Durante le vacanze abbiamo letto "La chanson de Roland" un poema francese; in classe abbiamo invece parlato del "El cantar de Mio Cid" un poema epico spagnolo formato da 3733 versi, di un autore anonimo e risalente circa al 1140. Rodrigo Díaz conte di Bivar è stato un condottiero spagnolo, meglio conosciuto come El Cid Campeador o Mio Cid. El Cid significa signore mentre Campeador significa "campione", vincitore nel combattimento giudiziario o duello. Rodrigo fu un nobile castigliano, un guerriero e una figura leggendaria della Reconquista spagnola. Fu signore di Valencia dal 1094 fino all'anno della sua morte. Inizialmente Rodrigo viene accusato ingiustamente di essersi appropriato dei tributi dovuti ad Alfonso VI, re di Spagna, e da questo viene mandato in esilio. Successivamente era riuscito a conquistare molte terre suscitando invidia e rancore alle altre persone che, ovviamente desideravano la sua ricchezza. Sempre per compito dovevamo trovare il torto fatto a El Cid da parte degli infanti di Carrion; questi ultimi hanno abbandonato le figlie di Rodrigo, che si dovevano sposare, nel bosco in preda alle belve feroci. Le due donne vengono poi salvate da Felez Munoz nipote del Cid che, sfida gli infanti a duello e li uccide. Il poema si conclude con El Cid che riottiene le sue terre, mentre le figlie si sposano con due uomini con un nobile carattere. Abbiamo letto un altro brano dove si parlava di una riunione tra El Cid e Re Alfonso VI. I temi fondamentali sono, oltre alle gesta eroiche dei combattenti, il senso dell' onore e della giustizia, la fedeltà e la lealtà del cavaliere verso il proprio signore e il proprio sovrano e la fede in Dio.
La testimonianza più nota dell’influenza della chanson francese nell’epica spagnola è il poema “Cantar del mio Cid”. È un’opera epica anonima risalente al 1140 circa ed è stato per molto tempo considerato impropriamente il primo documento letterario in spagnolo. Fu diffuso da giullari e poeti erranti che si spostavano di luogo in luogo. Il poema si conserva in un unico manoscritto del XIV secolo custodito attualmente a Madrid nella Biblioteca Nacional de España, nel quale compare la data del 1207, che potrebbe essere quella del manoscritto originale, e il nome di Per Abbat. Le incertezze sull'identità del suo autore hanno dato a varie ipotesi. Tra queste se ne sono distinte tre: la composizione risalirebbe a un periodo tra la fine del XII secolo e l'inizio del XIII per mano di un unico autore, forse un poeta colto, che potrebbe essere stato un ecclesiastico originario della località di Burgos; il Cantar sarebbe stato composto nel XII secolo da due anonimi giullari; secondo i recenti studi il poema risalirebbe al 1095 e sarebbe l'opera di propaganda politica di un poeta appartenente alla corte valenciana. Sul ruolo di Per Abbat si distinguono le ipotesi degli "individualisti", secondo cui egli sarebbe l'autore originale del poema, e quelle dei "neotradizionalisti", secondo cui sarebbe un semplice amanuense che ha copiato uno scritto dell'autore originale. Il poema è composto da 3733 versi che narrano le vicende del Cid, al secolo Rodrigo Díaz de Vivar, un nobile castigliano che conquistò Valencia nel 1094. È diviso in tre parti: l'esilio, le nozze e l'oltraggio. Nella prima parte si parla di Don Rodrigo Díaz che viene accusato ingiustamente di essersi appropriato dei tributi dovuti ad Alfonso VI re di Spagna e da questi viene quindi inviato in esilio. Il Cid parte insieme ad alcuni fidati compagni e arrivato a Burgos si accampa presso il torrente Arlanzón. Per ottenere denaro egli invia un suo messo da due ebrei che gli concedono il prestito in cambio di due cofani che egli dichiara essere pieni d'oro come garanzia, ma che sono invece pieni di sabbia. È poi obbligato ad abbandonare al monastero di San Pedro de Cardeña, con la protezione dell'abate, la moglie Jimena e le figlie, Elvira e Sol per dedicarsi alla battaglia contro i Mori dove conquista moltissimi territori da Teruel a Saragozza. Ottenuto un ricco bottino egli manda al re la parte legittima. Il Cid continua la sua marcia e, arrivato a Barcellona, dopo aver combattuto e vinto il Conte della città, lo fa prigioniero ma in seguito lo rimette cavallerescamente in libertà. Il poema prosegue poi con la conquista di Valencia e il ritorno della sua famiglia, come ricompensa da parte del re. Alla corte di Alfonso, però, i conti Don Diego e Don Fernando, infanti di Carrion e il conte Don Garcia (nemico di Cid), invidiosi, per ottenere fama e ricchezza decidono di sposare le figlie del Cid, il quale pur non essendone convinto accetta per non dispiacere al re. Nell’ultima parte gli infanti disprezzano talmente tanto il Cid che decidono di maltrattare e abbandonare le loro spose. Il Cid, per vendicarsi, chiede e riesce a convocare con l’aiuto del re (che lo tratta come un suo pari) le Cortes a Toledo dove ottiene che i due infanti restituiscano tutto ciò che hanno ricevuto in regalo per il matrimonio. Inoltre a seguito alla vittoria dei due compagni del Cid nel duello contro i due avidi infanti i matrimoni vengono annullati e le figlie si risposeranno con i re di Navarra e Aragona.
Possiamo dunque notare che il protagonista da uomo in esilio e quindi in una pessima situazione ne esce vittorioso, con fama e ricchezza. Pur non avendolo letto trovo delle affinità con la Chanson de Roland, opera francese: prima di tutto la figura del re che ha un ottimo rapporto, anche affettivo per un suo combattente (Orlando e Cid), la battaglia e la guerra, il tradimento e la rivendicazione. Dalla lettura dell’opera francese e dalla ricerca sull’opera spagnola posso dire che sono entrambe due poemi interessanti e piacevoli da leggere e conoscere.
In classe recentemente abbiamo messo a confronto un’ opera letteraria da noi conosciuta e letta come “ La canzone di Orlando o la Chanson de Roland” . Come il poema epico francese quello spagnolo “El cantar de Mio Cid” parla delle gesta di un personaggio che possiamo definire eroe, in uno è Orlando mentre in quello iberico è condottiero Rodrigo Díaz de Vivar. Queste due opere non sono state scritte nello stesso periodo ma a cavallo di decenni e vengono scritte su temi diversi e luoghi diversi, ma comunque si riesce a metterli a confronto. Il Poema del mio Cid (in spagnolo Poema o Cantar de mio Cid) è un poema epico anonimo risalente al 1140 circa ed è stato per molto tempo considerato impropriamente il primo documento letterario in spagnolo. Racconta le gesta del condottiero Rodrigo Díaz de Vivar, meglio conosciuto come El Cid. Fu diffuso da giullari e poeti erranti che si spostavano di luogo in luogo. Il poema si conserva in un unico manoscritto del XIV secolo custodito attualmente a Madrid nella Biblioteca Nacional de España, nel quale compare la data del 1207, che potrebbe essere quella del manoscritto originale, e il nome di Per Abbat.
Il Poema del mio Cid è un poema epico anonimo risalente al 1140 circa ed è stato per molto tempo considerato impropriamente il primo documento letterario in spagnolo.Racconta le gesta del condottiero Rodrigo Díaz de Vivar, meglio conosciuto come El Cid. Fu diffuso da giullari e poeti erranti che si spostavano di luogo in luogo.
Il poema è composto da 3733 versi e manca di un foglio all'inizio e di due fogli al centro. La trama si sviluppa attorno alle vicende del Cid, al secolo Rodrigo Díaz de Vivar, un nobile castigliano che conquistò Valencia nel 1094. È diviso in tre parti: l'esilio, le nozze e l'oltraggio;
"Il canto dell'esilio", dove sono raccontate le avventure dell'eroe durante il periodo del suo esilio, in cui si ritrova obbligato ad abbandonare la moglie e le figlie nel monastero di San Pedro per dedicarsi alla battaglia contro i Mori e il conte di Barcellona.
"Il canto delle nozze" che racconta la conquista di Valencia per merito delle truppe del Cid e le nozze delle figlie con i principi di León, i quali accettano la proposta del re Alfonso VI solo per arricchirsi con i possedimenti del Cid, poiché le promesse spose non appartenevano ad un alto rango sociale ma a una classe media, composta da "infanzones" o "hidalgos".
"Il canto dell'affronto" inizia con l'episodio centrale del poema: i principi, che si ritrovano ridicolizzati a Valencia a causa della loro codardia, del disprezzo che provano nei confronti del Cid e delle sue figlie, arrivano al punto di maltrattare e abbandonare le loro spose, dando l'ultima dimostrazione della loro cattiveria e avidità. Il Cid si vendica di loro vincendo un processo effettuato nella corte, ottiene l'annullamento dei matrimoni e nuove nozze per le figlie con i re di Navarra e Aragona. In questo modo, l'eroe che parte da una situazione pessima a causa di un esilio che lo disonorava, arriva ad essere famoso e ricco recuperando l'onore perduto.
Durante le vacanze estive abbiamo letto il poema epico francese: La canzone di Orlando. Nello stesso periodo circa è stato scritto anche: Il Poema del mio Cid (in spagnolo Poema o Cantar de mio Cid) è un poema epico spagnolo, anonimo risalente al 1140 circa. Racconta le gesta del condottiero Rodrigo Díaz de Vivar, meglio conosciuto come El Cid. Fu diffuso da giullari e poeti erranti che si spostavano di luogo in luogo. Il poema è composto da 3733 versi e manca di un foglio all'inizio e di due fogli al centro. La trama si sviluppa attorno alle vicende del Cid, al secolo Rodrigo Díaz de Vivar, un nobile castigliano che conquistò Valencia nel 1094. È diviso in tre parti: l'esilio, le nozze e l'oltraggio.
Come ha già detto Ester ecco il torto che ha ricevuto El Cid: Gli infanti hanno abbandonato le figlie di Rodrigo, che si dovevano sposare, nel bosco in preda alle belve feroci. Le due donne vengono poi salvate da Felez Munoz nipote del Cid che, sfida gli infanti a duello e li uccide.
El cantar del mio Cid è un poema letterario analogo alla francese "canzone di rolando" risalente al 1140 circa. Le incertezze sull'identità del suo autore hanno dato vita ad una vasta letteratura sulle origini del poema. Il poema è composto da 3733 versi e manca di un foglio all'inizio e di due fogli al centro. La trama si sviluppa attorno alle vicende del Cid, al secolo Rodrigo Díaz de Vivar, un nobile castigliano che conquistò Valencia nel 1094. È diviso in tre parti: l'esilio, le nozze e l'oltraggio. Il poema ha un carattere realista che era poco comune nei poemi epici: ad esempio, vengono citate le cifre dei morti in battaglia, una caratteristica più da cronaca storica che da epica. Si riflette la necessità di guadagnarsi la vita ogni giorno, non ci sono gli elementi magici tipici della tradizione cavalleresca europea e solamente in una occasione interviene la divinità. Si può notare anche un ritratto psicologico dei personaggi, soprattutto per quel che riguarda il protagonista e i suoi avversari, i principi di León, che appaiono sempre uniti. Il Cid è un vassallo leale che incarna il massimo grado di civiltà nella società del suo tempo, è generoso ed è un buon padre di famiglia. Quest'ultimo aspetto di vita familiare gli conferisce un lato umano che completa il suo ritratto e permette ai lettori d'identificarsi in lui. Oltre a ciò esistono altre opere riguardanti El Cid (letteralmente "il signore") come ad esempio quella inspirata a Rodrigo Diaz conte di Bivar dalla quale è stato tratto un omonime film di Anthony Mann nel 1961. Questo è l'indirizzo per visualizzare il film appena citato per chi possa interessare http://www.cineblog01.net/el-cid-1961/
Credo che sia stato già detto tutto dai compagni che mi hanno preceduto, ma scriverò qualcosa anch'io. La "Chanson de Roland" è un poema risalente alla seconda metà dell'XI secolo, è una chanson de geste appartenente al periodo carolingio. Più o meno nello stesso periodo è stato scritto un altro poema epico di grande importanza: "Cantar de Cid"; una cosa che accomuna i due poemi è l'autore, ovvero non si è riusciti a risalire agli autori delle opere forse anche perchè poco importava chi li avesse scritti, difatti i poemi venivano cantati nelle piazze. Il protagonista di questo poema è Rodrigo Dìaz de Vivar, chiamato anche "el Cid". "Il canto dell'esilio" è la prima delle tre parti dove sono raccontate le avventure dell'eroe durante il periodo del suo esilio, in cui si ritrova obbligato ad abbandonare la moglie e le figlie nel monastero di San Pedro per dedicarsi alla battaglia contro i Mori. Don Rodrigo Díaz viene accusato ingiustamente di essersi appropriato dei tributi dovuti ad Alfonso VI re di Spagna e da questi viene quindi inviato in esilio. Lasciata la sua terra e la sua casa, il Cid parte con alcuni compagni di cui si fidava. Arrivato a Burgos si accampa. Si reca al monastero di San Pedro dove sono rifugiate la moglie e le figlie. Dopo essersi divisi con sofferenza, varca il confine e comincia a combattere contro i Mori conquistando moltissimi territori da Teruel a Saragozza. Ottenuto un ricco bottino egli manda al re la parte legittima "trenta cavalli tutti con sella e con bei finimenti". Il re accetta e, pur non revocando la condanna, consente che "i sudditi vadano in aiuto del Cid". Egli continua la sua marcia e arriva a barcellona. LE NOZZE: Dopo aver sottomesso Valencia invia al re una gran parte del bottino ottenuto chiedendogli di inviargli la moglie con le figlie e il re accetta. Il Sid è molto contento e mostra alla famiglia i territori conquistati. Per riconoscenza egli dona duecento cavalli al re che accetta notando le virtù del Cid. Ma alla corte di Alfonso i Conti Don Diego e Don Fernando provano una grande invidia. Per poter ottenere fama e ricchezza, i due infanti manifestano al re Alfonso il desiderio di sposare le figlie del Cid. Il re approva e fissa un incontro con il Cid per discutere. Il Cid per non dispiacere al re concede la mano delle figlie che si sposano con una grande cerimonia. L'OLTRAGGIO: i principi dal disprezzo che provano nei confronti del Cid e delle sue figlie, arrivano al punto di maltrattare e abbandonare le loro spose, dando l'ultima dimostrazione della loro cattiveria e avidità. Il Cid si vendica di loro vincendo un processo effettuato nella corte, ottiene l'annullamento dei matrimoni e nuove nozze per le figlie con i re di Navarra e Aragona. In questo modo, l'eroe che parte da una situazione pessima a causa di un esilio che lo disonorava, arriva ad essere famoso e ricco recuperando l'onore perduto. Alla corte del Cid, dove regna il valore del coraggio, i due conti si rodono dalla rabbia e meditano vendetta. Fingendo di voler far vedere i loro possedimenti si mettono in viaggio con le loro spose per Carrion, ma, giunti in un fitto bosco, le flagellano a sangue e le abbandonano seminude. Esse riescono a ritornare dal il padre che chiede giustizia al re. Don Alfonso convoca le Cortes a Toledo e ordina l'inizio del processo. Prima viene ordinato che i due infanti restituiscano tutto quello che hanno ricevuto dal Cid. Vengono ascoltate le accuse e alla fine avviene il duello fra tre valorosi compagni del Cid da una parte e i due infanti e Asur Gonzales, che si era presentato come il loro campione, dall'altra. Il duello è vinto dai campioni del Cid con grande umiliazione degli infanti. Dopo il duello arrivano due sconosciuti cavalieri che chiedono per il principe di Navarra e il principe di Aragona, la mano delle figlie del Cid. Il Cid accetta e avviene così un nuovo matrimonio che diventano due regine.
In questo primo periodo di scuola in classe abbiamo parlato appunto de “El cantar de Mio Cid”, un poema lirico iberico … da quando lei ci ha parlato in classe di questo poema mi è parso subito molto interessante e istruttivo.. Il poema narra fatti fondati sulla realtà storica, anche se molto romanzati,e si compone di tre canzoni (cantares):la canzone dell’esilio (El cantar del destierro),la canzone delle nozze (El cantar de las bodas) e la canzone dell’oltraggio di Corpes (El cantar de la afrenta de corpes). Nella prima parte Rodrigo Diaz (El Cid Campeador), vassallo del re, viene accusato da cortigiani maligni di essersi appropriato di una parte dei tributi dovuti dai mori ad Alfonso VI. Esiliato dal re,lascia la moglie Jimena e le figlie Elvira e Sol nel monastero di Gardena e vaga per la Spagna con un gruppo di amici fidati, compiendo imprese a danno dei mori fino alla riconquista di Valencia. Nella seconda parte le sue figlie vanno in spose agli infanti di Càrion, due uomini senza scrupoli, che, umiliati dal Cid durante una festa di corte, nella terza parte del poema, decidono di vendicarsi oltraggiando le loro spose e lasciandole in preda alle belve feroci. Le due donne vengono poi salvate da Felez Munoz nipote del Cid, il quale sfida i due infanti a duello e li uccide. Il poema si conclude con il Cid che riottiene le sue terre, mentre le figlie vanno in spose ad altri due infanti di più nobile carattere.
La storia, a me personalmente, piace molto, soprattutto perché ha degli importanti valori morali, come: - il senso dell’onore e della giustizia; - la fedeltà e la lealtà del cavaliere verso il proprio signore e il proprio sovrano; - la fede in Dio
È paragonabile alla chanson de roland per alcuni punti: anche questa narra la difesa della cristianità occidentale contro gli arabi invasori; anche di questo testo non si conosce con sicurezza l'autore; probabilmente si trattava di un cantore girovago vissuto nel XII secolo, cinquant’anni dopo la morte del Cid; anche i valori morali sono praticamente gli stessi!
Durante le vacanze abbiamo letto "La chanson de Roland" un poema francese; in classe abbiamo invece parlato del "El cantar de Mio Cid" un poema epico spagnolo formato da 3733 versi, di un autore anonimo e risalente circa al 1140. Rodrigo Díaz conte di Bivar è stato un condottiero spagnolo, meglio conosciuto come El Cid Campeador o Mio Cid. El Cid significa signore mentre Campeador significa "campione", vincitore nel combattimento giudiziario o duello. Rodrigo fu un nobile castigliano, un guerriero e una figura leggendaria della Reconquista spagnola. Fu signore di Valencia dal 1094 fino all'anno della sua morte. Inizialmente Rodrigo viene accusato ingiustamente di essersi appropriato dei tributi dovuti ad Alfonso VI, re di Spagna, e da questo viene mandato in esilio. Successivamente era riuscito a conquistare molte terre suscitando invidia e rancore alle altre persone che, ovviamente desideravano la sua ricchezza. Sempre per compito dovevamo trovare il torto fatto a El Cid da parte degli infanti di Carrion; questi ultimi hanno abbandonato le figlie di Rodrigo, che si dovevano sposare, nel bosco in preda alle belve feroci. Le due donne vengono poi salvate da Felez Munoz nipote del Cid che, sfida gli infanti a duello e li uccide. Il poema si conclude con El Cid che riottiene le sue terre, mentre le figlie si sposano con due uomini con un nobile carattere. Abbiamo letto un altro brano dove si parlava di una riunione tra El Cid e Re Alfonso VI. I temi fondamentali sono, oltre alle gesta eroiche dei combattenti, il senso dell' onore e della giustizia, la fedeltà e la lealtà del cavaliere verso il proprio signore e il proprio sovrano e la fede in Dio.
RispondiEliminaLa testimonianza più nota dell’influenza della chanson francese nell’epica spagnola è il poema “Cantar del mio Cid”. È un’opera epica anonima risalente al 1140 circa ed è stato per molto tempo considerato impropriamente il primo documento letterario in spagnolo. Fu diffuso da giullari e poeti erranti che si spostavano di luogo in luogo. Il poema si conserva in un unico manoscritto del XIV secolo custodito attualmente a Madrid nella Biblioteca Nacional de España, nel quale compare la data del 1207, che potrebbe essere quella del manoscritto originale, e il nome di Per Abbat. Le incertezze sull'identità del suo autore hanno dato a varie ipotesi. Tra queste se ne sono distinte tre: la composizione risalirebbe a un periodo tra la fine del XII secolo e l'inizio del XIII per mano di un unico autore, forse un poeta colto, che potrebbe essere stato un ecclesiastico originario della località di Burgos; il Cantar sarebbe stato composto nel XII secolo da due anonimi giullari; secondo i recenti studi il poema risalirebbe al 1095 e sarebbe l'opera di propaganda politica di un poeta appartenente alla corte valenciana. Sul ruolo di Per Abbat si distinguono le ipotesi degli "individualisti", secondo cui egli sarebbe l'autore originale del poema, e quelle dei "neotradizionalisti", secondo cui sarebbe un semplice amanuense che ha copiato uno scritto dell'autore originale. Il poema è composto da 3733 versi che narrano le vicende del Cid, al secolo Rodrigo Díaz de Vivar, un nobile castigliano che conquistò Valencia nel 1094. È diviso in tre parti: l'esilio, le nozze e l'oltraggio. Nella prima parte si parla di Don Rodrigo Díaz che viene accusato ingiustamente di essersi appropriato dei tributi dovuti ad Alfonso VI re di Spagna e da questi viene quindi inviato in esilio. Il Cid parte insieme ad alcuni fidati compagni e arrivato a Burgos si accampa presso il torrente Arlanzón. Per ottenere denaro egli invia un suo messo da due ebrei che gli concedono il prestito in cambio di due cofani che egli dichiara essere pieni d'oro come garanzia, ma che sono invece pieni di sabbia. È poi obbligato ad abbandonare al monastero di San Pedro de Cardeña, con la protezione dell'abate, la moglie Jimena e le figlie, Elvira e Sol per dedicarsi alla battaglia contro i Mori dove conquista moltissimi territori da Teruel a Saragozza. Ottenuto un ricco bottino egli manda al re la parte legittima. Il Cid continua la sua marcia e, arrivato a Barcellona, dopo aver combattuto e vinto il Conte della città, lo fa prigioniero ma in seguito lo rimette cavallerescamente in libertà. Il poema prosegue poi con la conquista di Valencia e il ritorno della sua famiglia, come ricompensa da parte del re. Alla corte di Alfonso, però, i conti Don Diego e Don Fernando, infanti di Carrion e il conte Don Garcia (nemico di Cid), invidiosi, per ottenere fama e ricchezza decidono di sposare le figlie del Cid, il quale pur non essendone convinto accetta per non dispiacere al re. Nell’ultima parte gli infanti disprezzano talmente tanto il Cid che decidono di maltrattare e abbandonare le loro spose. Il Cid, per vendicarsi, chiede e riesce a convocare con l’aiuto del re (che lo tratta come un suo pari) le Cortes a Toledo dove ottiene che i due infanti restituiscano tutto ciò che hanno ricevuto in regalo per il matrimonio. Inoltre a seguito alla vittoria dei due compagni del Cid nel duello contro i due avidi infanti i matrimoni vengono annullati e le figlie si risposeranno con i re di Navarra e Aragona.
RispondiEliminaPossiamo dunque notare che il protagonista da uomo in esilio e quindi in una pessima situazione ne esce vittorioso, con fama e ricchezza. Pur non avendolo letto trovo delle affinità con la Chanson de Roland, opera francese: prima di tutto la figura del re che ha un ottimo rapporto, anche affettivo per un suo combattente (Orlando e Cid), la battaglia e la guerra, il tradimento e la rivendicazione. Dalla lettura dell’opera francese e dalla ricerca sull’opera spagnola posso dire che sono entrambe due poemi interessanti e piacevoli da leggere e conoscere.
RispondiEliminaIn classe recentemente abbiamo messo a confronto un’ opera letteraria da noi conosciuta e letta come “ La canzone di Orlando o la Chanson de Roland” . Come il poema epico francese quello spagnolo “El cantar de Mio Cid” parla delle gesta di un personaggio che possiamo definire eroe, in uno è Orlando mentre in quello iberico è condottiero Rodrigo Díaz de Vivar. Queste due opere non sono state scritte nello stesso periodo ma a cavallo di decenni e vengono scritte su temi diversi e luoghi diversi, ma comunque si riesce a metterli a confronto.
RispondiEliminaIl Poema del mio Cid (in spagnolo Poema o Cantar de mio Cid) è un poema epico anonimo risalente al 1140 circa ed è stato per molto tempo considerato impropriamente il primo documento letterario in spagnolo. Racconta le gesta del condottiero Rodrigo Díaz de Vivar, meglio conosciuto come El Cid. Fu diffuso da giullari e poeti erranti che si spostavano di luogo in luogo.
Il poema si conserva in un unico manoscritto del XIV secolo custodito attualmente a Madrid nella Biblioteca Nacional de España, nel quale compare la data del 1207, che potrebbe essere quella del manoscritto originale, e il nome di Per Abbat.
Tommaso Paris
Il Poema del mio Cid è un poema epico anonimo risalente al 1140 circa ed è stato per molto tempo considerato impropriamente
RispondiEliminail primo documento letterario in spagnolo.Racconta le gesta del condottiero Rodrigo Díaz de Vivar,
meglio conosciuto come El Cid. Fu diffuso da giullari e poeti erranti che si spostavano di luogo in luogo.
Il poema è composto da 3733 versi e manca di un foglio all'inizio e di due fogli al centro. La trama si sviluppa attorno
alle vicende del Cid, al secolo Rodrigo Díaz de Vivar, un nobile castigliano che conquistò Valencia nel 1094.
È diviso in tre parti: l'esilio, le nozze e l'oltraggio;
"Il canto dell'esilio", dove sono raccontate le avventure dell'eroe durante il periodo del suo esilio, in cui si
ritrova obbligato ad abbandonare la moglie e le figlie nel monastero di San Pedro per dedicarsi alla battaglia
contro i Mori e il conte di Barcellona.
"Il canto delle nozze" che racconta la conquista di Valencia per merito delle truppe del Cid e le nozze delle figlie
con i principi di León, i quali accettano la proposta del re Alfonso VI solo per arricchirsi con i possedimenti del Cid,
poiché le promesse spose non appartenevano ad un alto rango sociale ma a una classe media, composta da "infanzones"
o "hidalgos".
"Il canto dell'affronto" inizia con l'episodio centrale del poema: i principi, che si ritrovano ridicolizzati a Valencia
a causa della loro codardia, del disprezzo che provano nei confronti del Cid e delle sue figlie,
arrivano al punto di maltrattare e abbandonare le loro spose, dando l'ultima dimostrazione della loro cattiveria
e avidità. Il Cid si vendica di loro vincendo un processo effettuato nella corte,
ottiene l'annullamento dei matrimoni e nuove nozze per le figlie con i re di Navarra e Aragona.
In questo modo, l'eroe che parte da una situazione pessima a causa di un esilio che lo disonorava,
arriva ad essere famoso e ricco recuperando l'onore perduto.
Mi fa molto piacere vedere che,oltre i dominatori della prima parte del 2013, come Ester,Ilaria e Tommaso, ora riparta con buona volontà Edoardo O.!
RispondiEliminaDurante le vacanze estive abbiamo letto il poema epico francese: La canzone di Orlando. Nello stesso periodo circa è stato scritto anche:
RispondiEliminaIl Poema del mio Cid (in spagnolo Poema o Cantar de mio Cid) è un poema epico spagnolo, anonimo risalente al 1140 circa. Racconta le gesta del condottiero Rodrigo Díaz de Vivar, meglio conosciuto come El Cid. Fu diffuso da giullari e poeti erranti che si spostavano di luogo in luogo.
Il poema è composto da 3733 versi e manca di un foglio all'inizio e di due fogli al centro. La trama si sviluppa attorno alle vicende del Cid, al secolo Rodrigo Díaz de Vivar, un nobile castigliano che conquistò Valencia nel 1094. È diviso in tre parti: l'esilio, le nozze e l'oltraggio.
Come ha già detto Ester ecco il torto che ha ricevuto El Cid:
Gli infanti hanno abbandonato le figlie di Rodrigo, che si dovevano sposare, nel bosco in preda alle belve feroci. Le due donne vengono poi salvate da Felez Munoz nipote del Cid che, sfida gli infanti a duello e li uccide.
El cantar del mio Cid è un poema letterario analogo alla francese "canzone di rolando" risalente al 1140 circa. Le incertezze sull'identità del suo autore hanno dato vita ad una vasta letteratura sulle origini del poema. Il poema è composto da 3733 versi e manca di un foglio all'inizio e di due fogli al centro. La trama si sviluppa attorno alle vicende del Cid, al secolo Rodrigo Díaz de Vivar, un nobile castigliano che conquistò Valencia nel 1094. È diviso in tre parti: l'esilio, le nozze e l'oltraggio. Il poema ha un carattere realista che era poco comune nei poemi epici: ad esempio, vengono citate le cifre dei morti in battaglia, una caratteristica più da cronaca storica che da epica. Si riflette la necessità di guadagnarsi la vita ogni giorno, non ci sono gli elementi magici tipici della tradizione cavalleresca europea e solamente in una occasione interviene la divinità. Si può notare anche un ritratto psicologico dei personaggi, soprattutto per quel che riguarda il protagonista e i suoi avversari, i principi di León, che appaiono sempre uniti. Il Cid è un vassallo leale che incarna il massimo grado di civiltà nella società del suo tempo, è generoso ed è un buon padre di famiglia. Quest'ultimo aspetto di vita familiare gli conferisce un lato umano che completa il suo ritratto e permette ai lettori d'identificarsi in lui. Oltre a ciò esistono altre opere riguardanti El Cid (letteralmente "il signore") come ad esempio quella inspirata a Rodrigo Diaz conte di Bivar dalla quale è stato tratto un omonime film di Anthony Mann nel 1961. Questo è l'indirizzo per visualizzare il film appena citato per chi possa interessare http://www.cineblog01.net/el-cid-1961/
RispondiEliminaCredo che sia stato già detto tutto dai compagni che mi hanno preceduto, ma scriverò qualcosa anch'io.
RispondiEliminaLa "Chanson de Roland" è un poema risalente alla seconda metà dell'XI secolo, è una chanson de geste appartenente al periodo carolingio. Più o meno nello stesso periodo è stato scritto un altro poema epico di grande importanza: "Cantar de Cid"; una cosa che accomuna i due poemi è l'autore, ovvero non si è riusciti a risalire agli autori delle opere forse anche perchè poco importava chi li avesse scritti, difatti i poemi venivano cantati nelle piazze.
Il protagonista di questo poema è Rodrigo Dìaz de Vivar, chiamato anche "el Cid". "Il canto dell'esilio" è la prima delle tre parti dove sono raccontate le avventure dell'eroe durante il periodo del suo esilio, in cui si ritrova obbligato ad abbandonare la moglie e le figlie nel monastero di San Pedro per dedicarsi alla battaglia contro i Mori.
Don Rodrigo Díaz viene accusato ingiustamente di essersi appropriato dei tributi dovuti ad Alfonso VI re di Spagna e da questi viene quindi inviato in esilio. Lasciata la sua terra e la sua casa, il Cid parte con alcuni compagni di cui si fidava. Arrivato a Burgos si accampa.
Si reca al monastero di San Pedro dove sono rifugiate la moglie e le figlie. Dopo essersi divisi con sofferenza, varca il confine e comincia a combattere contro i Mori conquistando moltissimi territori da Teruel a Saragozza. Ottenuto un ricco bottino egli manda al re la parte legittima "trenta cavalli tutti con sella e con bei finimenti". Il re accetta e, pur non revocando la condanna, consente che "i sudditi vadano in aiuto del Cid". Egli continua la sua marcia e arriva a barcellona.
LE NOZZE: Dopo aver sottomesso Valencia invia al re una gran parte del bottino ottenuto chiedendogli di inviargli la moglie con le figlie e il re accetta.
Il Sid è molto contento e mostra alla famiglia i territori conquistati.
Per riconoscenza egli dona duecento cavalli al re che accetta notando le virtù del Cid.
Ma alla corte di Alfonso i Conti Don Diego e Don Fernando provano una grande invidia. Per poter ottenere fama e ricchezza, i due infanti manifestano al re Alfonso il desiderio di sposare le figlie del Cid. Il re approva e fissa un incontro con il Cid per discutere. Il Cid per non dispiacere al re concede la mano delle figlie che si sposano con una grande cerimonia.
L'OLTRAGGIO: i principi dal disprezzo che provano nei confronti del Cid e delle sue figlie, arrivano al punto di maltrattare e abbandonare le loro spose, dando l'ultima dimostrazione della loro cattiveria e avidità. Il Cid si vendica di loro vincendo un processo effettuato nella corte, ottiene l'annullamento dei matrimoni e nuove nozze per le figlie con i re di Navarra e Aragona. In questo modo, l'eroe che parte da una situazione pessima a causa di un esilio che lo disonorava, arriva ad essere famoso e ricco recuperando l'onore perduto.
Alla corte del Cid, dove regna il valore del coraggio, i due conti si rodono dalla rabbia e meditano vendetta. Fingendo di voler far vedere i loro possedimenti si mettono in viaggio con le loro spose per Carrion, ma, giunti in un fitto bosco, le flagellano a sangue e le abbandonano seminude.
Esse riescono a ritornare dal il padre che chiede giustizia al re. Don Alfonso convoca le Cortes a Toledo e ordina l'inizio del processo. Prima viene ordinato che i due infanti restituiscano tutto quello che hanno ricevuto dal Cid. Vengono ascoltate le accuse e alla fine avviene il duello fra tre valorosi compagni del Cid da una parte e i due infanti e Asur Gonzales, che si era presentato come il loro campione, dall'altra. Il duello è vinto dai campioni del Cid con grande umiliazione degli infanti.
Dopo il duello arrivano due sconosciuti cavalieri che chiedono per il principe di Navarra e il principe di Aragona, la mano delle figlie del Cid. Il Cid accetta e avviene così un nuovo matrimonio che diventano due regine.
Bene:entrano in partita altri tre "grandi del 2012-13!
RispondiEliminaIn questo primo periodo di scuola in classe abbiamo parlato appunto de “El cantar de Mio Cid”, un poema lirico iberico … da quando lei ci ha parlato in classe di questo poema mi è parso subito molto interessante e istruttivo..
RispondiEliminaIl poema narra fatti fondati sulla realtà storica, anche se molto romanzati,e si compone di tre canzoni (cantares):la canzone dell’esilio (El cantar del destierro),la canzone delle nozze (El cantar de las bodas) e la canzone dell’oltraggio di Corpes (El cantar de la afrenta de corpes).
Nella prima parte Rodrigo Diaz (El Cid Campeador), vassallo del re, viene accusato da cortigiani maligni di essersi appropriato di una parte dei tributi dovuti dai mori ad Alfonso VI. Esiliato dal re,lascia la moglie Jimena e le figlie Elvira e Sol nel monastero di Gardena e vaga per la Spagna con un gruppo di amici fidati, compiendo imprese a danno dei mori fino alla riconquista di Valencia. Nella seconda parte le sue figlie vanno in spose agli infanti di Càrion, due uomini senza scrupoli, che, umiliati dal Cid durante una festa di corte, nella terza parte del poema, decidono di vendicarsi oltraggiando le loro spose e lasciandole in preda alle belve feroci. Le due donne vengono poi salvate da Felez Munoz nipote del Cid, il quale sfida i due infanti a duello e li uccide. Il poema si conclude con il Cid che riottiene le sue terre, mentre le figlie vanno in spose ad altri due infanti di più nobile carattere.
La storia, a me personalmente, piace molto, soprattutto perché ha degli importanti valori morali, come:
- il senso dell’onore e della giustizia;
- la fedeltà e la lealtà del cavaliere verso il proprio signore e il proprio sovrano;
- la fede in Dio
È paragonabile alla chanson de roland per alcuni punti: anche questa narra la difesa della cristianità occidentale contro gli arabi invasori; anche di questo testo non si conosce con sicurezza l'autore; probabilmente si trattava di un cantore girovago vissuto nel XII secolo, cinquant’anni dopo la morte del Cid; anche i valori morali sono praticamente gli stessi!