sabato 30 dicembre 2017

Il tramonto dell'anno


Algarve,il tramonto
 dell'anno..dorato e infuocato, il mare carta da zucchero ..parafrasando Garcia Lorca

giovedì 23 novembre 2017

Guerra e pace?

Da CNN

Il presidente russo Vladimir Putin ha affermato  che Russia, Iran e Turchia hanno concordato di tenere un "congresso" in Russia che riunirebbe le fazioni in guerra in Siria per i colloqui di pace.

I commenti di Putin sono arrivati dopo l’ incontro con  il presidente iraniano Hassan Rouhani e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan nella località turistica russa di Sochi, nel Mar Nero.
I tre leader hanno rilasciato una dichiarazione congiunta volta a continuare i colloqui di pace siriani e trovare una soluzione sostenibile per il periodo postbellico convocando un "Congresso nazionale di dialogo siriano", ha detto Putin.
Putin e Rouhani hanno detto che il congresso - i cui membri includeranno figure del regime siriano e dell'opposizione - getterebbe le basi per una nuova costituzione e elezioni.
Putin ha detto che "i servizi speciali, le autorità militari stanno lavorando per organizzare quel congresso qui a Sochi".
"Dobbiamo portare rappresentanti di tutti i diversi gruppi etnici e di denominazione in Siria", ha detto Putin.
Putin ha detto che il nuovo congresso "esaminerà i problemi chiave nell'agenda nazionale della Siria", tra cui "elaborare un'organizzazione politica e l'approvazione di una nuova costituzione" e "l'organizzazione delle nuove elezioni sotto gli auspici dell'ONU".
Il presidente russo ha anche detto che i colloqui di pace sostenuti dall'ONU a Ginevra, in Svizzera, dovrebbero "intensificarsi", aggiungendo: "Voglio sottolineare qui che il destino della Siria deve essere deciso dai siriani stessi - sia il governo che l'opposizione".
Il presidente siriano Bashar al-Assad ha detto durante una visita a Sochi all'inizio di questa settimana che è "totalmente impegnato" in una soluzione pacifica e per lo  svolgimento di nuove elezioni.
Putin e il suo governo sono stati uno dei principali sostenitori del regime di Assad, sia militarmente sia nell'aiutare a negoziare cessate il fuoco nella lunga guerra civile del paese.
Putin ha anche detto che i colloqui di pace svoltisi ad Astana, in Kazakistan, hanno fatto la differenza. "Abbiamo notevolmente ridotto le violenze in Siria", ha detto, e ora dobbiamo garantire che esistano le condizioni per il ritorno dei rifugiati.

"Come paesi garanti - Russia, Iran e Turchia continueranno a lavorare per assicurarsi che le azioni di combattimento siano finite, che le zone di deflagrazione siano protette e che ciò sia rispettato da tutte le parti", ha aggiunto.

Il quadro si chiarisce ulteriormente sul fronte del medio-Oriente: da un a parte quest'allenza del nord-est, con il passaggio al momento consolidatosi della Turchia di Erdogan; dall'altra una sorta di alleanza del sud-ovest con Arabia e Israele e il patrocinio U.S.  La strategia di Putin ecc. si è dimostrata efficace in Siria, non a caso dall'Arabia si punta ora alla destabilizzazione del Libano, mentre i due fronti si combattono nello Yemen. Gli interessi europei non paiono poter prescindere da una considerazione piuttosto positiva  della politica di Russia, Turchia, Iran volta alla stabilità della Regione.Queste potenze molto pragmaticamente perseguono una continuità dei poteri nazionali degli stati medio-orientali, poteri forti in buona parte dittatoriali: ma in cosa consiste l'alternativa "democratica" patrocinata dagli U.S.? essa è parsa sempre più una chimera, in questa Regione e nell'Islam....piccoli gruppi di intellettuali, studenti ,persone evolute, ma ahimè fianco prestato ad u n integralismo fanatico e aberrante...inoltre funzionale ai piani dell'Arabia Saudita, monarchia che non si distingue certo  per indole democratica... per non parlare degli stessi interessi U.S. alla destabilizzazione perpetua dell'area...questa l'amara lezione di questi anni... D.V.


venerdì 10 novembre 2017

La guerra in Medio-oriente

Si complica ulteriormente la situazione in Medio-oriente, dove è in corso per interposte fasi  una guerra fra sunniti  e sciiti, arabi e iraniani, con israeliani e occidentali a complicare lo svolgimento.
Sabato 4 novembre, a Riyadh  ,capitale saudita Sa’ad Hariri   ha annunciato le sue dimissioni da primo ministro libanese.  Questo fatto rilancia le tensioni ponendo  come possibile futuro  epicentro il paese dei cedri, per altro con Iraq ,Siria  e Yemen già destabilizzati.
Il giovane Hariri – politicamente non vale il padre Rafik, probabilmente assassinato da Hezbollah e siriani – era premier perché nel manuale Cencelli settario del Libano, quel posto spetta a un sunnita. Nel governo e nel paese controllati da Hezbollah per conto dell’Iran, Hariri aveva un’autonomia pari allo zero. Ma in mancanza di alternative, teneva in piedi il governo di unità nazionale del quale il Libano e le sue 17 sette religiose hanno ancora bisogno per restare fuori dal caos e dalle minacce alle frontiere.
Ora Mohammed ,il principe ereditario saudita,  è convinto di avere l’alternativa. I sauditi avevano fatto un passo indietro dal Libano, causa sconfitte in Siria e crollo petrolifero, ora tornano con intenti bellicosi. L’altro giorno il quotidiano Ha’aretz si chiedeva se facendo dimettere Hariri, Mohammed non stesse spingendo Israele verso una guerra con Hezbollah e l’Iran. Il prezzo non è tanto Beirut quanto Teheran: è quello il confronto che ormai ha deciso di affrontare a viso aperto il giovane principe ereditario, di fatto già re dei sauditi: è primo-vice premier, ministro della Difesa responsabile di tutti i conflitti ai quali il paese partecipa, presidente del Comitato anti-corruzione e del Consiglio per l’economia che sta guidando la trasformazione post-petrolifera.
Non si può dire che sul piano regionale Mohammed possa reclamare uguale controllo della situazione: dopo 10mila civili morti, lo Yemen è una ferita aperta; nella liberazione dall’Isis e nella guerra civile in Siria, i sauditi sono controfigure; le sanzioni al Qatar vengono ignorate dal mondo intero: dopo il Libano, il Qatar potrebbe diventare l’obiettivo del prossimo azzardo di MBS.
La vicenda del “missile balistico” che gli Houthi avrebbero lanciato dallo Yemen e i sauditi intercettato a Nord Est di Riyadh, è preoccupante: che sia accaduto o sia inventato. Nel primo caso significherebbe che l’Iran vuole contenere il nuovo espansionismo saudita; nel secondo Mohammed cerca un casus belli. Nell’una o nell’altra eventualità, il Medio Oriente corre verso un confronto che trasformerà l’Isis e le guerre civili in episodi marginali.
Il movimento sciita libanese di Hezbollah ha chiesto all’Arabia Saudita di restare fuori dagli affari interni libanesi, affermando che le dimissioni del primo ministro Saad Hariri annunciate sabato da Riad «hanno sollevato diverse questioni». Hezbollah sostiene che l’Arabia Saudita sia in piena crisi dopo il fallimento del suo intervento militare iniziato due anni e mezzo fa in Yemen. Mentre l’Arabia Saudita ha chiesto che Hezbollah non abbia alcun ruolo nel governo libanese e ha chiesto ai suoi cittadini di lasciare il Libano. Lo ha riferito l’emittente al-Arabiya, senza aggiungere per il momento altri dettagli. La decisione segue proprio le dimissioni del premier libanese Hariri, annunciate a sorpresa sabato scorso. Nel corso del suo intervento Hariri ha accusato l’Iran di interferenze, e ha criticato il movimento sciita Hezbollah (sostenuto da Teheran e che fa parte del governo di Beirut) e ha sostenuto che il clima nel Paese dei Cedri ricorda quello dell’epoca dell’omicidio di suo padre, l’ex premier Rafiq Hariri, ucciso in un attentato sul lungomare di Beirut il 14 febbraio del 2005 insieme ad altre 22 persone.
estratto da Il sole 24 ore,;il Messaggero  9/10 novembre 2017

venerdì 3 novembre 2017

Una questione privata

Gli studi,le riflessioni , che anche noi modestamente conduciamo da decenni,  intorno a Beppe Fenoglio e alla sua opera ,si arricchiscono con il  contributo del nuovo film dei fratelli Taviani, tratto da "Una questione privata", scritto dall'autore  nel 1963.
D’altra parte,con la sceneggiatura della storia del partigiano Milton, i due registi toscani creano  anche una nuova opera.
C'è una scelta di campo iniziale che è quella di girare non nel paesaggio delle Langhe, ma in quello della montagna cuneese della Val Maira,dove tragicità e durezza delle condizioni vengono naturalmente accentuate.
Fenoglio conosceva di persona ciò di cui parlava; per lui il paesaggio ondulato, oggi dolce soprattutto negli autunni a tartufo nocciole e vini pregiati, nella narrativa partigiana era divenuto ancor più arduo di quello della "porca Langa"contadina , pericoloso e avaro  oltre ogni immaginazione  per i gruppi resistenziali a causa delle perlustrazioni da parte dei reparti nazisti e delle bande fasciste.
Quegli eventi, quel paesaggio, sono certamente  stati ritratti con maggiore  fedeltà rispetto all’originale  da Guido Chiesa con la sua opera, da "Il caso Martello" del '91,al documentario "Una questione privata-la vita di Beppe Fenoglio" del'98 ,fino al "Il partigiano Johnny", due anni dopo. Ma è una scelta, per un'opera differente.
Con i Taviani si passa dalla "nebbia"delle colline alle "nuvole basse" delle alture , dai rittani ai dirupi.
I Taviani inseriscono per così dire la storia di Milton in un loro percorso di filmografia storica che procede da  opere  come "Allonsanfan" e "La notte di San Lorenzo",il precedente sulla Resistenza antifascista, del 1982, ma questa volta dal dolce paesaggio toscano la scena viene  proiettata sulle impervie e  tragiche linee pre/alpine piemontesi.
Anche la resa espressiva, scelte estetiche, sono ovviamente  proprie della cinematografia dei fratelli di san Miniato. Chi li ha apprezzati fin dagli anni'60-'70, rinviene con emozione positiva passaggi tipici della loro cinematografia, fra il magico e lo ieratico , l'ironico  e il tragico: esempi, quando i partigiani stanno per iniziare un'azione, e un prete declama che lui li assisterà con la preghiera, mettendosi in ginocchio sull'assito della baita;  o quello in cui sull'aia del villaggio vi sono i corpi dei poveri alpigiani uccisi per rappresaglia (forse un riferimento all’eccidio della vicina  Boves), ma una bimba si leva, va in cucina a bere dell'acqua, per poi ridistendersi accanto ai parenti uccisi...perchè loro sono i suoi congiunti... o quando la giovane donna incinta che ripara Milton in agguato invoca la punizione  e la  distruzione totale della Germania nazista  da parte degli aerei anglo-americani che sorvolano il Piemonte... nella nevrotica ,psicopatica performance del prigioniero-batterista  nazifascista, che i suoi stessi non vogliono sia liberato e restituito in scambio con un partigiano, nel rapido  abbracciarsi e lasciarsi di Milton e dei genitori casualmente, improvvisamente incontrati in una via della cittadina.
Una diversa,nuova compostezza ritroviamo invece nella scena della fucilazione della povera giovane staffetta partigiana Riccio, e ci viene in mente al contrario l'animalesca e indecorosa fine di collaborazionisti in "La notte di san Lorenzo"..
Dove personalmente trovo più piena  ispirazione e aderenza a quello che Fenoglio ci ha trasmesso, è invece nella scena di partenza , nella bella villa in collina, le note di  "Somewhere over the raimbow ", da "Il mago di Oz "del 1939!quell'evocare  una gioventù sentimentale  ancora abbastanza spensierata prima che la tragedia facesse sfumare quel mondo, quella giovane  gioia d'esistere, che noi però abbiamo poi ritrovato nel dopoguerra,fra la fine dei'40 e gli inizi dei '50, quando si è tornati a sperare.
Trovo che il film  nel complesso scorra con emozione ,fino alla scena e alla scelta terminale, che mi lascia invece perplesso. Il margine di enigma già fenogliano  di quale sia  veramente l'esito di  "Una questione privata", viene risolto a mio modo di vedere in qualità insoddisfacente, per lo meno dal punto di vista espressivo. Un finale certamente più positivo e speranzoso rispetto all’originale , ma non convincente.
Fra i personaggi , Marinelli-Milton  rappresenta convenientemente sia le scene sentimentali con Fulvia, sia quelle drammatiche  per i sentieri e i valloni,attraverso la propria  figura , la scelta di regia lo ha portato ad  aggiungere  tratti espressivi del deliquio, febbricitanza, di cui soffre il partigiano per l'inquietudine mortale rispetto alla prigionia dell’amico Giorgio; questi viene evocato da Lorenzo Richelmy in brevi tratti essenziali di un carattere più deciso, sia dal lato sentimentale con Fulvia che eroico nella vita e nelle azioni partigiane ...forse più arduo esprimere da parte di Valentina Bellè il personaggio di Fulvia, personaggio femminile dell'epoca , esprimere la differenza emotiva, gestuale, espressiva, rispetto alle giovani d'oggi.Del cast fa parte anche il giovane attore albese Paolo Tibaldi, sempre impegnato professionalmente   nella capitale fenogliana e nella provincia granda.
Come Fenoglio, anche i Taviani offrono una prospettiva realistica dei vari partigiani, non del tutto  idealizzati come  eroi , giovani che stanno dalla parte giusta, ma ritratti anche per  aspetti meno lodevoli di mal animo,risentimenti, come quelli espressi nei confronti di Giorgio, perché ritenuto un po’ "signorino", con riscontro di un suo senso di superiorità mal accettato.

Concludo con quanto espresso dagli stessi Taviani:"Se lo vedesse Fenoglio forse si arrabbierebbe,ma alla fine accetterebbe qualche libertà che ci siamo presi. Un film, del resto deve essere un tradimento del testo. Il cinema è altro, non è l'illustrazione di un libro".



martedì 17 ottobre 2017

A 50 anni dalla morte di Ernesto "Che" Guevara

Il 9 ottobre 1967, quando i militari boliviani e gli agenti della Cia decisero di uccidere Ernesto “Che” Guevara de la Serna nel villaggio di La Higuera, nel dipartimento di Santa Cruz, erano convinti che la sua morte sarebbe stata la prova del fallimento dell’impresa comunista in America Latina. Non andò così. Contrariamente alle loro aspettative, la scomparsa di Guevara diventò il mito fondativo per le generazioni successive di rivoluzionari, che s’ispirarono al guerrigliero e cercarono d’imitarlo.

Cuba, Nicaragua, Venezuela, Brasile ..tentativi di opporsi alle orribili ditatture sorte con l'appoggio della CIA, in Argentina, Cile...

In Bolivia, dove fu ucciso Guevara, oggi al governo c’è Evo Morales, che è non solo il primo indigeno eletto presidente in cinquecento anni, in un paese a maggioranza indigena, ma anche un fervente ammiratore del guerrigliero argentino. E nell’anniversario dell’ultima battaglia di Guevara, che per i suoi sostenitori è l’8 ottobre (non il giorno della sua morte, il 9 ottobre), Morales ha dato il via alle celebrazioni per onorare il guerrigliero. Forse in questi cinquant’anni qualcosa è davvero cambiato grazie alla presenza di Ernesto “Che” Guevara in America Latina.
Cosa dobbiamo pensare di Guevara oggi, in un mondo in cui gli Stati Uniti sono mal governati da un miliardario razzista e incompetente come Donald Trump, l’Unione Sovietica non esiste più, ma c’è Vladimir Putin che è a capo di una Russia ultranazionalista, autoritaria ed estremamente corrotta? La Cina non è più il paese di Mao Zedong e ancora meno quella dei battaglioni di contadini e lavoratori, che Guevara ammirava molto. È un paese che vive un capitalismo sfrenato
Invece di nascondersi sulle montagne dei loro paesi per inseguire un ideale rivoluzionario, oggi le nuove generazioni di poveri ed emarginati latinoamericani emigrano verso nord per fare il lavoro sporco al posto degli statunitensi. Altri entrano nelle gang criminali. La criminalità organizzata e il narcotraffico sono cresciuti fino a dominare interi territori dell’emisfero. Le battaglie si combattono per questioni di denaro e non più per seguire l’ideale di “un mondo migliore”
Oggi  l'idea di Guevara rappresenta un paradosso: è il legame con un mondo reale passato, la dimostrazione concreta che due generazioni fa migliaia di uomini e donne, soprattutto giovani, fecero cose reali per esprimere il loro dissenso.


Che Guevara a Soroa nella provincia di Pinar del Río, Cuba, nel 1961. 

domenica 15 ottobre 2017

Alba di civiltà

Alba d'ottobre ferve di manifestazioni di vario genere, dalle più note gastronomiche,passando da quelle d'intrattenimento per vari gusti, a quelle più raffinate culturali. In questi giorni, fra le altre manifestazioni, il premio Lattes Grinzane, con la lectio magistralis di Mc Ewan; il video della performance di Marina Abramovic ispirata a S.Teresa d'Avila..e la riproposizione, e definitivo lancio, dell'opera letterario-musicale Jose e Davide di Mauro Carrero e gli Estronauti, idea di Dodo Borra.. quest'opera su una sceneggiatura inedita di Fenoglio è di grande valore culturale, per temi e originalità d'esecuzione. La città con i suoi spazi di contraddizione, alcuni troppo compressi e affollati, altri di meditazione e illuminazione.Dopo , passare poi sulle Langhe,in questo magnifico clima...








Dopo il sabato, passare poi sulle Langhe,in questo magnifico clima...

domenica 1 ottobre 2017

L'ordine delle cose

L’ordine delle cose
Da Come un uomo sulla terra (2008), proseguendo con Mare chiuso(2012), fino all’attuale Ordine delle cose, per citare solo i principali passaggi, l’attività documentaristica di  Andrea Segre segue il fenomeno dell’emigrazione dall’Africa al Mediterraneo , constatando una sostanziale invarianza nel corso di questi dieci anni .
Un  funzionario italiano in missione in Libia inizialmente si preoccupa di spingere per una migliore applicazione dei diritti umani, ma in un secondo momento il Ministero degli Esteri, sotto pressione per la crescita del flusso, gli impone come obiettivo l’arresto o un decisivo rallentamento dello stesso 
La storia individuale di una  giovane somala sta a rappresentare  la contraddizione nell’operato di Rinaldi , l’alto  funzionario di Polizia, dapprima più sensibile alla condizione umana ,poi preoccupato di non trasgredire   l’ordine delle cose..

Le tappe dell'emigrazione.
La  prima tappa è determinata  dalle  organizzazioni di trafficanti che gestiscono la rotta centrale dal Níger alla Libia. Tutte le organizzazioni sono dell’etnia tubu o tuareg, e non c’è troppa rivalità tra loro. Sembra ci siano affari per tutti. Alcune, tra queste organizzazioni, trafficano anche in droga e armi
I migranti vengono trasportati e poi fermati  a   Sabha, una fortezza-lager  nel deserto sud est della Libia, circondato da filo spinato, controllato da miliziani armati di mitragliatrici lungo tutto il perimetro; dentro, due settori separati: uno per uomini, l’altro per donne e bambini, ammassati in condizioni igieniche e ambientali invivibili, vessati dai miliziani .Il direttore del Centro lamenta del resto l’assenza  di risorse, richiede finanziamenti senza i quali le condizioni di detenzione non possono essere migliorate.
La seconda tappa del commercio umano impone qui la dura detenzione o il rilascio sotto pagamento  verso il nord e le imbarcazioni di Sabrata ,il terzo passo, dove la decisione passa alla Guardia costiera da un lato, a corpi paramilitari di Polizia dall’altro.
E’così che il flusso mediterraneo verso la Sicilia durante il 2017 vien infine arrestato, come accaduto in Turchia verso l’Egeo e la Grecia.
Quest’anno ha registrato anche la problematizzazione del ruolo ONG, non toccato da Segre nel suo attuale documento.
C’è uno scontro intorno al fenomeno dell’emigrazione  fra idealismo e pragmatismo-
L’idealismo che condurrebbe ad una liberalizzazione assoluta del diritto di  emigrazione , dello ius soli, si scontra con vari livelli di pragmatismo,più o meno giustificabili  : da quello dei governanti  europei, preoccupati  di flussi incontenibili che aggraverebbero la crisi economica europea, con ricadute sociali e politiche  di disordine, fino ai rischi del terrorismo ; a quello di chi commercia e specula anche su questo fenomeno umano traendone guadagni;  trafficanti e passeurs  , i nuovi feudatari e i miliziani della Libia attuale, gli organi di controllo portuali, gli scafisti, fino al sospetto su alcuni apparati delle ONG, infiltrati da piani di destabilizzazione degli stati mediterranei europei.

L’oggettiva  dialettica fra i vari piani avviene ovviamente per  contrasto e determina lo stato delle cose e i l suo movimento   , una dinamica  che porta ad un’invarianza ,fra  evoluzione o involuzione a seconda dei passaggi . 




venerdì 29 settembre 2017

29 settembre 1967

Equipe 84 - 29 Settembre (1967) 
Mezzo secolo fa in una mattina come questa esplodeva questo capolavoro di Lucio Battisti nell'interpretazione del complesso n.1 del pop italiano invadendo la nostra adolescenza.
La scuola iniziava il 1 ottobre, eravamo ancora in vacanza! Era una mattina come questa,un inizio autunno tiepido....

https://youtu.be/1yuiudFd6Rw  Equipe 84


https://youtu.be/QzDjV3Ww6YE   Lucio Battisti


Risultati immagini per Equipe 84

sabato 9 settembre 2017

Marrakesh express

La nostra LET>TERAL<TURA

 Letture  del gruppo  finis terrae  a Letteraltura
                                                  Nel foyer del Teatro Maggiore di Verbania
                                              
Giovedì 14 settembre, ore 20.30 presentazione del gruppo e testimonianza di lettura di Cinzia Mupo
Sabato, 16 settembre, ore 14.30  lettura di Marco Nifantani  Indagine su Vermeer
Domenica, 17 settembre, ore 9.30  lettura di Cinzia Mupo  In direzione contraria
                                                  ore 14.30  lettura di Dario Varini   Marrakesh Express


 Prefazione a "Marrakesh express"

Nella seconda metà del XX sec.,passati gli anni difficili della ricostruzione, l’umanità occidentale ha vissuto una  fase fra le più espansive dell’intera Storia.
Se da un lato i movimenti di rivendicazione di lavoratori e studenti  portavano ad allora consistenti  mutamenti nei rapporti socio-economici, se  la ricerca di giovani tecnici alla rivoluzione informatica, erano i movimenti d’esistenza della giovane generazione a originare  sorprendenti   innovazioni socio-culturali.
Ai valori di pace,libertà e  cultura differente  , s’ispira il racconto “Marrakesh express”, a cui io riferisco un importante senso simbolico. Il viaggio oltre il filo spinato  capitalistico dell’Occidente, l’accostamento all’Oriente, all’Africa, in cui il fondamentalismo islamico non aveva ancora 
de-generato componenti d’odio e terrorismo.
La ricerca della generazione di cui ho fatto parte, dopo l’iniziale stima di entusiasmo ed euforia, è stata in seguito connotata spesso da giudizi depressivi  e deprezzanti come illusione, evanescenza, scadimento nei cosiddetti paradisi artificiali, recupero commerciale ecc.
Alla mia età ,di fronte alla società di oggi, ritengo che la ricerca iniziata nei’60  sia stata un passaggio di notevole portata umanitaria, paragonabile a quelle più alte della storia, quali  il rinascimento, l’illuminismo.
C’è fra noi  chi quella ricerca non l’ha mai riposta: e non si tratta tanto di un impegno, di una testimonianza o di altri connotati produttivo-religiosi, quanto più naturalmente di un vivere l’esistenza ispirandosi a valori etici ed estetici di cui non si dovrebbe dubitare: una cultura e coltura di pace e giustizia ,libertà in sanità  .
L’avventura qui   narrata ne fu un principio.

https://youtu.be/HYR4cMIzoTk

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Risultati immagini per treno Marrakesh express

giovedì 17 agosto 2017

L'attentato sulle Ramblas di Barcellona

Noi vediamo i luoghi che rappresentano l'estetica della civiltà occidentale sotto assalto: Parigi, Nizza, Manchester, Berlino...inutile poi illudersi che una certa vicinanza mediterranea possa risparmiare Spagna, o in futuro Italia.

Purtroppo si vive nel terrore, ci si aspetta che accada,e accade: quanto avvenuto oggi era preconizzato dallo scrittore Mathias Enard, nel suo libro La rue des voluers, la via dei ladri, dove proprio in una via laterale della Boqueria si ordisce un attentato da parte di integralisti islamici...il finale rappresenta forse l'unica soluzione possibile:il blocco che scatta dall'interno, da parte di islamici pacifisti e tolleranti, consapevoli di trovarsi in una società che comunque permette i loro usi e costumi, cosa che in islam non è concessa agli occidentali.



martedì 15 agosto 2017

Italian kharma

Prefazione

All’interno dell’Occidentalis kharma” ( spunto dato dal titolo vincitore a Sanremo 2017), questo racconto riflette aspetti di quello propriamente “Italiano”.Per la nozione antica  di “kharma” tutto ciò che si fa si dovrebbe pagare, secondo il rapporto di “causa-effetto”; ma per via di  leggi umane complicate ,in questa nostra società, si determinano  iniquità  nel peso e nel giudizio  nel definire   colpe e responsabilità, con conseguenze distorte  e talvolta disperanti. Sfortunatamente il giusto pensiero ,il giusto sentimento e la giusta azione sono impossibili finché una seconda natura inumana agirà dentro di noi,attraverso di noi.

Prima parte ( Nella primavera scorsa,2017, da un tragico fatto di cronaca   …. Compianto per un ragazzo di Lavagna)

Siamo in Liguria,sulla collina di Lavagna, in un oliveto abbandonato : dieci piccoli indiani sono seduti in circolo, davanti ad un fuoco ben costruito, e fumano da due calumè che girano, spargendo nuvole aromatiche nell’aria.
E’ per loro è un po’ un rifugio e una riserva...a scuola non vanno tanto bene, i genitori sono poco contenti di loro , le ragazze s’accompagnano con tipi più su.
Così si sono raccolti qui, fumano, hanno qualche birretta, qualche pizza. Ipad o smartphone  da cui risuona  musica.  “Flauto sognante ”, l’esperto di musica d’avanguardia  mette di volta in volta varie compilation.
D’improvviso, da un’altura sentono provenire delle grida,intimazioni:
“Buttate l’erba e  i calumè nel fuoco!!. Mani in alto e non muovetevi!! Lo sapete che qui siamo in un Paese serio, se volete fumare andate nei Paesi Bassi,o in Iberia…ma intanto siete in arresto!”
Dal crinale avanzano i fucilieri neri, la polizia del Doge Cola di Rienzi.
Ma “Toro seduto” non ci sta, si è già alzato:”Belin, mi sono fatto due settimane  di speedy pizza per comprarmi questo mazzetto d’erba, col cavolo che la butto nel fuoco! E poi mi go poia … Figieù, diamocela a centoganbe!” ( Dice il giovane: “ragazzi, io ho paura diamocela a gambe..”)
I dieci indiani si mettono a fuggire più forte che possono, ma i fucilieri dietro di loro sparano… nove giovani  cadono morti, solo uno, “Cavallo Pazzo”, pare sfuggire ai colpi, poi si ferma, alza le mani e s’arrende.
Il comandante dei fucilieri neri  lo afferra e lo scuote come uno straccio bagnato  “Ora ti portiamo in galera, ma prima a casa, scommetto che hai ancora un po’ d’erba nascosta!”
“No, no, mia madre Nena è ammalata…abbiate pietà!”
Senza ascoltare i fucilieri lo stendono  e lo legano su un cavallo , e raggiungono così il centro della cittadina. Sfila in questo modo  davanti alla piazza,a bottegai, casalinghe,pensionati, lavoratori di strada…una  vergogna!
Suonano con insistenza  e salgono rumorosamente  all’appartamento:a vedere il figlio con le mani legate e i minacciosi  fucilieri neri la madre ha un malore , s’accascia su una sedia “Che hai fatto disgraziato, tu mi farai morire di crepacuore!!”.
E’un febbraio già tiepido in riviera, la finestra è aperta. Mentre  i fucilieri rovistano nella cameretta, Cavallo Pazzo s’avventa alla finestra, la scavalca  e prende il volo.
Una nuvola benevola sta passando proprio davanti,e lo inghiotte nella sua umida bambagia di vapore:
“Dove vuoi che ti porti, ragazzo? Dove vuoi andare?”
“Portami dove c’è la libertà, benedetta nuvola, portami in Olanda..”
“Non c’è libertà su questa terra, ragazzo..ti conviene stare con me, volare nel  cielo …”
Va, la nuvola, senza meta, e dopo lo spavento, “Cavallo Pazzo” s’appisola in quella morbida rugiada …
  

Seconda parte  (La nuvola va…non lontano, arriva sui cieli della Toscana meridionale. Dove una roccaforte secolare del potere bancario è andata  in crisi nell’età della speculazione selvaggia )

Mano Lesta faceva di professione il  consulente finanziario della Banca dei Pascoli maremmani.
Girando la provincia aveva convinto un numero rilevante di butteri pensionati ad affidargli i loro risparmi,per un interesse dell’1 % annuo, ed aveva raccolto così una somma abbastanza consistente. Mano Lesta investì questo ed altri  importi ricavati con lo stesso metodo, in speculazioni vantaggiose , ma non proprio lecite, con le quali comprò per sé e per la bella moglie, Vanessa Vanità,una splendida villa rinascimentale sulle colline di Siena.
Ma con la sua speculazione contribuì a mettere  in crisi la Banca dei  Pascoli maremmani,che  dichiarò fallimento e chiese l’intervento dello Stato … i pensionati rimasti truffati citarono in giudizio Mano lesta ,che patteggiò e trascorse un periodo nel centro ricreativo  di Sollicciano , in regime di semilibertà...alle nove di sera Vanessa veniva a prenderlo  e lo portava nella bella villa, dove poteva partecipare a cene luculliane, con i notabili della zona,  al mattino ritornava al laboratorio informatico del centro, dov’era assicurata l’assenza di”cattive compagnie”, per non guastare  la buona indole di Mano Lesta!
Dopo tre mesi, su istanza dell’avvocato, un principe del Foro, Mano lesta ha ottenuto la libertà vigilata, arresti domiciliari alla villa rinascimentale.
Duccio Peruzzi , buttero in pensione ha visto i risparmi volatilizzati dall’affidamento a Mano Lesta e alla Banca dei Pascoli , che nel frattempo, grazie all’intervento dello Stato ha riaperto gli uffici. Nel Paese,  gli abitanti hanno pagato una tassa speciale,una tantum, per finanziare la riapertura di Banche come la Pascoli.
Duccio  si reca allo sportello, dal nuovo consulente.”Signore, io non ce la faccio  a tirare avanti con la pensione, e con il solo risarcimento dell’1% dei risparmi che Mano lesta mi ha derubato,e che è tutto quello che il Processo ci ha riconosciuto! Non potete darmi altro?, mi spetta,è stato un furto!”
“Eh, caro Signore, il verdetto del Tribunale ha sancito che la responsabilità è stata di Mano Lesta, che ha messo in crisi anche noi! Se vuole le possiamo fare un prestito, con un buon interesse del 3-4 %...”
Duccio deve accettare,per forza; ma dopo qualche anno di tira e molla, non ha potuto risolvere il debito, e la sua fattoria di Scarlino è finita nelle mani della Banca.
Ora  vive in una baracca, ha conservato un cavallo da tiro e una carrozzella , con cui conduce i turisti sul lungomare di Follonica.
Mano Lesta vive nella sua villa rinascimentale, con Vanessa, ha scontato la sua pena ai domiciliari , è andato in pensione anticipata, 4.000 euro al  mese, va  a cavallo anche lui, per le colline senesi .
“Cavallo Pazzo”, ricordate? Il ragazzo di Lavagna? , va nell’aria … può essere che nell’aria vaghino le anime…

D.V. 2017
in "Rituali contemporanei"-Storie di passagggio 2017-
Progetto finis terrae        ediz.Il fromboliere-Verbania







lunedì 14 agosto 2017

Storie di passaggio 2017

Località S.Salvatore, Premeno, 13 agosto :l'evento letterario  Storie di passaggio -2017- I rituali contemporanei   ediz.Il Fromboliere, dal Progetto Finis terrae-Verbania.

La narrativa ed editoria autenticamente amatoriali ed artigianali.

Letture di Cinzia Mupo, Marco Nifantani e Dario Varini.Intermezzi d'arpa, Martina Nifantani










La narrativa ed editoria autenticamente amatoriali ed artigianali

venerdì 28 luglio 2017

Diario di bordo 2 :uomini greci

Si parla meno di Grecia, ma la popolazione continua a vivere in un regime estremamente vessatorio imposto dalla Troika economica europea.
La maggior parte di redditi, stipendi e ecc. subisce una tassazione del 75% circa!! ci dice Pandelis giovane gestore del ristorante “Mourakis” di Platanos, Creta ovest. Quote che vanno allo Stato, non per rilanciare l’economia nazionale, ma che non si fermano in Grecia , vengono assorbite dalla onnivora Banca europea.
“Inglesi, tedeschi, ecc, tutti hanno derubato la Grecia di opere d’arte classiche..e i danni di guerra del nazifascismo? Ma tutto questo non viene rifuso, mentre noi dobbiamo dissanguarci!” si accalora il giovane .
E allora i gestori turistici , quando possono, trattano direttamente con i clienti, “in nero”, saltando Stato e Agenzie internazionali di mediazione. Ci guadagnano comunque proponendo prezzi  di ¾ inferiori a quelli ufficiali, perché il salasso delle tasse statali e dei mediatori rendrebbe ancora minore ciò che resta a chi produce!
Nicolao punta i l dito sull’orrore dell’assistenza sanitaria, ridotta ai minimi termini e alla disperazione dei bisognosi.
Poco più di 10 M di abitanti, una piccola incidenza nel bilancio europeo, eppure il peso dato al debito greco consente ricche speculazioni  finanziarie e il Paese rivive il supplizio di Prometeo!

Gyorgos, sportivo e dinamico,  è amico di Yanis Varoufakis di cui  uscirà a settembre il nuovo libro Adults in the Room (Random House). L'ex ministro delle Finanze, nel suo nuovo libro, racconta come dopo la vittoria del no al referendum sull'accordo con i creditori propose al premier di iniziare a far circolare nel Paese moneta elettronica alternativa, ma Tsipras gli replicò: “Guarda, Yanis, le tue previsioni erano corrette. Ma se altri governi avessero concesso quello che ho dato io, la troika avrebbe chiuso l’affare. Invece io ho dato loro più di quanto mai dato da Samaras. E allora non vogliono un accordo, né con te né con me. E con il 62% non mi possono toccare. Ma possono distruggerti”.
Secondo la versione che Varoufakis riporta nel libro, Tsipras gli manifestò timori di un possibile colpo di stato in Grecia, per questo erano “in allerta il Presidente della Repubblica, il Governatore della Banca di Grecia Stournaras e i servizi, pronti ad affrontare un rischio dittatura”. Aggiungendo che avrebbe preso a calci il governatore Stournaras, reo di essere stato sin dal 2013 il nemico numero uno del leader di Syriza.


Foto. Varoufakis a Chania, con Gyorgos; io e Gyorgos; caffè di paese;nonna e nipote a Kissamos; bambini sul mare libico di Anidri; monaco ad Agia Triada, Akrotiri; la dolce ortodossia; turisti alla spiaggia e verso la fortezza di Granvousa