sabato 16 novembre 2024

Il Berlinguer di Segre, necessaria riflessione politica sul passato prossimo e il presente.

 

Molto opportuno i l film di Segre su Berlinguer, per una riflessione sul mezzo secolo di storia italiana, e non solo.

Berlinguer e la politica nel suo tempo, i piani allora  più chiari di ideologie e classi sociali. Le richieste di più equa distribuzione, i Partiti politici che la interpretavano, il    PSI(in questo film il grande assente) e il PCI, più moderatamente la sinistra DC.

Il movimento dei lavoratori che si manifestava nella legalità democratica, e agli estremi i massimalismi, quello del capitalismo più retrivo, duro, quello dei rivoluzionari  extraparlamentari.

I due imperialismi , a cui lo Stato Italia e il PCI erano assoggettati o affiliati. E i moniti spietati dittatoriali, da una parte il Cile e il Sudamerica, dall’altra Ungheria, Germania est, Cecoslovacchia, poi Polonia.

La linea di Berlinguer, per smarcare Partito e Paese da questi vincoli, facendone un possibile nuovo esempio di progresso per l’Europa, per un futuro di maggior giustizia e pace. Grande ambizione, come recita il film,  sogno, utopia?

Ma Berlinguer si muove pragmaticamente, smarcandosi gradualmente dal rigorismo del Cominform, trovando in Moro un  alleato fra i moderati.

E questo possibile rinnovamento che urta in primo luogo i capitalisti italiani, e politicamente le correnti di destra, dai fascisti ai clericali, ai liberali (Segre getta lì un’intervista a Gianni Agnelli che manifesta la propria ostilità, diremmo pronta a reagire minacciosamente); urta gli US, urta l’URSS per cui un eurocomunismo affermato costituirebbe esempio alternativo-indipendente per i paesi satelliti dell’est Europa, urta l'estremismo extraparlamentare.   

E lì, nel’78, con il rapimento e l’assassinio di Moro, avviene in Italia una sorta di primo colpo di Stato oggettivo.

Non è mai stato chiaro i l ruolo dei Servizi segreti, nazionali e internazionali, eventuali infiltrazioni; l’azione estremista delle BR oggettivamente finisce per fare il gioco non dell’avanzata operaia e popolare, ma per i detrattori sopra citati.

Sbagliano anche  i politici della DC , Berlinguer e il PCI  a non contemplare la possibilità di trattativa per i l rilascio di Moro. Il rigore porta sì a non dar credito ai terroristi, ma comporta anche di conseguenza  l’allontanamento dell’intesa politica possibile fra  i due Partiti, dopo l’uccisione dell’anima progressista della DC. Il piano è fallito, e gli effetti sono evidenti sulla linea politica di Berlinguer, che diventa più incerta, e  nelle elezioni politiche dell'anno successivo, che arrestano l'avanzata del PCI.  E’ la fine di un decennio che prometteva un futuro di più equa distribuzione, che in un certo senso continuerà ancora fino al termine degli anni’80 con il sia pur effimero periodo di Craxi e del PSI che conduceva.

Alla fine di quegli anni, Gorbaciov riprende  a  livello internazionale le prospettive nobili di Berlinguer,   purtroppo anche in questo caso la possibilità di un’era più saggia e pacifica  viene ostacolata dagli apparati retrivi di US,  Russia e da chi li supportava .

Agli inizi degli anni’90, con Tangentopoli-Mani pulite in Italia avvenne  l’altro colpo di   Stato mascherato da giustizia, di per sé più che legittima. La decapitazione di DC e PSI, ebbe come conseguenza lo screditamento anche  delle più nobili  ideologie che rappresentavano  questi Partiti, agì come straniamento, disillusione per  le organiche aspettative popolari.  . Il popolo umorale poco colto non inquadrò il fenomeno,  Mani pulite di fatto contribuì ‘ a gettar  via con l’acqua sporca  il bambino sempre rimasto in fasce, mai cresciuto veramente. L'acqua sporca che del resto lo stava già soffocando.

Lega , inizialmente interprete di ambigue rivendicazioni interclassiste regionali , poi Berlusconi e l’inganno di un neoliberalismo di effetto spettacolare ad affascinare una popolazione in cui la forza della classe operaia nazionale era andata sfilacciandosi  nei nuovi termini contrattuali della globalizzazione, della dislocazione ecc.

Il Pci sottrattosi alle colpe democristiane e socialiste, nel turbine confusionario dello smottamento delle ideologie, cambiò denominazione ponendosi in alternativa a Berlusconi  agli inizi del nuovo secolo,  la destra liberale prese via via connotati populisti fino alle attuali condizioni.


Altri commenti .

1.

Ciao , innanzitutto, prima di entrare nel merito di quanto scrivi, due parole sul film che ho visto oggi. Ho molto gradito i filmati d’epoca, belli e inseriti bene dal punto di vista della riuscita filmica. Gli attori principali mi paiono bravi, Germano fa un buon lavoro anche se, devo dire, lo standard di recitazione alla Volontè è una cosa che, alla fine, mi lascia perplesso. Perché non si innova e, quando va bene come in questo caso, si copia e ovviamente si fa peggio dell’originale. Ma questo è il livello del cinema italiano massimo a cui si aspira oggi e non è certo per colpa di Elio Germano.

Detto questo, devo dire con nettezza che il film mi pare, per molti versi, mistificatorio e l’operazione di rilancio del compromesso storico come “grande ambizione” mi sembra sbagliata storicamente e, oggi, controproducente.

Certo, è lecito e spiegabile in ogni modo che oggi, Berlinguer, nel confronto col dopo, appare quasi come un gigante. Ma lo stesso, volendo, si potrebbe dire di Moro o di Andreotti, fino a Craxi.

Credo che abbiamo tutti una nostalgia, anche chi, come me, quel periodo lo ha vissuto da piccolo, di una politica in cui era necessario avere una visione (per quanto sbagliata potesse essere), era necessario che i leader politici fossero colti e preparati etc…

La nostalgia, in fondo, è per una politica e un periodo in cui la democrazia sostanziale non era totalmente perduta, i corpi sociali entravano direttamente nei dibattiti e nelle decisioni.

Credo però, che quel periodo, fosse caratterizzato in quel modo non tanto per il valore della classe politica (che comunque c’era) ma per la situazione che viveva l’Italia in quel periodo.

In tal senso, la presenza del blocco sovietico, in funzione di spauracchio, che nel film viene dipinta in modo del tutto caricaturale, credo fosse l’elemento fondamentale.

Vengo brevemente alle tematiche decisive che il film, non affronta. La prima è che eravamo nell’Europa uscita dagli accordi di Yalta. Senza questa premessa credo che non si capisca bene di cosa stiamo parlando. Il PCI e i suoi dirigenti almeno fino a Longo lo sapevano bene, al governo non poteva andarci per quello. Non lo volevano gli USA, non lo voleva neppure l’URSS. Al limite poteva crescere, creare mobilitazione, mantenere strutture di intervento e di classe preparate per situazioni future. In tal senso l’idea di compromesso storico, non aveva senso alcuno.

Poi ci sono tutta un’altra serie di dimenticanze. Il PCI, aveva una retorica, fin dai tempi di Togliatti che affrontava la discussione politica su più lati. Da un lato l’idea della democrazia progressiva (che in Gramsci era l’idea che agendo sulla sovrastruttura politica e culturale si sarebbe poi agito sulla struttura con riforme che avrebbero portato a una specie di socialismo). Dall’altro l’idea di dimostrarsi affidabile verso quei ceti che ne avevano timore (i ceti medi, la piccola borghesia e anche una parte dei padroni). Il tutto annaffiato anche da una buona dose di populismo.

Questa idea comportava successivi aggiustamenti che in quel periodo però significano un salto. Ben esemplificato dalla Cgil che con la svolta dell’Eur parla di sacrifici. E che Berlinguer ritirerà fuori con l’idea ambigua dell’austerità (concetto che per i padroni significa accettazione dei tagli, per i militanti era un atteggiamento morale).

In tal senso, più che una grande ambizione era una deriva. Di cui Berlinguer si rese, in qualche modo, responsabile.

Il fatto che Berlinguer avesse torto, secondo me è poi esplicitato dal fatto che, nonostante tutto, il PCI al Governo non andrà mai. Che la stagione del compromesso storico non è certo ricordata per qualche avanzamento, ne sociale ne democratico. Lo stesso Berlinguer se ne renderà conto negli anni 80 dopo i licenziamenti alla Fiat, ma in ritardo e senza nessuna autocritica reale.

Tornando al tuo testo, quindi non vedo nessuna grande ambizione. Non la vedo in quel periodo, non la vedo neppure dopo con Craxi e con i socialisti.

L’idea che la morte di Moro, tra l’altro, debba essere considerato come un colpo di stato oggettivo non la condivido. Non so nulla di chi agì dietro le quinte. So solo che Moro fu ucciso da militanti comunisti, da operai, da rivoluzionari. Lo dico per correttezza, non sto dicendo che fecero bene o fu giusto (anzi credo che abbiano compiuto errori politici, teorici e anche umani che, ancora oggi,pesano come macigni).

Anche su Craxi ci sarebbe molto da dire. In effetti sono convinto anche io che non ci fu nulla di innocente in tangentopoli. E credo che tutta l’operazione fu considerata come necessaria per spazzare via una classe politica che dopo la caduta del muro non aveva più senso nella fase che si apriva. Che le classi popolari o subalterne ci abbiamo guadagnato qualcosa, in effetti, mi pare difficile da sostenere.

P.S. i discorsi di Berlinguer, che in questo film vengono accennati, sono comunque un esempio di bravura. Come lo sono i discorsi di Togliatti da cui Berlinguer ha imparato l’essenziale..Di bravura in senso tecnico. E anche quando non mi piacciono, rimane netta la presenza di un substrato di pensiero dialettico che è andato perso da li a poco. Credo che le riflessioni di Togliatti, in tal senso siano oggi in vero efficaci. Partirei da li. Per capire se l'interpretazione data allora degli scritti di Gramsci, che in Berlinguer, come ti dicevo, non era totalmente spenta, possa essere di aiuto nel presente

In altri termini, anche Schlein o Bersani hanno imparato parte di quella lezione. Ma quel fondo reale, dialettico, socialista è sparito lasciando spazio al nulla cosmico di cui li ritengo portatori.

In tal senso può mancare Berlinguer oggi, ma è anche colpa di Berlinguer.

R.


2.

Due sono i piani , quello del film (che non si presenta  come docufilm) e quello della realtà a cui si ispira, per altro  con intenti di fedeltà.

Per il primo piano, opera artistica , a ciascuno valutare , de gustibus.

Fra i punti salienti, il film inizia con l’attentato a Berlinguer a Sofia e termina con l’assassinio di Moro: per chi la condanna della Storia? Il Comintern  per il primo; i suoi fedeli in Nazione, e/o i servizi segreti italo-liberalfascisti e clericali, e/o anglo-americani?

Un altro punto, a mio dire, l’intervista a Gianni Agnelli. Altro che capitalista illuminato!

Un Breznev colloquiale, pacato: ”Noi non critichiamo voi, voi non dovete criticarci!”

Un altro spunto: Berlinguer dimette Cossutta,e questi ”Attento a non perdere la protezione di Mosca”.

E ancora: il PSI è assente, mai nominato.

E così via, a ciascuno la sua intuizione.

Ma oltre il film noi siamo richiamati alla riflessione sulla realtà di quegli anni che abbiamo vissuto con un certo tipo di passione, che ci hanno determinati …

Allora, come ricordi giustamente, il principio è Yalta. E’ la guerra civile greca, lo sterminio, la deportazione dei comunisti da parte degli “alleati” con cui avevano combattuto i nazifascisti. E’ l’Italia del CLN che trova nella DC l’ago della bilancia perché la guerra civile non prosegua con l’occupazione americana, è il pragmatismo (a ragione preoccupato) di Togliatti, di Longo che non è  più quello della guerra di Spagna, fino a Berlinguer.

Poi il boom economico, il’68. A Berlinguer  e al Pci fan gioco il sinistrismo dei nuovi operai, il movimento studentesco, il nuovo massimalismo , l’extraparlamentarismo  marxista-leninista, fino ad un certo punto. fin che servono ad accrescere i voti elettorali.. Fino a che sono uno pressione sullo Stato democristiano, non quando diventano  violenza, lottarmata che coinvolge terroristicamente  il nobile principio del socialismo .

Le fantasie che determinavano l’espressione, fra noi giovani, erano allora che il PCI di Berlinguer era compromesso in parte con  il  Potere nazionale , in parte con lo stalinismo, pronto a colpire la dissidenza e il pluralismo interni quanto il fascismo..

Si disprezzavano i coetanei “imborghesiti” nella FGCI, giovani che avevano indossato abiti curiali anche per far carriera sicura, mentre nelle nostre riunioni si fantasticava (strologava, cianciava!?) di rivoluzione: chi più pavido o prudente  rimanendo alle fantasie parolaie, chi buttandosi nella mischia, diventando martire  vittima o assassino. Ma già agli inizi dei'70 passammo alla critica radicale che riguardava anche il gauchismo.

50 anni dopo,  deposta la baldanza e l’ardore  (provenzale baut, germanico bald>ardente)  , storicizziamo il periodo . Contestualizziamo anche i fermenti estremi che comunque contribuirono  fino al’78 alla crescita anche legale del movimento. Per questo ritengo l’assassinio Moro un colpo di Stato  per le conseguenze che ebbe sul movimento e il proseguio della Storia nazionale. E sullo spirito dello stesso Berlinguer e del PCI, come osservi, nella deriva post 78…

Ambizione è il termine che usa Segre: (ambo=due, più di uno) andare in più direzioni ,nel senso anche di andare verso il nuovo. Che sarebbe stato nella logica della maggioranza numerica degli italiani , cristiano autentico, socialista .. che  le caste impedirono come sempre.  Che, certamente, come dici, non ci fu , per questi motivi.

Su tutto quanto poi, nel mio orizzonte, campisce la metafisica debordiana e la sua escatologia infine pessimista, ben motivata- ahimè!- dal presente politico, sociale, culturale ecc.. Ciò che si è sviluppato nel corso dei decenni è lo Spettacolo, quel suo automatico, continuo apparente rinnovarsi rimacinando passato e futuro  , sempre più rapido, confondente, in cui si consuma la Vita.

 

D.




mercoledì 12 giugno 2024

A chi giova?

 

A CHI GIOVA?

Cui prodest? la locuzione latina, usata anche da Cicerone,  da riprendere per la guerra russo-ucraina.

Variamente, nel corso di due anni, da parte dei media di sono esaltate  o depresse l’avanzata russa e/o la resistenza ucraina.

Attraverso la proclamazione delle repubbliche del Donec'k e di Luhansk, nel sud -est del territorio conteso,proteso verso la Crimea, la presenza russa ha acquisto più peso.

Ma se  si sale più a nord: Charkiv, a una cinquantina o poco più di km dal confine russo è ancora contesa, e mai terminata sotto controllo russo. Non c'è sfondamento, né avanzata russa a centro-nord. 

Questo dato fa capire , guardando la configurazione fisica, che un confine attualmente logico per una tregua  potrebbe essere posto lungo il corso dell’Oskol, al bacino di Krasnooskoskoje fino al corso del Silverski Donec,poi lì si entra nell’area delle repubbliche di Donec’k e Luhansk,il nodo critico.

Incursioni russe da Donec’k hanno portato fino al corso del Djepr,a Zaporizzja; mentre più a nord, da Charkiv, gli ucraini hanno colpito Belgorod, oltre confine.

Questo quadro delinea il vero obiettivo di Mosca:arrivare a controllare la sponda a sud.est del Djepr per il corridoio  verso la Crimea.

Esiste  un reale senso d’allarme per il territorio ucraino centro-settentrionale, per i baltici, Polonia, Moldavia ?

Per un’avanzata russa nei paesi slavi, quando in due anni le conquiste si misurano in 100-200 km. al massimo?

Occorre circostanziare le cose.

Perché un conto è condannare e contrastare l’escalation bellica di Mosca, difendere un Paese sotto mira.

Altro conto è  fare riflessione sugli indirizzi di governanti come Biden o Macron, di  funzionari come Stoltenberg , che proiettano uno sfondo paranoico fatto di guerra europea o mondiale.

Si vis pacem, para bellum ,diceva il funzionario e scrittore Vegezio nella Roma del IV sec. A.C.

Se vuoi la pace, prepara la pace , disse Enrico Berlinguer, con l’esperienza aggiunta di due millenni di storia e di due guerre mondiali.

Sul a chi giovi la paranoia espressa dai governanti US e UE, oltre che Russia, ci sarebbe ben altro da scrivere e riflettere.

Sconforta osservare che dalla possibilità di pace siamo ben lontani. Da Zielenski e  G7, la pretesa che  i russi si ritirino e paghino i danni di guerra! Da Putin, che gli ucraini lascino anche l'area di Cherson, che i russi avevano occupato nel'22, ma che poi hanno perso a seguito; e che l'Ucraina rinunci alla Nato.

Mi chiedo se, fra le altre possibili iniziative globali , e certo sarebbe importante una precipua giovanile, non sarebbe  possibile un manifesto d’intellettuali di grande portata internazionale, raccolti in un unico per la pace , potenziato finanziariamente per gli stessi canali comunicativi ( che altrimenti ci trasmettono quotidianamente allarmi e paranoie volti a convincere di un’inevitabilità di conflitto europeo o mondiale) qualora non esistessero canali alternativi sufficientemente potenti.

Sono forse personalismo, individualismo, narcisismo ecc ad impedire la nascita e l’espressione stabile, la comunicazione, di un insieme di persone intelligenti per la pace.

Ma non sono proprio superabili, data l’estrema esigenza presente? E un messaggio comune, medio , da affidare ad una delle più efficienti agenzie della comunicazione mediatica, esperta di strategie pubblicitarie, per sfidare la comunicazione del male anche sul suo terreno, ahimè fra i più ampi conosciuti dalle masse 






 

 

mercoledì 27 marzo 2024

Informazione, Controinformazione e Disinformazione.Destabilizzazione dell'idea di verità. 2

 

LA LEZIONE INFINITA

Riprendo questo tema , analizzato alla ripresa della pandemia nel novembre 21, ora in relazione all’attentato di Mosca.

Informazione, Controinformazione e Disinformazione.Destabilizzazione dell'idea di verità.

 

Ormai sono ben pochi sensati coloro che si azzardano ad affermare di conoscere la  VERITA’ di fronte a già minimamente complessi eventi.

La nostra specie  ormai riesce a prevedere  quasi con certezza  come sarà il tempo domani ,fino a un paio di settimane, ma non ha certezze su fatti importanti prodotti dagli uomini stessi. Gli strumenti scientifici , non la lealtà , sincerità, trasparenza. 

Si schierano  coloro che parteggiano per una versione perché sospinti da interessi personali, militanza, credo ideologici, umoralità  ecc.

E’ ora d’attualità il caso dell’attentato terroristico di Mosca, come fu nel 2001 quello alle Twin Towers  di New York e tanti altri eventi succedutisi soprattutto negli ultimi decenni.

L’analisi che più s’avvicina alla verità non può che estendersi in un raggio di maggior complicazione delle possibilità d’ipotesi messe i n campo.

I fatti

La sera del 22 marzo terroristi penetrano nel teatro Crocus City All  della capitale russa e compiono una strage; poche ore dopo son arrestati mentre si dirigono con un’auto segnalata verso il confine bielorusso o ucraino.

L’ISIS , lo Stato fantasma, rivendica l’attentato, con prove documentarie. I terroristi interrogati anche sotto tortura affermano di essere stati arruolati con una somma di denaro in Tagikistan da un predicatore. La tortura evidenzia la barbarie di uno Stato legale, ,l’arretramento della civiltà in corso d’opera

Putin denuncia come vi sia Kiev dietro gli attentatori, in seguito parla di Ucraina, USA E UK. Che in risposta negano qualsiasi complicità. Dagli USA  si afferma di aver avvertito Mosca di piani terroristici prossimi da parte degli estremisti islamici.

E qui comincia la nebbia, i dubbi, che ogni persona intelligente e sensata dovrebbe avere.

Proseguendo nelle analisi.

Motivazione:L’estremismo islamico colpisce Mosca e la Russia in quanto nemico storico diretto per l’Islam asiatico nei territori dall’Afghanistan alla Siria. La dinamica dell’assalto moscovita ha precedenti ad inizio secolo negli assedi nella scuola di Beslan e nel teatro Dubrovka eseguiti in modo feroce dagli estremisti ceceni; più recentemente contro la Russia gli attentati a San Pietroburgo e all'ambasciata russa a Kabul; ricorda anche  le stragi del Bataclan e dell’aeroporto di Bruxelles. Qui ci può essere una saldatura tra «vecchio» e «nuovo» dell’operatività di questa organizzazione integralista.

Complicazioni:

-ciò avviene nel mezzo di una guerra dalla Russia rivolta ad occidente; a breve distanza dalla rielezione di Putin;

-l’Isis, in quanto organizzazione clandestina, può essere documentata  con maggiori difficoltà  per la sua veridicità di affermazioni e informazioni. Si è materializzata in forma più visibile durante la guerra civile –siriana, con l’istituzione del Califfato nel nord-est della Siria dal 2015 al 17, per poi rientrare nella clandestinità e oggi aver spostato il raggio d’azione del proprio obiettivo di Califfato all’Asia centrale , dall’Afghanistan, Pakistan  Iran , con cuore la regione del  Khorasan.  Sedi direzionali sparse e collegate hanno diretto o dirigono operazioni collegandosi a gruppi ribelli locali , in Africa, dalla Nigeria (Boko Haram) alla Somalia (al Shabaab), nel sud-est asiatico,Filippine,Malesia e Indonesia;reclutando adepti  nei distretti e banlieue a folta presenza musulmana in Europa. L’identità sunnita porta ovviamente l’Isis a non avere compatibilità con gruppi sciiti, come attualmente gli Houti dello Yemen.

-Come per tutti i gruppi e organizzazioni clandestine, è assodato che vi siano infiltrazioni da parte di operatori di servizi segreti di Stati legali  e con ciò anche un possibile uso di progetti dei terroristi per fini diversi  , come la storia ha sempre finito per rivelare.

In questo caso un’ipotesi è che l’attentato con strage a Mosca se non organizzato direttamente, possa essere stato favorito da preposti operatori nel settore  da parte dell’alleanza Ucraina-USA-GB, per rivelare la debolezza degli apparati di Mosca o per indicare che la guerra cristiana è una follia di fronte al sempre incombente pericolo del radicalismo islamico. Un  modo per puntare ad una trattativa in cui Mosca risulti parzialmente meno sicura delle proprie conquiste e con un po’ più di disponibilità’ a concessioni.

Dall’USA affermano di aver avuto indizi di preparazione  di aver avvertito Mosca. Il che porterebbe indirettamente all’ipotesi che il governo di Putin e il  FSB abbiano  ignorato per poi poter mostrare dopo la strage  la necessità di controlli polizieschi e militari interni ancor più rigidi, la necessità di ulteriore mobilitazione , magari legge marziale ecc. Anche in questo caso, c’è un ‘informazione dell’intelligence nordamericana riportata dalla CBS, altro sarebbe fosse esibita una registrazione di telefonata o trasmissione di comunicazione  provata.

L’ipotesi di partenza, cioè che l’Isis in tutta autonomia abbia operato contro la Russia in ripresa del terrorismo allora ceceno dei primi anni del secolo, starebbe comunque a dimostrare l’escalation di questa guerra mondiale dove non vi sono alleanze dichiarate e stabili, ma allineamenti d’opportunismo.

Durante la guerra civile siriana, pur nelle complicazioni  della lotta fra il governo ufficiale della Repubblica araba di Siria (presidente Bashar el-Assad) e le forze democratiche di liberazione, l’ingresso dell’Isis portò a compattare, pur con tutte le ambiguità e distinzioni possibili, USA Israele Russia Turchia Iran , stati arabi legali e organizzazioni curde.

Dopo  la disfatta del Califfato l’intesa  si sfaldò nel nuovo e movimentato puzzle regionale, con le implicazioni recenti della guerra fra  sciiti e occidentali nel Mar Rosso, quella in Palestina fra Hamas e Israele

L’attacco della Russia all’Ucraina ha per  i l momento definito i confini di una guerra mondiale che va dal Baltico e Dnjepr al mar Rosso o Oceano indiano occidentale. A combatterla direttamente sono per ora  arabi, russi, ucraini, più mercenari di tutto il mondo.

 

 

 

 Novembre 2011

INFORMAZIONE, CONTROINFORMAZIONE E DISINFORMAZIONE.

DESTABILIZZAZIONE DELL’IDEA DI VERITA’

Si definisce informazione una notizia, dato o elemento che consente di avere conoscenza provata  di fatti, situazioni ecc.

Per controinformazione, in genere si intende la ricerca di informazioni  che si ritengono taciute o riportate in modo parziale e non obiettivo dagli organi di informazione ufficiali, così da non potersi più ritenere vere.

Il termine controinformazione venne utilizzato soprattutto  a partire dagli anni sessanta  negli ambiti della contestazione  e della cultura alternativa  ed è stato in seguito surrogato  da altre espressioni, quali informazione alternativa, comunicazione indipendente ecc.

In genere, il presentare la propria opinione come controinformazione implica il giudizio che i media di un certo paese (o altro ambito sociale e culturale) siano, in parte o totalmente, al servizio di interessi politici o economici di parte e quindi non siano in grado di rappresentare oggettivamente la realtà dei fatti; in questo senso la controinformazione può accompagnarsi alla  denuncia di censure  e di limiti alla libertà d'informazione.

 Il termine disinformazione viene di conseguenza  usato per sottolineare  l'idea che i mass media convenzionali facciano propaganda   subordinata  ai grandi poteri economico -politici  e che quindi la sedicente  informazione da essi fornita sia distorta, falsificata e destinata disorientare la popolazione , a scopi condannabili,sia eticamente che politicamente.

Chi si propone di fare controinformazione si ritiene  detentore di una visione "corretta" della società, della politica o della storia, ignota ai più o osteggiata, per secondi fini,  dal potere dominante. A tale categoria fanno riferimento anche i fautori di numerose teorie del complotto. 

D’altra parte l’esperienza della storia dimostra  che anche i siti di controinformazione possono essere  condizionati e non presentino sempre fatti oggettivi, ma interpretazioni a loro volta  fallaci. E’diventata una costante che di fronte a certi fenomeni venga sempre cercata una versione o interpretazione  differente, quando non opposta.

Dalla sua diffusione, Internet  rappresenta uno dei media più facilmente accessibili a coloro che si propongono di "fare controinformazione", a sua volta spesso tendenziale.

Anche se negli ultimi anni le uccisioni di Anna Politovskaja, Jamal Khashoggi e la condanna alla segregazione di Julian Assange, per citare alcuni dei casi più eclatanti, stanno a dimostrare globalmente l’efferatezza della guerra interna all’informazione, presente in qualsiasi sistema politico e area del Mondo, da est ad ovest, un sistema più sofisticato arriva a fare della verità un dettaglio secondario: per il Potere ormai  non occorre che la propria verità sconfigga quella del nemico. Basta destabilizzare l’idea stessa della verità, neutralizzando il suo potere così da poter sempre mettere in discussione qualsiasi versione dei fatti fosse stata scelta( concetto adattato da Tom Burgis, “Cleptopia”). Più che mirare a far prevalere la propria versione con prove oggettive, l’obiettivo  è quello di negare la versione degli altri.

 Contro queste tendenze della contemporaneità, avvallate da certa cultura, si può portare ad esempio l’opposizione espressa dal  filosofo  Alain Badiou che ha rifiutato la tesi lyotardiana della fine delle grandi narrazioni‖ (unitarie o metafisiche), criticando  in particolare lo svilimento e abrogazione del riferimento alla verità, e denunciando in tale operazione l‘oscura, inconfessata riorganizzazione metafisica del mondo attraverso il riferimento ideologico allo scientismo, alla pluralità dei significati e alla democrazia liberale che caratterizza l‘egemonia del capitale. Badiou sostiene anche che quattro condizioni generiche della verità oggi si trovino in crisi, tendenzialmente sostituite da gestione (anziché politica), tecnica (anziché scienza matematica), cultura (anziché arte), e sesso (anziché amore). (“Dall’evento al sintomo: Badiou e l’ontologia lacaniana” Fabio Vighi University of Cardiff, UK)

             *  *  *

In questi due anni il  fenomeno della pandemia ha reso ancor più assillante la riflessione a proposito del rapporto informazione-controinformazione-disinformazione rispetto al campo d’indagine in questione.

La  chiarezza  a proposito dell’origine del Covid è stata resa precaria  dalla ridda di informazioni e controinformazioni , così da rendere dubbia l’affidabilità delle une come delle altre.

E’il caso che verifica come l’abbondanza di mezzi e canali producano informazioni ufficiali e controinformazioni alternative che finiscono per opporsi senza che sia possibile una chiara risoluzione, un orientamento decisamente valido: è questo un caso che finisce per  originare    disinformazione. 

Per fare un semplice esempio, una delle strade per scoprire l’origine della pandemia Covid è stata quella che porterebbe  al “paziente zero”,in questo caso denominato S01. 

Varie le ipotesi fatte, fra le altre:

1.E’ un contabile che non fa la spesa al mercato del pesce di Wuhan ma nel grande supermercato lì vicino, RT-Mart, come raccontato agli esperti dell’Oms. L’8 dicembre 2019 ha cominciato a sentirsi male..

2.Il  Washington Post, ricorda che l’Oms associa la prima sequenza ad un altro paziente, un lavoratore del mercato di 61 anni che è morto dopo essersi ammalato il 20 dicembre, almeno stando al China National Center.

3.Ancora il  Washington Post però poi nota che  Milano, il 5 dicembre 2019, quindi tre giorni prima che il contabile cinese mostrasse i sintomi del virus, fu effettuato un tampone orale ad un bambino di 4 anni perché si sospettava che avesse contratto il morbillo. Mesi dopo risultò positivo al Covid.

4. Ma la Francia avrebbe trovato prima tracce di coronavirus, a novembre 2019. Esaminando oltre 9mila campioni raccolti tra novembre 2019 e marzo 2020 per un progetto sulla salute pubblica, l’Istituto nazionale per la salute e la ricerca ha scoperto anticorpi la prima settimana di novembre.

E queste sono solo alcune delle ipotesi. Insomma, sul paziente S01 ci sono molte  ombre.

Molto varie e difformi sono state anche le informazioni e controinformazioni  sopraggiunte da ambiti scientifici e medici, quali più quali meno fondate, a proposito della natura del  fenomeno ( origine naturale, cioè spillover zoonotico, del  SARS-CoV-2, quindi il salto dall’animale all’uomo; oppure chimica, che il virus  sarebbe  sfuggito accidentalmente dal laboratorio di Wuhan dove è stato studiato) e delle forme d’intervento e di cura, pare in qualche caso iniziale anche disastrose negli effetti. A cui si sono “unite”le teorie negazioniste e complottiste, fino a quelle contrarie all’uso dei vaccini.

Effetti collaterali della pandemia, come la produzione conseguente dei vaccini, portano a dati che possono indurre sospetto.

“La miniera d’oro dei vaccini BionNTech fa tornare in attivo la città di Magonza”(titolo interno a IL Sole 24  Ore.21 nov.2021), riporta come i ricavi totali di  BionNTech siano lievitati quest’anno  a quota  13,44 miliardi rispetto ai 136,9 milioni dello stesso periodo 2020,con profitti saliti a più di  7 miliardi d’euro rispetto ai 351 milioni dello stesso periodo 2020. L’informazione data da un giornale che non può certo annoverarsi fra gli alternativi o dissidenti rispetto alle versioni ufficiali sulla pandemia  , prosegue dando informazione di progetti di uso etico, ricerca scientifica ecc. a cui l’ industria farmaceutica di Mainz-Magonza destinerebbe quota cospicua del profitto.

Ma è un esempio di come fin dall’inizio si formassero teorie del complotto, riguardanti proprio il prosperare degli affari delle  Big Pharma. Altra teoria,  già enunciata nel 2010 dallo speaker radiofonico statunitense Alex Jones, che Bill Gates volesse «utilizzare i vaccini per sterilizzare e spopolare il pianeta, una tattica che fa parte di una grande cospirazione dell’élite globale per prendere il controllo su ogni cosa», trovava nel tempo della pandemia nuovo motivo per rinfocolarsi. Notizie  su Bill Gates e il coronavirus hanno cominciato a circolare anche in Italia fin dalla fine del  gennaio 2020, quando in Italia non c’erano ancora casi registrati. Secondo la prima di queste a diffondersi nel nostro Paese, la fondazione Bill & Melinda Gates aveva «predetto il coronavirus»: in uno status su Facebook, diventato anche un articolo pubblicato da alcuni “siti di controinformazione”, si sosteneva che la fondazione a fine 2019 avesse simulato la pandemia da coronavirus in una esercitazione virtuale dal nome “Evento 201” tenutasi a New York, in cui si parlava di un virus che avrebbe «causato 65 milioni di morti». C’è chi le giudica esempi di controinformazione fondate su aspetti di  verità, a cui s’aggiungono  fatti distorti e storie inventate. 

Altre tesi complottiste,a sfondo politico-economico, riguardavano le attuali Potenze mondiali, la Cina che non avrebbe fornito informazioni immediate per non avvantaggiare Europa e Usa ,o gli Usa stessi  ,che avrebbero avuto a loro volta un ruolo   “Per ben sei anni, e persino dopo lo scoppio della peggior pandemia da un secolo, le massime agenzie sanitarie degli Stati Uniti, gli Nih (National Institutes of Health) di Francis Collins e il Niaid (National Institute of Allergy and Infectious Diseases) di Anthony Fauci, hanno di certo finanziato la Gain of Function, la manipolazione genetica dei virus, proprio al Wuhan Institute of Virology di Zheng-Li Shi “(Paolo Barnard, autore del libro-inchiesta ’L’origine del virus’, in collaborazione con gli scienziati Steven Quay (Usa, Stanford University e Harvard Massachusetts General Hospital) e Angus Dalgleish (Uk, St Georgès University of London)

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Disinformazione.In inglese, la parola non appare nei dizionari fino alla fine degli anni '80, dal momento che trova la sua origine nel termine russo "dezinformatzija" (дезинформация): esso si riferisce ad un'arma tattica russa fatta risalire al 1923, quando il vice presidente -precursore del KGB- della direzione politica di stato (GPU) chiese la fondazione di «uno speciale ufficio di disinformazione per condurre operazioni tattiche di intelligence».

William Safire, un conservatore liberal-repubblicano al servizio di Nixon, scrisse nel suo libro del 1993 Quoth de Maven che la disinformazione fu usata dal KGB per indicare «la manipolazione del sistema di intelligence di una nazione attraverso la somministrazione di dati credibili ma fuorvianti». Da questo punto in poi, la disinformazione divenne una tattica usata nella guerra sovietica. Le misure attivate dall'intelligence sovietica si basavano sulla falsificazione come operazione segreta e sulla sovversione e manipolazione dei medi.

Ben noto è d’altra parte l’uso della  disinformazione fatto dai regimi totalitari fascisti.

 Durante le prime settimane del 1933, il regime nazista  inondò la radio, la stampa e i cinegiornali di notizie che dovevano alimentare la paura di una "insurrezione comunista", che sarebbe cominciata con l’incendio del Reichstag, canalizzando così i timori popolari e aprendo la strada alle misure politiche che abolirono le libertà civili e democratiche. A gestire il giro di false notizie era il ministero della propaganda, presieduto da Joseph Goebbels.

Nel giro di pochi mesi, il  regime nazista distrusse la stampa libera tedesca. In meno di dieci anni la casa editrice del Partito, la Eher, diventò la più grande mai esistita in Germania e il suo quotidiano principale, il Völkischer Beobachter che Hitler aveva acquistato nel 1920 raggiunse il milione di copie in circolazione. In varie occasioni vennero regalati apparecchi radio alla popolazione, perché la propaganda potesse diffondersi sempre più ampiamente.

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Tuttavia i regimi totalitari  d’inizio ‘900 non furono certo gli inventori della disinformazione. Per tutta l’era del potere aristocratico-religioso, non mancarono certo le menzogne, oltretutto su larga scala, volte alla persecuzione del nemico  o dell’eretico.

Furono i romani ad inventare il concetto di  “bellum iustum”, per cui si trovavano motivazioni spesso costruite per attaccare un altro Stato e impossessi arsi dei suoi territori e ricchezze (l’esempio più noto, Cartagine e il suo Impero nel Mediterraneo occidentale) Procedendo nel tempo,pensiamo per esempio alla persecuzione ordita dalla corte di Filippo il Bello , e fondata su menzogne, agli inizi del XIV secolo, , contro il corpo dei Templari, al fine  d’impossessarsi dei loro beni, per riparare in parte ad un grave dissesto finanziario dello Stato francese (debito pubblico, inflazione, svalutazione della moneta d’argento) originato da spese belliche, crociate ecc.

I regimi totalitari del primo ‘900, sorti in tempo di crisi della democrazia-liberale, ne fecero semplicemente sistema concentrato per recuperare il gap di potere;  i nazisti per avvallare il  tragico abominio derivante dalle deliranti basi ideologiche, i bolscevichi per sostenere inizialmente un’idea di progresso umano minacciata dalla reazione aristocratica e dal  conservatorismo liberale, idea poi degenerata internamente in un aborto di comunismo Stesso esito per la rivoluzione culturale di Mao, così per il neofascismo sudamericano di Pinochet. Ma nello stesso tempo, le medesime tattiche venivano usate dai servizi segreti anglosassoni, francesi ecc.

Nel 1924, le  elezioni che riportarono i Tory al potere in Gran Bretagna, furono precedute dalla diffusione di una presunta lettera di Zinove’v con cui i bolscevichi avrebbero ordito un complotto, ordinando ai comunisti inglesi di prepararsi all’insurrezione e provocare la paralisi dell’Esercito e della Marina. La minaccia di una guerra civile fece effetto sulla popolazione, contribuendo a seguito delle elezioni a rovesciare il governo dei laburisti. Due anni dopo, Churchill e i falchi conservatori fecero uso della stessa tattica di fronte allo sciopero generale indetto dalla federazione sindacale a sostegno dei minatori. Palesando la minaccia di una sovietizzazione dell’Inghilterra, il governo dei Tory contribuì ad indebolire il sostegno popolare e dopo nove giorni gli scioperanti dovettero ritirarsi .

E così via, fino a giungere alla macchina dei servizi segreti statunitensi dopo la seconda guerra mondiale. D’altra parte, dopo la seconda guerra mondiale e fino al crollo del sistema sovietico, i paesi occidentali hanno ridato forma alla  democrazia liberale, e ciò ha consentito si generasse controinformazione attiva sempre più ampia, seppur non mancassero menzogne più o meno sottese anche a quell’interno. La controinformazione ebbe un ruolo importante nell’originarsi  del movimento della contestazione giovanile durante gli anni ‘60 e ’70, a partire dalle proteste nei campus studenteschi americani, avviate nel ’64 a Berkeley

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Finché, la distinzione dei due sistemi decadde, e avvenne ciò che con la lucidità che lo distingueva ebbe ad analizzare il filosofo francese Guy Debord, fondatore dell’Internationale Situationiste (1956-1972) 

“Nel 1967 distinguevo due forme, successive e antagonistiche, del potere spettacolare: quella concentrata e quella diffusa. Entrambe aleggiavano sulla società reale, come suo scopo e sua menzogna. La prima, mettendo in risalto l’ideologia riassunta intorno ad una personalità dittatoriale,aveva accompagnato la controrivoluzione totalitaria, sia nazista che stalinista. L’altra, incitando i salariati ad effettuare liberamente le loro scelte tra una grande varietà di merci nuove in competizione, aveva costituito quel!’americanizzazione del mondo che per certi aspetti spaventava, ma soprattutto affascinava i paesi in cui le condizioni delle democrazie borghesi di tipo tradizionale avevano potuto mantenersi più a lungo. Successivamente si è costituita una terza forma, attraverso la combinazione ragionata delle due precedenti, e sulla base generale di una vittoria di quella che si era mostrata più forte,la forma diffusa. Si tratta dello spettacolare integrato, che tende ormai a imporsi su scala mondiale.

Lo spettacolare integrato si manifesta al tempo stesso come concentrato e come diffuso, e dall’inizio di questa fruttuosa unificazione ha saputo sfruttare maggiormente entrambe le qualità. Le loro precedenti modalità di applicazione sono molto cambiate. Per quanto riguarda l’aspetto concentrato, il suo centro direttivo è ormai diventato occulto: non è più occupato da un capo conosciuto né da un’ideologia precisa. Per quanto riguarda l’aspetto diffuso,l’influenza spettacolare non aveva mai contrassegnato fino a questo punto la quasi totalità dei comportamenti e degli oggetti prodotti socialmente. Perché in definitiva il senso dello spettacolare integrato è che si è integrato nella realtà stessa man mano che ne parlava; e che la ricostruiva come ne parlava. Così adesso questa realtà non gli sta più di fronte come qualcosa di estraneo. Quando lo spettacolare era concentratogli sfuggiva la maggior parte della società periferica; quando era diffuso, una piccola parte; oggi, niente.”  (Guy Debord, 1988 dai”Commentaires sur la societé du spectacle”)

A rimarcare la lucidità e l’importanza dell’intervento, si legge nella  postfazione di giorgio agamben all'edizione italiana  

 “Indubbiamente l'aspetto più inquietante dei libri di Debord è l'implacabilità con cui la storia sembra essersi applicata per confermare le sue analisi. Non solo, a vent'anni da La Société du spectacle, i Commentari al(1988) hanno potuto registrare l'accuratezza delle diagnosi e delle previsioni in tutti i campi, ma nel frattempo il corso degli eventi ha accelerato ovunque in modo così uniforme nella stessa direzione, che a soli due anni dall'uscita del libro, sembra che la politica mondiale di oggi non è altro che una parodia dello scenario che conteneva. L'unificazione sostanziale dello spettacolo concentrato (le democrazie popolari d'Oriente) e dello spettacolo diffuso (le democrazie occidentali) nello spettacolo integrato, che costituisce una delle tesi centrali dei Commentari., che molti riscontrarono nel periodo paradossale, si sta rivelando oggi banale. Le solide mura e le catene che dividono i due mondi furono infrante in pochi giorni. Affinché lo spettacolo integrato si realizzasse pienamente anche nel loro Paese, i governi dell'Est abbandonarono il Partito leninista, così come quelli dell'Ovest avevano da tempo rinunciato all'equilibrio di potere e alla reale libertà di pensiero e di comunicazione, nel nome della macchina elettorale maggioritaria e controllo mediatico dell'opinione (entrambi sviluppati nei moderni stati totalitari)”

Così il capitale globale e i suoi apparati emanano violente ingiunzioni ideologiche, spesso mascherate da un linguaggio moderato e propositivo come  modernizzazione, riforma,cambiamento.

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A fine febbraio 2020, in Italia di fronte al dilagare della pandemia nell’area lombarda e al panico suscitato dalla quantità di decessi, ricoveri necessari in rapporto alla  carenza di strutture e capacità d’interventi sanitari adeguati alla gravità dell’infezione polmonare, il governo Conte fu il secondo nel Mondo ad adottare i provvedimenti demandati dalla Cina, che decretavano forme  di controllo ,distanziamento, segregazione ,divieto di movimento quali mai erano state  imposte in una democrazia. L’adozione di forme proprie di un regime autoritario  come quello della  Cina si rendeva giustificato dalla gravità della situazione  presente, e ben presto veniva decretato da quasi tutti i  Governi europei e poi americani e israeliano. Venivano evocate analogie con il "Comitato di salute pubblica",l'esecutivo dell'istituzione che portò alla dittatura di Robespierre.

Questo avvenimento  veniva rimarcato criticamente, fra i primi, proprio dal filosofo italiano Giorgio Agamben, e poi riassunto a posteriori un anno  e mezzo dopo nel suo intervento al Senato italiano, 7 ottobre 2021  'Il modello che viene così eroso e cancellato è quello delle democrazie parlamentari con i loro diritti, le loro garanzie costituzionali, e al loro posto subentra un paradigma di governo in cui in nome della biosicurezza e del controllo le libertà individuali sono destinate a subire limitazioni crescenti'

'E’ stato detto da scienziati e da medici che il green pass non ha in sé alcun significato medico ma serve a obbligare la gente a vaccinarsi. Io credo invece che si possa e si debba dire il contrario, e cioè che il vaccino sia un mezzo per costringere la gente ad avere un green pass, cioè un dispositivo che permette di controllare e tracciare, misura che non ha precedente, i loro movimenti'.

E’certamente di interesse e riflessione, come un’ opinione possa venire  sostanzialmente condivisa da ambiti culturali estremamente diversi ;in questo caso , per esempio, nella manifestazione di Monsignor Carlo Maria Viganò 

Il greenpass secondo l’arcivescovo è “un’aberrazione giuridica che usa la psicopandemia per tracciare ogni nostro movimento, decidere se, dove e quando possiamo entrare e uscire”. L’emergenza sanitaria, secondo le sue tesi, ha legittimato chi ha il potere a creare un sistema di valutazione dei nostri comportamenti, come fa la Cina.

L'idea dell’arcivescovo è quella di un pianeta in cui negli ultimi due anni tutto sia stato gestito come una “follia pandemica”, una specie di stato di trans in cui, come dice la parola stessa, tutta la gente è impazzita. Viganò ha sostenuto nelle sue dichiarazioni che la mente di ogni singolo individuo sia stata offuscata da un ricatto. Ma non un ricatto qualsiasi, bensì quello di “un potere malvagio, mosso da un’ideologia infernale”.

E’ questo un esempio di come la filosofia critica radicale di Agamben e quella cristiano rigorista  di Viganò vadano su strade parallele. Entrambe le opinioni si oppongono alla gestione politica globale in atto della pandemia che il Potere sfrutterebbe per determinare un ulteriore escalation del dominio economico psicologico e sociale sui popoli.

Alla prima fase che coinvolgeva tutta la società sarebbe ora subentrata  una seconda ,discriminante fra vaccinati con green pass e non, che giungendo a colpire  il diritto  al lavoro getterebbe nella povertà gli obiettori. (Vedi in Austria l’ipotesi  lockdown per gli obiettori.:ci si domanda, esistono, sono allo studio, forme d’indennizzo,un salario di sopravvivenza?)

A questo proposito  dice ancora Agamben nel corso del suo intervento:

“Voi sapete che il Governo con un apposito Decreto legge, il numero 44 del 2021, detto scudo penale ora convertito in legge, si è esentato da ogni responsabilità per i danni prodotti dal vaccino. E quanto gravi possono essere questi danni risulta dal fatto che l’articolo 3 del Decreto in questione, menziona esplicitamente gli articoli 589 e 590 del Codice penale che si riferiscono all’omicidio colposo e alle lesioni colpose.
Come autorevoli giuristi hanno notato questo significa che lo Stato non si sente di assumere la responsabilità per un vaccino che non ha terminato la sua fase di sperimentazione”

Sono legittimi i dubbi  in relazione sia all’incidenza e alla bontà degli effetti, a breve  e lungo termine, dei vaccini,  sia alla prescrizione divenuta obbligatoria perché siano consentite  molte attività e movimenti umani naturali sociali ed economici. Va  chiarito a proposito   che  meno della metà dei nuovi farmaci dispone di dati sui loro vantaggi e rischi comparativi rispetto alle opzioni di trattamento esistenti al momento dell’approvazione normativa in Europa e negli Stati Uniti (Naci H, Salcher-Konrad M, Kesselheim AS, et al. Generating comparative evidence on new drugs and devices before approval. Lancet 2020)e i vaccini anticovid non fanno eccezione.

Tuttavia l’informazione ufficiale offre dati comparati per cui l’incidenza del vaccino sul contagio risulta efficace, nell’immunizzazione o nel depotenziamento degli effetti del virus.                                             

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Si calcola che i virus influenzali stagionali  mietano in media sulle 650.000 vittime annuali fra i più fragili  nel mondo (Focus.it>scienza>salute);

nel 2020 i decessi per covid sono stati compresi fra 1.800.000-1.900.000 (AGI, dati dalla John Hopkins University)  dunque  il covid ha colpito all’incirca tre volte di più delle”normali”influenze.

A ciascuno considerare se il raffronto implichi un giudizio di  condizione “grave” o “gravissima”.

Come già detto, il covid si è diffuso a partire da  aree  molto densamente abitate: dalla sua presunta origine in Cina, territorio di Wuhan, alla sua propagazione iniziale in Europa, nell’area di Milano-Brianza-Bergamo;

aree in cui gli scambi, gli spostamenti, l'affollamento dei mezzi pubblici e in generale i rapporti interpersonali (e dunque le occasioni di contagio) sono più intensi. Ciò vale in generale nel raffronto città-periferia, da cui  si è manifestato con  evidenza come i grandi centri siano più facilmente luogo di accumulo dei casi di infezione.

Alcune fonti sottolineano l’incidenza dell’inquinamento, sia da sostanze solide o gassose, sia  dall’invisibilità dell’elettrificazione,onde radio e 5G, nel determinare l’avvelenamento delle cellule    (fra gli altri ,il dottor Thomas Cowan, laureato in medicina al Michigan State University College of Human Medicine e vicepresidente della Fondazione Weston A.Price, che ricorda Rudolf Steiner, il fondatore dell’antroposofia , al tempo dell’influenza spagnola  ‘i virus sono semplicemente le escrezioni di una cellula avvelenata’.)

Nell’inverno avanzato del 2020 la comparsa di questa epidemia ha suscitato un terrore globale  senza uguali a partire dagli anni’40 in avanti del secolo precedente, cioè nel corso della guerra mondiale. Una sorta di Chernobyl diffusa, per richiamarsi ad un esempio, per quanto improprio,  più prossimo nel tempo.  .Gli apparati e gli operatori  sanitari si sono trovati impreparati ad affrontare la forte virulenza e le conseguenze  di decessi e contagi inizialmente incontrollabili, di difficile cura. L’età media alta della popolazione europea, soprattutto di quella italiana, è stata fra le cause dell’irrimediabilità degli effetti del virus sugli apparati respiratori, con il decesso attribuibile all’incirca di un centinaio di migliaio di cittadini italiani .

Come detto, l’Italia si è trovata in prima linea, dopo la Cina, ma ben presto il contagio si è diffuso in tutta Europa ,poi in America,e i governanti con scienziati e medici hanno introdotto misure di sicurezza di controllo mai viste sui movimenti delle persone ,con l’obbligo del distanziamento e della clausura, per poi pervenire  alla prescrizione dei vaccini verso la fine dell’anno.

Su queste linee sono state espresse approvazioni, ma anche  varie critiche : o generali riguardo all’insieme di queste misure, giudicate troppo estreme ; o parziali,ciò per aspetti interni che con il passare del tempo gli stessi governanti hanno dovuto rivedere.

A questo proposito si possono fare queste riflessioni.

-Il distanziamento era per ovvietà  la prima misura da introdurre nella condizione di emergenza, estensione di normale misura istintiva precauzionale in qualsiasi caso d’infezione ;

-il sacrificio della clausura nel corso dell’inverno-primavera’20, con prosecuzione dall’autunno fino alla primavera ’21 ha recato con sé elementi certamente eccessivi, in primo luogo riguardo ai movimenti individuali in spazi liberi, o in proprietà private, per cui elementari diritti naturali e civili sono stati provvisoriamente soppressi.

Con la pandemia posta un po’ più sotto controllo, l’aggiunta della  somministrazione dei vaccini ha via via favorito un parziale allentamento della stretta.

Si può ritenere  che le misure siano state  prese per il bene comune, considerandole un’ipotesi d’intervento tutto sommato sostenibile, dai gravosi impedimenti iniziali a termine ( alcuni dei quali,  veramente vessatori , che arrivavano ad imporre il divieto di movimento individuale in spazi liberi e l’uso di proprietà private )fino alla prescrizione quasi obbligatoria del vaccino  ? Rimane una domanda aperta, per cui non vi è sicura risposta.

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Volendo porre qualche  conclusione, per quanto sempre provvisoria. Sospendendo il giudizio sulle asserzioni più estremiste di negazionisti e complottisti, che andranno confermate, o smentite, su tempi medio-lunghi, va  considerata la gravità dell’emergenza iniziale e l’”umanità” (in quanto limite) di scienziati,medici, governanti, che hanno affrontato il problema .

Ammesso questo, vanno ammessi  egualmente dubbi, critiche, sia interni al contesto d’inquadramento scientifico e medico del fenomeno pandemico, sia per quello sociale, politico ed economico . Van considerati,e criticati,i difetti  del sistema liberista –capitalistico che conduce da una  parte all’abnorme accumulo di beni e ricchezze personali , dall’altra al limitato e  sempre più  inadeguato finanziamento delle strutture di uso comune sociale. Va affrontata con decisione la problematica emergente dalla dialettica negativa informazione-controinformazione, la cui sintesi corrente è oggi la disinformazione e la destabilizzazione della verità, manifesto di un mondo falsificato.

E’bene ci sia chi sproni i parlamentari e governanti  democratici a svolgere coerentemente il loro compito di parlamentari eletti in democrazie, perché i diritti umani  naturali e quelli civilmente acquisiti  vengano ripristinati, dopo l’enigmatica sospensione presente.

E’bene osservare ,oltre quanto detto, anche il fatto che attualmente sono reintrodotti sul Pianeta confini di movimento ,se non più interni all’Ue, però rispetto ad aree esterne, non più vigenti da secoli:

“Fino al 15 dicembre 2021, la normativa italiana non consente spostamenti per turismo verso i Paesi dell’elenco E” (Ministero degli Affari esteri ,Viaggiare sicuri) che include,  per intendersi , Paesi come Serbia, Marocco,per fare esempi.

E questo si protrae ormai dal marzo’20. E di mesi in mesi l’emergenza viene procrastinata.

Ma come detto, se questo stato di cose sia da ritenersi necessario, utile oppure superfluo o strumentale, non risulta certo, da una parte  o dall’altra, se non, appunto, a chi ha scelto di sposare una causa, e di prendere come certe informazioni o controinformazioni che nella loro parzialità,incompletezza e contraddizione, non possono attualmente assicurare una verità.