domenica 26 settembre 2021

"Il Circolo Pessoa" di Dario Varini-Leone editore ,fine settembre 2021

 

IL CIRCOLO PESSOA:un viaggio memorabile in terra iberica.Per chi conosce Pessoa e il suo mondo,un nuovo modo originale di accostarsi;per chi non lo conoscesse,un modo per entrarvi

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“Vi è stato un tempo in cui la cultura era in contrapposizione alla massa: sparuti individui (ri)cercavano sentimenti, sensazioni e conoscenze sconosciute alla maggior parte delle persone, abbruttite dalla povertà e dall'analfabetismo. Oggi è visibile solo la cultura di massa. Al supermercato si trovano interi scaffali pieni di "modelli a cui fare riferimento", puoi scegliere: vuoi essere come il calciatore? Come la nuotatrice? Come il politico o come la presentatrice? Nessuna osservazione, nessuna riflessione. Manuali per allineare la propria esistenza ad altre che dall'apice rotolano verso l'esaurimento. Ma è davvero cultura questa? Come Nanni Moretti in contrapposizione all'industria Hollywoodiana, chi prova a fare davvero cultura deve cercare il sacro Graal della narrazione della realtà! Cavalcare le onde della cerca, come Machiavelli, così Pessoa e nel piccolo la mia famiglia. Ringrazio mio padre che con disciplina spartana continua la sua ricerca del tempo perduto. Esponendo epoche a noi lontane, che a leggerle si sentono sorprendentemente vicine, sostituisce il lavoro didattico a cui l'industria cinematografica e cartacea ha rinunciato con la cultura di massa. Lo ringrazio soprattutto per avermi permesso di collaborare: scrivendo il capitolo sull'incontro fra Pessoa e Crowley mi sono sentito coinvolto nella “santa cerca” e spero un giorno di avere le capacità di guidare anche io una spedizione. La cultura non è un pranzo di gala, la cultura è un disegno, un ricamo. La si deve progettare con eleganza, tranquillità e delicatezza; si deve lavorare con altrettanta dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e generosità. La cultura è quel processo attraverso il quale il germoglio di un sogno affonda le prime radici.”

(Domiziano Varini)


"Mi sono nascosto là, continuò, in una piccola proprietà di amici, ho passato tutti questi anni in una casa di campagna, davanti alla quale c’è un gelso centenario e sotto quel gelso ho scritto tutte le mie odi pindariche e le mie poesie oraziane"
Ricardo Reis ha paura dell'aereo, ma ha un appuntamento a cui non può mancare: deve ritornare a Lisbona. Leonardo invece ha bisogno di cambiare aria, di rendersi un po' irreperibile, e la città portoghese è tutto ciò che gli serve. E Fernando a chiamarli a sé, Fernando Pessoa. I tre amici inizieranno un viaggio degno di Charles Dickens e del circolo Pickwick, tra il Portogallo e la Spagna. Nel corso di questa avventura surreale, il trio svilupperà serrati ragionamenti sulla storia dei luoghi visitati, sulla letteratura e sulla politica. I loro incontri e il loro stare insieme saranno la linfa per la creazione di un circolo intellettuale, di uno sguardo originale e complesso sulla realtà e sulla condizione umana."




venerdì 10 settembre 2021

IL SECOLO”BREVE”. Dagli interventisti e pacifisti , ai vax e no vax.

 

IL SECOLO”BREVE”.

Dagli interventisti e pacifisti , ai vax e no vax.

Fino ad un secolo fa il Sistema in cui era organizzata la gran parte delle società umane, fin dalla Preistoria,  comportava la necessità e legittimità della guerra come risoluzione di controversie fra potenze, a grandi o piccoli livelli che fossero.

Il potenziamento esponenziale portato agli apparati militari d’offesa, dalla polvere da sparo fino all’ industrializzazione avanzata fu causa  nella guerra iniziata nel  1914 di un’immane carneficina e in coscienze e settori umanitari di sentimenti e idee illuministe, socialiste e in parte religiose, si espressero con più convinzione posizioni di un sempre più solido pacifismo in grado di contrastare le posizioni delle caste militari ed economiche militarizzate,proprie del capitalismo aggressivo nazionalista e  imperialista.

Fascismo, nazismo, dagli anni del primo dopoguerra a quelli del secondo, fino alle estensioni asiatiche, africane, sudamericane, vanno intesi come il rigurgito violento e dittatoriale dello spirito di bellicosità di soggetti,gruppi  e nazioni nei confronti  della  coscienza e attività pacifiste.

Nel contesto della bellicosità come inevitabile reazione, inizialmente a scopo difensivo,  venivano cooptate anche posizioni riferite a sistemi, quale quello liberal-democratico degli U.S. e quello social-comunista dell’URSS, ispirate inizialmente ad ideologia e pratica meno conflittuale,facendo d’altra parte tornare preminenti al loro interno,in una sorta di contagio, gli elementi del bellicismo, non certo soppresso.

(non possiamo certo dire che esistano Nazioni esenti da bellicosità, come ,per fare un esempio non possiamo dire che oggi gli islandesi siano tutti pacifisti o che i tedeschi degli anni’40 fossero tutti guerrafondai ).

Tant’è vero che proprio i governi di U.S. e URSS parvero poi raccogliere il testimone della bellicosità ponendosi come maggiori interpreti imperialisti fino ad oggi, a dimostrazione di una tradizione bellicista di chi è più potenza mondiale . Nell’attualità della globalizzazione a questo aspetto della bellicosità si è robustamente unita la componente delle  varie nazioni islamiche ,oltreché il perdurare dei vari elementi conflittuali  nazionalisti in Asia,  etnico-tribali in Africa, di stampo gangsteristico in Sudamerica.

La diffusione e  l’incremento del terrorismo nell’età contemporanea affiancano l’attività bellica con risultati in certi casi di maggior logoramento.

Fa storia a sé quella che è divenuta la nuova potenza, la Cina, dove i l sistema di pensiero di tradizione secolare  e  i traumi delle invasioni europee e giapponesi,  han portato più ad un ripudio della guerra che alla sua attività.

 

Dopo la seconda guerra mondiale, negli indeboliti Stati europei si è rafforzata ancora di più  la coscienza dell’opportunità  del ripudio della guerra.

Interventi residui per il mantenimento dell’imperialismo francese o inglese, in Asia o Africa,sono via via scemati nella rassegnazione alla sconfitta o nel patteggiamento. Stati scandinavi ,iberici, la confederazione elvetica , hanno potuto ribadire una scelta neutrale per motivi diversi da tempo attivata, Stati come Italia e Germania, pesantemente provati dalla  sconfitta hanno sottolineato fin nelle nuove Costituzioni nazionali  il  ripudio del ricorso alla guerra, così le   Nazioni dell’est poi liberate alla fine degli anni’80 dall’imperialismo sovietico .La guerra di Jugoslavia di fine secolo è stato il tragico epifenomeno bellicista in suolo europeo , quella d'Ucraina persiste a rammentare il mai sopito consistere della conflittualità.

Questi principi non hanno esentato forze militari europee dagli impegni Nato a seguito delle azioni degli U.S. in Asia, Medioriente, Africa, con la copertura concettuale del “bellum iustum” di romana memoria, né hanno impedito il protrarsi di “guerre fredde” a lato di guerre”civili” come da ultime quella siriana o afgana.

 

Sulla scorta del pensiero illuminista, socialista, del pacifismo e della tolleranza , in parte  di certa religiosità caritatevole, con l’avvento di una più sviluppata democrazia,nell’Europa del dopoguerra e negli  U.S. si sono sviluppate  controversie, “battaglie”ideologiche civili sui diritti .

Il diritto all’obiezione di coscienza e al rifiuto dell’addestramento e impegno militare, come prima conseguenza.

I diritti dei lavoratori, delle donne, delle razze e dei generi  discriminati; i l diritto  al divorzio, ad unioni parentali omosessuali,all’aborto, all’eutanasia.

 

La condizione della pandemia in cui l’umanità è caduta con gli inizi del 2020 ha portato in seguito al dibattito e alla controversia riguardo alla necessità della vaccinazione.

Lasciando a monte conoscenze e  perplessità sulle cause ,  origini e sfruttamento da parte di certi settori di un contagio virale che ha indebolito le certezze dello sviluppo della sicurezza umana e messo in evidenza le carenze, l’imperfezione dei mezzi scientifici e sanitari, si è trattato  pragmaticamente di cercare di comprendere , da parte di governanti e cittadini, cosa fosse e sia meglio fare.

All’inizio ,a partire dall’esempio cinese, ovunque i Governi hanno sospeso anche   elementari libertà individuali, onde evitare contatti e diffusione di un contagio di allarmante portata e  ricaduta in termini di decessi. Questo almeno nelle società di un”certo”benessere, quelle che si ritenevano più avanzate.

Perché un dato fa da interrogativo. Perché nelle disperate condizioni,nell’affollamento, nella precaria igiene  e alimentazione dei campi profughi, non è stata  segnalata la moria che ahimè si sarebbe dovuto temere ? Forse che quella”nuda vita” apparentemente più debole, promiscua per necessità di fatto, esprime invece nelle sue regole religiose, comportamentali,personali e nella penuria di consumo di alimenti sofisticati, zuccheri,grassi ecc. una maggiore resistenza al virus?

 

Gli interventi dei Governi  hanno condotto  anche a  divieti assurdi personali quali quelli di libertà di movimenti strettamente individuali  in spazi di assoluta  rarefazione sociale ,o in proprietà private. L'imposizione del confinamento, della clausura , di tipo medievale, hanno certamente aggiunto allarme all’ allarme del contagio. Come in tutte le emergenze e difficoltà della storia, lo spirito prevaricatore del Potere si è manifestato inizialmente negli scherani di basso rango scattati a comminare sanzioni, intimidazioni, in un'interpretazione vessatoria di indicazioni per altro emanate dai governanti, sulla scorta del terrore ispirato da medici  e scienziati terrorizzati dall'incognita rispetto a cui si dimostravano scarsamente potenti.

Sono stati questi eccessi  certamente derivati dall’impreparazione e panico dei governanti di fronte d’altra parte ad un fenomeno anomalo e in gran parte  sconosciuto a tutti , a provocare l’iniziale reazione all’interno di certa opinione allarmata dal sentore di una possibile dittatura sanitaria illimitata che si estendesse politicamente in  soppressione , non  soltanto cautelativa e temporanea ,di elementari libertà.

In questo senso si esprimevano alcuni filosofi e  libertari , chi in termini  di diritti naturalmente umani, senza i quali la vita attiva non si può più chiamare tale, chi di diritti giuridici, politici,democratici,  e  possiamo  dire che i loro interventi siano stati a loro volta  necessari , come cautelativi rispetto ad una possibile deriva autoritarista dei Governi.

Al seguito il movimento del risentimento, della frustrazione, di certo opportunismo politico, ha alimentato manifestazioni, che ,se civilmente proposte, possono comunque ritenersi anch’esse di validità cautelativa rispetto ai rischi di eccessiva acquiescenza e  conformismo della gente  rispetto a dettati comunque non certi.

In questo movimento del dissenso si sono trovati accostati soggetti diversi. Naturisti pacifici, interpreti della necessità di maggiore  pulizia ecologica generale,anarchici libertari , anarco-fascisti, questi ultimi  estremamente attenti ai diritti del proprio corpo quanto altrettanto disponibili alla  prevaricazione di quelli altrui quando considerati di tribù diversa, o semplicemente perché altri da sé. Inutili e  dannosi gli strumentalizzatori, attivi nella sempiterna pantomima dell’”armiamoci e partite”,in quanto politici interni del sistema dei cui privilegi e proventi godono e che certamente non cambierebbero , che soffiano sul fuoco di  certa rabbia popolare per fini elettorali .

Sono risultati confusi concettualmente nella circostanza  termini storici di diversa derivazione  . Così quello di "negazionismo", invalso per identificare coloro che hanno minimizzato o negato parte considerevole dei crimini del nazismo, è passato a definire  coloro che ritengono di stampo "nazista" il complotto della pandemia. (aggiungo che negli anni '70 lo stesso termine definiva il movimento ultraradicale di negazione dell'esistente capitalizzato)

Dobbiamo altrimenti dire che la tenuta democratica  del Sistema  è stata  provata   in generale nuovamente  dall’estate  del’20, e che concessioni populiste da parte dei governi  alla ripresa precoce della socializzazione e del divertimento hanno avuto ancora conseguenze di ricaduta e aggravio fin dall’autunno scorso, con parziale ripresentazione delle misure del lockdown.

 

Precoce, ma del resto anche auspicabile, pena la crescita dei decessi e  il blocco della macchina produttiva dell’intero Sistema, è stato il lancio della campagna vaccinale.

Proprio la precocità del ritrovato ha fatto sorgere altro dibattito: se l’ impatto dei vaccini  sia efficace o palliativo ; se gli effetti siano di alto o utile  rafforzamento d’ immunizzazione o di rischi anche gravi e mortali collaterali. Se la rapidità del ritrovamento di questi specifici fosse più motivata dalla necessità della Scienza di riaffermare la propria sviluppata capacità, un po’ compromessa  dall’impatto iniziale della pandemia, o se invece questo Sapere umano dimostrasse con i fatti la possibilità dell’ottimismo o per lo meno di incoraggiamento alla fiducia.

I dati presenti pare comprovino  che, a lato della percentuale dei più deboli sfortunati defunti, dei contagiati e guariti, immunizzati naturali, distanziati radicali ecc., la somministrazione del vaccino abbia un qualche effetto di rafforzamento della difesa e reazione sociale nei confronti della pandemia .Si può esprimere qualche dubbio sulla validità scientifica totale , ma non dubitare totalmente che aspetti di validità siano stati comprovati.

Invogliare la popolazione refrattaria per sensibilità o ideologia a vaccinarsi,e tentare una strada per migliorare il ripristino di certa”normalità”, ha portato governi mondiali all’introduzione del green pass,i l certificato di avvenuta vaccinazione.

L’introduzione di questo mezzo, da lasciapassare per  frequentazioni,  movimenti, viaggi ecc. è  stato recentemente esteso a carta d’identità per  occupare i propri posti di lavoro, e ciò ha indotto un altro aspetto del dibattito presente in cui la dialettica risulta al momento abbastanza limitata dalla  conflittualità fra chi sostiene il principio, fino al limite dell’obbligo e chi lo nega sulle basi  dei diritti umani e legali alla libera scelta in materia.

Non  è del resto facile dire cosa sia o non sia giusto ora, non avendo prova di cosa accadrà di nuovo con la ripresa di scuole ,uffici ecc. Non è sicuro che il non vaccinato comporti un rischio maggiore , diretto per il prossimo, poiché vaccinato o non possono essere comunque latori  ,anche se asintomatici,del virus ;è’indubbio che l’avanzare della vaccinazione serva  a indebolire l’impatto generale del contagio.

Sul diritto al proprio posto di lavoro e alla remunerazione   nonostante il rifiuto della vaccinazione,rispetto ai decreti governativi credo non sia cosa di facile decisione. La presenza del decretato  stato di calamità comporta la presenza di una situazione particolare e ad essa  si continua  far fronte. Più che mai necessaria la salvaguardia di tutte le persone e di tutti i diritti, compatibilmente con le contraddizioni che certe scelte impongono e che non sono certo di semplice discernimento.

Scienziati,medici, dirigenti di uffici, scuole, fabbriche,di tutti i luoghi di concentrazione,per la massima tutela possibile della salute pubblica; sindacalisti per la salvaguardia anche economica del lavoro, i politici preposti a decidere le norme. Necessario che tutti si rapportino con la massima coscienza e sensibilità, perchè la dialettica derivante porti a scelte equilibrate e condivisibili.