venerdì 10 novembre 2017

La guerra in Medio-oriente

Si complica ulteriormente la situazione in Medio-oriente, dove è in corso per interposte fasi  una guerra fra sunniti  e sciiti, arabi e iraniani, con israeliani e occidentali a complicare lo svolgimento.
Sabato 4 novembre, a Riyadh  ,capitale saudita Sa’ad Hariri   ha annunciato le sue dimissioni da primo ministro libanese.  Questo fatto rilancia le tensioni ponendo  come possibile futuro  epicentro il paese dei cedri, per altro con Iraq ,Siria  e Yemen già destabilizzati.
Il giovane Hariri – politicamente non vale il padre Rafik, probabilmente assassinato da Hezbollah e siriani – era premier perché nel manuale Cencelli settario del Libano, quel posto spetta a un sunnita. Nel governo e nel paese controllati da Hezbollah per conto dell’Iran, Hariri aveva un’autonomia pari allo zero. Ma in mancanza di alternative, teneva in piedi il governo di unità nazionale del quale il Libano e le sue 17 sette religiose hanno ancora bisogno per restare fuori dal caos e dalle minacce alle frontiere.
Ora Mohammed ,il principe ereditario saudita,  è convinto di avere l’alternativa. I sauditi avevano fatto un passo indietro dal Libano, causa sconfitte in Siria e crollo petrolifero, ora tornano con intenti bellicosi. L’altro giorno il quotidiano Ha’aretz si chiedeva se facendo dimettere Hariri, Mohammed non stesse spingendo Israele verso una guerra con Hezbollah e l’Iran. Il prezzo non è tanto Beirut quanto Teheran: è quello il confronto che ormai ha deciso di affrontare a viso aperto il giovane principe ereditario, di fatto già re dei sauditi: è primo-vice premier, ministro della Difesa responsabile di tutti i conflitti ai quali il paese partecipa, presidente del Comitato anti-corruzione e del Consiglio per l’economia che sta guidando la trasformazione post-petrolifera.
Non si può dire che sul piano regionale Mohammed possa reclamare uguale controllo della situazione: dopo 10mila civili morti, lo Yemen è una ferita aperta; nella liberazione dall’Isis e nella guerra civile in Siria, i sauditi sono controfigure; le sanzioni al Qatar vengono ignorate dal mondo intero: dopo il Libano, il Qatar potrebbe diventare l’obiettivo del prossimo azzardo di MBS.
La vicenda del “missile balistico” che gli Houthi avrebbero lanciato dallo Yemen e i sauditi intercettato a Nord Est di Riyadh, è preoccupante: che sia accaduto o sia inventato. Nel primo caso significherebbe che l’Iran vuole contenere il nuovo espansionismo saudita; nel secondo Mohammed cerca un casus belli. Nell’una o nell’altra eventualità, il Medio Oriente corre verso un confronto che trasformerà l’Isis e le guerre civili in episodi marginali.
Il movimento sciita libanese di Hezbollah ha chiesto all’Arabia Saudita di restare fuori dagli affari interni libanesi, affermando che le dimissioni del primo ministro Saad Hariri annunciate sabato da Riad «hanno sollevato diverse questioni». Hezbollah sostiene che l’Arabia Saudita sia in piena crisi dopo il fallimento del suo intervento militare iniziato due anni e mezzo fa in Yemen. Mentre l’Arabia Saudita ha chiesto che Hezbollah non abbia alcun ruolo nel governo libanese e ha chiesto ai suoi cittadini di lasciare il Libano. Lo ha riferito l’emittente al-Arabiya, senza aggiungere per il momento altri dettagli. La decisione segue proprio le dimissioni del premier libanese Hariri, annunciate a sorpresa sabato scorso. Nel corso del suo intervento Hariri ha accusato l’Iran di interferenze, e ha criticato il movimento sciita Hezbollah (sostenuto da Teheran e che fa parte del governo di Beirut) e ha sostenuto che il clima nel Paese dei Cedri ricorda quello dell’epoca dell’omicidio di suo padre, l’ex premier Rafiq Hariri, ucciso in un attentato sul lungomare di Beirut il 14 febbraio del 2005 insieme ad altre 22 persone.
estratto da Il sole 24 ore,;il Messaggero  9/10 novembre 2017

1 commento:

  1. Beirut (CNN) Il governo del Libano ritiene che l'Arabia Saudita sta limitando i movimenti e le comunicazioni del suo primo ministro Saad Hariri, una fonte ministeriale di alto livello ha detto questo a CNN il venerdì.

    La fonte ha detto che Hariri - "non aveva idea di che cosa sta succedendo" e che è detenuto in Arabia contro la sua volontà.
    Spettacolo è scorciato da questa settimana che l'Arabia Saudita detiene Hariri contro la sua volontà, dopo che ha detto che stava dimettendo ad un canale televisivo dalla capitale saudita Riyadh, sabato scorso.
    I funzionari di Riyadh, hanno negato di costringere Hariri a dimettersi o di averlo farlo arrestare
    La maggioranza sunnita dell'Arabia Saudita ha una rivalità secolare con l'Iran condotto da Shia, e il Libano sta rapidamente diventando il nuovo scenario per un conflitto tra i due poteri mediorientali.
    La guida del movimento di Hariri aveva già richiesto il ritorno sicuro del suo leader, dicendo che era "necessario ristabilire il rispetto e il rispetto" in Libano.
    Il presidente libanese Michel Aoun ha inoltre chiesto il ritorno di Hariri in veste di un incontro con il ministro delle finanze saudite Walid Bukhari, ha riferito l'agenzia ufficiale nazionale di Libano. "Il modo in cui il primo ministro Saad Hariri si è dimesso era inaccettabile", ha detto. Ha aggiunto che non avrebbe accettato le dimissioni di Hariri finché non tornerà.

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