giovedì 16 ottobre 2014

La Repubblica dell'utopia-ven.7 novembre a Verbania, Teatro Sant'Anna


LA REPUBBLICA DELL’UTOPIA, sera del 15 ottobre 2014, Teatro Galletti di Domodossola.

Per chi come me è nato negli anni ’50,l’infanzia fu vissuta nel sentore d’esser stati generati da una giovane madre, e padre, che s’erano incontrati  nei cuori  giovani ,che avevano ritrovato la speranza con la Liberazione.
Solo sette anni prima, quello che sarebbe diventato mio padre, con altri giovani ventenni o poco più , sfuggiva ai rantolanti , mortiferi comandi di un regime sorto sul culto del teschio a San Sepolcro e destinato allo stesso modo a finirvi.
La corona dei monti prealpini, dallo Zeda e Marona attraverso la Valgrande,fino all’alta Ossola,divennero il baluardo roccioso di questa fuga, di questa r-esistenza. Dall’inospitalità fredda della montagna si apriva  l’unica ospitalità possibile per l’antifascismo militante oppresso.
Nel cuore intimo di quegli anni ,sprazzi di liberazione, di cui Domodossola, qui ,fu il battito più sentito.
A distanza di settantanni ,gli artisti della Brigata Puglisi hanno evocato quel sentore. Quell’emozione passa e ci coinvolge nel corso della rappresentazione proprio qui, nel teatro dove  trovò luogo reale la repubblica utopica dell’Ossola.
La presenza del sindaco Cattrini ,promotore dell’evento ,è sobria, stringata nella presentazione, controcorrente rispetto alle mode del vuoto narcisismo politico contemporaneo. E’ nello stile, potremmo dire,degli intellettuali come Vigorelli ,che per quaranta giorni organizzarono un embrione di nuova civiltà sociale, una piccola città-stato in suolo celtico-lepontino  , dove i fatti non rimanevano svuotati da termini magniloquenti quanto vani.
Ettore Puglisi, già autore-protagonista con la Brigata di “Banditi e partigiani” (Verbania, 2011),poliedrico musicista e cantautore, siciliano cresciuto a Verbania, rivolge inizialmente un omaggio alla sua terra d’origine nella figura dei fratelli Di Dio:come nell’opera precedente, sembra indicarci i l senso di un essere comune italiano ,che nell’emigrazione testimonia l’italianità e anche la sua problematicità. Sfilano al seguito , nella narrazione, le altre guide del coraggio, Superti, Muneghina, Arca, tutti coloro che seppero osare.
La truppa che accompagna Ettore, sono i musicisti  Giorgio Fassi, Roberto Sgaria, Matteo Bernocchi,Luca Maglio,il loro fuoco amico proviene da chitarre,flauti, fisarmoniche, batteria, è canto celebrativo, festoso ed elegiaco di un’epoca dove la canzonetta d’amore ebbe infine la meglio sui trucidi inni di battaglia, sui canti di una gioventù che da trent’anni, dal’14, andava alla morte,”la meglio gioventù la va sottoterra”. Quello sfondo acustico dovette risuonare, variamente,in quella fine estate,ed autunno del’44, farsi poi drammatico,sofferto con la caduta della repubblica:l’audio prende la nostra attenzione, giungendo insieme alla visione.
Le immagini, proiettate da Domiziano Varini, ci portano dentro la scena che nelle piazze, vie, uffici, scuole della città ossolana ,evocava l’ipotesi di un mondo  civile futuro. Vediamo fisionomie che possiamo immaginare con noi, ai giorni nostri.
L'intensa presenza femminile, a cui Ettore si dimostra per natura molto sensibile, esprime un'umanità che si libera da secoli d'oppressione e subalternità,per ingentilire con il proprio carattere la società dell'avvenire. Le attrici Giuliana  Buggin e Olivia Curti, la giovanissima Petra,la collaboratrice alla regia Lorenza Baruffaldi,figure,”personae” delle donne antifasciste e staffette partigiane ,nelle case di pietra,per i sentieri  valligiani e alpestri.
Nello spazio,nel tempo dell'attualità,questa sera a Domodossola,ci   commuoviamo,rimembrando quegli eventi: dopo la festa per il blitz della liberazione,il successivo esodo al ritorno dell'armata nazifascista,allora fotogrammi d'oggi si sovrappongono nella nostra mente ,da Lampedusa a Kobane, neri d'Africa e curdi inseguiti dal terrore con cui miliziani,politici,finanzieri , faccendieri dell'internazionale dell'estorsione,ricattano la loro,la nostra vita di gente con ipotesi di esistenze discrete,fondamentalmente oneste e pacifiche,in cui ciascuno riceva in equa  proporzione di quanto produca.
Nei tempi grami,quando la  follia del crimine palese o mascherato ha il sopravvento,non resta che la solitudine ,come in montagna, come per i partigiani , i fuggiaschi di ogni tempo ed epoca. Ma in montagna si colgono anche fiori, e il “fiore del partigiano”è la stella alpina, la stessa  del caduto della prima guerra ancora trent'anni prima,in Carnia o sul Carso, come in Ossola...e ci sarà sempre una giovane dalla bellezza commovente,che salendo per il sentiero troverà una croce e una stella,in una mattina tersa ed emozionata di un giugno...magari sarà l'unica a vederla,appartata..la stella lanuginosa  con stille di sangue vivo,quella stella che sa dell'amore della ragazza con il partigiano caduto, per parafrasare le toccanti parole e note che il friulano Arturo Zardini espresse un secolo  fa, nei tempi crudeli  della prima grande guerra.
Cos'è infine questa commozione?E'sentore d'orgoglio per quella realizzazione d'allora qui in alto Piemonte e per quelle di tutti i tempi in ogni parte del mondo; è  in alternanza pianto, risentimento,  per la sopraffazione che continua,ritorna, come in un circolo vizioso, ostacolando le repubbliche,le liberazioni,con opzione di dittature aperte o mascherate.....
I presenti, quasi un nucleo raccolto, testimoniano l'affetto e l'idea sempiterna per un mondo migliore, anche nella notte economica della globalizzazione sregolata e micidiale...nella notte ossolana un atomo, una scintilla di r-esistenza, la cui energia si connette a quella di situazioni simili nel mondo.
Dario Varini

5 commenti:

  1. Nel 2014 ricorre il 70° anniversario della repubblica dell' Ossola. Dopo l’8 settembre del 1943, furono molte le zone liberate temporaneamente dai Partigiani nella quale si tentarono esperimenti di governo democratico. Dalla prima di Maschito, provincia di Potenza, Basilicata, autogovernata da civili antifascisti dal 15 settembre 1943 al 5 ottobre dello stesso anno, fino alle più famose di Alba, della Carnia, della Valsesia, delle Langhe, si contano più di venti “Repubbliche Partigiane”, ognuna di grande importanza. Tra tutte però, la Repubblica dell’Ossola, (10 settembre 1944 - 23 ottobre 1944) rivelò da subito un altro peso politico. Questo perché la sua vicinanza con la Svizzera la poneva a stretto contatto col mondo libero della stampa internazionale, dei comitati di liberazione esiliati, e non ultimo dei comandi alleati, pronti a giudicare la capacità degli italiani di riprendere in mano il proprio futuro. Nello spettacolo di Ettore Puglisi, a distanza di settant’anni da quei fatti, una nonna racconta alla nipote curiosa i ricordi, le speranze, le atmosfere di quei “quaranta giorni di libertà”, in una scena accompagnata dalle immagini montate da Domiziano Varini, e dalle musiche eseguite dalla “Brigata Puglisi”. Lontano dal proposito di esprimere giudizi storici su un’esperienza dai risvolti politico militari tanto complicati, lo spettacolo si propone invece di immaginare il sentimento popolare delle persone comuni nei confronti di un esperimento democratico, invero, per molti aspetti, tanto appassionante. Sottolineando nel racconto “Quella forza di sognare oltre ogni limite, sperare aldilà di qualsiasi impedimento”, che è patrimonio di un popolo capace di guardare con fiducia al proprio futuro, lo spettacolo accompagna lo spettatore alla nuda cronaca di quei quaranta giorni che fecero da cornice alla Repubblica dell’Utopia.

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  2. Questa volta il commento riguarda una situazione storica che, come ho potuto notare, lei stesso ha raccontato di suo pugno, inserendovi del personale. Se si pensa alla seconda metà del ‘900 ciò che ovviamente è messo in primo piano è la Seconda Guerra Mondiale e ciò che ne deriva e consegue. Così come lei, uomo degli anni ’50, anche mio padre appartiene a quel decennio, seppur nel suo finire: il periodo, i ricordi sono dunque simili, mentre le testimonianze che derivano dai nonni, uomini di quell’epoca, di quei giovani genitori di cui lei parla, nel mio caso parlano della realtà calabrese. Tengo a dire che uno studio analogo di ricostruzione che è qui riportato sull’intervento della zona piemontese in quegli anni, è stato da me fatto in un approfondimento delle medie concerne la mia zona, quella laveno-lombarda. Nel 2014 tra i vari anniversari, va ricordato il 70° anno della Repubblica dell’Ossola. Durante lo svolgimento della lotta partigiana vi sono varie realtà che mostrano il loro importante intervento di lotta contro il nazi-fascismo, per una società basata sui valori umani e civili, per una vita democratica. Tra le “zone libere” quelle di Montefiorino, Carnia e Alba costituitesi nell’estate 1944. Il desiderio di liberazione è accompagnato da rivolte, scioperi, sabotaggi e guerriglie. Significativo fu l’intervento della Repubblica dell’Ossola (10 settembre 1944 - 23 ottobre 1944), che oltre alle buone azioni politiche-amministrative, indica soluzioni strategiche al movimento partigiano, assecondato anche dalla vicinanza Svizzera. In onore della serata, il sindaco di Domodossola Mariano Cattrini ha anche ricevuto un messaggio dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. All’appuntamento ha partecipato il gruppo musicale Brigata Puglisi, attraverso uno spettacolo interattivo narrativo-musicale di Ettore Puglisi; presente erano anche la nonna, il nipote… L’evento che si ripeterà nel mese di novembre, ha avuto successo già nella sua prima fase. Concludo dicendo che è importante ricordare poiché il presente è frutto della storia.

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  3. Rappresentazione teatrale sicuramente interessante che tratta della Seconda Guerra Mondiale e ciò che ne derivò! Un argomento e periodo storico che a me affascina e interessa moltissimo e verrà rappresentata il 15 ottobre 2014 al Teatro Galletti di Domodossola. E' sempre bello sapere che nel proprio territorio vi sono organizzazioni e eventi di questo tipo; aiutano anche quelli che allora non c'erano ancora a capire cosa avvenne nella nostra zona non solo attraverso i libri di storia e ci fanno tenere vivido il ricordo di ciò che purtroppo accadde anche qui da noi.. per non dimenticare mai le persone che hanno sofferto e lottato per il nostro paese! un semplice grazie non basterà mai

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    1. correggo, è stata presentata a Domodossola e verrà presentata venerdì 7 novembre a Verbania al Teatro Sant'Anna!

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  4. "Li ringrazi per me? Sono sempre onorato dall'attenzione dei giovani, loro sono quel futuro che noi non vedremo, l'opportunità quindi di dialogare con loro è un grande privilegio. Un abbraccio!"
    Ettore Puglisi vi invita venerdì 7 novembre, di sera, o sabato 8 al pomeriggio, al Teatro Sant'Anna di Verbania.

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