venerdì 7 aprile 2017

Massificazione del disordine e non soluzione dello stato di guerra

Nel 1966 Guy Debord, fra i fondatori dell’Internationale  Situationniste mise a fuoco con grande acutezza  il concetto di “Società dello spettacolo”, procedendo dal concetto di “alienazione”  espresso da Marx, e aggiornato nel tempo da vari  teorici come Lukacs, Adorno ecc.
La sua applicazione come emanazione e ricaduta sull’uomo nel contesto  della civiltà capitalistica è da più di mezzo secolo a questa parte sotto gli occhi di chi li abbia per guardare.
Tutte le manifestazioni avvengono in quanto spettacolo, si astraggono in un universo immaginifico artefatto e ricadono poi con effetto sui sensi e i pensieri degli esseri umani.
Lasciando in disparte gli aspetti, i contesti  eufemisticamente "più indolori" di questa alienazione, ne abbiamo invece avuto prove inquietanti per quanto riguarda il versante dei conflitti internazionali.
Dal Vietnam alla Siria , è dagli US che proviene in parte massiccia questa regia, ovviamente non l’unica sul Globo terrestre .
L’effetto spettacolare si produce spesso attraverso grandi affermazioni  in cui verità  e menzogna si confondono   producendo  effetti nefasti e impedendo di fatto, in un’età in cui i mezzi d’informazione dovrebbero aver raggiunto i l maggior grado di perfezionamento, che esista un’informazione netta ed inequivocabile. E’ questo fra i peggiori effetti dell’alienazione contemporanea: la vanificazione dei mezzi e delle risorse di cui l'umanità potrebbe disporre..
Dalla denuncia  dei supposti  usi o preparazione all’uso di  armamenti nucleari in Irak  o Iran al gas tossico in Siria , alla costituzione o al potenziamento  di entità antagoniste a carattere terroristico, quali i Taliban, Al Qaeda, Isis/Daesh ecc., è stato tutto un proliferare di  elementi che hanno per fine la  continuazione dello stato di belligeranza e la massificazione del disordine e della confusione.
 Questi concetti non sono appannaggio di un elite culturale ,il loro dispiegamento passa da anni, anche a livelli mediatici non trascurabili:ma l’effetto spettacolare inevitabile  in cui vengono contrapposte alle “verità” del Potere ,è talmente vanificante   che , pur avendone conoscenza, le popolazioni non possono essere  in grado di  organizzarsi, direttamente o con rappresentanze che combattano queste perverse politiche delle Grandi Potenze. E'lo stesso discorso che vale per le attività di truffa della  Finanza, Banche cc. :chi fa coscienza demistificatoria sembra che stia innaffiando il deserto!  perchè l'humus ,la sostanza della terra sociale, si volatilizzano nel vapore delloa spettacolarità! la coscienza sopravvive in una sorta di "riserva indiana" del pesniero pensante , fuori l'hamada dell'addomesticazione!
E’concetto certamente  molto noto che Economia, caste militari, abbiano il maggior interesse al mantenimento della belligeranza ne corso del tempo  e negli spazi del Pianeta.

E il Potere della  Politica asservita  ne è esecutore: la guerra,il disordine in Medio-Oriente non devono avere soluzioni ,ed ecco il voltafaccia di  Trump,il fantoccio d'attualità, che eletto anche per aver manifestato il programma di appartare gli US da dispendiose  guerre lontane, si trova ben presto a reinterpretare il ruolo guerrafondaio dei Bush, nella piena tradizione del Repubblican Party.
D.V.

4 commenti:

  1. L'ex candidato presidenziale Usa Ron Paul: "Tutti gli indizi portano a credere che ad Idlib sia stata un'operazione false-flag"
    “Non ha senso, alcun senso per Assad in queste condizioni utilizzare sostanze chimiche."
    L'ex deputato del Texqas e il più volte candidato indipendente alle presidenziali nord-americane, Ron Paul ha affermato, in una trasmissione di mercoledì, che tutti gli indizi portano a credere che l'attacco a Idlib in Siria sia stata un'operazione false flag.

    “Prima di questo episodio di possibile esposizione a gas, le cose stavano andando avanti abbastanza bene per le condizioni del campo”, sottolinea Paul. “Trump aveva detto che dovevano essere i siriani decidere chi dovesse gestire il proprio paese, i colloqui di pace erano iniziati e Al Qaeda e l'ISIS erano in fuga.”



    “Sembra che, forse, qualcuno non avesse piacere a quest'esito e avesse bisogno di un episodio, e la colpa ora è che non possiamo lasciare che questo accada, perché potrebbe beneficiare Assad.”

    “Non è così facile se si tratta? Quello che è successo quattro anni fa, nel 2013, è noto, tutta questa faccenda di attraversare la linea rossa?”, ha proseguito. “Da allora, i neocon hanno urlato e gridato, una parte dell'amministrazione ha urlato e gridato su Assad che usava il gas velenoso.”

    “Non è mai stato dimostrato. Anzi, il giudice delle Nazioni Unite Carla del Ponte ha affermato che l'utilizzo sia stato fatto quasi sicuramente dai ribelli".

    “Non ha senso, alcun senso per Assad in queste condizioni utilizzare sostanze chimiche. Penso che ci siano zero possibilità che l'abbia fatto deliberatamente”, ha proseguito.

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  2. Croce Rossa: "La situazione si è trasformata in conflitto armato internazionale"
    Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha detto che la situazione in Siria si è trasformata in "un conflitto armato internazionale". "Ogni operazione militare da parte di uno Stato nel territorio di un altro senza il consenso generale corrisponde a un conflitto armato internazionale, Quindi, in base alle informazioni disponibili, l'attacco degli Stati Uniti contro le infrastrutture militari siriane e' pari a un conflitto armato internazionale" ha dichiarato alla Reuters la portavoce del Comitato Iolanda Jaquemet.

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  3. «Al Cesi stiamo esaminando le foto che circolano relative a quell'avvenimento e, se da una parte ci sono alcuni dati che lasciano pensare che possa essere stato Assad o più che Assad un comandante indipendente che ha deciso di utilizzare armi chimiche, altre cose, ma è troppo presto per valutarlo - e parlo di fonte aperta - lasciano presagire la possibilità che sia stato colpito un deposito di ribelli e che questi abbiano fatto uscire il gas che poi ha ucciso tutte quelle persone. Ma ripeto, coi mezzi che abbiamo a disposizione al CeSi, è ancora presto per dirlo».prof.Andrea Margelletti

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  4. I DUBBI
    Andrea Purgatori, uno che i bombardamenti chimici li ha visti sul serio nel 1988 ad Halabja quando Saddam Hussein scaricò cianuro e gas nervini sulla popolazione curda causando quasi 5.000 morti e il doppio dei feriti, intervistato su Intelligo ha espresso forti perplessità su ciò che può essere accaduto: “Quello che ho visto sul campo dell’uso dei gas è che uccidono indiscriminatamente e soprattutto difficilmente fanno “solo” 70 morti. Non dico che non siano stati usati ma secondo me è successo qualcosa che ancora non sappiamo bene. (…) il problema è che se io carico i gas su un aereo e poi bombardo mi sembra difficile che ci sia questo numero di morti”.

    I bombardamenti chimici servono a spazzare via una popolazione e non un obiettivo militare. Per questo, usare armi chimiche per distruggere una fabbrica d’armi non è criminale è semplicemente stupido.

    Su La Stampa, Giuseppe Cucchi esprime con onesta obiettività gli stessi dubbi di Purgatori. Ma va anche oltre. Richiama alla memoria il bombardamento di Merkale a Serajevo, che scatenò l’intervento Nato contro la Serbia; massacro per il quale, nonostante le sentenze definitive del Tribunale internazionale, rimangono “fondati dubbi (…) che i colpi di mortaio” che causarono oltre 40 morti civili, possano essere partiti “da zone in mano ai bosniaci e non ai serbi”.

    E se l’orrore di Idlib servisse proprio a questo? A generare un casus belli per imporre magari un intervento diretto occidentale? A rimettere in discussione la permanenza di Assad anche in una Siria futura? È proprio quello che vuole Assad? O è quello a cui aspirerebbero i suoi nemici: i ribelli moderati di Al Qaeda e il paese principale che li supporta e li finanzia: l’Arabia Saudita; o quello che ambisce ad impossessarsi di pezzi della Siria e cioè la Turchia.

    Ecco che allora la versione siriana e quella russa, secondo cui le sostanze chimiche non sono scese dal cielo ma si sono sprigionate dall’interno della fabbrica dei ribelli bombardata, potrebbe non essere solo una verità artefatta per nascondere l’evidenza di ciò che è accaduto. D’altro canto che armi chimiche siano in possesso e siano state utilizzate dai ribelli anti-Assad è cosa risaputa ed anche provata.

    Ma ancora è tutto troppo vago.

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