martedì 30 maggio 2017

Teatro greco Siracusa 2017

Siracusa 2017
Commovente la regia delle "Fenicie"di Binasco...queste pellegrine, provenienti dalla terra da cui aveva origine Cadmo, il fondatore di Tebe, suggeriranno ad Edipo, dalla cui sorte tragica provengono tutte le sventure dell città, il rifugio finale del bosco sacro di Colono , ad Atene...nel mezzo del dramma, la stasis, la guerra civile fra Eteocle e Polinice, il sacrificio di Meneceo e infine di Giocasta.... Edipo, colui che visse una vita che era morte, e che in morte trovò la propria elevazione ...lo stile e il pensiero di Euripide, che, come i sofisti, insinua nel popolo ateniese la critica agli dei, operando per la dissoluzione di ordine e fede....





sabato 20 maggio 2017

Divagazioni dall'uva marina

"Divagazioni dall'uva marina" è un romanzo breve che porta in un viaggio contemporaneo e da qui in una storia lontana. Dalle tracce di Patrick Leigh Fermor e di Chatwin, si attraversa il passato della Grecia classica, per poi rispuntare nel presente...

lunedì 8 maggio 2017

"Scomodo"

Ciao/Buongiorno!
Ricevi/riceve (mi riservo sia il tu che il lei) questo messaggio perché ho pensato che ti/le potesse interessare. Conoscendo già la storia di Scomodo, gran parte del messaggio si può saltare per arrivare al "succo". Altrimenti, qualche riga di preambolo è più che necessaria.


Siamo ragazze e ragazzi dei licei e delle università romane che difendono *la carta*. Perché _strumento ineguagliabile_ di cultura e informazione.

Ormai da Settembre scriviamo, stampiamo e distribuiamo gratuitamente *Scomodo*, il nostro giornale. Che è anche il vostro. 
Scomodo è un mensile di 60 pagine. E’ il mensile prodotto da studenti più letto d’Italia. Ne vengono distribuite 7500 copie ogni mese in 65 licei e 40 facoltà. 
7500 che finiscono in meno di una settimana (ogni mese) perché, probabilmente, è proprio quello che mancava.
Tra gli altri _Zerocalcare, Vauro, Altan e Makkox_ , oltre ai meno affermati ma grandiosi Solo, Luca Ralli e Gojo,dimostrandosi disponibilissimi e gentili hanno appoggiato a loro modo il nostro progetto, disegnandone le copertine dal numero 0 al numero 6.

Per dar vita al giornale ci siamo improvvisati giornalisti di professione: facciamo riunioni 5 giorni su 7 e fatichiamo. Perché Scomodo deve uscire ogni mese, e servono costanza e dedizione.

Il nostro non è solo un giornale. Intorno al nostro progetto si è concretizzata una realtà culturale importante per Roma. 
Dalla lettura all’arte, dalla musica al cinema e dall’arte all’illustrazione, stiamo diventando lo spazio che da sempre cerchiamo, in cui poterci esprimere e crescere imparando e producendo.

Sul giornale, in particolare, va detto qualcosa di fondamentale.
Perché rimanere gratuiti e di carta non è facile. 
*La carta fa informazione diversamente dal web*, lo sappiamo. La carta *è tangibile*, si legge con calma, si sfoglia e, soprattutto,  *suscita voglia di approfondire*.
Ci siamo inventati (e continuiamo a farlo) momenti di aggregazione e cultura che ci permettono di sostenere le spese che dobbiamo. Ma cominciano a non bastare più.

Abbiamo lanciato, con il sostegno di _Erri De Luca, Paolo Flores D’Arcais, Vauro, Paolo Fallai, Imma Battaglia e Sabina Guzzanti_, una campagna di crowdfunding con la quale speriamo  di raccogliere 25.000 €.
La volontà è quella di ripagare i debiti che ci siamo lasciati alle spalle per stampare il giornale e stampare altri due numeri: maggio e giugno. Quest'ultimo sarà un numero speciale di 200 pagine, di cui stamperemo 15mila copie, che sia l’apice del nostro percorso annuale ed un compagno di viaggio per tutti i nostri lettori che non avrebbero la possibilità di prenderlo durante l'estate.

A campagna lanciata, abbiamo raccolto (con 40 donazioni) circa 5mila euro. Ma ora siamo fermi. E se non raggiungiamo i 25.000 (essendo la nostra una campagna “o tutto o niente”) i soldi verranno restituiti ai donatori. E noi avremo un problema.

Chiediamo quindi di sostenerci, in qualsiasi modo, e inviando questo messaggio (basta cliccare inoltra) a quante più persone possibile. 
Non è solo il nostro progetto, è il progetto che coinvolge migliaia e migliaia di nostri coetanei e ci fa sperare in un futuro migliore.

Speriamo di aver detto abbastanza, anche perché ormai ci siamo dilungati un po' troppo.

Ecco il link della campagna!
it.ulule.com/scomodo-crowd-2017 (la campagna ed il documentario)

A presto!
Le ragazze e i ragazzi di Scomodo (leggiscomodo.org)  

lunedì 1 maggio 2017

50 anni fa: 1 maggio 1967

Mondo Beat nasce nel 1965 a Milano ed è considerato il primo giornale underground italiano. Il primo numero è un ciclostilato e viene distribuito dai ragazzi che viaggiano.Mondo beat :si trovava in via Vicenza, dalle parti di viale Montenero
Dice Gianni De Martino, di Mondo beat : "la nostra idea era di fare quello che allora si chiamava happening, cioè doveva essere una specie di scherzo, doveva essere una contestazione dell'architettura urbana. Ci trasferimmo là il primo maggio del 1967; mentre a Milano si svolgeva il corteo della festa dei lavoratori, noi eravamo a prendere il sole sdraiati sull'erba. Come fu accolto? Fu immediatamente battezzato dal Corriere della Sera come 'Barbonia city'.
Lo slogan era "dateci i sacchi a pelo e tenetevi le bandiere", quindi figurarsi in quel clima di guerra fredda cosa significava uno slogan del genere. C'erano ragazzi italiani: c'erano sia gli intellettuali cioè gli studenti, che poi ritornavano a casa a dormire, sia i ragazzi che viaggiavano, e poi c'erano quelli di un altro livello che erano i ragazzi che avevano problemi familiari. Ci sono sempre stati, quelli che poi venivano chiamati i teppisti, i rockets, i mods. Ricordo che c'era quella scrittrice, Elsa Morante, che scrisse un'articolo: "sono anch'io una capellona, se dovessimo arrestare tutti quelli che hanno i capelli lunghi, allora cosa avremmo dovuto fare con Raffaello...". Lei per difendere i capelloni riportava esempi nobili di personaggi capelluti.
La contestazione non era ideologica, quindi era inscritta nel corpo e nei comportamenti. Era questo il segno forte di rottura, un simbolo forte per volersi differenziare anche dai militari, che avevano i capelli corti. Un segno forte inscritto nel corpo.Il Corriere della Sera parlava della tendopoli di via Ripamonti come del più pericoloso focolaio di defezione morale e biologica della città. I capelloni erano visti come se fossero l'espressione del male assoluto. La tendopoli fu rasa al suolo con i lancia fiamme del SID-servizio immondizia domestica del comune di Milano- e ci furono unità di disinfestazione che intervennero per motivi, si disse, igenico-sanitari. A questo episodio seguirono significativi titoli dei giornali: "rasa al suolo l'immorale tendopoli degli zazzeruti", "finalmente il fuoco purificatore", e altri titoli aberranti di questo genere.
Era la paura del diverso e sembra che non sia cambiato niente; ieri erano i capelloni, oggi sono i diversi, quelli che non sono apparentemente come noi. E ' una costante che si ripropone; a questo proposito ricordo che il discolo post-bellico dell'internazionele situazionista -perchè noi avevamo collegamenti anche col situazionismo- diceva che in questo universo di espansione della tecnica, del comfort si vedevano gli individui ripiegarsi su se stessi, inaridirsi, cioè vivere e morire per dei dettagli. Per vedere ancora oggi tutto questo, basta andare nei condomini di Milano dove non si fanno mettere le rastrelliere per le biciclette, dove si chiede la vigilanza della polizia,......Quindi è curioso che a una promessa di libertà totale, si offra un metro cubo di autonomia individuale, rigorosamente controllato dai vicini.
Lo spazio-tempo della meschinità e del pensiero basso, che caratterizzava Milano in bianco e nero degli anni Sessanta, è ancora oggi presente. "