venerdì 19 marzo 2021

MANIFESTAÇÃO MUNDIAL PELA LIBERDADE | PORTUGAL | 20 Março 2021 EM DEFESA DOS DIREITOS HUMANOS, LIBERDADE E JUSTIÇA SOCIAL:NÃO CONFINAMENTOS E À VIGILÂNCIA DIGITAL

 Continuiamo a sperare di essere all'ultima stagione di grande preoccupazione, che l'effetto combinato estate-vaccinazioni porti ad un indebolimento progressivo e irreversibile della diffusione dei contagi.
Perchè non vi siano comunque ritardi colpevoli dovuti alle varie burocrazie degli Stati o Unioni, e ad un compiacimento, con più o meno vari interessi, da parte dei Poteri (economico, politico ecc.) a tenere i cittadini in stato di segregazione , con tutto quanto ne consegue,  documentiamo le istanze mondiali radicali come la seguente , che appare aperta al dibattito, non estremista

MANIFESTAÇÃO MUNDIAL PELA LIBERDADE | PORTUGAL | 20 Março 2021
EM DEFESA DOS DIREITOS HUMANOS, LIBERDADE E JUSTIÇA SOCIAL:NÃO CONFINAMENTOS E À VIGILÂNCIA DIGITAL
Noi - un collettivo di cittadini - invitiamo tutti coloro che difendono i diritti umani,libertà civili fondamentali e giustizia sociale, per unirsi a noi in questa iniziativa a Lisbona
sabato 20 marzo.
▪ I confinamenti hanno causato danni incommensurabili sia in termini di salute mentale che fisica, creando devastanti sfide economiche per le popolazioni più vulnerabili e hanno causato un aumento di differenze sociali. Dato che, l' efficacia nel contenere le malattie respiratorie virali, è scientificamente discutibile;
▪ La crescente vigilanza che ci viene imposta da aziende e governi con il pretesto della "biosicurezza";
▪ La censura di voci critiche nei confronti delle misure imposte per contenere il Covid-19 sia dai media così come attraverso i social network.
▪ Crediamo che la sovranità di ogni cittadino debba essere rispettata e che i governi non abbiano il diritto di interferire o violare i diritti fondamentali.
▪ Molti virologi, epidemiologi e immunologi hanno manifestato, in diverse occasioni, seri preoccupazioni: sia per la sicurezza dell'attuale campagna di vaccinazione di massa contro Covid-19,
così come l'ignoranza dei suoi effetti a lungo termine.
Chiediamo al GOVERNO PORTOGHESE, all'UNIONE EUROPEA, alla COMUNITÀ GLOBALE e all'OMS di:
▪ Abrogare tutte le misure di "sicurezza" che limitano i diritti umani e le libertà fondamentali civili (in viaggio, lavoro, tempo libero, consumo, ecc.);
▪ Proteggere i cittadini portoghesi e del mondo dalla crescente sorveglianza digitale;
▪ Chiamare un comitato di esperti indipendenti e diversificati per esaminare criticamente l' efficacia di tutte le misure imposte dai governi per combattere la pandemia;
Ci uniamo per difendere i principi fondamentali di società democratiche e aperte, in spirito di non violenza, solidarietà e rispetto: che si estende anche a chi non condivide le nostre opinioni.
Siamo cittadini uniti da una preoccupazione comune per la nostra società e per le generazioni future.
Tutte le voci sono benvenute, tranne quelle che promuovono la violenza, la diffusione della xenofobia, il razzismo,sessismo e qualsiasi altro tipo di discriminazione o odio.





martedì 9 marzo 2021

A proposito di PD e Sardine

 

Sorto nel 1921 dalla scissione del PSI, già nel riflusso del “biennio rosso”, il PC d’I  fu per mezzo secolo circa espressione della teoria di Karl Marx e affiliato al   comunismo leninista,poi stalinista (da Gramsci, Bordiga, Togliatti fino a Longo, Ingrao ecc.) ; poi  dal 1976 ( da Altiero Spinelli, ad  Enrico Berlinguer) ci fu la transizione  all’eurocomunismo socialdemocratico  via via diluito rispetto ai  presupposti originari , fino alla rinuncia definitiva  e con  il passaggio al PD.

Sulla fine del secolo XIX,  fino alla rivoluzione russa, vigevano a guida del comunismo i principi marxisti della lotta di classe, ben motivati nella distinzione fra capitale  e lavoro, fra possidenti e proletari. Partito dei lavoratori produttori di un plusvalore eccedente lo scambio lavoro-salario, di cui  beneficiavano i proprietari, industriali  o agricoli, criticava l’ estensione progressiva delle differenze di classe, anziché una più equa spartizione e riteneva necessaria la rivoluzione.

Con la rivoluzione russa il comunismo ebbe modo di passare dalla teoria alla pratica nell’esperienza delle repubbliche socialiste dei soviet. In Italia il  Partito, nel giro di pochi anni dopo la fondazione, dovette affrontare il fascismo e la riduzione della propria azione alla clandestinità , con i limiti strutturali che la persecuzione subita da parte del nuovo regime  recava con sé.. Partito  di operai, contadini, impiegati e piccoli quadri, intellettuali e studenti , dirigenti e militanti mutuarono dall’esperienza sovietica l’organizzazione clandestina  antifascista  della Resistenza che li portò nel ’45 all’affermazione, con la fine della seconda grande guerra e i l crollo del regime e della monarchia, nell’adesione alla democrazia in alternativa a DC e PSI.

Nel ventennio successivo il  Partito perde del tutto il carattere rivoluzionario, anche a seguito della ricaduta  interna provocata  dalle  manifestazioni imperialiste dell’URSS ( già precedute dal ventennio stalinista, della cui natura , fra repressioni interne e ruolo nella guerra di Spagna, si erano avute avvisaglie,al cui proposito scriveva nel 1947 Victor Serge,  che nel 1919 si era accostato criticamente ai bolscevichi  :"Il comunismo totalitario si è stabilizzato in quanto controrivoluzione rispetto al movimento socialista... la rivoluzione proletaria ai miei occhi non è più il nostro fine;la rivoluzione che intendiamo servire non può essere che socialista,nel senso umanistico della parola.Più esattamente socializzante,democraticamente,libertariamente..."("Trent'anni dopo la rivoluzione russa")

Il Partito italiano stenta a dissociarsi, e quando  lo  fa non è nel richiamo ai principi più coerenti del marxismo, ma piuttosto a quelli della socialdemocrazia.

 Nel senso rivoluzionario risulta allora superato   in Europa da movimenti della nuova sinistra  con il ’68, fino  alla denuncia esplicita ratificata  dal movimento del ‘77 dopo l’avvicinamento del PCI, divenuto eurocomunista, al Governo con il “compromesso storico” . .

Nel frattempo ,dal secondo dopo guerra in avanti, con il rilancio produttivo era venuta   più sfumata la  distinzione fra classi o ceti  del Capitale e classi o ceti del Lavoro .Via via l’integrazione dei ceti  dei lavoratori in una società consumista , trasformati da proletari in piccoli proprietari, dalla casa all’auto ,ai piccoli depositi bancari, rendeva ormai  improbabile  l’ipotesi di una società comunista in Occidente e in Italia.

Chiunque possieda, poco  o tanto, è geloso di ciò che gli  appartiene, soprattutto se lo ha conquistato con la fatica del lavoro.

 L’idea di una società comunista umanitaria, certamente prospettata con forme differenti rispetto a quella stalinista, restava espressione teorica di intellettuali e giovani a cui si univano frange operaie importanti non assimilate, o deluse dalla svolta del Partito. Questo movimento guardava ora non solo  agli aspetti  delle differenze di classe, quanto anche a quelli dell’alienazione indotta non solo nel lavoro, ma in ogni attività, dal dominio del capitalismo e del consumismo.

Ma dopo gli anni del terrorismo e il riflusso dei movimenti di contestazione, abbandonata ogni remora a mantenere un’identità di controllo delle posizioni classiche di sinistra da parte del PCI,  ecco  in successione l’approdo al Partito socialista europeo (Giorgio Napolitano, 1986),poi dopo il crollo del sistema sovietico ,la costituzione del Partito democratico della Sinistra (1991 Achille Ochetto, poi D’Alema),poi Democratici di Sinistra(1998) e le varie coniugazioni “vegetali”,la Quercia, l’Ulivo (Prodi), il cartello con  la Margherita, fino al Partito Democratico (da l’Unione, 2007, da Veltroni a Zingaretti)).

                           *  *  *

Dopo il ’90, Tangentopoli  e lo sfascio di Democrazia cristiana e PSI, il Partito ora Democratico resta in Italia l’unico di derivazione novecentesca .

Il fronte della Politica perde l’ identità ideologica  propria del sec.XX, quella del Movimento sociale, nazionalista e gerarchico ; PLiberale, il partito degli imprenditori; DC, partito interclassista cattolico; Partito socialista, Partito Comunista, entrambi di derivazione marxista.

Nel contesto di una società arricchita di merci, ma periodicamente percorsa da  crisi,invece sorgono  via via partiti ibridi populisti, la Lega nord (1990), inizialmente autonomista regionale,poi nazionalista-sovranista, partito di piccoli imprenditori e artigiani, ma anche lavoratori piccoli proprietari ;  Forza Italia (1994), partito neo-liberale dell’imprenditore Berlusconi che illude il popolo italiano sulla possibilità  di uno ripresa dello  sviluppo e arricchimento interclassista, fino al M5S (2009)che si pone come movimento rinnovatore delle nuove esigenze di un popolo cambiato  geneticamente, ma non più in tempo di sviluppo, bensì di crisi.

Interessi di attività e proprietà private imprenditoriali , commerciali e finanziarie  si confondono con l’illusionismo spettacolare nelle aspettative e speranze delle persone di ogni ceto; di fronte a questo importante e variegato movimento populista del Capitale, che diventa egemone elettoralmente, dai vari governi  Berlusconi fino al primo governo Conte, il PD rimane consolidato nel gioco politico come alternativa, per quanto  non sostanziale,  dai governi D’Alema ,Prodi , poi   Letta, Gentiloni ,  fino al secondo Conte nell’alleanza con il M5S.

IL PD sembra attestarsi intorno al proprio aggettivo, trovando consenso elettorale sempre importante nella sensibilità sociale moderata , per  i diritti delle donne , dei diseredati , l’antifascismo, l’europeismo ecc. tuttavia sempre di concerto con il mondo imprenditoriale più solido e dominante..

Il limite  interno di sviluppo del Partito   viene ancor più rivelato dagli anni di segretariato di Renzi (2014-16)improntati ad una svolta sempre più liberal ,a parole enfatizzata come rinnovamento ,nei fatti  caratterizzata dalla galoppante presenza  d’interessi imprenditoriali e finanziari di dubbio conio democratico, fino al tentativo di riformare la Costituzione.

Il Partito respinge questa pressoché totale metamorfosi a partito più vicino a Berlusconi  che a Berlinguer , ma dopo la fuoruscita di Renzi si limita ad amministrare la propria meno chiara ultima identità (che significa"democratico" rispetto a "populista", aggettivo che lo sta soppiantando?).

Anche gli intellettuali (quali?) non sembrano offrire idee al PD per un'identità contemporanea in continuità aggiornata con una propria tradizione novecentesca. Intellettuali veri, con idee, e trascinanti non si palesano, solo "critici" o conformisti.

Mentre la destra del PD oltre a Renzi e Italia Viva (legati ai poteri finanziari) esprimeva nel 2020 il gruppuscolo di Calenda (legato  alla Confindustria), alla sinistra ,dopo l’esperienza dello PSIUP, terminata nel lontano’72, vari gruppuscoli parlamentari si sono succeduti, da Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Sinistra italiana, fino a LeU , a Potere al Popolo.

Quest’area in Italia negli ultimi anni  non ha raggiunto per consensi popolari  i livelli di simili esperienze internazionali sorte come   volontà di creare un movimento partendo "dal basso", in rottura totale con la logica dominante di un partito politico gerarchizzato , quali  France Insoumise ( 4° Partito con più di 7 milioni di voti alle Presidenziali del 2017), Podemos ( più di 5 Milioni  di voti  nel 2016) ,  ma anche, fuori Europa,  révolution citoyenne del presidente Rafael Correa in Ecuador o la campagna di Bernie Sanders alle primarie degli U.S.2016.

A parte LeU che si può ritenere una costola di sinistra del PD  ( più di 1milione  di voti alle Politiche del ’18, ),gli altri gruppi d’opposizione si attestano ciascuno, chi più chi meno,   sui livelli dell’estrema sinistra francese (Nuovo Partito anticapitalista, Lotta operaia), o dei greci del Fronte della Disobbedienza Realistica Europea (ΜέΡΑ25) di Yannis Varoufakis (meno di 200.000 voti alle Parlamentari del 2019) , per fare qualche esempio che renda l’idea della consistenza elettorale dell’estrema sinistra attuale in Europa..

Con circa 7 milioni di voti (compresi gli alleati quali i gruppi per l’Europa,più il milione circa di LeU) ,il PD è risultato comunque i l secondo partito dopo il M5S (10 milioni e 700 mila preferenze  alle politiche del’18) , davanti alla Lega (5 milioni e 700 mila), tornando al Governo nella fine estate del’19 in alleanza al M5S e al secondo Governo Conte e trovandosi a gestire l’emergenza della pandemia dagli inizi del’20.

                         *  *  *

Nel 2011 a più di due anni dalla crisi economica,il Governo  tecnico di Monti subentrò a quello berlusconiano del Popolo delle Libertà( ex Forza Italia): è di quest’inverno il parallelo che si può stendere rispetto al subentro di Draghi rispetto al secondo Conte cosiddetto giallo-rosso.

Governi tecnici furono quelli di Ciampi, 1993  durante la crisi di Tangentopoli , nel ’95 fu la volta di Dini dopo la frantumazione dell’alleanza  del primo governo di destra (Lega nord Forza Italia Alleanza Nazionale) .

A poche settimane dall’insediamento di Draghi, con il benestare di quasi l’intero asse della Politica italiana, le dimissioni del segretario Zingaretti, pure fra i primi sostenitori del cambio di rotta governativo, esprimono, oltre le ragioni espresse,  l’imbarazzo, se non la vergogna, della comprovata scarsa capacità di un Partito, con esperienza secolare, a reggere il Governo .

Partito immobile ad amministrare il proprio patrimonio di voti, circa sette milioni d’italiani democratici, antifascisti, moderatamente socialisti, sensibili alle richieste femminili e dei diseredati.

Assenti per idee gli intellettuali(quali?), i giovani si esprimono in questi giorni con il movimento delle”sardine”, che pare improntato all’esigenza  di ripartire dal basso avverso alla gerarchia, alla casta interna e, oltre la manifestazione pacifica a Roma, non ha lesinato nella definizione:” il Pd ha un marchio tossico…lasciamo che i morti seppelliscano i loro morti", sollevando gli alti lai della nomenclatura.

Tolto l’elemento della passione rivoluzionaria e dell’antagonismo di principi, dopo il riflusso della Resistenza, i quadri immessi nell’organizzazione del Partito divenuto di Governo sono geneticamente e interamente mutati rispetto a quelli originari, vengono scelti per capacità e disponibilità burocratica, funzionale, che oggi significa tecnico-spettacolare, con quanto di detrimento questo connubio porta con sé.    

Da quando i quadri del Partito sono approdati al governo o amministrazione del Paese, Regioni e Comuni,  i “compagni” hanno cominciato a montare arie di sussiego, di distacco e superiorità, del tutto estranee alle origini, a diventare parte della casta politico-burocratica, ripetendo in versione socialdemocratica in occidente quanto già avvenuto nei regimi a conduzione “comunista”, come URSS e Cina.   

 In attesa di eventi, si potrebbe magari ipotizzare in un’eventuale ripresa del movimento giovanile alternativo del PD, di scorgere una qualche  un parallelità,  in forma moderata e pacifista,  o blanda che dir si voglia,e con connotati di movimento e impatto sociale  certamente differenti, rispetto a  quanto avvenuto sul finire degli anni ’60, con  la formazione di gruppi per lo più giovanili a sinistra  del PCI, cosiddetti extraparlamentari, critici della perduta carica rivoluzionaria da parte del Partito Comunista filosovietico  o eurocomunista che fosse ? I gruppuscoli vennero allora in deciso conflitto con il Partito che in gran parte, secondo la tradizione stalinista ,cercò di disperderli ,con l’accusa di estremismo infantile, opposti estremismi(a significare una possibile convergenza oggettiva con l’ultradestra allora attiva) e con le pratiche della delazione e del fiancheggiamento delle forze dell’ordine di fronte alla violenza delle manifestazioni durante il decennio’68-’78 culminate e infine implose nel lottarmatismo brigatista.

Al momento quello delle sardine è l’unico movimento giovanile politico che si sta manifestando nell’area  democratica. Altri giovani producono sprazzi di contestazione nella destra dello scontento  che accampa intorno alla ripresa  delle varie  crisi, poi  vi è una quantità di giovani che non hanno mente o  tempo per l’ingaggio politico , perché tutti concentrati a crearsi un futuro occupazionale, chi a preoccuparsene con vario grado di successo,chi a faticarlo  o  a temerne l’assenza; o perché intenti  al passatempo  e all’edonismo di questa epoca, a carico dei famigliari. Non dimentichiamo i giovani, o meno giovani, che conducono esperienze di differenza in autonomia ai margini del sistema, e che si possono definire, proprio per questo,in un senso autonomi, in un altro marginali, quando non emarginati. Per quanto, specie in questo momento più ancora che in altro tempo, forse sarebbe proprio auspicabile essere emarginati da questo Sistema, per propria attività differente. Ma penso sia parlare d'utopia, sperare di poter essere fuori dal Capitale se non in forma molto parziale o con conseguenza di deliranza, miseria ecc..

Riguardo alle sardine, non ci facciamo illusioni su questo movimento giovanile, d’altra parte dobbiamo constatarne la dialettica necessaria, per quanto blanda o disperata  possa essere.

Ci sono le forze che ci sono, fra meno giovani e giovani, e la pandemia non sta certo contribuendo ad alimentarle.