sabato 7 aprile 2018

Cipro











"A Damasco una notte insonne
Ho visto passare l'ombra di Oum Haram,
la venerabile parente del Profeta.
Ho sentito il rumore degli zoccoli come dinari d'argento,
e la vidi, apparire mentre   attraversava colline di sale a dorso del mulo.
....................................... ..
"È stato qui che il mio animale è scivolato. Questa pietra
colpì la mia nuca
e ho ceduto la mia anima vittoriosa.
Ero piena della volontà di Dio;
un mulo non può sopportare così tanto peso;
non dimenticarlo, e non sbagliare il mulo."

Giorgio Seferis ,scrisse questa poesia, commosso dall'apologo a proposito di una parente  di Maometto che trovò la morte, come profetizzatole, al Lago salato di Larnaca, e venne sepolta nel santuario che prese il suo nome. 
Che bel viaggio, questo nell'isola più orientale del Mediterraneo!
Scesi a sera inoltrata a Larnaca,  al Tuck Inn, sul lungomare..il tipico affastellamento di esercizi per turisti e per la balneazione,  che può anche disturbare chi non ne abbia esperienza  ,risulta solo una striscia:davanti la  lunga spiaggia e oltre il mare che guarda verso Libano e Siria; dietro la città vecchia ,fino alla commovente chiesa ortodossa di agios Lazaros, in festa per la sua ricorrenza, che precede di una settimana la Pasqua ortodossa. Ioannis, greco di Salonicco, inserviente, ha imparato bene nella sua emigrazione a Vigevano la nostra lingua.
Fra i musei, vediamo il Pieridis, famiglie delle isole Ionie qui emigrati con successo, e divenuti mecenati :interessante raccolta dal neolitico al Medioevo, con il pezzo di prestigio de"L'uomo che urla".
Ci rechiamo al Lago e entriamo nell'assorto clima dell'Hala Sultan Tekkesi...
Viaggiamo con mezzi pubblici,per evitare i l rischio della guida all'inglese,che comporterebbe stress.
Superiamo d'intuito la negazione d'informazione che i ciprioti-greci danno rispetto alla parte nord, occupata dai turchi e dopo qualche giorno a Larnaca , raggiungiamo Nicosia/Levkosa, che attraversiamo nel  centro della città vecchia passando senza problemi la frontiera dalla città greca a quella turca.
Pochi passi portano in un altro ambiente, per aspetto etnico e civile. Visto da  occhi pacifici, civiltà di medesimo rispetto.  Il bus in sosta che fa attendere un'ora e mezza ricorda che si è ormai in Asia, ma s'impara ad apprezzare il relax del far nulla ,magari bevendo un the o caffè turco nell'attesa.
Ed ecco Famagosta,e poiché si arriva dalla periferia e dai nuovi insediamenti, si attende con impazienza il profilarsi delle mura del Rivellino. In comoda posizione, appena dentro la porta sud,l’Altun Tabya Vintage, una bella copia la gestisce e ci troviamo comodi, anche qui.
La città vecchia non delude, nelle sue molte chiese/moschee,e qui si comprende il carattere tipico di questi monumenti religiosi, bizantini o crociati in origine, poi islamizzati dopo la tragica conquista ottomana del 1571.
Secoli di storia ,i crociati francesi del Lusignano divenuto re di Cipro;poi i genovesi, i veneziani..fino al dramma della resa e del supplizio dei valorosi veneziani di  Bragadin, abbandonati dalla cristianità che di lì a qualche mese si ravvide con Lepanto.
Si girano le mura, si visitano chiese  come San Nicola, la più illustre,una sorta di  cattedrale di Reims,  cui è stato aggiunto un minareto, i ruderi come San Giorgio dei greci ..l’Arsenale, il forte…Famagosta ricorda Shakespeare per l’Otello, come si legge nel prezioso  romanzo sull’assedio di M.N.Perinelli.
Francesco e Walter, due italiani rivisti qui  ci danno un passaggio per Salamis, loro girano tutta l’isola in auto, velocemente e ora andranno ad Agia Napa, verso capo Greco, la punta sud-est dell’isola.
Anche Salamis con le sue rovine davanti al mare ci fa sostare, fra rovine,alcune di pregio, che ricordano una storia dagli Assiri ai Romani.
Ancora qualche giorno, ed eccoci di ritorno a Nicosia, dove ci fermiamo e che visitiamo nella parte islamica,intorno al cuore del Bedestani, anche qui architetture bizantine gotico islamizzate; nella moschea Selimye assistiamo a spettacolo dimostrativo dei Dervisci Mevlana, che ci ricordano i l viaggio del 1983 a Konia, la loro capitale.
Popolazione sempre molto gentile, bel clima caldo, in questa primavera , lo si lascia con una certa nostalgia, ripromettendoci di tornare per visitare la parte meridionale,da Limassol a Pafos,magari i monti Trodos; o quella nord, da Kirenia alla penisola di Karpathi, chissà…









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