IL SECOLO”BREVE”.
Dagli interventisti e pacifisti , ai vax e no vax.
Fino ad un secolo fa il Sistema in cui era organizzata la gran parte delle società umane, fin dalla Preistoria, comportava la necessità e legittimità della guerra come risoluzione di controversie fra potenze, a grandi o piccoli livelli che fossero.
Il potenziamento esponenziale portato agli apparati militari d’offesa, dalla polvere da sparo fino all’ industrializzazione avanzata fu causa nella guerra iniziata nel 1914 di un’immane carneficina e in coscienze e settori umanitari di sentimenti e idee illuministe, socialiste e in parte religiose, si espressero con più convinzione posizioni di un sempre più solido pacifismo in grado di contrastare le posizioni delle caste militari ed economiche militarizzate,proprie del capitalismo aggressivo nazionalista e imperialista.
Fascismo, nazismo, dagli anni del primo dopoguerra a quelli del secondo, fino alle estensioni asiatiche, africane, sudamericane, vanno intesi come il rigurgito violento e dittatoriale dello spirito di bellicosità di soggetti,gruppi e nazioni nei confronti della coscienza e attività pacifiste.
Nel contesto della bellicosità come inevitabile reazione, inizialmente a scopo difensivo, venivano cooptate anche posizioni riferite a sistemi, quale quello liberal-democratico degli U.S. e quello social-comunista dell’URSS, ispirate inizialmente ad ideologia e pratica meno conflittuale,facendo d’altra parte tornare preminenti al loro interno,in una sorta di contagio, gli elementi del bellicismo, non certo soppresso.
(non possiamo certo dire che esistano Nazioni esenti da bellicosità, come ,per fare un esempio non possiamo dire che oggi gli islandesi siano tutti pacifisti o che i tedeschi degli anni’40 fossero tutti guerrafondai ).
Tant’è vero che proprio i governi di U.S. e URSS parvero poi raccogliere il testimone della bellicosità ponendosi come maggiori interpreti imperialisti fino ad oggi, a dimostrazione di una tradizione bellicista di chi è più potenza mondiale . Nell’attualità della globalizzazione a questo aspetto della bellicosità si è robustamente unita la componente delle varie nazioni islamiche ,oltreché il perdurare dei vari elementi conflittuali nazionalisti in Asia, etnico-tribali in Africa, di stampo gangsteristico in Sudamerica.
La diffusione e l’incremento del terrorismo nell’età contemporanea affiancano l’attività bellica con risultati in certi casi di maggior logoramento.
Fa storia a sé quella che è divenuta la nuova potenza, la Cina, dove i l sistema di pensiero di tradizione secolare e i traumi delle invasioni europee e giapponesi, han portato più ad un ripudio della guerra che alla sua attività.
Dopo la seconda guerra mondiale, negli indeboliti Stati europei si è rafforzata ancora di più la coscienza dell’opportunità del ripudio della guerra.
Interventi residui per il mantenimento dell’imperialismo francese o inglese, in Asia o Africa,sono via via scemati nella rassegnazione alla sconfitta o nel patteggiamento. Stati scandinavi ,iberici, la confederazione elvetica , hanno potuto ribadire una scelta neutrale per motivi diversi da tempo attivata, Stati come Italia e Germania, pesantemente provati dalla sconfitta hanno sottolineato fin nelle nuove Costituzioni nazionali il ripudio del ricorso alla guerra, così le Nazioni dell’est poi liberate alla fine degli anni’80 dall’imperialismo sovietico .La guerra di Jugoslavia di fine secolo è stato il tragico epifenomeno bellicista in suolo europeo , quella d'Ucraina persiste a rammentare il mai sopito consistere della conflittualità.
Questi principi non hanno esentato forze militari europee dagli impegni Nato a seguito delle azioni degli U.S. in Asia, Medioriente, Africa, con la copertura concettuale del “bellum iustum” di romana memoria, né hanno impedito il protrarsi di “guerre fredde” a lato di guerre”civili” come da ultime quella siriana o afgana.
Sulla scorta del pensiero illuminista, socialista, del pacifismo e della tolleranza , in parte di certa religiosità caritatevole, con l’avvento di una più sviluppata democrazia,nell’Europa del dopoguerra e negli U.S. si sono sviluppate controversie, “battaglie”ideologiche civili sui diritti .
Il diritto all’obiezione di coscienza e al rifiuto dell’addestramento e impegno militare, come prima conseguenza.
I diritti dei lavoratori, delle donne, delle razze e dei generi discriminati; i l diritto al divorzio, ad unioni parentali omosessuali,all’aborto, all’eutanasia.
La condizione della pandemia in cui l’umanità è caduta con gli inizi del 2020 ha portato in seguito al dibattito e alla controversia riguardo alla necessità della vaccinazione.
Lasciando a monte conoscenze e perplessità sulle cause , origini e sfruttamento da parte di certi settori di un contagio virale che ha indebolito le certezze dello sviluppo della sicurezza umana e messo in evidenza le carenze, l’imperfezione dei mezzi scientifici e sanitari, si è trattato pragmaticamente di cercare di comprendere , da parte di governanti e cittadini, cosa fosse e sia meglio fare.
All’inizio ,a partire dall’esempio cinese, ovunque i Governi hanno sospeso anche elementari libertà individuali, onde evitare contatti e diffusione di un contagio di allarmante portata e ricaduta in termini di decessi. Questo almeno nelle società di un”certo”benessere, quelle che si ritenevano più avanzate.
Perché un dato fa da interrogativo. Perché nelle disperate condizioni,nell’affollamento, nella precaria igiene e alimentazione dei campi profughi, non è stata segnalata la moria che ahimè si sarebbe dovuto temere ? Forse che quella”nuda vita” apparentemente più debole, promiscua per necessità di fatto, esprime invece nelle sue regole religiose, comportamentali,personali e nella penuria di consumo di alimenti sofisticati, zuccheri,grassi ecc. una maggiore resistenza al virus?
Gli interventi dei Governi hanno condotto anche a divieti assurdi personali quali quelli di libertà di movimenti strettamente individuali in spazi di assoluta rarefazione sociale ,o in proprietà private. L'imposizione del confinamento, della clausura , di tipo medievale, hanno certamente aggiunto allarme all’ allarme del contagio. Come in tutte le emergenze e difficoltà della storia, lo spirito prevaricatore del Potere si è manifestato inizialmente negli scherani di basso rango scattati a comminare sanzioni, intimidazioni, in un'interpretazione vessatoria di indicazioni per altro emanate dai governanti, sulla scorta del terrore ispirato da medici e scienziati terrorizzati dall'incognita rispetto a cui si dimostravano scarsamente potenti.
Sono stati questi eccessi certamente derivati dall’impreparazione e panico dei governanti di fronte d’altra parte ad un fenomeno anomalo e in gran parte sconosciuto a tutti , a provocare l’iniziale reazione all’interno di certa opinione allarmata dal sentore di una possibile dittatura sanitaria illimitata che si estendesse politicamente in soppressione , non soltanto cautelativa e temporanea ,di elementari libertà.
In questo senso si esprimevano alcuni filosofi e libertari , chi in termini di diritti naturalmente umani, senza i quali la vita attiva non si può più chiamare tale, chi di diritti giuridici, politici,democratici, e possiamo dire che i loro interventi siano stati a loro volta necessari , come cautelativi rispetto ad una possibile deriva autoritarista dei Governi.
Al seguito il movimento del risentimento, della frustrazione, di certo opportunismo politico, ha alimentato manifestazioni, che ,se civilmente proposte, possono comunque ritenersi anch’esse di validità cautelativa rispetto ai rischi di eccessiva acquiescenza e conformismo della gente rispetto a dettati comunque non certi.
In questo movimento del dissenso si sono trovati accostati soggetti diversi. Naturisti pacifici, interpreti della necessità di maggiore pulizia ecologica generale,anarchici libertari , anarco-fascisti, questi ultimi estremamente attenti ai diritti del proprio corpo quanto altrettanto disponibili alla prevaricazione di quelli altrui quando considerati di tribù diversa, o semplicemente perché altri da sé. Inutili e dannosi gli strumentalizzatori, attivi nella sempiterna pantomima dell’”armiamoci e partite”,in quanto politici interni del sistema dei cui privilegi e proventi godono e che certamente non cambierebbero , che soffiano sul fuoco di certa rabbia popolare per fini elettorali .
Sono risultati confusi concettualmente nella circostanza termini storici di diversa derivazione . Così quello di "negazionismo", invalso per identificare coloro che hanno minimizzato o negato parte considerevole dei crimini del nazismo, è passato a definire coloro che ritengono di stampo "nazista" il complotto della pandemia. (aggiungo che negli anni '70 lo stesso termine definiva il movimento ultraradicale di negazione dell'esistente capitalizzato)
Dobbiamo altrimenti dire che la tenuta democratica del Sistema è stata provata in generale nuovamente dall’estate del’20, e che concessioni populiste da parte dei governi alla ripresa precoce della socializzazione e del divertimento hanno avuto ancora conseguenze di ricaduta e aggravio fin dall’autunno scorso, con parziale ripresentazione delle misure del lockdown.
Precoce, ma del resto anche auspicabile, pena la crescita dei decessi e il blocco della macchina produttiva dell’intero Sistema, è stato il lancio della campagna vaccinale.
Proprio la precocità del ritrovato ha fatto sorgere altro dibattito: se l’ impatto dei vaccini sia efficace o palliativo ; se gli effetti siano di alto o utile rafforzamento d’ immunizzazione o di rischi anche gravi e mortali collaterali. Se la rapidità del ritrovamento di questi specifici fosse più motivata dalla necessità della Scienza di riaffermare la propria sviluppata capacità, un po’ compromessa dall’impatto iniziale della pandemia, o se invece questo Sapere umano dimostrasse con i fatti la possibilità dell’ottimismo o per lo meno di incoraggiamento alla fiducia.
I dati presenti pare comprovino che, a lato della percentuale dei più deboli sfortunati defunti, dei contagiati e guariti, immunizzati naturali, distanziati radicali ecc., la somministrazione del vaccino abbia un qualche effetto di rafforzamento della difesa e reazione sociale nei confronti della pandemia .Si può esprimere qualche dubbio sulla validità scientifica totale , ma non dubitare totalmente che aspetti di validità siano stati comprovati.
Invogliare la popolazione refrattaria per sensibilità o ideologia a vaccinarsi,e tentare una strada per migliorare il ripristino di certa”normalità”, ha portato governi mondiali all’introduzione del green pass,i l certificato di avvenuta vaccinazione.
L’introduzione di questo mezzo, da lasciapassare per frequentazioni, movimenti, viaggi ecc. è stato recentemente esteso a carta d’identità per occupare i propri posti di lavoro, e ciò ha indotto un altro aspetto del dibattito presente in cui la dialettica risulta al momento abbastanza limitata dalla conflittualità fra chi sostiene il principio, fino al limite dell’obbligo e chi lo nega sulle basi dei diritti umani e legali alla libera scelta in materia.
Non è del resto facile dire cosa sia o non sia giusto ora, non avendo prova di cosa accadrà di nuovo con la ripresa di scuole ,uffici ecc. Non è sicuro che il non vaccinato comporti un rischio maggiore , diretto per il prossimo, poiché vaccinato o non possono essere comunque latori ,anche se asintomatici,del virus ;è’indubbio che l’avanzare della vaccinazione serva a indebolire l’impatto generale del contagio.
Sul diritto al proprio posto di lavoro e alla remunerazione nonostante il rifiuto della vaccinazione,rispetto ai decreti governativi credo non sia cosa di facile decisione. La presenza del decretato stato di calamità comporta la presenza di una situazione particolare e ad essa si continua far fronte. Più che mai necessaria la salvaguardia di tutte le persone e di tutti i diritti, compatibilmente con le contraddizioni che certe scelte impongono e che non sono certo di semplice discernimento.
Scienziati,medici, dirigenti di uffici, scuole, fabbriche,di tutti i luoghi di concentrazione,per la massima tutela possibile della salute pubblica; sindacalisti per la salvaguardia anche economica del lavoro, i politici preposti a decidere le norme. Necessario che tutti si rapportino con la massima coscienza e sensibilità, perchè la dialettica derivante porti a scelte equilibrate e condivisibili.
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