(la trasposizione qui sottostante non è delle migliori. Vari siti le propongono,per es.potete provare da:
Esami di Maturità 2015, ecco le tracce:
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Sessione ordinaria 2015
Prima prova scritta
Ministero
dell’Istruzione, dell’ Università e della Ricerca
P000 - ESAMI
DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
PROVA DI
ITALIANO
Svolgi la
prova, scegliendo una delle quattro tipologie qui proposte.
TIPOLOGIA A -
ANALISI DEL TESTO
Italo Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno, in Romanzi e racconti, Vol. I,
edizione diretta da C. Milanini, a cura di
M. Barenghi e B. Falcetto, Mondadori,
Milano 1991.
A volte il
fare uno scherzo cattivo lascia un gusto amaro, e Pin si trova solo a girare nei vicoli, con tutti che gli gridano
improperi e lo cacciano via. Si avrebbe voglia d’andare con una banda di
compagni, allora, compagni cui spiegare il
posto dove fanno il nido i ragni, o con cui fare battaglie con le canne, nel
fossato. Ma i ragazzi non vogliono bene a Pin: l’amico dei grandi, Pin, sa dire ai grandi
cose che li fanno ridere e arrabbiare, non come loro che non capiscono nulla quando
i grandi parlano. Pin alle volte vorrebbe mettersi coi ragazzi della sua età,
chiedere che lo lascino giocare a testa
e pila, e che gli spieghino la via per un sotterraneo che arriva fino in piazza
Mercato.
Ma i ragazzi lo lasciano a
parte, e a un certo punto si mettono a picchiarlo; perché Pin ha due braccine
smilze smilze ed è il più
debole di tutti. Da Pin vanno alle volte a chiedere spiegazioni su cose che
succedono tra le donne e gli uomini; ma Pin
comincia a canzonarli gridando per
il carrugio e le madri richiamano i
ragazzi: - Costanzo!Giacomino! Quante volte te l’ho
detto che non devi andare con quel ragazzo così maleducato!
Le madri hanno
ragione: Pin non sa che raccontare storie d’uomini e donne nei letti e di
uomini ammazzati o messi
in prigione, storie
insegnategli dai grandi, specie di fiabe che i grandi si raccontano tra loro e
che pure sarebbe bello stare a sentire se Pin non le
intercalasse di canzonature e di cose che non si capiscono da indovinare.
E a Pin non resta che
rifugiarsi nel mondo dei grandi, dei grandi che pure gli voltano la schiena,
dei grandi che pure sono incomprensibili e distanti
per lui come per gli altri ragazzi, ma che sono più facili da prendere in giro,
con quellavoglia delle donne e quella
paura dei carabinieri, finché non si stancano e cominciano a scapaccionarlo.
Ora Pin entrerà nell’osteria
fumosa e viola, e dirà cose oscene, improperi mai
uditi a quegli uomini
fino a farli imbestialire e
a farsi battere, e canterà canzoni commoventi, struggendosi fino a
piangere e a farli piangere, e inventerà scherzi e smorfie
così nuove da ubriacarsi di risate, tutto per smaltire la nebbia di solitudine
che gli si condensa nel petto le sere come
quella.
Il sentiero
dei nidi di ragno di Italo Calvino (1923 -1985), pubblicato nel 1947, è ambientato
in Liguria, dopo l’8
settembre 1943, all’epoca della
Resistenza. Pin, orfano di madre e affidato alla sorella che per vivere si
prostituisce,cresce per strada abbandonato a
se stesso, troppo maturo per giocare con i bambini e estraneo, per la sua età,
al mondo degli adulti. Il suo unico
rifugio è un luogo segreto in campagna, in cui i ragni fanno il nido. In
carcere, dove finisce per un furto,
entra in contatto con i partigiani ai quali si aggrega non appena riesce a
fuggire di prigione; con loro condivide le esperienze
drammatiche della fine della guerra.
1. Comprensione del testo
Riassumi sinteticamente il
contenuto del brano.
2. Analisi del testo
2.1. Il sentimento
di inadeguatezza di Pin e la sua
difficoltà di ragazzino a collocarsi nel
mondo sono temi esistenziali, comuni a tutte le
generazioni. Rifletti su come questi motivi si sviluppano nel brano.
2.2. L’autore utilizza
strategie retoriche come ripetizioni, enumerazioni, metafore e altre; introduce
inoltre usi morfologici, sintattici e
scelte lessicali particolari per rendere più incisivo il suo racconto; ne sai
individuare qualcuno nel
testo?
2.3. Cosa vuole significare l’espressione
“nebbia di solitudine che gli si condensa nel petto”? Ti sembra che sia efficace nell’orientare la
valutazione su tutto ciò che precede?
3. Interpretazione complessiva ed
approfondimenti
Il sentiero dei nidi di
ragno parla
della tragedia della seconda
guerra mondiale e della
lotta partigiana, ma
racconta anche
la vicenda universale di un ragazzino che passa drammaticamente dal mondo dell’infanzia
a
quello della maturità. Il brano
si sofferma proprio su questo. Svolgi qualche riflessione relativa a questo
aspetto
anche utilizzando altri testi
(poesie e romanzi, italiani e stranieri) che raccontano esperienze simili di
formazione
o ingresso
nella vita adulta.
TIPOLOGIA B -
REDAZIONE DI UN “SAGGIO BREVE” O DI UN “ARTICOLO DI GIORNALE”
(puoi scegliere uno degli
argomenti relativi ai quattro ambiti proposti)
CONSEGNE
Sviluppa l’argomento scelto o
in forma di «saggio breve» o di «articolo di giornale», utilizzando, in tutto o
in
parte, e nei modi che ritieni
opportuni, i documenti e i dati forniti.
Se scegli la forma del «saggio
breve» argomenta la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue
conoscenze ed esperienze di
studio.
Premetti al saggio un titolo
coerente e, se vuoi, suddividilo in paragrafi.
Se scegli la
forma dell’«articolo di giornale», indica il titolo dell’articolo e il tipo di
giornale sul quale pensi
che l’articolo debba essere
pubblicato.
Per entrambe le forme di
scrittura non superare cinque colonne di metà di foglio protocollo.
1. AMBITO
ARTISTICO - LETTERARIO
ARGOMENTO: La letteratura come esperienza
di vita.
DOCUMENTI
V. Van Gogh, La
lettrice di romanzi,
olio su tela,
1888
H. Matisse, La lettrice in abito viola,
olio su tela,
1898
E. Hopper, Chair car,
olio su tela,
1965
Noi leggiavamo un giorno per
diletto
di Lancialotto come amor lo
strinse;
129 soli eravamo e sanza alcun
sospetto.
Per piú fiate li occhi ci
sospinse
quella lettura, e scolorocci il
viso;
132 ma solo un punto fu
quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disïato riso
esser baciato da cotanto
amante,
135 questi, che mai da
me non fia diviso,
la bocca mi baciò tutto
tremante.
DANTE, Inferno V, vv.
127-136 (Garzanti Prima Edizione 1997, pag. 85)
«Pubblico: La poesia è “una
dolce vendetta contro la vita?”
Borges: Non sono molto d’accordo con
questa definizione. Ritengo che la poesia sia una parte essenziale della vita.
Come potrebbe essere contro la
vita? La poesia è forse la parte fondamentale della vita. Non considero la
vita, o la
realtà,
una cosa esterna a me.
Io sono la vita, io
sono dentro la vita. E
uno dei numerosi
aspetti della vita è
il
linguaggio, e le parole, e la
poesia. Perch dovrei contrapporli l’uno
all’altro?
Pubblico: Ma la parola
vita non è vita.
Borges: Credo però che la vita sia la
somma totale, se una simile somma è possibile, di tutte le cose, e quindi
perché
non anche del linguaggio?
[…] Se penso alle mie passate esperienze, credo che Swinburne faccia parte
della mia
esperienza tanto quanto la vita che
ho condotto a Ginevra nel ’17. […] Non credo che la vita sia qualcosa da
contrapporre alla letteratura.
Credo che l’arte faccia parte della vita.»
Jorge L. BORGES, Conversazioni
americane, Editori Riuniti, Roma 1984
«Nel momento
in cui legge, […] il lettore introduce con la sua sensibilità e il suo gusto
anche il proprio mondo
pratico,
diciamo pure il suo quotidiano, se l’etica, in ultima analisi, non che la riflessione quotidiana sui costumi
dell’uomo e sulle ragioni che
li motivano e li ispirano. L’immaginazione della letteratura propone la
molteplicità
sconfinata dei
casi umani, ma poi chi legge, con la propria immaginazione, deve interrogarli
anche alla luce della
propria esistenza,
introducendoli dunque nel proprio ambito di moralità. Anche le emozioni, così
come si determinano
attraverso la lettura, rinviano
sempre a una sfera di ordine morale.»
Ezio RAIMONDI, Un’etica del
lettore, Il Mulino, Bologna 2007
«L’arte interpreta il mondo e
dà forma a ciò che forma non ha, in modo tale che, una volta educati dall’arte,
possiamo
scoprire aspetti sconosciuti
degli oggetti e degli esseri che ci circondano. Turner non ha inventato la
nebbia di Londra,
ma è stato il primo ad averla
percepita dentro di sé e ad averla raffigurata nei suoi quadri: in qualche modo
ci ha
aperto gli
occhi. […]
Non posso fare a meno delle
parole dei poeti, dei racconti dei romanzieri. Mi consentono di esprimere i
sentimenti
che provo, di mettere ordine
nel fiume degli avvenimenti insignificanti che costituiscono la mia vita.
[…] In un recente studio il
filosofo americano Richard Rorty ha proposto di definire diversamente il
contributo che
la letteratura fornisce alla
nostra comprensione del mondo. Per descriverlo, rifiuta l’uso di termini come “verità”
o
“conoscenza” e
afferma che la letteratura rimedia alla nostra ignoranza non meno di quanto ci
guarisca dal nostro
“egotismo”,
inteso come illusione di autosufficienza. Conoscere nuovi personaggi come incontrare volti nuovi.
Meno questi
personaggi sono simili a noi e più ci allargano l’orizzonte, arricchendo così
il nostro universo. Questo
allargamento
interiore non si formula in
affermazioni astratte,
rappresenta piuttosto l’inclusione nella nostra
coscienza di
nuovi modi di essere accanto a quelli consueti. Un tale apprendimento non muta
il contenuto del nostro
essere, quanto il contenente
stesso: l’apparato percettivo, piuttosto che le cose percepite. I romanzi non
ci forniscono
una nuova forma di sapere, ma
una nuova capacità di comunicare con esseri diversi da noi; da questo punto di
vista
riguardano la morale, più che
la scienza.»
Tzvetan TODOROV, La letteratura
in pericolo, Garzanti, Milano 2008
2. AMBITO
SOCIO - ECONOMICO
ARGOMENTO: Le sfide del XXI secolo e le
competenze del cittadino nella vita economica e sociale.
DOCUMENTI
«L’esercizio del pensiero
critico, l’attitudine alla risoluzione dei problemi, la creatività e la
disponibilità positiva nei
confronti dell’innovazione, la
capacità di comunicare in modo efficace, l’apertura alla collaborazione e al
lavoro di
gruppo costituiscono un nuovo “pacchetto”
di competenze, che possiamo definire le “competenze del XXI secolo”.
Non sono certo competenze nuove; è
una novità, però, il ruolo
decisivo che vanno assumendo nella
moderna
organizzazione
del lavoro e, più in generale, quali determinanti della crescita economica. Non
dovrebbero essere
estranee a un
paese come l’Italia, che ha fatto di creatività, estro e abilità nel realizzare
e inventare cose nuove la
propria
bandiera. Un sistema di istruzione che sia in grado di fornire tali competenze
al maggior numero di studenti
costituisce quindi un’importante
sfida per il nostro paese.»
Ignazio VISCO,
Investire
in conoscenza. Crescita economica e competenze per il XXI secolo,
Il Mulino,
Bologna 2014 (ed. originale 2009)
«La spinta al profitto induce
molti leader a pensare che la scienza e la tecnologia siano di cruciale
importanza per il
futuro dei
loro paesi. Non c’ nulla da obiettare su
una buona istruzione tecnico–scientifica, e non sarò certo io a
suggerire alle nazioni di
fermare la ricerca a questo riguardo. La mia preoccupazione è che altre
capacità, altrettanto
importanti, stiano correndo
il rischio di sparire nel vortice
della concorrenza: capacità
essenziali per la salute di
qualsiasi
democrazia al suo interno e per la creazione di una cultura mondiale in grado
di affrontare con competenza
i più urgenti problemi del
pianeta.
Tali capacità sono associate agli studi
umanistici e artistici: la capacità di pensare criticamente; la capacità di
trascendere i localismi
e di affrontare
i problemi mondiali
come “cittadini del mondo”;
e, infine, la capacità di
raffigurarsi simpateticamente
la categoria dell’altro.»
Martha C.
NUSSBAUM, Non per profitto. Perché le democrazie hanno bisogno della cultura
umanistica,
Il Mulino, Bologna
2011 (ed. originale 2010)
«Il Consiglio
europeo di Lisbona (23 e 24 marzo 2000) ha concluso che un quadro europeo
dovrebbe definire le
nuove competenze di base da
assicurare lungo l’apprendimento permanente, e dovrebbe essere un’iniziativa
chiave
nell’ambito della risposta
europea alla globalizzazione e al passaggio verso economie basate sulla
conoscenza ed ha
ribadito anche che le persone
costituiscono la risorsa più importante dell’Europa. Da allora tali conclusioni
sono state
regolarmente reiterate anche ad
opera dei Consigli europei di Bruxelles (20 e 21 marzo 2003 e 22 e 23 marzo
2005)
come pure nella rinnovata
strategia di Lisbona approvata nel 2005.»
RACCOMANDAZIONE
DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 18 dicembre 2006 relativa a
competenze
chiave per l’apprendimento permanente (2006/962/CE)
3. AMBITO
STORICO - POLITICO
ARGOMENTO: Il Mediterraneo: atlante
geopolitico d’Europa e specchio di civiltà
DOCUMENTI
«I suoi confini non sono
definiti né nello spazio né nel tempo. Non sappiamo come fare a determinarli e
in che modo:
sono
irriducibili alla sovranità o alla storia, non sono né statali, né nazionali:
somigliano al cerchio di gesso che
continua a
essere descritto e cancellato, che le onde e i venti, le imprese e le
ispirazioni allargano o restringono.
Lungo le coste di questo mare
passava la via della seta, s’incrociavano le vie del sale e delle spezie, degli
olii e dei
profumi, dell’ambra e degli
ornamenti, degli attrezzi e delle armi, della sapienza e della conoscenza, dell’arte
e della
scienza.
Gli empori
ellenici erano a un tempo mercati e ambasciate. Lungo le strade romane si
diffondevano il potere e la
civiltà. Dal territorio asiatico
sono giunti i profeti e le religioni. Sul Mediterraneo stata concepita l’Europa.
È difficile scoprire ciò che ci
spinge a provare a ricomporre continuamente il mosaico mediterraneo, a
compilare
tante volte il catalogo delle sue componenti, verificare il
significato di ciascuna di esse e
il valore dell’una nei
confronti dell’altra: l’Europa,
il Maghreb e il Levante; il giudaismo, il cristianesimo e l’islam; il Talmud,
la Bibbia e
il Corano;
Gerusalemme, Atene e Roma; Alessandria, Costantinopoli, Venezia; la dialettica greca, l’arte e la
democrazia; il diritto romano,
il foro e la repubblica; la scienza araba; il Rinascimento in Italia, la Spagna
delle varie
epoche, celebri e atroci. Qui
popoli e razze per secoli hanno continuato a mescolarsi, fondersi e
contrapporsi gli uni
agli altri,
come forse in nessun’altra regione di
questo pianeta. Si esagera evidenziando
le loro convergenze e
somiglianze, e trascurando
invece i loro antagonismi e le differenze. Il Mediterraneo non è solo storia.»
Predrag
MATVEJEVIĆ, Breviario mediterraneo, Garzanti, Milano 1991
«Nell’immaginario comune dei nostri tempi il Mediterraneo non evoca
uno spazio offerto alla libera circolazione di
uomini e merci, ma prende,
piuttosto, il sopravvento una certa resistenza ad aprirsi verso l’esterno.
Sembrano lontani
i tempi
in cui il cinema d’autore riusciva a
metterci in sintonia con le
lotte per la
decolonizzazione del mondo
islamico. Le defaillances della
politica e le minacce più o meno reali al fondamentalismo religioso fanno
crescere la
diffidenza verso la richiesta
di integrazione avanzata da chi viene a lavorare dalla riva sud del
Mediterraneo. Spianate
dal crescente flusso di merci
che le attraversano ininterrottamente, le vie del mare possono celebrare i
fasti del turismo
di massa, ma non riescono a
rendere più agevole e diretta la comunicazione di esperienze, di culture, di
idee tra noi
e gli altri
abitanti dello stesso mare.
Il Mediterraneo dei nuovi
traffici per l’Oriente presenta una sua sfuggente
ambiguità: è lo stesso mare
attraversato dai malmessi trabiccoli destinati ad affondare nel canale di
Sicilia. Un mare
che, anziché unire, erige nuove
barriere tra le nostra e le altre sponde.
fulgida
rappresentazione dell’Italia al mare, disegnata dall’ostinata determinazione
delle sue lites modernizzanti,
non sia riuscita a eliminare
del tutto il retaggio delle separazioni e delle paure che ci avevano
allontanato dalle coste
del nostro paese, ma anche che
la difficoltà di “tenere” politicamente il largo non sia mai stata superata.»
Paolo FRASCANI,
Il mare, Il Mulino, Bologna 2008
«I popoli del Maghreb sono
stati i protagonisti degli avvenimenti storici del 2011. Più che in qualsiasi
altra regione
del mondo arabo, i paesi del
Maghreb hanno intrapreso un lungo processo di cambiamenti e di riforme. L’esito
positivo
di questi processi
di democratizzazione e di modernizzazione ha un’importanza capitale
per l’Unione
europea.
Il Maghreb è
una regione con grandissime
potenzialità di sviluppo. Situato tra l’Africa subsahariana e l’Unione
europea, da un
lato, e ai confini del Mediterraneo orientale, dall’altro, ha il vantaggio di
avere accessi sia sulle coste
dell’Atlantico che su quelle
del Mediterraneo e la possibilità di ospitare rotte di trasporti terrestri.
Esso beneficia
inoltre
di notevoli risorse
umane e naturali, nonché di
legami culturali e linguistici
comuni. Nonostante ciò, il
Maghreb rimane
una delle regioni meno integrate al mondo, con la conseguenza che le sue
potenzialità di sviluppo
sono rimaste spesso inespresse.
[...]
Dei vantaggi
di una maggiore integrazione nel Maghreb non beneficerebbero soltanto i
cittadini dei cinque paesi
interessati,
ma anche gli abitanti dei paesi vicini, compresi quelli dell’Unione europea.
Per l’UE, lo sviluppo di una
zona di stabilità e prosperità
fondata sulla responsabilità democratica e lo Stato di diritto nel Maghreb è un
obiettivo
essenziale delle nostre
relazioni bilaterali e per realizzare tale sviluppo un approccio regionale è
imprescindibile.
Entrambe le sponde del
Mediterraneo hanno tutto da guadagnare da una situazione di maggiore stabilità,
di maggiore
integrazione
dei mercati, di più stretti
contatti interpersonali e di
scambi intellettuali,
economici e culturali più
approfonditi.»
Sostenere il
rafforzamento della cooperazione e dell’integrazione regionale nel Maghreb:
Algeria, Libia, Mauritania, Marocco e
Tunisia. Comunicazione congiunta della Commissione
Europea e dell’Alto Rappresentante dell’UE per
gli affari esteri e la
politica di
sicurezza - 17 dicembre 2012
4. AMBITO
TECNICO - SCIENTIFICO
ARGOMENTO: Lo sviluppo scientifico e tecnologico dell’elettronica e dell’informatica
ha trasformato il
mondo della
comunicazione, che oggi è dominato dalla connettività. Questi rapidi e profondi mutamenti
offrono vaste opportunità ma
suscitano anche riflessioni critiche.
DOCUMENTI
«Con il telefonino defunta una frase come “pronto, casa
Heidegger, posso parlare con Martin?”. No, il messaggio
raggiunge – tranne spiacevoli
incidenti – lui, proprio lui; e lui, d’altra parte, può essere da qualunque
parte. Abituati
come siamo a trovare qualcuno,
non riuscirci risulta particolarmente ansiogeno. La frase più minacciosa di
tutte “la
persona chiamata non al momento disponibile”. Reciprocamente, l’isolamento
ontologico inizia nel momento in
cui scopriamo che “non c’ campo” e incominciamo a cercarlo affannosamente.
Ci sentiamo soli, ma fino a non molti
anni fa era sempre così, perché
eravamo sempre senza campo, e non è solo questione di parlare.»
Maurizio
FERRARIS, Dove sei? Ontologia del telefonino, Bompiani,
Milano 2005
«La nostra una società altamente “permeabile”, oltre
che “liquida”, per usare la nota categoria introdotta da Bauman.
Permeabile perch l’uso (e talvolta l’abuso) dei nuovi
strumenti di comunicazione travalica i confini delle sfere di
vita, li penetra rendendoli più
labili.
È sufficiente osservare alcuni
modi di agire quotidiani per rendersi conto di quanto sia sempre più difficile
separare
i momenti e gli ambiti della
vita. L’uso del cellulare anche quando si
a tavola con ospiti o in famiglia. Conversare
ad alta voce
al telefono quando si è in luoghi pubblici, sul treno o in metropolitana.
Inviare messaggi o telefonare
(magari senza
vivavoce), anche se si è alla guida. L’elenco potrebbe continuare e con episodi
più o meno sgradevoli
che giungono
alla maleducazione.
Così, la sfera del
lavoro si confonde con quella
della vita familiare, perché possiamo essere reperibili da mail
e
messaggi anche nei weekend o
durante le ferie.
L’ambito
lavorativo, a sua volta, si può confondere con quello delle relazioni personali
grazie ai social network. Tutto
ciò indica come gli spazi della
nostra vita siano permeati dalla dimensione della comunicazione e dall’utilizzo
delle
nuove
tecnologie.»
Daniele
MARINI, Con smartphone e social è amore (ma dopo i 60 anni), “La Stampa”
del 9/2/2015
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Sessione ordinaria 2015
Prima prova scritta
TIPOLOGIA C -
TEMA DI ARGOMENTO STORICO
Il documento che segue
costituisce un testamento spirituale scritto da un ufficiale dell’esercito
regio che dopo l’otto
settembre del
1943 partecipò attivamente alla Resistenza e per questo venne condannato a
morte. Nel documento si
insiste
in particolare sulla continuità
tra gli ideali risorgimentali e patriottici
e la scelta di schierarsi contro
l’occupazione
nazi-fascista. Illustra le fasi salienti della Resistenza e, anche a partire
dai contenuti del documento
proposto, il significato morale
e civile di questo episodio.
“Le nuove generazioni dovranno
provare per l’Italia il sentimento che i nostri grandi
del risorgimento avrebbero
voluto rimanesse a noi ignoto nell’avvenire: «il
sentimento dell’amore doloroso,
appassionato e geloso con cui si ama una patria
caduta e schiava, che oramai
più non esiste fuorché nel culto segreto del cuore e in
un'invincibile speranza». A
questo ci ha portato la situazione presente della guerra
disastrosa.
Si ridesta così il sogno
avveratosi ed ora svanito: ci auguriamo di veder l’Italia
potente senza minaccia, ricca
senza corruttela, primeggiante, come già prima, nelle
scienze e nelle arti, in ogni
operosità civile, sicura e feconda di ogni bene nella sua
vita nazionale
rinnovellata. Iddio voglia che questo sogno si avveri.”
(trascrizione
diplomatica tratta da http://www.ultimelettere.it/?page_id=35&ricerca=528)
Dardano Fenulli. Nacque a Reggio Emilia il 3
agosto 1889. Durante la Grande Guerra, nel corso della quale meritò
due encomi solenni, combatté
sulla Cima Bocche e sul Col Briccon. Allo scoppio della seconda guerra
mondiale,
promosso colonnello, prese parte
alle operazioni in Jugoslavia. Promosso generale di brigata nell’aprile 1943,
fu
nominato vicecomandante della
divisione corazzata “Ariete”. In questo ruolo prese parte ai combattimenti
intorno a
Roma nei giorni
immediatamente successivi all’otto
settembre 1943. Passato in
clandestinità, iniziò una intensa
attività per
la creazione di una rete segreta di raccolta, informazioni e coordinamento dei
militari sbandati ma ancora
fedeli alla monarchia. Nel
febbraio del 1944 venne arrestato dalle SS e imprigionato nelle carceri di via
Tasso a
Roma. Il 24 marzo 1944 fu
fucilato alle Fosse Ardeatine.
(adattato da
http://www.ultimelettere.it/?page_id=35&ricerca=528)
TIPOLOGIA D -
TEMA DI ORDINE GENERALE
“«Prendiamo in
mano i nostri libri
e le nostre penne», dissi. «Sono le nostre armi più potenti. Un bambino, un
insegnante, un
libro e una penna possono cambiare il mondo.» […]
La pace in
ogni casa, in ogni strada, in ogni villaggio, in ogni nazione – questo il mio sogno. L’istruzione per ogni
bambino e bambina del mondo.
Sedermi a scuola e leggere libri insieme a tutte le mie amiche un mio diritto.”
Malala
Yousafzai, Christina Lamb, Io sono Malala, Garzanti, Milano 2014
Malala Yousafzai, premio Nobel
per la pace 2014, è la ragazza pakistana che ha rischiato di perdere la vita
per aver
rivendicato il diritto all’educazione
anche per le bambine.
Il candidato
rifletta criticamente sulla citazione estrapolata dal libro di Malala Yousafzai
ed esprima le sue opinioni
in merito, partendo dal
presupposto che il diritto all’educazione
sancito da molti documenti internazionali, come la
Convenzione sui diritti del
fanciullo del 1989, ratificata anche dall’Italia con Legge n. 176 del 27 maggio
1991.
___________________________
Durata massima
della prova: 6 ore.
È consentito l’uso
del dizionario italiano.
È consentito l’uso
del dizionario bilingue (italiano-lingua del paese di provenienza) per i
candidati di madrelingua non italiana.
Non è
consentito lasciare l’Istituto prima che siano trascorse 3 ore dalla dettatura
del tema.
Salve, anche io ho seguito con interesse i temi dell'esame scritto di italiano, in prospettiva dell'anno prossimo, quando sarò io a dover scrivere. Ritengo le tracce date interessanti, riflessive, dove è possibile cosruire un buon tema. Personalmente non avrei fatto la prima, ma non so dire quale avrei scelto; forse quella legata agli sviluppi tecnologici. E' sorprendente ed affascinante pensare quanto sia cambiato il mondo grazie ad essi e in così breve tempo, stravolgendo le nostre vite; pensiamo anche solo semplicemente al fatto che quest'anno l'ambiente scolastico si è evoluto con i registri elettronici. Mi è piaciuta anche la traccia sul Mediterraneo, di cui noi ne siamo al centro e siamo travolti prima di tutti da ciò che vi accade: se in questo momento si dice Mediterraneo credo che la maggior parte delle persone inevitabilmente non possa che pensare ai clandestini che scappano dai loro Paesi e sbarcano nel sud della Penisola. O ancora trovo delle ispirazioni riguardo al tema che ruota intorno alle parole di Malala.
RispondiEliminaSeguite l'esempio di Ilaria, dialogate su argomenti che voi stessi potete pubblicare...non è che la vacanza ve la ruba qualche momento di collegamento!
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