Cervantes e Shakespeare
Harold Bloom spiega perché il bardo inglese e lo scrittore spagnolo sono dopo Dante i principali autori occidentali
Amleto e Don Chisciotte in cerca della saggezza
(1547-1616) (1546-1616) Il principe di Shakespeare e il cavaliere di Cervantes, simboli della condizione umana MAESTRI Soltanto Dickens ha saputo raggiungere lo stesso fascino universale
Bloom Harold
Pagina 37
(6 ottobre 2004) - Corriere della Sera
Nel 1612, l'autore di Giulietta e Romeo scrisse Storia di Cardenio
"Ecco il Chisciotte firmato Shakespeare"
Immaginiamo che questo dramma sia andato in scena soltanto due volte, al tempo di Shakespeare, e poi il testo sia scomparso in un incendio del Globe Theatre di Londra; che quattro secoli più tardi un direttore della Royal Shakespeare Company riesca miracolosamente a ritrovare il dramma andato perduto e decida di metterlo in scena con una produzione ispano - britannica, in omaggio ai due formidabili scrittori uniti dalla singolare vicenda.
È una storia che fa sognare e che diventerà realtà, stando a quanto annunciato l'altro giorno dal direttore della Royal Shakespeare Company, Gregory Doran, a Madrid. Ma è una storia che contiene anche un mistero: cosa ha esattamente ritrovato, il signor Doran?
"Certamente non un manoscritto polveroso su uno scaffale", dice un portavoce della Royal Shakespeare Company interpellato da Repubblica qui a Londra. Per capirne di più, come in un giallo che si rispetti, conviene fare un passo indietro. Qualche notizia certa su un'opera di tal genere esiste. Il Don Chisciotte arriva in Inghilterra nel 1612, sette anni dopo la pubblicazione in Spagna, tradotto in inglese da John Shelton. Basandosi su un episodio del romanzo di Cervantes, quello stesso anno Shakespeare scrive un dramma intitolato Storia di Cardenio, aiutato da un altro commediografo, John Fletcher.
Il "Cardenio" viene messo in scena due volte l'anno seguente al Globe Theatre, che viene però distrutto pochi mesi più tardi da un incendio (quello che i turisti visitano sulle rive del Tamigi è una copia) in cui vanno bruciati molti originali delle commedie del grande bardo, tra cui anche quella ispirata dal Don Chisciotte. Da allora si perdono le tracce del manoscritto, al punto da insinuare perfino il dubbio che sia mai esistito.
Quarant'anni dopo la prima rappresentazione, nel 1653, uno storico dell'arte racconta di avere visto una copia del "Cardenio" firmata sul frontespizio da Shakespeare e Fletcher. Poi il giallo fa un altro balzo in avanti: nel 1727 il drammaturgo Lewis Theobald sostiene di avere scritto il suo dramma Double falshood (Doppia menzogna) traendo ispirazione dal "Cardenio".
E veniamo al presente. Già nell'ottobre scorso Doran accennò vagamente al "ritrovamento" dell'opera perduta di Shakespeare. L'altro ieri, secondo quanto riporta il quotidiano spagnolo El Mundo, è stato più esplicito: "Siamo riusciti ad autenticare uno dei manoscritti sulla cui veridicità si facevano infinite supposizioni. Siamo riusciti a trovare degli originali affidabili. C'è un indizio molto chiaro. Confrontandolo con la prima edizione in inglese del Don Chisciotte, ci sono alcuni monologhi quasi identici. Shakespeare trascriveva spesso alla lettera dialoghi da testi originali, per esempio con Plutarco". Ma il giallo non verrà chiarito, né il mistero svelato, sino a quando il "Cardenio" ritrovato non andrà in scena, nel 2009.
(25 maggio 2007)
(6 ottobre 2004) - Corriere della Sera
Nel 1612, l'autore di Giulietta e Romeo scrisse Storia di Cardenio
Il testo andò perduto durante l'incendio che distrusse il Globe Theatre
"Ecco il Chisciotte firmato Shakespeare"
Giallo sul ritrovamento di un dramma
DAL nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
Don Chisciotte e il fido scudiero visti da Picasso
È PROBILMENTE
l'accoppiata più forte della letteratura mondiale: il padre di tutti i
commediografi e quello di ogni narratore, William Shakespeare e Miguel
Cervantes. Immaginiamo che l'autore di Giulietta e Romeo abbia scritto
un dramma ispirato dal Don Chisciotte di Cervantes.
Immaginiamo che questo dramma sia andato in scena soltanto due volte, al tempo di Shakespeare, e poi il testo sia scomparso in un incendio del Globe Theatre di Londra; che quattro secoli più tardi un direttore della Royal Shakespeare Company riesca miracolosamente a ritrovare il dramma andato perduto e decida di metterlo in scena con una produzione ispano - britannica, in omaggio ai due formidabili scrittori uniti dalla singolare vicenda.
È una storia che fa sognare e che diventerà realtà, stando a quanto annunciato l'altro giorno dal direttore della Royal Shakespeare Company, Gregory Doran, a Madrid. Ma è una storia che contiene anche un mistero: cosa ha esattamente ritrovato, il signor Doran?
"Certamente non un manoscritto polveroso su uno scaffale", dice un portavoce della Royal Shakespeare Company interpellato da Repubblica qui a Londra. Per capirne di più, come in un giallo che si rispetti, conviene fare un passo indietro. Qualche notizia certa su un'opera di tal genere esiste. Il Don Chisciotte arriva in Inghilterra nel 1612, sette anni dopo la pubblicazione in Spagna, tradotto in inglese da John Shelton. Basandosi su un episodio del romanzo di Cervantes, quello stesso anno Shakespeare scrive un dramma intitolato Storia di Cardenio, aiutato da un altro commediografo, John Fletcher.
Il "Cardenio" viene messo in scena due volte l'anno seguente al Globe Theatre, che viene però distrutto pochi mesi più tardi da un incendio (quello che i turisti visitano sulle rive del Tamigi è una copia) in cui vanno bruciati molti originali delle commedie del grande bardo, tra cui anche quella ispirata dal Don Chisciotte. Da allora si perdono le tracce del manoscritto, al punto da insinuare perfino il dubbio che sia mai esistito.
Quarant'anni dopo la prima rappresentazione, nel 1653, uno storico dell'arte racconta di avere visto una copia del "Cardenio" firmata sul frontespizio da Shakespeare e Fletcher. Poi il giallo fa un altro balzo in avanti: nel 1727 il drammaturgo Lewis Theobald sostiene di avere scritto il suo dramma Double falshood (Doppia menzogna) traendo ispirazione dal "Cardenio".
E veniamo al presente. Già nell'ottobre scorso Doran accennò vagamente al "ritrovamento" dell'opera perduta di Shakespeare. L'altro ieri, secondo quanto riporta il quotidiano spagnolo El Mundo, è stato più esplicito: "Siamo riusciti ad autenticare uno dei manoscritti sulla cui veridicità si facevano infinite supposizioni. Siamo riusciti a trovare degli originali affidabili. C'è un indizio molto chiaro. Confrontandolo con la prima edizione in inglese del Don Chisciotte, ci sono alcuni monologhi quasi identici. Shakespeare trascriveva spesso alla lettera dialoghi da testi originali, per esempio con Plutarco". Ma il giallo non verrà chiarito, né il mistero svelato, sino a quando il "Cardenio" ritrovato non andrà in scena, nel 2009.
(25 maggio 2007)
Shakespeare e Cervantes hanno in comune la data della loro morte; i due autori sono considerati tra i più grandi scrittori di tutti i tempi. Harold Bloom sostiene che sia Don Chisciotte sia Amleto siano alla ricerca di qualcosa di indefinito. Amleto risulta ad essere un ambasciatore di morte mentre Don Chisciotte afferma che il fine della sua ricerca è quello di eliminare l' ingiustizia che coincide con la morte; liberare i prigionieri è quindi il modo con cui combatte contro la morte.
RispondiEliminaDon Chisciotte fa parte dei personaggi che eludono l'insopportabile realtà con la follia, che gli concede anche di smascherare l'ottusità, l'intolleranza umane e i pregiudizi. E' impavido e altruista ma la vera pazzia è aver fiducia nella verità e nella giustizia; si considera come un cavaliere di Dio, ma ciò non gli impedisce di continuare a inseguire i capricci della sua volontà. Non va dimenticato che lo squilibrio mentale di Don Chisciotte deriva da una maniacale passione per i libri di cavalleria.
Amleto ha l'animo mutevole; irresoluto e sopraffatto dal male che lo circonda, centrato sull'io pensante non per risoluzioni ma alla ricerca di criteri di giudizio sfuggenti perchè sa che è il pensiero a rendere le cose buone o cattive.
Il Don Chisciotte oltre ad essere una commedia e anche una tragedia, l' opera segna la nascita del romanzo moderno dal poema in prosa medievale. E' considerato da alcuni un testo sacro ( il cavaliere combatte contro gli infedeli) ma non ci è possibile giudicarlo da lontano perchè anche noi ne facciamo parte; possiamo infatti ascoltare i dialoghi tra il cavaliere e Sancio. Non rappresenta una critica all’ordine cavalleresco ma, all' importanza che il potere e i beni materiali avevano nel periodo d'oro della Spagna. L' intento dell' opera era quello di riscoprire i valori veri della vita comandata in quel periodo dal capitalismo.
La follia di don Chisciotte è lo strumento per rifiutare la volgarità e la bassezza del reale, la follia di Amleto è il mezzo attraverso il quale il protagonista, principe di Danimarca, tenta di smascherare la corruzione e l'immoralità della sua corte. Entrambi rappresentano l’eroe moderno, il primo che combatte per la Chiesa il secondo afflitto dal dubbio.
In realtà non esistono né Amleto né Don Chisciotte allo stato puro: queste figure sono soltanto espressioni estreme di due tendenze. Per la vita reale sono aspirazioni irraggiungibili. Non si deve dimenticare che, se in Amleto il principio dell' analisi è spinto fino alla tragicità, nello stesso modo in Don Chisciotte il principio dell' entusiasmo è condotto fino alla comicità: ma nella realtà sia il comico sia il tragico raramente si trovano allo stato puro.
Nel secondo articolo capisco che Shakespeare si è ispirato alle opere di Cervantes per scrivere una suo dramma (Cardenio)presentato solamente due volte al Globe Theatre, distrutto da un incendio pochi giorni dopo. Doran avrebbe ritrovato il testo dell’ opera shakespeariana che è andata in scena nel 2009.
Rubo una frase dal commento della mia compagna "La follia di don Chisciotte è lo strumento per rifiutare la volgarità e la bassezza del reale, la follia di Amleto è il mezzo attraverso il quale il protagonista, principe di Danimarca, tenta di smascherare la corruzione e l'immoralità della sua corte." è questo che io ho amato di queste due opere; seppure ritengo che stabilire che siano i migliori autori occidentali dopo Dante non possa essere del tutto esatto in quanto il piacere della lettura è totalmente una cosa soggettiva, sono sicuramente due opere e due autori di grandissimo rilievo e, a mio parere, la cosa più sbalorditiva delle opere è l'uso di temi che potremmo definire "strani" , come la pazzia, per spiegare e articolare le vicende! La noia e la banalità non appartengono a questi autori, anzi! Vi è sempre un colpo di scena, una faccenda ridicola ma sostanzialmente significativa che non fanno annoiare l'autore e lo fanno rimanere concentrato e a bocca aperte fino all'ultimo!
RispondiEliminaSenza ombra di dubbio Dante può essere ritenuto uno dei più grandi scrittori di sempre; a seguirlo Shakespeare e Cervantes. Questi due ultimi scrittori sono rispettivamente nati il primo nel 1569 e il secondo nel 1547, ma entrambi morti nel 1616. Per Harold Bloom, critico newyorkese insegnante a Yale nato nel 1930, inoltre, i due scrittori hanno avuto la fortuna di vivere in periodi gloriosi per la loro nazione, ovvero quello d’oro spagnolo e quello elisabettiano inglese.
RispondiEliminaSono varie le caratteristiche che accomunano queste due figure, tra cui quelle riguardanti le loro opere principali: Amleto e Don Chisciotte. I protagonisti condividono una certa pazzia e follia; Amleto alla ricerca della vendetta per la morte del padre a seguito della vista dello spettro, Don Chisciotte all’opera di un viaggio per il mondo come cavaliere avventuroso a seguito della lettura di romanzi cavallereschi incomprensibili. La pazzia dell’Amleto permette di vincere la volgarità e la bassezza del reale, mentre la follai del Don Chisciotte porta a riconoscere la corruzione.
Amleto è definito ambasciatore di morte, e come analizzato nei commenti precedenti, l’intera opera omonima ha come filo conduttore la morte, dapprima con lo spettro paterno, poi, a poco a poco, con la morte di tutti i suoi componenti. Don Chisciotte afferma che il fine della sua ricerca è quello di eliminare l' ingiustizia nella sua forma più radicale, il vincolo che tiene prigioniero l' uomo, che è proprio la morte. È quindi con la sua vena cavalleresca e con il tentativo di salvare i personaggi secondari incontrati che combatte la morte.
Analizzando la stesura dell’opera, sembra assente la persona di Shakespeare, tanto da ritenere la collaborazione con altri uomini, mentre se potessimo trovare un terzo personaggio incisivo nel Don Chisciotte, questo sarebbe proprio Cervantes. In entrambi i casi, però, i due personaggi non perdono mai la lucidità di parola, anche nelle situazioni più drammatiche. Amleto con i suoi monologhi, il cavaliere con il suo modo di essere sobrio. Il saggista esprime: “Proprio come Shakespeare non si lascia vincolare dai precisi limiti dei generi drammaturgici, così il Don Chisciotte è tanto una tragedia quanto una commedia.” L’opera di Cervantes non può da noi essere giudicata dall’alto, perché noi stessi ne facciamo parte. È ritenuta la bibbia spagnola.
Entrambi riescono a farci conoscere la natura ultima dell’uomo tra le righe delle storie dei loro personaggi. Sia Amleto che Don Chisciotte sono esempi dell’eroe moderno.
Shakespeare, ispirato dal romanzo dello spagnolo Cervantes, scrisse con la collaborazione di un commediografo, il Cardenio, messo in scena due volte prima di essere stato perduto nell’incendio del Global Theatre, dove l’inglese fu anche co-proprietario. Gregory Doran ritrova questo scritto che è stato rimesso in atto nel 2009.
Personalmente non posso ancora pronunciarmi su quale sia, tra queste due grandi figure della letteratura mondiale, quella che preferisco, dal momento che ho solo una conoscenza parziale del Don Chisciotte. Per il momento, a mio avviso, entrambe sono ricche di eventi inaspettati e alcune volte strani. Se riconosco nell’opera dell’inglese un filo più drammatico, il filone di Cervantes rimane più allegro. L’Amleto è stato veramente una rivelazione per me, che mi ha completamente assorbito nella sua trama e affascinata perché può ancora oggi contemporaneo. Per quanto io ancora conosco del Don Chisciotte, invece, mi è più difficile immaginarlo attuale, ma i libri sono una sorpresa fino all’ultima parola. Dunque non vedo l’ora di concludere anche questo mio viaggio romanzesco intorno al mondo, di certo non noioso, ma avventuroso, in compagnia del Don Chisciotte.
ottimi interventi,molto apprezzabili
RispondiElimina