venerdì 12 febbraio 2021

Dai ricordi di parte, parte di ricordi, alla verità

 Il 10 febbraio viene definito la giornata del ricordo dei tragici eventi avvenuti su l fronte orientale italo-slavo della fine aprile 1945 dopo la definitiva sconfitta e rotta dei nazifascisti.

Questi fatti dolorosi vanno inquadrati in una storia di più lunga memoria .
La sponda orientale dell'Adriatico venne colonizzata e civilizzata fin dal 1° sec.a.C. dai romani e fece parte dell'Impero; dopo la parentesi delle invasioni barbariche in quei territori subentrò la repubblica marinara di Venezia. Tutt'oggi,in Istria e Dalmazia, monumenti, palazzi e ville romane e venete sono il segno di una lunga secolare civilizzazione.
I territori d'Istria e Dalmazia vennero tolti a Venezia da Napoleone Bonaparte alla fine del XVIII secolo,e passarono poi all'Impero asburgico.
Con la Prima guerra mondiale e il trattato di Londra,il Regno d''Italia rivendica questi territori , che i trattati di pace assegnano solo in parte,con scontento dei nazionalisti nostrani che stanno confluendo nel nascente fascismo.
Il clima postbellico segna l'inizio del conflitto di frontiera fra popolazioni slave e italiane.
1919 occupazione di Fiume da parte di D'Annunzio e il suo corpo di legionari;
1920 tumulti fra italiani e slavi a Trieste e Spalato, uccisione di patrioti italiani , reazione , incendio e strage dell'hotel Balkan a Trieste dov'erano asserragliati gli slavisti;
1920-21 dopo la fine dell'occupazione di Fiume, violenze contro italiani;
1941-43.Invasione nazi-fascista del Regno di Jugoslavia uccisione di civili slavi a Ljubiana, Fiume e in Montenegro ;
il 31 luglio 1942 Mussolini disse: “Sono convinto che al «terrore» dei partigiani si deve rispondere con il ferro e con il fuoco. Deve cessare il luogo comune che dipinge gli italiani come sentimentali incapaci di essere duri quando occorre. Questa tradizione di leggiadria e tenerezza soverchia va interrotta”
Istituzione di campi di concentramento, dall'isola di Rab alla Risiera di San Sabba dove vengono imprigionati e uccisi ebrei, slavi, resistenti.Appoggio fascista al regime ustascia di Ante Pavelic ,Croazia, contro gli slavi comunisti.
1943: dopo l'armistizio dell'8 settembre, eccidi d' italiani in Istria e Dalmazia presi fra due fuochi, quello dei nazisti e quello dei partigiani slavi.
1945, fine aprile i partigiani titini entrano in Trieste e inizia la caccia di fascisti e collaborazionisti, uccisi nel numero di circa 5000, molti eliminati nelle foibe carsiche.Italiani, per lo più, ma anche slavi.
Negli anni successivi gli italiani d'Istria e Dalmazia devono lasciare le loro proprietà,il regime jugoslavo di Tito ha di mira di estirpare la presenza e la cultura italiana in quei territori.
Nei comportamenti anti-italiani di parte degli attivisti locali che ribaltavano sull'elemento italiano l'animosità per i trascorsi del fascismo istriano, é palese l'intento di liberarsi degli italiani
Verso la fine del XX secolo, dopo l'indipendenza delle repubbliche di Slovenia, Croazia ecc., in un clima più disteso ricominciano colloqui tesi a riconoscere il diritto alla presenza e cultura italiana in Istria e Dalmazia.
( Foto:incendio dell'hotel Balkan a Trieste; campo di concentramento dell'isola di Arbe-Rab; Foibe carsiche )













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