sabato 15 marzo 2014

A Milano, spazio Oberdan:Iziz Bidermanas, foto da Israele


Iziz crede di riconoscere Anna Frank nella ragazza con l'alberello...

4 commenti:

  1. Nato a Marijampole in Lituania, nella Russia zarista, Izis Bidermanas (1911-1980) scappa negli Anni Trenta dalla miseria della sua terra per raggiungere la ‘Parigi dei sogni’, capitale dei pittori e degli Impressionisti. Da qui, durante la guerra, è costretto a rifugiarsi con la famiglia nella regione del Limousin. Dopo la liberazione di Limoges, nel ‘44 si arruola nelle Forze Francesi dell’Interno (FFI), affascinato dai giovani della Resistenza, dei quali realizza straordinari ritratti fotografici.

    Finita la guerra ritorna a Parigi, dove prosegue la sua attività di ritrattista fotografando artisti, poeti, scrittori e pittori che animano la vita culturale della città. Nel 1953 pubblica il libro “Paradiso terrestre”, realizzato con Colette, in cui i suoi scatti traducono in immagini le parole della scrittrice, la quale descrive i luoghi che amava frequentare prima di essere immobilizzata dalla malattia, come i Désert de Retz o il giardino zoologico di Clères.

    Dal 1949 inizia a lavorare per Paris Match, collaborando fin dal primo numero come specialista del ritratto, e rimane nella rivista per vent’anni, rivelandosi un reporter atipico, dell’anti-avvenimento, fotografo dei soggetti più improbabili. A quel periodo risalgono le sue fotografie di Marc Chagall al lavoro, rare testimonianze della sua preziosa capacità di riuscire a cogliere l’animo e l’ispirazione che muovono gli artisti durante la creazione. Nel 1969 dedica un’intera opera, “Le Monde de Chagall”, all’amico pittore.

    E’ soprattutto, però, il ‘sogno’ di Parigi che Izis non smette di cercare nelle sue fotografie, tra i quartieri popolari, le rive della Senna e le fiere. Nelle tre opere “Paris des revês” (1950), “Grand Bal du printemps” (1951) e “Paris des poètes” (1977), delinea l’immagine di una città eterna e astorica.

    Nel 1952 pubblica “Charmes de Londres”, frutto della sua fuga in Inghilterra con Jacques Prévert e l’anno successivo “The Queen’s People”, sull’incoronazione della Regina Elisabetta II. Nel 1955 realizza “Israël” e dieci anni più tardi “Le Cirque d’Izis”, la migliore opera della sua ricca bibliografia, che rivela la sua passione per il mondo circense.

    FONTI PRESE DA INTERNET


    Per quanto riguarda la foto con la ragazzina e l'albero, in effetti sembra esserci una certa somiglianza... bisognerebbe fare un confronto con delle date.

    RispondiElimina
  2. Izis Bidermanas (1911-1980), è uno dei grandi fotografi umanisti del secolo scorso, poeta dell’immagine, ritrattista e reporter. Oggi è in corso una mostra a Milano dove vengono esposte oltre 140 fotografie curate dal figlio Manuel Bidermanas. Traendo dei cenni biografici Izis nacque nell’attuale Lituania, un tempo condizionata dal razzismo russo. È proprio grazie alle guerre che quest’uomo è oggi noto. Infatti scappato durante il 1930 circa si stabilisce con la famiglia in Francia, nazione dove è entrato in contatto con artisti impressionisti. Nel 1944 si arruola con le FFI scattando, testimoniando e tramandando fotografie originali di quanto accaduto. Inutile proseguire elencando per enumerazione i vari successi ottenuti nel corso degli anni nella sua gloriosa carriera. Infatti il fulcro del nostro articolo sta proprio nelle fotografie scattate e dal valore che oggi anno. In particolare l’ultima immagine può avere dei segni di collegamento con Anna Frank. Mi voglio soffermare su tale persona. Nata a Francoforte sul Meno il 12 giugno 1929 morì a Bergen-Belsen nel marzo 1945. È diventata emblema della Shoah per il suo diario scritto nel periodo in cui lei e la sua famiglia si nascondevano dai nazisti nei Paesi Bassi. La famiglia partecipò anche alla Prima Guerra Mondiale a sostegno tedesco, per poi allontanarsi dalla loro patria aprendo ad Amsterdam una ditta producente pectina e sale. Il 10 maggio 1940,l'esercito tedesco invase l'Olanda. I Frank furono costretti a sottostare alle leggi razziali. Il 12 giugno 1942, Anne ricevette per il suo tredicesimo compleanno un quadernino a quadretti bianco e rosso, sul quale inizierà a scrivere il Diario. Meno di un mese dopo, il 6 luglio 1942 dovette nascondersi con la famiglia in un nascondiglio con altre otto persone. I clandestini erano aiutati da persone esterne quasi tutti collaboratori nelle ditte del padre di Anne. Il 4 agosto 1944 gli SS fanno irruzione a seguito di una segnalazione, probabilmente di Willem Van Maaren, che viene definito dalla scrittrice stessa uomo poco affidabile. Gli amici di famiglia che già in precedenza gli avevano aiutati tornano prima della perquisizione per mettere al sicuro più materiale possibile, compreso il diario. Il 3 settembre 1944vennero caricati sull'ultimo treno merci in partenza per Auschwitz, dove giunsero tre giorni dopo. La madre morì di inedia ad Auschwitz-Birkenau il 6 gennaio 1945. Margot e Anna passarono un mese ad Auschwitz-Birkenau e vennero poi spedite a Bergen-Belsen, dove morirono di tifo esantematico nel marzo 1945, solo tre settimane prima della liberazione del campo. Solo il padre si salvò e torno dopo tre mesi di viaggio ad Amsterdam, dove si dedicò alla pubblicazione del diario nel 1947 con il titolo di Het Achterhuis ("L'alloggio segreto" in olandese). Inizialmente nel diario descrive la sua vita, la propria famiglia ed i propri amici, e del ragazzo di cui si innamorò nonché appunto la sua vocazione a diventare un giorno scrittrice affermata di racconti. Durante l'inverno del 1944, le capitò di ascoltare una trasmissione radio di Gerrit Bolkestein, membro del governo Olandese in esilio, il quale diceva che, una volta terminato il conflitto, avrebbe creato un registro pubblico delle oppressioni sofferte dalla popolazione del Paese sotto l'occupazione nazista. Menzionò la pubblicazione di lettere e diari, cosa che spinse Anna a riscrivere sotto altra forma, e con diversa prospettiva, il proprio. Esistono quindi tre versioni del diario. Mi sono soffermata molto su Anna Frank poiché leggendo dei tratti del diario (vorrei leggerlo tutto e mi riprometto di farlo), sono rimasta veramente colpita e commossa. Non so se la fotografia ritragga proprio la ragazza, in quanto sarebbe veramente una coincidenza tremenda. In analogia vi sono il taglio di capelli, il profilo corporeo, anche se in questa foto l’orologio che ha al polso è diversa da quello che invece ha in tutte le altre immagini e sinceramente non so quanti orologi potesse avere una bambina-adolscente del tempo.

    RispondiElimina
  3. Il riconoscimento è come in un sogno..ovviamente la povera Anna non aveva avuto possibilità di riparare in Israele..in un sogno si può pensare che fosse stato possibile, ed una ragazza ebraica che un pò le assomiglia evoca questa speranza..

    RispondiElimina
  4. Izraël Bidermanas nasce in Lituania, nella Russia zarista, il 17 gennaio 1911. Frequenta la scuola ebraica locale, dove i suoi compagni lo soprannominano “il sognatore”. Nonostante suo padre lo spinga a lavorare come falegname, diventa apprendista fotografo. La pittura lo appassiona e a sedici anni lascia la sua città per andare a lavorare in altre città della Lituania. Nel 1930 scappa dalla miseria della sua terra per raggiungere la "Parigi dei sogni dove lavora come stampatore e impiegato in diversi studi fotografici. Da qui, durante la guerra, è costretto a rifugiarsi, con la prima moglie e il figlio Manuel, nella regione del Limousin. Finita la guerra ritorna a Parigi, dove prosegue la sua attività di ritrattista, fotografando artisti, poeti, scrittori e pittori che animano la vita culturale della città. Nel 1946, dopo il divorzio, si risposa. Muore a Parigi nella sua casa di rue Henri-Pape, il 16 maggio 1980.
    Artista poco conosciuto al grande pubblico, ma con un posto di diritto in tutte le storie della fotografia e presente nelle maggiori collezioni pubbliche e private internazionali, con la sua opera Izis ha conciliato la professione di fotografo con una intensa ricerca personale. Nei dieci libri attraverso i quali ha orchestrato il suo lavoro si disegna il ritratto di un artista affascinante, segnato dalla difficoltà dell’esilio e dalla guerra. Di natura puramente poetica, la sua fotografia è intuitiva e, tra i fotografi umanisti, è colui che più si è allontanato dalla realtà per entrare nel sogno, grazie all'uso sapiente della luce e alla particolare sensibilità alle atmosfere.
    Il fotografo chiede di riconoscere Anna Frank nella foto, personalmente non so se sia veramente lei; bisognerebbe fare un confronto con altre foto.

    RispondiElimina