L’idealismo che condurrebbe ad una
liberalizzazione assoluta del diritto di
emigrazione , dello ius soli, si scontra con vari livelli di pragmatismo,più
o meno giustificabili : da quello dei governanti
europei, preoccupati di flussi incontenibili che aggraverebbero la
crisi economica europea, con ricadute sociali e politiche di disordine, fino ai rischi del terrorismo ; a
quello di chi commercia e specula anche su questo fenomeno umano traendone
guadagni; trafficanti e passeurs , i nuovi feudatari e i miliziani della Libia
attuale, gli organi di controllo portuali, gli scafisti, fino al sospetto su alcuni
apparati delle ONG, infiltrati da piani di destabilizzazione degli stati mediterranei
europei.
L’oggettiva dialettica fra i vari piani avviene ovviamente
per contrasto e determina lo stato delle cose e i l suo movimento , una
dinamica che porta ad un’invarianza ,fra
evoluzione o involuzione a seconda dei
passaggi .
venerdì 29 settembre 2017
29 settembre 1967
Equipe 84 - 29 Settembre (1967)
Mezzo secolo fa in una mattina come questa esplodeva questo capolavoro di Lucio Battisti nell'interpretazione del complesso n.1 del pop italiano invadendo la nostra adolescenza.
La scuola iniziava il 1 ottobre, eravamo ancora in vacanza! Era una mattina come questa,un inizio autunno tiepido....
https://youtu.be/1yuiudFd6Rw Equipe 84
https://youtu.be/QzDjV3Ww6YE Lucio Battisti
Mezzo secolo fa in una mattina come questa esplodeva questo capolavoro di Lucio Battisti nell'interpretazione del complesso n.1 del pop italiano invadendo la nostra adolescenza.
La scuola iniziava il 1 ottobre, eravamo ancora in vacanza! Era una mattina come questa,un inizio autunno tiepido....
https://youtu.be/1yuiudFd6Rw Equipe 84
https://youtu.be/QzDjV3Ww6YE Lucio Battisti
sabato 9 settembre 2017
Marrakesh express
La nostra LET>TERAL<TURA
Letture del gruppo finis terrae a Letteraltura
Nel foyer del Teatro Maggiore di Verbania
Giovedì 14 settembre, ore 20.30 presentazione del gruppo e testimonianza di lettura di Cinzia Mupo
Sabato, 16 settembre, ore 14.30 lettura di Marco Nifantani Indagine su Vermeer
Domenica, 17 settembre, ore 9.30 lettura di Cinzia Mupo In direzione contraria
ore 14.30 lettura di Dario Varini Marrakesh Express
Prefazione a "Marrakesh express"
Nella seconda metà del XX sec.,passati gli anni difficili
della ricostruzione, l’umanità occidentale ha vissuto una fase fra le più espansive dell’intera Storia.
Se da un lato i movimenti di rivendicazione di lavoratori e
studenti portavano ad allora consistenti mutamenti nei rapporti socio-economici, se la ricerca di giovani tecnici alla rivoluzione informatica, erano
i movimenti d’esistenza della giovane generazione a originare sorprendenti innovazioni socio-culturali.
Ai valori di pace,libertà e cultura differente , s’ispira il racconto “Marrakesh express”, a
cui io riferisco un importante senso simbolico. Il viaggio oltre il filo
spinato capitalistico dell’Occidente,
l’accostamento all’Oriente, all’Africa, in cui il fondamentalismo islamico non
aveva ancora
de-generato componenti d’odio e terrorismo.
La ricerca della generazione di cui ho fatto parte, dopo
l’iniziale stima di entusiasmo ed euforia, è stata in seguito connotata spesso
da giudizi depressivi e deprezzanti come
illusione, evanescenza, scadimento nei cosiddetti paradisi artificiali,
recupero commerciale ecc.
Alla mia età ,di fronte alla società di oggi, ritengo che la
ricerca iniziata nei’60 sia stata un
passaggio di notevole portata umanitaria, paragonabile a quelle più alte della
storia, quali il rinascimento, l’illuminismo.
C’è fra noi chi
quella ricerca non l’ha mai riposta: e non si tratta tanto di un impegno, di
una testimonianza o di altri connotati produttivo-religiosi, quanto più
naturalmente di un vivere l’esistenza ispirandosi a valori etici ed estetici di
cui non si dovrebbe dubitare: una cultura e coltura di pace e giustizia ,libertà in sanità .
L’avventura qui narrata ne fu un principio.
https://youtu.be/HYR4cMIzoTk
giovedì 17 agosto 2017
L'attentato sulle Ramblas di Barcellona
Noi vediamo i luoghi che rappresentano l'estetica della civiltà occidentale sotto assalto: Parigi, Nizza, Manchester, Berlino...inutile poi illudersi che una certa vicinanza mediterranea possa risparmiare Spagna, o in futuro Italia.
Purtroppo si vive nel terrore, ci si aspetta che accada,e accade: quanto avvenuto oggi era preconizzato dallo scrittore Mathias Enard, nel suo libro La rue des voluers, la via dei ladri, dove proprio in una via laterale della Boqueria si ordisce un attentato da parte di integralisti islamici...il finale rappresenta forse l'unica soluzione possibile:il blocco che scatta dall'interno, da parte di islamici pacifisti e tolleranti, consapevoli di trovarsi in una società che comunque permette i loro usi e costumi, cosa che in islam non è concessa agli occidentali.
Purtroppo si vive nel terrore, ci si aspetta che accada,e accade: quanto avvenuto oggi era preconizzato dallo scrittore Mathias Enard, nel suo libro La rue des voluers, la via dei ladri, dove proprio in una via laterale della Boqueria si ordisce un attentato da parte di integralisti islamici...il finale rappresenta forse l'unica soluzione possibile:il blocco che scatta dall'interno, da parte di islamici pacifisti e tolleranti, consapevoli di trovarsi in una società che comunque permette i loro usi e costumi, cosa che in islam non è concessa agli occidentali.
martedì 15 agosto 2017
Italian kharma
Prefazione
All’interno
dell’Occidentalis kharma” ( spunto dato dal titolo vincitore a Sanremo 2017),
questo racconto riflette aspetti di quello propriamente “Italiano”.Per la
nozione antica di “kharma” tutto ciò che
si fa si dovrebbe pagare, secondo il rapporto di “causa-effetto”; ma per via di leggi umane complicate ,in questa nostra
società, si determinano iniquità nel peso e nel giudizio nel definire colpe e responsabilità, con conseguenze
distorte e talvolta disperanti. Sfortunatamente il giusto pensiero
,il giusto sentimento e la giusta azione sono impossibili finché una seconda
natura inumana agirà dentro di noi,attraverso di noi.
Prima
parte ( Nella primavera scorsa,2017, da un tragico fatto di cronaca ….
Compianto per un ragazzo di Lavagna)
Siamo in Liguria,sulla collina di
Lavagna, in un oliveto abbandonato : dieci piccoli indiani sono seduti in
circolo, davanti ad un fuoco ben costruito, e fumano da due calumè che girano,
spargendo nuvole aromatiche nell’aria.
E’ per loro è un po’ un rifugio e una
riserva...a scuola non vanno tanto bene, i genitori sono poco contenti di loro
, le ragazze s’accompagnano con tipi più su.
Così si sono raccolti qui, fumano, hanno
qualche birretta, qualche pizza. Ipad o smartphone da cui risuona musica. “Flauto sognante ”, l’esperto di
musica d’avanguardia mette di volta in
volta varie compilation.
D’improvviso, da un’altura sentono
provenire delle grida,intimazioni:
“Buttate
l’erba e i calumè nel fuoco!!. Mani in
alto e non muovetevi!! Lo sapete che qui siamo in un Paese serio, se volete
fumare andate nei Paesi Bassi,o in Iberia…ma intanto siete in arresto!”
Dal crinale avanzano i fucilieri neri,
la polizia del Doge Cola di Rienzi.
Ma “Toro seduto” non ci sta, si è già
alzato:”Belin, mi sono fatto due
settimane di speedy pizza per comprarmi
questo mazzetto d’erba, col cavolo che la butto nel fuoco! E poi mi go poia …
Figieù, diamocela a centoganbe!” ( Dice il giovane: “ragazzi, io ho paura
diamocela a gambe..”)
I dieci indiani si mettono a fuggire più
forte che possono, ma i fucilieri dietro di loro sparano… nove giovani cadono morti, solo uno, “Cavallo Pazzo”, pare
sfuggire ai colpi, poi si ferma, alza le mani e s’arrende.
Il comandante dei fucilieri neri lo afferra e lo scuote come uno straccio
bagnato “Ora ti portiamo in galera, ma prima a casa,
scommetto che hai ancora un po’ d’erba nascosta!”
“No,
no, mia madre Nena è ammalata…abbiate pietà!”
Senza ascoltare i fucilieri lo stendono e lo legano su un cavallo , e raggiungono così
il centro della cittadina. Sfila in questo modo davanti alla piazza,a bottegai,
casalinghe,pensionati, lavoratori di strada…una vergogna!
Suonano con insistenza e salgono rumorosamente all’appartamento:a vedere il figlio con le
mani legate e i minacciosi fucilieri
neri la madre ha un malore , s’accascia su una sedia “Che hai fatto disgraziato, tu mi farai morire di crepacuore!!”.
E’un febbraio già tiepido in riviera, la
finestra è aperta. Mentre i fucilieri
rovistano nella cameretta, Cavallo Pazzo s’avventa alla finestra, la scavalca e prende il volo.
Una nuvola benevola sta passando proprio
davanti,e lo inghiotte nella sua umida bambagia di vapore:
“Dove
vuoi che ti porti, ragazzo? Dove vuoi andare?”
“Portami dove c’è la libertà, benedetta
nuvola, portami in Olanda..”
“Non
c’è libertà su questa terra, ragazzo..ti conviene stare con me, volare nel cielo …”
Va, la nuvola, senza meta, e dopo lo spavento,
“Cavallo Pazzo” s’appisola in quella morbida rugiada …
Seconda
parte (La nuvola va…non lontano, arriva
sui cieli della Toscana meridionale. Dove una roccaforte secolare del potere
bancario è andata in crisi nell’età
della speculazione selvaggia )
Mano Lesta faceva di professione il consulente finanziario della Banca dei Pascoli maremmani.
Girando la provincia aveva convinto un
numero rilevante di butteri pensionati ad affidargli i loro risparmi,per un
interesse dell’1 % annuo, ed aveva raccolto così una somma abbastanza
consistente. Mano Lesta investì questo ed altri
importi ricavati con lo stesso metodo, in speculazioni vantaggiose , ma
non proprio lecite, con le quali comprò per sé e per la bella moglie, Vanessa
Vanità,una splendida villa rinascimentale sulle colline di Siena.
Ma con la sua speculazione contribuì a
mettere in crisi la Banca dei Pascoli maremmani,che dichiarò fallimento e chiese l’intervento
dello Stato … i pensionati rimasti truffati citarono in giudizio Mano lesta
,che patteggiò e trascorse un periodo nel centro ricreativo di Sollicciano , in regime di semilibertà...alle
nove di sera Vanessa veniva a prenderlo e lo portava nella bella villa, dove poteva
partecipare a cene luculliane, con i notabili della zona, al mattino ritornava al laboratorio
informatico del centro, dov’era assicurata l’assenza di”cattive compagnie”, per
non guastare la buona indole di Mano
Lesta!
Dopo tre mesi, su istanza dell’avvocato,
un principe del Foro, Mano lesta ha ottenuto la libertà vigilata, arresti
domiciliari alla villa rinascimentale.
Duccio Peruzzi , buttero in pensione ha
visto i risparmi volatilizzati dall’affidamento a Mano Lesta e alla Banca dei Pascoli , che nel frattempo,
grazie all’intervento dello Stato ha riaperto gli uffici. Nel Paese, gli abitanti hanno pagato una tassa
speciale,una tantum, per finanziare la riapertura di Banche come la Pascoli.
Duccio si reca allo sportello, dal nuovo consulente.”Signore, io non ce la faccio a tirare avanti con la pensione, e con il solo
risarcimento dell’1% dei risparmi che Mano lesta mi ha derubato,e che è tutto
quello che il Processo ci ha riconosciuto! Non potete darmi altro?, mi spetta,è
stato un furto!”
“Eh, caro Signore, il verdetto del
Tribunale ha sancito che la responsabilità è stata di Mano Lesta, che ha messo
in crisi anche noi! Se vuole le possiamo fare un prestito, con un buon
interesse del 3-4 %...”
Duccio deve accettare,per forza; ma dopo
qualche anno di tira e molla, non ha potuto risolvere il debito, e la sua fattoria
di Scarlino è finita nelle mani della Banca.
Ora vive in una baracca, ha conservato un cavallo
da tiro e una carrozzella , con cui conduce i turisti sul lungomare di
Follonica.
Mano Lesta vive nella sua villa
rinascimentale, con Vanessa, ha scontato la sua pena ai domiciliari , è andato
in pensione anticipata, 4.000 euro al mese, va
a cavallo anche lui, per le colline senesi .
“Cavallo Pazzo”, ricordate? Il ragazzo
di Lavagna? , va nell’aria … può essere che nell’aria vaghino le anime…
D.V. 2017
in "Rituali contemporanei"-Storie di passagggio 2017-
Progetto finis terrae ediz.Il fromboliere-Verbania
lunedì 14 agosto 2017
Storie di passaggio 2017
Località S.Salvatore, Premeno, 13 agosto :l'evento letterario Storie di passaggio -2017- I rituali contemporanei ediz.Il Fromboliere, dal Progetto Finis terrae-Verbania.
La narrativa ed editoria autenticamente amatoriali ed artigianali.
Letture di Cinzia Mupo, Marco Nifantani e Dario Varini.Intermezzi d'arpa, Martina Nifantani
La narrativa ed editoria autenticamente amatoriali ed artigianali
La narrativa ed editoria autenticamente amatoriali ed artigianali.
Letture di Cinzia Mupo, Marco Nifantani e Dario Varini.Intermezzi d'arpa, Martina Nifantani
La narrativa ed editoria autenticamente amatoriali ed artigianali
venerdì 28 luglio 2017
Diario di bordo 2 :uomini greci
Si parla meno di Grecia,
ma la popolazione continua a vivere in un regime estremamente vessatorio
imposto dalla Troika economica europea.
La maggior parte di
redditi, stipendi e ecc. subisce una tassazione del 75% circa!! ci dice
Pandelis giovane gestore del ristorante “Mourakis” di Platanos, Creta ovest.
Quote che vanno allo Stato, non per rilanciare l’economia nazionale, ma che non
si fermano in Grecia , vengono assorbite dalla onnivora Banca europea.
“Inglesi, tedeschi, ecc,
tutti hanno derubato la Grecia di opere d’arte classiche..e i danni di guerra
del nazifascismo? Ma tutto questo non viene rifuso, mentre noi dobbiamo
dissanguarci!” si accalora il giovane .
E allora i gestori
turistici , quando possono, trattano direttamente con i clienti, “in nero”, saltando
Stato e Agenzie internazionali di mediazione. Ci guadagnano comunque proponendo
prezzi di ¾ inferiori a quelli ufficiali, perché il salasso delle tasse
statali e dei mediatori rendrebbe ancora minore ciò che resta a chi produce!
Nicolao punta i l dito
sull’orrore dell’assistenza sanitaria, ridotta ai minimi termini e alla
disperazione dei bisognosi.
Poco più di 10 M di
abitanti, una piccola incidenza nel bilancio europeo, eppure il peso dato al
debito greco consente ricche speculazioni finanziarie e il Paese rivive
il supplizio di Prometeo!
Gyorgos, sportivo e
dinamico, è amico di Yanis Varoufakis di cui uscirà a
settembre il nuovo libro Adults in the Room (Random
House). L'ex ministro
delle Finanze, nel suo nuovo libro, racconta come dopo la vittoria del no al
referendum sull'accordo con i creditori propose al premier di iniziare a far
circolare nel Paese moneta elettronica alternativa, ma Tsipras gli replicò: “Guarda,
Yanis, le tue previsioni erano corrette. Ma se altri governi avessero concesso
quello che ho dato io, la troika avrebbe
chiuso l’affare. Invece io ho dato loro più di quanto mai dato da Samaras. E
allora non vogliono un accordo, né con te né con me. E con il 62% non mi
possono toccare. Ma possono distruggerti”.
Secondo la versione che
Varoufakis riporta nel libro, Tsipras gli manifestò timori di un possibile colpo di stato in Grecia, per
questo erano “in allerta il Presidente della Repubblica, il Governatore della
Banca di Grecia Stournaras e i
servizi, pronti ad affrontare un rischio dittatura”. Aggiungendo che avrebbe
preso a calci il governatore Stournaras, reo di essere stato sin dal 2013 il
nemico numero uno del leader di Syriza.
Foto.
Varoufakis a Chania, con Gyorgos; io e Gyorgos; caffè di paese;nonna e nipote a
Kissamos; bambini sul mare libico di Anidri; monaco ad Agia Triada, Akrotiri; la
dolce ortodossia; turisti alla spiaggia e verso la fortezza di Granvousa
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