Che l'atto sia possibile è contemplato anche nel l'attuale
Codice di diritto canonico, promulgato da Giovanni Paolo II il 25 gennaio 1983.
Il canone 332, al paragrafo 2, recita infatti che «nel caso in cui il Romano
Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia
sia fatta liberamente e che venga debitamente (rite) manifestata, non si
richiede invece che qualcuno (a quopiam) la accetti». Anche a prescindere dalle
dispute sull'interpretazione del passo dell'Inferno dantesco (III, 59-60) ove
in scena è «l'ombra di colui che fece per viltade il gran rifiuto», certo è che
la figura di Pietro di Angelerio, molisano, nato attorno al 1209-10, asceta del
monte Morrone, fondatore di una congregazione di eremiti, rimane nella memoria
di tutti per la sua vicenda così originale. Dopo la morte di Niccolò IV nel
1292, i pochi cardinali si riunirono in conclave prima a Roma, poi a Perugia,
per un paio d'anni, con interruzioni e senza esito per contrasti interni. Alla
fine – su impulso anche del re Carlo II lo Zoppo d'Angiò – elessero
all'unanimità proprio l'eremita Pietro del Morrone. Il 28 luglio 1294 faceva il
suo ingresso a L'Aquila a dorso di un asino, come Gesù a Gerusalemme, sceglieva
il nome di Celestino V, forse per ragioni simboliche (legame con le uniche sue
forze, quelle celesti) e il 29 agosto veniva consacrato papa di Roma, sempre a
L'Aquila.
Un'altra figura mistica di alto profilo come Iacopone da
Todi lo ammonì subito sui rischi inerenti a un ufficio così elevato e oggetto
di contese. La semplicità del monaco, gli intrighi politici ed ecclesiastici,
l'incombente presenza del cardinale Benedetto Caetani, il futuro Bonifacio
VIII, ben presto gli crearono una situazione difficile, nonostante la
popolarità di cui godeva, e così egli maturò la decisione di dimettersi. L'atto
formale di rinuncia avvenne a Napoli, ove si era trasferito, davanti ai
cardinali, il 13 dicembre 1294, dopo un papato di soli cinque mesi e nove
giorni. Depose i paramenti pontifici, indossò la tonaca grigia dei suoi eremiti
e, dieci giorni più tardi, il 24 dicembre 1294, il conclave eleggeva Bonifacio
VIII che si sarebbe poi sempre premurato di controllare il suo predecessore a
tal punto da riprenderlo dai vari eremi ove si rifugiava e condurlo in un
edificio accanto al palazzo papale di Anagni ove era la corte pontificia. Alla
fine, però, lo riportò a Castel Fumone, presso Ferentino, ove il 19 maggio
1296, a 87 anni Pietro si spegneva. Le sue spoglie, nel 1327, furono traslate
nella basilica di S. Maria di Collemaggio a L'Aquila, una chiesa da lui
fondata, ove ancor oggi riposano nel sontuoso mausoleo eretto da Girolamo da
Vicenza nel 1517 su committenza dell'Arte della Lana aquilana. Ma anche le
spoglie mortali di questo papa avranno una loro tormentata storia. Tra le
numerose vicissitudini, basterà qui ricordare il trafugamento della salma nel
1988, ritrovata qualche giorno dopo, e il terremoto dell'Aquila del 6 aprile
2009 che provocò il crollo della volta della Basilica di Collemaggio proprio
sul suddetto mausoleo. La fama, legata anche ai miracoli e alla sua vicenda
umana ed ecclesiale, portò presto Celestino V sugli altari: il 5 maggio 1313 il
papa francese Clemente V lo canonizzava e da allora la sua figura diveniva il
modello di una Chiesa più spirituale e povera. Petrarca lo aveva esaltato come
un grande testimone della "vita solitaria" e della purezza
celestiale. A lui si riferirà esplicitamente Ignazio Silone nel suo
romanzo-saggio Avventura di un povero cristiano (1968), adattato poi a testo
teatrale (1969), celebrazione di un cristianesimo primordiale e pauperistico.
Per certi versi anche il film Habemus papam di Nanni Moretti (2011) può
ammiccare a questo personaggio alonato di leggenda, ma nello stesso tempo di
luce spirituale.
Gianfranco Ravasi - Il Sole 24 Ore -
Questo articolo mi è piaciuto molto, perché riguarda un argomento molto attuale, sul quale c’è tanto da dire. Da pochi giorni siamo venuti a conoscenza della notizia traumatica che il Papa Ratzinger ha dato le dimissioni durante un incontro con i vescovi. Esempio che lo aveva preceduto risale a circa 600 anni fa, Clemente V. Penso però che i motivi che abbiano spinto entrambi a compiere la stessa scelta siano molto diverse: Clemente V era in un contesto storico diverso, in altri tempi, dove era stato messo alle strette e dove la paura di una rivolta era imminente. In questi giorni si è parlato molto del gesto fatto da Papa Benedetto XVI durante la visita all’Aquila dopo il terremoto, dove contro tutti è entrato nella chiesa instabile e già parzialmente distrutta per vedere la salma di Clemente V; adesso tutti dicono che questo gesto viene visto con una luce diversa, come segno premonitore. Io credo che queste siano interpretazioni giornalistiche, che non centra nulla ciò che ha fatto nel 2009 con la sua scelta, ma che l’avrebbe fatto con qualunque altro Papa. Non sono molto d’accordo con la scelta fatta. Ritengo che un Papa non può dare le dimissioni: non sceglie quando assumere questa carica e non può scegliere neanche quando distogliersi da questa, ma solo Cristo può farlo, avendo il diritto di dare e togliere la vita. D’altra parte però capisco che lui è più “illuminato”. Non reputo neanche troppo sbagliata la scelta di capire di non essere più in grado di gestire il mondo Cattolico, sia fisicamente che mentalmente, dovuta all’età avanzata. Non credevo nemmeno possibile che ciò potesse accadere. Reputo che una figura tanto importante che ha compiuto una scelta tanto drastica sia veramente un segno di cambiamento, di altri tempi. Inoltre io ho amato il suo predecessore Giovanni Paolo II, il quale lo abbiamo visto soffrire fino all’ultimo e dimostrare anche e soprattutto con la malattia il messaggio e l’amore di Cristo. Se vogliamo ironizzare possiamo dire che visto che un fatto del genere avviene ogni 600 anni, noi c’eravamo.
RispondiEliminaIlaria, si trattava di Celestino V.Bene comunque e puntuale come sempre.
RispondiEliminaAlle 20 di giovedì 28 febbraio Joseph Ratzinger lascia il soglio di Pietro. Udienze, esercizi spirituali, Angelus, parole e gesti : gli ultimi appuntamenti del papa che dice:" Ringrazio tutti per l' amore e la preghiera con la quale mi avete accompagnato". Benedetto XVI con un gesto di grande umiltà ha ritenuto più importante il bene della Chiesa alla sua persona. Il papa, nonostante l'età ha capito che era giunta l'ora di dare una "svolta" alla Chiesa. Ha dato le dimissioni come segno di cambiamento; questo gesto non è stato azzardato, anzi è stato sofferto e meditato per alcuni mesi, anche se molti considerano la rinuncia a guidare la Chiesa come un atto di paura e di indecisione; io personalmente non sono d'accordo con questi. Ha infatti voluto lasciare perchè altri portino avanti il rinnovamento di cui c'è bisogno. Il pontificato è stato breve ma, basato sull'umiltà e la pacatezza, valori basilari della personalità di questo papa.
RispondiEliminaHo gradito questo articolo.Le dimissioni del papa Benedetto XVI sono al centro dell'attenzione della maggior parte degli italiani da giorni e sono sicura che lo sarà ancora per molto tempo. Si tratta di un evento capitato gia qualche volta, anche per altri pontefici,ma come una realtà non concreta. Papa Benedetto XVI lo ha reso realtà, e dopo diversi secoli ci troviamo a vivere un evento storico ,avvenuto solo una volta dal papa Celestino V.
RispondiEliminaCerto non deve essere una cosa che capita molto spesso e deve essere molto triste per molte persone anche per me, ma io lo capisco e credo che se il papa non è sicuro di poter continuare a svolgere adeguatamente l'incarico di papa, a causa della sua età e quindi problemi psico-fisici, è giusto che scelga di dare la possibilità a un altra persona capace di soddisfare pienamente l'incarico.Capisco anche, come ha detto Ester, che non deve essere stato assolutamente facile per lui rinunciare a una cosa che sicuramenmte ci teneva moltissimo e deve essere stato triste e doloroso, quindi io personalmente lo ritengo un atto di coraggio non di paura di non farcela.
Il Papa si è dimesso. Benedetto XVI ha annunciato ai cardinali presenti che lascerà il pontificato il 28 febbraio. Lo farà, ha spiegato, dopo essere “pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino”.
RispondiEliminaSecondo me, il Papa ha fatto bene a lasciare la sua carica se non se lo sentiva più, lo trovo un gesto molto coraggioso e importante nel mondo di oggi, un segno che tutto può cambiare. E’ vero questo di Benedetto XVI è stato uno dei pochi casi, ma non è questo il punto, secondo me il punto è il perché. Questo ci dimostra che nella Chiesa di oggi c’è qualcosa che non va e che Joseph Ratzinger non riusciva più a reggere. Quello che però mi preoccupa adesso, con questa voglia del potere da parte dell’uomo, mi preoccupa il fatto di come andrà a finire questa storia.
Tommaso Paris
Sono in ritardo ma commento lo stesso.
RispondiEliminaCelestino V fu un gran papa che riusci ad intuire pienamente il messaggio evangelico ed il vero significato della Chiesa, purtroppo la Chiesa è fonte di potere e come tale attira uomini e ambizioni che la sfruttono e la manipolano per i propri fini ( basti considerare Gregorio VIII), quindi, un uomo con l'intenzione di portare la chiesa alle sue vere origini con tanto di penitenza e povertà non poteva essere accettato e venne cosi "invitato" a ritirarsi...... niente da dire se non: ennesimo esempio dell'avidità e superbia dell'uomo. vorrei poi riportare l'esempio di Giovanni Paolo I predecessore di Giovanni Paolo II, il suo papato durò appena 33 giorni, anche lui era di idee innovative e che avvrebbero riportato la Chiesa alla dignità di un tempo (se mai la ha avuta). Ritengo che Papa Benedetto XVI non sia stato un degno successore di Giovanni Paolo II e che abbia abbandonato il papato poichè la situazione economica e sociale nel resto dell'Europa sta passando una profonda crisi, forse temeva che il ruolo di Papa non venisse piu seguito da altri paesi come la Germania oppure temeva atti di violenza contro di lui, non lo so, può ovviamente anche darsi che mi stia sbagliando.
Comunque il termine esatto per definire l'abbandono della carica papale è "ABDICARE" e non il più utilizzato "DIMETTERSI".
IO penso che se il papa ha voluto dimettersi, non l'ha fatto perchè non ne aveva più voglia, ma semplicemente perchè essendo un'uomo più che ottantenne, sia mentalmente e fisicamente non può farcela... Io provo stima e rispetto perchè si è ritirato ma non ha smesso di credere in Dio... Ora lo fa in un modo diverso... Più devozione verso la chiesa, meno per il mondo e l'attualità... Essendo io un non fermamente credente in Dio... Penso che sia stato eccessivo da parte dei media continuare a ripetere la notizia delle dimissioni del papa... Seguendo il telegiornale ho potute constatare che per quasi 2 settimane metà dei servizi erano dedicati allo "scalpore" dell'abdicazione del papa... Io penso che la coerenza non esiste... quando un papa è sul trono nessuno parla delle decisioni che prende si e no importanti o delle scelte che fa per lo stato della chiesa... Ma sembra quasi che per il mondo sia importante quando diventa papa, e quando abdica o muore... Questa è la MIA opinione e non pubblica.
RispondiEliminaSinceramente ha fatto bene a dimettersi se è ciò che voleva. Poi è venuto un Papa ancora più bravo di Ratzinger! Secondo me Papa Francesco è un papa più semplice e ha più voglia di stare a contatto con la gente!
RispondiElimina