Fa parte delle mode del secolo far vanto delle proprie imprese di viaggio,vanto=vanità, nel senso di tronfiaggine e insieme di vuoto.Oggi tutti bramano di dire"sono stato a...""sono stato là.." avventandosi su nuove mete rubate a chi ne fa studio..per molti si realizza poi come un vuoto fatto d'immagini-cartoline patinate dello spettacolo capitalistico.Invece viaggiare, conoscere veramente,è un impegno e uno sforzo e questo non comprende chi invidia il viaggiatore autentico come se la sua fosse una fortuna piovuta dal cielo che lo privilegia:questo viaggiatore fatica la sua costruzione,perchè chi guarda dentro la realtà che attraversa non trova solo superficiali novità e curiosità, ma interrogativi, enigmi, inquietudine per l'esperienza dell'alienazione, in vari sensi...Viaggiare, errare, anche da eremnos, oscuro: vagare, ma anche sbagliare, sbagliarsi, non è facile trovare la strada fuori dall'essere telecomandati dal gps; chi ha iniziato, chi è iniziato veramente al viaggio, non può più fare a meno di viaggiare.
Perciò diciamo: se non possedete l'arte del viaggiare, statevene a casa, che inflazionereste solo il mercato turistico; e non invidiate ciò di cui non siete in grado!
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