lunedì 21 febbraio 2022

Ucraina, twilight war?


I segnali  e le azioni  conflittuali  attualmente in sviluppo in Ucraina orientale,nel Donbass, mentre il Mondo è ancora provato dalla crisi biennale della pandemia, manifestano dell’ennesima follia che pervade la specie umana e le sue istituzioni etniche,politiche,economiche.

Purtroppo idealismo umanitario,pacifismo e tolleranza,  religiosità amorevole, hanno sempre lasciato il tempo che trovano di fronte agli interessi politici, economici e alla bellicosità che comportano.

Possiamo affermare  che è dalla crisi di Cuba del 1962 che non esisteva  nel Mondo uno stato di tensione del genere ,allora fra Usa e URSS,oggi fra Usa-Ue e Russia. Allora era per l’appunto la socialista Cuba, sotto minaccia americana, a venir difesa dall’URSS. Oggi è l’ indipendente ’Ucraina, sotto minaccia russa, a venir difesa da Usa e,in parte ,UE.

E per l’UE dobbiamo risalire al ’53 in Germania dell’est,al’56 in Ungheria, al ’68-’69 in Cecoslovacchia, alla  fine degli anni’80 in Polonia per riscontrare tensioni così terribili, allora per intervento  dell’URSS contro le richieste di autonomia  nazionale da parte di quei Paesi allora satelliti.

Abbiamo avuto dagli anni’90 fino al’99 le guerre balcaniche che interessarono la regione jugoslava. Furono terribili,come tutte le guerre,arrivando come in Bosnia ai limiti del genocidio,ma non videro un coinvolgimento diretto e facciale delle grandi potenze. La nuova Russia appena, riformata e alle prese con problemi interni, non si occupò direttamente dei conflitti, pur deplorando l’intervento finale americano a favore dell’indipendenza del Kosovo contro la Serbia(tradizionalmente legata da amicizia e affinità etnico-religiosa alla Russia).

Cerchiamo allora d’individuare l’identità del presente  conflitto, e al contempo di decifrare le informazioni nel modo il più possibile obiettivo.

 

Conformazione e storia nel territorio ucraino.

Il territorio dell’Ucraina attuale, 45 milioni di abitanti,  ha un’estensione di 603628 km²  e forma  il secondo stato più grande d'Europa, dopo la Russia europea.

Il paesaggio ucraino consiste prevalentemente di fertili pianure o steppe attraversate da diversi fiumi, tra cui il Dnepr (Dnipro), il Donec, il Dnestr e il Bug meridionale che vanno a gettarsi nel Mar Nero e nel Mar d'Azov.

Nella parte sudoccidentale il delta del Danubio costituisce il confine con la Romania.

Le poche catene montuose presenti sono le propaggini dei Carpazi a ovest e le montagne della penisola di Crimea.

Si tratta di un vasto territorio in cui , nel corso dei secoli, non si possono situare confini del tutto precisi né identità etniche stabili

Politicamente l’est del Paese, oltre il fiume Dnepr, è stato marca di frontiera russa  almeno dal XVII sec.. La chiesa ortodossa, affiliata al patriarcato di Mosca, vi domina da secoli, sancendo di fatto una  comunanza spirituale con la madre Russia.

L’ovest dell’Ucraina è appartenuto al Regno polacco per 3 secoli, poi all’Impero austriaco. È entrato nell’orbita sovietica solo nel 1922, con alcune eccezioni, perché la regione transcarpatica è rimasta cecoslovacca fino al 1945. Qui a predominare è il cattolicesimo orientale di rito uniate, ligio al Pontefice romano.

In questo territorio pianeggiante  s’insediarono nell’antichità popoli chiamati Cucuteri, Cimmeri, Sciti, Sarmati, Jazigi; verso la fine dell’età precristiana, durante l’Impero romano, i Greci;poi durante l’alto medioevo seguirono  le invasioni dei Goti,Bulgari, Slavi, Magiari, Peceneghi, Khazari.

 

Rus’

Dopo l’800, provenienti dalla Scandinavia  s’insediarono i Variaghi-Rus’ (ling.finnico>probabilmente “d’oltre mare”), che crearono uno  Stato ,con principale  centro abitativo a  Kiev,sul corso del Dnepr e combatterono guerre contro i Peceneghi alleati di Bisanzio,e,dopo il 1000, contro le invasioni dei Cumani,detti anche Poloviciani.

Possiamo dunque riassumere le caratteristiche etniche-linguistiche  di questi popoli  :slave; germaniche, scandinave, ugro-finniche; turco-asiatiche (Peceneghi, Khazari,Cumani)

A partire dal 1054 la Rus' di Kiev si disgregò in principati indipendenti. L'odierna Ucraina risultò divisa fra i principati di Halicz o GaliziaVolinia o Vladimir VolinskjiČernigovNovgorod SeverskjiPerejaslav e Kiev. Per la prima volta apparve il nome di Ucraina. Il toponimo Ucraina deriva dall'antico slavo orientale u okraina, formato da u ("vicino, presso") e okraina(periferia) la radice slava kraj ("limite", "bordo"). Pertanto ukraina significa "al margine", o "sul confine", oppure "in periferia". In lingua ucraina krajina significa semplicemente "paese, terra". Kraj e krajina sono termini semanticamente analoghi all'italiano "marca".

 

Mongoli

Nel XIII secolo le steppe eurasiatiche furono sconvolte dalla invasione dei Mongoli che  nel 1240  arrivarono a devastare Kiev. I Mongoli resero vassalli i principati slavi  e li sottomisero al pagamento di un tributo (come nel caso del Principato di Galizia-Volinia). Il territorio dei  Cumani fu invece governato direttamente.

Intorno alla metà del secolo la parte europea del dominio mongolo divenne indipendente con il nome di khanato dell'Orda d'Oro. Di esso rimasero tributari i principati ucraini per circa un secolo.

 

Il  periodo fra i secoli XIV-XV  fu quello del dominio polacco-lituano.

Fra il 1362 e il 1399 i granduchi lituani  conquistarono buona parte dell'odierna Ucraina, fino alle coste del Mar Nero, ponendo così fine ai principati eredi della Rus' di Kiev. Nel frattempo nel 1386  a Lituania si univa al Regno di Polonia, il quale si era impossessato della Galizia o Piccola Polonia.

I territori rimasti in mano all'Orda d'Oro (prevalentemente tatari) avrebbero costituito intorno al 1430 il khanato di Crimea

 

I cosacchi

Intorno alla fine del XV secolo vi fu un'imponente ondata immigratoria da parte di esuli e rifugiati ortodossi, genericamente definiti kozakcosacchi (parola che in turco significava nomade, o libero) che si riunirono in un gruppo di tribù seminomadi lungo i fiumi Don e Dnepr.

Inizialmente con tale termine furono individuate le popolazioni nomadi tatare delle steppe del sud-est della Russia. Tuttavia, a partire dal XV secolo, il nome fu attribuito a gruppi di slavi ucraini che popolavano i territori che si estendevano lungo il basso corso dei fiumi Don e Dnepr (questi ultimi erano noti come cosacchi dello Zaporož'e); i cosacchi non costituiscono dunque  un gruppo etnico vero e proprio.

Nell'età moderna la maggior parte del territorio dell'attuale Ucraina era ripartito, secondo confini che si sono modificati nel tempo, fra il Granducato di Lituania (che confluirà nella Confederazione polacco-lituana), la Moscovia (dal 1547 Regno russo e dal 1721 Impero Russo) e il khanato di Crimea, vassallo dell'Impero Ottomano.

La porzione polacca era divisa nei palatinati di Rutenia, BełzVoliniaPodoliaKiev, Cernigov e Bracław.

Vi erano poi due porzioni dell'odierna Ucraina appartenenti ad altri stati: la Rutenia transcarpatica faceva parte dell'Ungheria e perciò dei domini asburgici; mentre l'odierno Oblast' di Černivci e la porzione sudoccidentale di quello di Odessa, chiamata Budjak, appartenevano al principato di Moldavia, tributario ottomano.

Fra il 1583 ed il 1657 i Cosacchi Zaporoghi furono soggetti alla corona polacca come parte del palatinato di Kiev. Nel 1648 Bohdan Chmel'nyc'kyj si fece proclamare atamano dei Cosacchi e ne guidò la rivolta contro la Polonia, che terminò con la costituzione di uno stato autonomo cosacco, inizialmente vassallo dei polacchi. 

Nel 1654 Chmel'nyc'kij stipulò un'alleanza con il Regno russo (trattato di Perejaslav), ma l'Etmanato rimaneva vassallo polacco. In seguito al trattato di Andrusove del 1667 lo stato cosacco si trovò diviso lungo il corso del Dnepr: la metà occidentale era vassalla dei Polacchi, quella orientale dei Russi. 

 

I secoli XVII-XIX

Per la sua posizione geografica, l'Ucraina ha giocato un ruolo importante nello scontro  fra l'Europa orientale e l'impero Ottomano, che a seguito di ripetute guerre con l'Impero Russo, fra il 1774 ed il 1784 dovette cedere il canato di Crimea alla Russia. Circa negli stessi anni, in seguito alle spartizioni della Polonia, fra il 1772 ed il 1795, i territori polacchi abitati da Ruteni furono divisi fra Austria (la Galizia e Lodomiria con Leopoli) e Russia (Volinia e Podolia).

All’interno dell’Impero russo la parte settentrionale dell’odierna Ucraina(KievKharkovPoltava e Černigov) apparteneva alla Piccola Russia, la parte meridionale (EkaterinoslavChersonTauride e porzioni  della Bessarabia) alla Russia Meridionale, mentre i territori occidentali (Volinia, Podolia) appartenevano alla Russia occidentale

Gli ucraini sudditi dell'Impero austriaco (poi austroungarico) erano detti ruteni ed erano divisi fra il Regno di Galizia e Lodomiria la Bucovina e l'Ungheria.

Nonostante le promesse di autonomia contenute nel Trattato di Perejaslav, l'élite ucraina e i cosacchi non ricevettero mai le libertà che attendevano dall'Impero Russo. Tuttavia, entro l'Impero, gli ucraini poterono arrivare ai gradi più alti della gerarchia e della Chiesa ortodossa russa.

Nell'ultimo periodo, il regime zarista portò avanti una politica di russificazione delle terre ucraine, sopprimendo l'uso della lingua ucraina nella stampa e in pubblico. Nell'impero asburgico vi era maggiore tolleranza per i Ruteni.

Nello stesso periodo l'Ucraina divenne il "granaio d'Europa" e Odessa, porto d'imbarco del grano, era la più grande città ucraina e la quarta dell'Impero russo . Kiev e Kharkov erano centri dell'industria tessile. Dal canto suo, Leopoli era la quarta città dell'Impero Austroungarico

 

Il secolo XX

Fra il 1917 e il 1922, in seguito alla Rivoluzione Russa, vi fu un lungo periodo di guerra civile e di anarchia con continui cambi di fazioni al potere; questo periodo fu segnato dall'esistenza di più entità statali separate: nei territori austroungarici di lingua ucraina fu proclamata la Repubblica Nazionale dell'Ucraina Occidentale, mentre nell'area appartenuta all'Impero Russo si scontrarono la Repubblica popolare ucraina con capitale Kiev e la Repubblica socialista sovietica ucraina con capitale Kharkov. La Repubblica Popolare di Kiev fu riconosciuta dall'Impero Germanico, che ne impose il riconoscimento ai Bolscevichi nel trattato di Brest-Litovsk. Dal 1918 fu un centro dell'Armata Bianca

 

Nel 1922 l'Ucraina entrò ufficialmente a far parte dell'URSS come Repubblica socialista sovietica ucraina

Ponendo termine ad un periodo di aspre lotte, la Pace di Riga assegnò la Galizia e la Volinia alla Polonia, i sovietici ottennero il resto del paese e nel 1922 l'Ucraina entrò ufficialmente a far parte dell'URSS come Repubblica socialista sovietica ucraina. Quanto ai territori di lingua rutena dell'Impero Austro-ungarico, dopo l'esperienza effimera delle repubbliche indipendenti furono divisi fra Polonia, (Leopoli, Volinia ecc), Cecoslovacchia (Oblast' di Transcarpazia) e Romania (l'odierno Oblast' di Černivci).

Questi territori furono assegnati all'Ucraina (e quindi all'Unione Sovietica) solo dopo la Seconda guerra mondiale.

Negli anni’30,(dal’29 al ’33) l’occupazione sovietica  e la politica economica stalinista della dekulakizzazione e collettivizzazione forzata causarono carestie, deportazioni e repressioni e la morte di 7-8 milioni di ucraini (Holodomor”, da holod =famecarestiamoryty, =uccidere affamare, esaurire), lasciando in eredità un risentimento mai sopito nei confronti di Mosca e del socialismo reale.

Fra il 1941 ed il 1944 l'Ucraina fu occupata dalle forze dell'Asse nell'ambito della campagna di Russia. Oltre 30.000 ucraini si arruolarono nelle Waffen-SS in funzione antibolscevica e antirussa. In questo contesto si inserì anche l'attività nazionalista ed indipendentista dell'Esercito Insurrezionale Ucraino contro l'Armata Rossa.

Il fallimento dell’ avanzata nazista e la risposta sovietica riportarono dal ’45 l’Ucraina sotto il controllo russo, così come tutti i Paesi dell’est Europa.

Nel 1954, per celebrare "i 300 anni di amicizia tra Ucraina e Russia" (fatti coincidere con la pace di Perejaslav), l'U.R.S.S. durante la presidenza di Nikita Sergeevič Chruščëv, cresciuto nel Donbass, decise di annettere la Crimea all'Ucraina, togliendola alla Federazione Russa.

Gli anni’90

Il 16 luglio 1990, durante la fase di  dissoluzione dell'Unione Sovietica, un nuovo Parlamento adottò la Dichiarazione di sovranità dell'Ucraina .

Nel 1997, Zbigniew Brzezinski pubblicò il saggio  "La Grande Scacchiera”. L’ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale americana suggeriva a Washington di isolare Mosca dal suo ‘estero vicino’: senza l’Ucraina, la Russia avrebbe perso la sua grandezza panslava, il controllo del mar Nero e l’accesso ai mari caldi, riducendosi a mera potenza regionale. Per l’appunto nel 1998, la NATO stava già integrando nei suoi ranghi Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca, ex satelliti sovietici., fino al bombardamento delle posizioni serbe (alleate della Russia) in Kosovo, Era il 1999. Quell’anno, Vladimir Putin ascese al potere, con un principale  obiettivo: difendere a ogni costo la sfera d’influenza tradizionale russa.

Nei quindici anni a seguire in Ucraina   sono emerse faglie profondissime tra i fautori del riavvicinamento all’Unione Europea e all’Occidente e i sostenitori del legame storico con la Russia. L’alternanza fra i sostenitori dell’una o dell’altra parte è avvenuta in un clima di torbidi e violenze, con il corollario immancabile di accuse di brogli. Nello scrutinio presidenziale del 2004, la polarizzazione fra est e ovest è stata enorme. Nelle regioni orientali, il filo-russo Viktor Yanukovich aveva ottenuto l’80% dei suffragi, né più né meno di Viktor Juschenko, plebiscitato all’ovest. Entrambi si sono circondati di personaggi ampiamente corrotti che hanno portato il paese sull’orlo della bancarotta. 

2004-10

A seguito delle elezioni del 2004, in cui il vincitore della prima fase Yanukovyc, filo russo, venne accusato di brogli,, scoppiò la cosiddetta Rivoluzione arancione, organizzata dai nazionalisti filo-occidentali e antirussi , fra i quali ebbe spicco  la figura di Julja Timosenko, detentrice di un ingente patrimonio economico legato al gas e degli attivisti di PORA, movimento parzialmente non violento Con l'ascesa al potere di Juščenko ed il conseguente spostamento politico dell'Ucraina verso l'UE Gazprom iniziò a tariffare il gas all'Ucraina al prezzo di 230 dollari per 1000 m³, aumentando considerevolmente la precedente tariffa di 50 dollari, da sempre un prezzo di favore della Russia verso l'Ucraina.

Gli  anni a seguire videro una fase di contrasto fra le due fazioni,e anche quella filoccidentale, salita al potere fin verso il 2010, in forza della rivoluzione , con  Juščenko,Timosenko, si dimostrò disunita, non indenne da errori e corruzione.

 2013-2014

A  novembre del 2013, in presenza di una critica situazione delle finanze pubbliche  si ebbero nuove proteste popolari filooccidentali, con l'occupazione della piazza Indipendenza (Maidan)a Kiev,contro il Presidente Yanukovyc,  tornato al potere dal 2010, che in cambio di ingenti prestiti russi rifiutava di appoggiare accordi di associazione dell'Ucraina all'Europa. Le proteste ,con presenza anche di elementi  marcatamente neonazisti, come i miliziani di Pravyi Sektor, dell'UNA-UNSO, di Svoboda, di Tryzub e altri, che non hanno esitato a imbracciare le armi e a rovesciare il governo legittimo, portarono ad un colpo di stato con la nomina Presidente di Petro Porosenko, filooccidentale.Tale rivoluzione vide il forte sostegno degli Stati Uniti e dell'Unione europea, che salutarono con favore la caduta di un'altra autocrazia post-sovietica.

La risposta prorussa non si fece attendere.

ll territorio della Crimea apparteneva di diritto  all'Ucraina (come "Repubblica autonoma di Crimea"), ma dopo l'ingresso delle truppe russe nel 2014 la penisola è stata annessa dalla Federazione Russa (come "Repubblica di Crimea")a seguito del referendum del 16 maggio .Indipendenza non riconosciuta dall’Ucraina,  Onu,UE e annessi ,USA .

 All ostesso tempo,la popolazione ribelle dell'est, appoggiata politicamente e militarmente dalla Russia (intervento di agenti cosiddetti  omini verdi), si è detta contraria al nuovo governo di Kiev e in segno di protesta ha occupato diversi edifici governativi, militari e non, in particolare nelle zone del Donbass e dintorni. In Ucraina dell'est si è dunque andata creando una vera e propria invasione del territorio da parte di ribelli paramilitari e militari di stampo russofono, aiutati da volontari e militari russi.

Il 7 aprile 2014 l'Oblast' di Donec'k ha dichiarato unilateralmente l'indipendenza dall'Ucraina in seguito a un referendum e pochi giorni dopo l'autonominato presidente della Repubblica Popolare di Donetsk Pavel Gubarev ha dichiarato la futura annessione alla Russia. Lo stesso esempio fu seguito qualche settimana dopo dall'Oblast' di Lugansk

Il 18 dicembre 2014, Obama firmò il Freedom Support Act, che stanziava 350 milioni di dollari di assistenza militare diretta all’Ucraina, coprendo il biennio 2015-2017. Da allora in poi, gli Usa hanno accordato a Kiev 2,5 miliardi di aiuti militari, fatti di armi, equipaggiamenti e formazione di militari ucraini.

Nel 2017 l'Unione europea ha approvato la liberalizzazione del regime dei visti Schengen per tutti i cittadini ucraini dotati di passaporto biometrico

Sono tutti eventi che dimostrano come a proposito di questo Paese, da una parte come dall'altra, anzichè lavorare positivamente  alla trasformazione delle strutture sociali ed economiche, si miri invece all'abbattimento di gruppi di potere politico di diverso colore,per sostituirli con il proprio.

Gli accordi di Minsk

Sul piano militare, il fallimento iniziale dell’esercito ucraino aveva costretto il presidente Poroshenko e il suo gabinetto a negoziare un primo cessate il fuoco con i ribelli, il 5 settembre 2014 a Minsk, con la mediazione dell’OSCE e del quartetto in ‘formato Normandia’ (Francia, Germania, Russia e Ucraina). Il 16, la Rada, il parlamento ucraino, promulgava la legge sul ‘regime speciale di autogestione locale’ e temporanea dei distretti del Donbass in mani separatiste. Ma il cessate il fuoco rimase solo sulla carta e, da lì a febbraio 2015, i ribelli conquistarono 1.500 chilometri quadrati circa di nuovi territori, in particolare nel saliente di Debaltsevo, trait d’union fra Lugansk e Donetsk, e più a sud ancora nell’area contesa dell’aeroporto dell’ultima delle due città.

Le diplomazie erano in pieno fermento per arginare gli scontri. In Bielorussia, l’allora presidente francese François Hollande riuscì a convincere russi e ucraini a negoziare gli accordi di Minsk 2, fra l’11 e il 12 febbraio 2015. C’era un’intesa sul cessate il fuoco, il 12 stesso, lungo una linea di 450 km, con la promessa di ritirare tutti gli armamenti pesanti a 12 km dalla linea di separazione. Ma la guerra continuava, anzi s’intensificò nei dintorni di Debaltsevo.

I separatisti e i loro padrini a Mosca vorrebbero per il Donbass uno statuto iper-autonomo iscritto nella costituzione nazionale. Kiev rifiuta. Nel frattempo l’economia è in grande difficoltà.

La Russia vuole scongiurare ad ogni costo l’ingresso dell’Ucraina nella Nato. Vorrebbe una zona cuscinetto lungo le frontiere occidentali del paese, per ‘finlandizzare’ Kiev ed evitare di ritrovarsi le truppe occidentali in prossimità. Ha già dovuto assistere all’inglobamento di 12 paesi satelliti dell’era sovietica nelle strutture militari occidentali. Teme che la Nato e gli americani possano servirsi del territorio ucraino per stabilirvi basi e radar, con nuovi intercettori antimissili, come quelli dispiegati in Romania e in Polonia, accusati di alterare l’equilibrio della deterrenza nucleare reciproca. È una questione di status e delle brame di potenza in ascesa della Russia.Ma Putin va ancora più in là, sostiene che Russia e Ucraina sono un solo popolo e un sola nazione, prospetta  il sogno di ricostruire la Rus' di Jaroslav il Saggio, il re venerato dai due popoli. Per ottenere garanzie scritte dagli occidentali, Mosca ha attuato  un corposo dispiegamento di forze fra la Bielorussia, il distretto occidentale a ridosso del confine ucraino e la Crimea. Smorzati i conflitti e la propria presenza militare in Siria e Libia,  sembra che il grande apparato bellico della Russia possa trovare modo di avere nuovo impiego. D’altra parte, cosa che non deve essere data per scontata, c’è la presenza americana in Europa, che dura dagli anni’40,dopo un primo accenno dal 1915 al’20, con le forze Nato  che risalgono ai tempi della divisione dei due blocchi, solo apparentemente decaduta dagli anni’90 e dall’implosione dell’URSS. Il rapporto fra USA e UE, nel senso dell’ostilità verso la Russia,  è del resto andato via via facendosi più sentito proprio nei Paesi dell’est, dopo la liberazione dal controllo sovietico, mentre per gli Stati occidentali fondatori sarebbe più auspicabile una politica di maggior distensione.    

E del resto è interesse europeo l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, nell’UE ? A sponsorizzarlo è soprattutto la Polonia, che vede nella Russia un nemico. Per ragioni opposte ,l’Ungheria è invece favorevole all’ingresso della Serbia, per rafforzare l’attuale alleanza con la Russia. Eppure,Polonia e Ungheria rappresentano il fronte illiberale, antidemocratico  all’interno dell’UE e questo non comporta un beneficio per la politica e l’economia interne all’UE.

Ipotesi:ritorno ad una situazione simile a cent anni fa ?

Come detto sopra, negli anni’20 del XX secolo ad occidente si formava la Repubblica Nazionale dell'Ucraina Occidentale, mentre nell'area appartenuta all'Impero Russo si scontrarono la Repubblica popolare ucraina con capitale Kiev e la Repubblica socialista sovietica ucraina con capitale Charkov

Il corso del fiume  Dnepr rappresenta un confine naturale, che segna i limiti anche con la Bielorussia; dove terminano i territori di forte influenza russa. Ad ovest esiste un’incontestabile Ucraina, ad est (Donbass ecc.) i territori dove l’elemento russo è fortemente presente,e che potrebbero formare uno Stato alleato alla Russia.  Rimane problematica la posizione di Kiev, al centro del Paese e posta  sul fiume Dnepr, che secondo esempi del passato potrebbe essere trasformata in una città franca, capitale di un’area cuscinetto. Ciò significherebbe ovviamente la divisione dell’attuale Ucraina e appare di non facile pacifica risoluzione, viste le posizioni del Governo di Kiev, americane, e in certo senso  europee .Anche se,come detto per gli Stati fondatori dell’UE un rafforzamento dell’area illiberale interna, Polonia, Ungheria e, presumibilmente Ucraina e Serbia, non sarebbe certo un progresso. In un report del 2020 di Transparency International, una organizzazione bipartisan, l’Ucraina è finita al 117° posto su 180 Paesi in una classifica sulla corruzione,a livelli di Egitto, Sierra Leone,Zambia.

Ma è forse proprio questa una nuova età di regresso: l’umanità provata dall’attacco della pandemia, con difficoltà di protezione; e ora in continente europeo  manovre e minacce concrete di un conflitto in termini non più presenti dal 1945. Dunque, una  "guerra del crepuscolo",per usare il termine di Neville Chamberlain nel 1940?

( febbraio 2022,Dario Varini; base di informazioni storico-geografiche e politiche  tratte da Wikipedia, Avvenire, Il sole 24ore, Repubblica  ecc)