mercoledì 25 febbraio 2015

Ottocento:le tracce



IIS L.Cobianchi-Verbania,…………………….alunna/o…………………………cl.4°

1.Storia-Il pensiero risorgimentale italiano

Dopo l’esperienza napoleonica di riunificazione d’Italia, benché sotto governo francese, fin dalla prima metà dell’Ottocento ,al passo con i tempi ,si manifestano idee di unità e d’indipendenza in varie versioni. Analizza, anche servendoti dei passi seguenti, quali furono le più importanti opinioni, quali pregi e difetti avevano, quali si affermarono e quali no, quali considerazioni ti senti di fare rapportandole all’attualità del nostro Paese.

 (Gli italiani)Vogliono libertà, indipendenza ed unione. Poichè il grido del 1789 ha rotto il sonno de’ popoli, hanno ricercato i titoli coi quali potevano presentarsi alla grande famiglia europea, e non hanno trovato che ceppi; divisi, oppressi, smembrati, non han nome, nè patria; hanno inteso lo straniero a chiamarli iloti delle nazioni; l’uomo libero esclamare visitando le loro contrade: non è che polvere! Han bevuto intero il calice amaro della schiavitù; han giurato di non ricominciare…..
E v’ha una terza via, Sire, che conduce alla vera potenza e all’immortalità della gloria. V’è un terzo alleato più sicuro e più forte per voi che non son l’Austria e la Francia. E v’ha una corona più brillante e sublime che non è quella del Piemonte, una corona che non aspetta se non l’uomo abbastanza ardito per concepire il pensiero di cingerla, abbastanza fermo per consecrarsi tutto alla esecuzione di siffatto pensiero, abbastanza virtuoso per non insozzarne lo splendore con intenzioni di bassa tirannide.. Ponetevi alla testa della nazione e scrivete sulla vostra bandiera: Unione, Libertà, Indipendenza!
Mazzini,Lettera a Carlo Alberto,1831

Romani!
La forza brutale ha sottomesso la vostra città; ma non mutato o scemato i vostri diritti. La repubblica romana vive eterna, inviolabile nel suffragio dei liberi che la proclamarono, nella adesione spontanea di tutti gli elementi dello Stato, nella fede dei popoli che hanno ammirato la lunga nostra difesa, nel sangue dei martiri che caddero sotto le nostre mura per essa. Tradiscano a posta loro gl'invasori le loro solenne promesse. Dio non tradisce le sue. Durate costanti e fedeli al voto dell'anima vostra, nella prova alla quale Ei vuole che per poco voi soggiacciate; e non diffidate dell'avvenire. Brevi sono i sogni della violenza, e infallibile il trionfo d'un popolo che spera, combatte e soffre per la Giustizia e per la santissima Libertà.

G.Mazzini, Lettera ai Romani,5 luglio 1849


"E qual più bello spettacolo può affacciarsi alla mente di un Italiano, che la sua patria una, forte, potente, devota a Dio, concorde e tranquilla in se medesima, rispettata e ammirata dai popoli? ……. Veggo infine la religione posta in cima di ogni cosa umana; e i principi, i popoli gareggiar fra loro di riverenza e di amore verso il romano pontefice, riconoscendolo non solo come successore di Pietro, vicario di Cristo e capo della Chiesa universale, ma come doge e gonfaloniere della confederazione italiana, arbitro fraterno e pacificatore di Europa, istitutore e incivilitore del mondo, padre spirituale del genere umano, erede e ampliatore naturale e pacifico della grandezza latina.

V.Gioberti



«Uomini frivoli, dimentichi della piccolezza degli interessi che li fanno parlare, credono valga per tutta        confutazione del principio federale andar ripetendo che è il sistema delle vecchie repubblichette. Risponderemo ridendo, e additando loro al di lá d’un Oceano l’immensa America»
Cattaneo, Antologia

«Gli stati a piú centri popolosi, gli stati situati su vaste estensioni di territorio, dove il corso dei fiumi e dei monti intercettando la libera azione di una sola metropoli, ne crea parecchie di forze equivalenti, sono federali, hanno capitali moltiplici, a seconda della popolazione e della ricchezza, e si riuniscono col mezzo di una dieta, spesso nomade, e mancando l’uniformitá imposta dall’alto, la libertá regna sola con moto che parte dal basso>>
G.Ferrari, Scritti politici




IIS L.Cobianchi-Verbania,…………………….alunna/o…………………………cl.4°

2.,Storia-La città industriale – le nuove teorie urbane nel sec.XIX

Saggio breve :  IL secolo XIX  vede affermarsi,anche se fra difficoltà, il mondo a dominio della borghesia imprenditoriale. Questo comporta grandi  innovazioni economiche che trasformano società e politica, con mutamento delle classi e dei loro rapporti. Uomo e donna, famiglia, casa, campagna, città,fabbrica,relazioni , si trovano investiti da  questa transizione e di fronte ai problemi che sorgono ci sono  pensatori, filosofi,economisti filantropi che pensano a strutture di progresso. Esamina, comparandoli,i testi e gli esempi sottostanti, collegali alle realtà e alle problematiche storiche di quel periodo,accenna brevemente ai personaggi   ed esprimi u n tuo giudizio sulla realizzabilità e vivibilità degli assetti proposti, anche secondo il tuo sentore e immaginando seti piacerebbe vivervi..

Charles FOURIER (1772-1837), FALANSTERIO 1808

Fourier nel 1808 pubblica “Théorie des quatre mouvements” e, nel 1822) ”Traité de l'association domestique-agricole”. La realizzazione dell'armonia avviene attraverso sette stadi: considera l'umanità collocata tra quarto (barbarie) e quinto stadio (civiltà); seguirà il sesto (garantismo) e il settimo (armonia). Nel garantismo le città “pubbliche” saranno ordinate e regolate da un dettagliato “codice edilizio”.
Nel primo periodo, la città è concentrica costituita da tre corone, la densità edilizia è decrescente dall'interno verso l'esterno (le aree scoperte si raddoppiano e triplicano). La prima cerchia è la città centrale, la seconda prevede i sobborghi e le grandi fabbriche, la terza i viali e la periferia. Per lo stadio finale dell'armonia si abbandonerà la città e si vivrà nel falansterio (gli elementi del falansterio saranno ripresi da Le Corbusier nell’unité d'habitation).
Falansterio :“il luogo dovrà essere provvisto di un bel corso d'acqua, percorso da colline e adatto a colture variate, addossato ad una foresta e poco lontano da una grande città (v. new towns), ma abbastanza per evitare gli importuni.”Gli spazi pubblici e privati sono alternati e, quindi, è alternata la vita privata e comunitaria.
Ogni falansterio è un'unità produttiva autonoma, che integra campagna e città (v. garden city). Le falangi prevedono 1620 ab. (Il numero deriva dalla teoria che «fissa a 810 il numero dei caratteri distinti per formare la Grande Armonia domestica»; più 192 vecchi e bambini, 450 non attivi -per malattia, viaggio, noviziato o insufficienza di carattere-,
168 complementari in rinforzo alle classi attive.) Il reddito personale è compreso tra 20.000 e
50.000.000 franchi. I vecchi sono alloggiati al piano terra, i ragazzi al mezzanino e gli adulti nei piani superiori. Al centro del falansterio, nella Place de Parade ci sono i "servizi" pubblici: la Tour de Ordre con l'orologio, il telegrafo ed i piccioni viaggiatori.

Robert OWEN (1771-1858) ARMONIA 1825
Nel 1816 fonda l’istituzione per la formazione del carattere Nel 1817 scrive “Report to the Committee for the relief of the manufacturing”. Per sanare la disoccupazione, le possibilità sono:
Diminuire l'uso dell' energia meccanica; Milioni di esseri umani devono morire di fame, per permettere l'attuale livello produttivo; Trovare un'occupazione vantaggiosa per i poveri e i disoccupati, a cui il lavoro meccanico deve essere subordinato, invece di essere indirizzato a sostituirlo. Nel 1825 propone (e realizza in USA) New Harmony, un villaggio per una comunità autosufficiente che lavora in campagna ed in officina, con all’interno tutti i servizi necessari. Il modello materiale è in un insediamento per 800 e 1.200 persone, circondato da 4-600 ettari di terreno. La pianta del villaggio è un grande quadrilatero edilizio, diviso in settori dagli edifici pubblici (cucina, refettorio, depositi, scuola e biblioteca).
Tre lati destinati alle case, il quarto ai dormitori per tutti i bambini che eccedano i due per famiglia, o che abbiano più di tre anni.
All’esterno del quadrilatero orti e giardini, circondati da strade, più distanti, schermati da una zona alberata, i laboratori e le industrie. Il piano urbanistico è sviluppato in ogni sua parte, dalle premesse politico-economiche al programma edilizio e al preventivo finanziario.

James Silk Buckingham (1786-1855) in National Evils and Pratical Remedies, with a Plan of a Model Town, pubblicato a Londra nel 1849, propone un nuovo modello di città da ripetere in serie per combattere la disoccupazione. Victoria, la prima di queste nuove città, chiamata così in onore della regina d'Inghilterra, è un quadrato di un miglio di lato ed è destinata ad ospitare 10.000 persone.Nella città è prevista un'esplicita divisione di classi sociali e di ruoli, che si rispecchia anche nel modello urbanistico. Le abitazioni sono infatti disposte in sette schiere concentriche: nel centro della città ci saranno le spaziose abitazioni delle classi ricche, mentre gli operai di rango inferiore vivranno nel cerchio più esterno, in prossimità delle fabbriche (situate in spazi esterni alla città). Anche le scelte stilistiche per gli edifici ricalcheranno la differenza tra classi. Nella città è previsto ogni genere di servizio sociale, e per la sua realizzazione si utilizzeranno le tecniche più avanzate: una torre di trecento piedi illuminerà tutta la città dalla piazza centrale.Buckingham dà grande importanza agli aspetti igienici della città. Victoria infatti, come le città ideali del Rinascimento, nasce dal desiderio di ordine, che si contrappone al disordine circostante, al caos della città industriale:
I principali obiettivi sono stati di unire il massimo grado di ordine, spaziosità e igiene, nella massima abbondanza di aria e luce e nel più perfetto sistema di fognature, col comfort e la convenienza di tutte le classi.
(da: J. S. Buckingham, National Evils and Pratical Remedies, in L. Benevolo, Le origini dell'urbanistica moderna, p. 171)
Questo fatto è esemplificativo di come, dopo il 1848, nella elaborazione di nuovi modelli ideali di città si ponga l'attenzione principalmente agli aspetti urbanistici, a discapito di quelli politico-sociali che infatti nella Victoria di Buckingham e nella Hygeia di Richardson (che era medico e studioso di problemi sociali della medicina) quasi non compaiono.



Il Villaggio Crespi d’Adda 1878-1920

Crespi d’Adda è una cittadina fondata dal padrone della fabbrica per i suoi dipendenti e le loro famiglie. Ai lavoratori venivano messi a disposizione una casa con orto e giardino e tutti i servizi necessari. In questo piccolo mondo perfetto il padrone "regnava" dal suo castello e provvedeva come un padre a tutti i bisogni dei dipendenti: dentro e fuori la fabbrica e"dalla culla alla tomba", anticipando le future tutele dello Stato. Nel Villaggio potevano abitare solo coloro che lavoravano nell'opificio, e la vita di tutti i singoli e della comunità intera "ruotava attorno alla fabbrica stessa", ai suoi ritmi e alle sue esigenze.


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