Il celeberrimo sonetto “Vocali” appare come un lieve, aereo tentativo di esplorare
le possibilità di quella futura, nuova lingua capace di riassumere tutto: «... profumi,
suoni, colori ...». È vero che la probabile origine dell’ispirazione del primo verso:
«A nero, E bianco, I rosso, U verde, O blù» deve stare in quegli abecedari colorati che
si usavano all’epoca per insegnare a leggere, ove le lettere delle singole vocali
avevano un determinato colore ed erano poi associate a quattro disegni - A (nero)
= ape, astro, arcobaleno etc. -. Conversando con l’amico poeta Delahaye a proposito
del sonetto, Rimbaud gli confessò in tutta semplicità: «Mi è sembrato di vedere, a
volte mi è parso di vederle così, le vocali e dunque lo dico, lo racconto, ...» In effetti,
si tratta di una calibrata, giocosa armonia di suoni, colori, immagini, ma del
retrostante più profondo, dell’indicibile: «Dirò un giorno delle vostre nascite
latenti.»
Lo slancio, il viaggio, l’attraversamento dello spazio altro da, sono racchiusi nella
terzina finale :
O, Tromba suprema di stridori fondi,
Silenzi attraversati dagli angoli e dai mondi,
O l’Omega, raggio violetto di quei Suoi Occhi!
Le scarne spiegazioni date dal poeta al Delahaye si possono completare con le
parole di Mallarmé: «Poesia è l’espressione attraverso il linguaggio umano,
ricondotto al suo ritmo essenziale, del senso misterioso degli aspetti dell’esistenza,
il quale dona così autenticità al nostro soggiorno terreno e ne costituisce il solo
compito spirituale.»
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All'epoca relativamente lontana del nostro sodalizio, Arthur Rimbaud era un ragazzo tra i sedici e i diciassette anni, già in possesso di tutto il bagaglio poetico che il vero pubblico dovrebbe ormai conoscere(...)
Era alto, ben fatto, quasi atletico, con un viso perfettamente ovale da angelo in esilio, i capelli castani sempre in disordine e gli occhi di un inquietante azzurro pallido. Ardennese, oltre a un piacevole accento provinciale, troppo presto perduto, possedeva il dono di una pronta assimilazione tipico di quel luogo, - il che potrebbe spiegare anche il rapido inaridirsi della sua vena poetica sotto l'insipido sole di Parigi, per parlare come i nostri padri, il cui linguaggio semplice e diretto, in fin dei conti, non era sbagliato!".
(P. Verlaine, I poeti maledetti, La Spiga, Milano 1995).
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‘Genio’ è l’addio di Rimbaud, l’ultimo suo volo al termine delle “Illuminazioni”: la
terzina finale del primo sonetto di Mallarmé - dove appunto si allude con tanta
intensità al ‘genio’ - ci appare come l’istantanea imperitura di quel volo: « Lo spazio
uguale a sé che si neghi o si è aumentato / Rotola in questa noia di vili fuochi a
testimone / Che il genio d’un astro in festa s’era illuminato. »
Il deserto, l’esilio di Haarar, fu per Rimbaud l’esilio volontario dal deserto di questa
vita, dal ghiacciato lago dei voli che non si sono mai innalzati. Fra i suoi scritti
contabili, Rimbaud conservava la lettera del direttore della Rivista “La France
Moderne”, ricevuta un anno prima della sua morte: la Rivista era di Marsiglia e lo si
invitava a collaborare perché i suoi versi erano noti al punto da farlo considerare
‘chef de file de l’Ecole décadente et symboliste’. Rimbaud dunque era a conoscenza
che la sua poesia si stava affermando, ma aveva cercato dell’altro, ben altro, dalla
fama e gloria letterarie. E nei lunghi mesi trascorsi all’ospedale di Marsiglia, mai
chiese alla sorella di interessarsi di quella Rivista, a che punto fosse la sua
incipiente notorietà. ‘Quello spazio uguale a sé’ non s’è accresciuto, anzi, va
sensibilmente negandosi: questo nostro spazio, che in una noia di vili fuochi
ancora va rotolando, e che pure è stato testimone di quel ragazzo che ‘d’un astro in
festa s’era illuminato’.
venerdì 30 ottobre 2015
mercoledì 28 ottobre 2015
lunedì 26 ottobre 2015
L'età della catastrofe
“Le prime fantasie di sterminio vennero a Hitler già nel 1919”
Lo storico del nazismo Kellerhoff: «Antisemitismo ossessivo». Il “Mein Kampf” sarà ristampato a gennaio: «Ecco le sue bugie»
ANSA
Adolf Hitler mise nero su bianco la sua visione del mondo e del futuro della Germania mentre era in carcere nel 1924
22/10/2015
TONIA MASTROBUONI
INVIATA A BERLINO
All’inizio degli anni Venti, Adolf Hitler era ospite fisso dei salotti di Monaco, dove i ricchi borghesi si divertivano ad ascoltare l’eccentrico austriaco abbaiare i suoi proclami antisemiti. Quando l’attenzione scemava, il tribuno di Braunau schioccava il suo frustino sugli stivali da cavallerizzo, per costringere famiglie come i Bechstein - quelli dei pianoforti - a non perdersi neanche una sillaba delle sue tirate contro gli ebrei «parassiti». I monacensi facoltosi adoravano quello strano politicante che indossava lisi completi blu e che da lì a poco avrebbe organizzato l’inquietante putsch nella capitale bavarese. E il suo odio viscerale, ossessivo per gli ebrei non li disturbava: «l’antisemitismo era molto diffuso, nella borghesia tedesca, ma anche in quella francese o austriaca, in quegli anni» ricorda Sven Felix Kellerhoff.
UN ODIO ANTICO
Nel 1919, sottolinea lo storico e giornalista tedesco, Hitler aveva già espresso in una lettera ad un soldato, Adolf Gemlich, il suo odio malato contro gli ebrei, evocando pogrom, discriminazioni per legge, allontanamenti. «Le fantasie da sterminio - argomenta Kellerhoff - sono già evidenti in quella lettera, ma anche in “Mein Kampf”», il delirante manifesto scritto in carcere nel 1924 e venduto 12 milioni di copie prima della fine della Seconda guerra mondiale. Kellerhoff ritiene «totalmente prive di ogni fondamento storico» le argomentazioni del premier israeliano Netanyahu: Hitler «sognava già di sterminare gli ebrei quando il Muftì di Gerusalemme non era neanche lì». L’antisemitismo ossessivo e la teoria dello spazio vitale per i tedeschi sono i due cardini del libro del Fuehrer, argomenta l’esperto di storia del nazismo.
Kellerhoff ha appena dato alle stampe un documentatissimo libro sulla bibbia dei nazisti: «“Mein Kampf”. Die Karriere eines deutschen Buches» (Klett-Cotta), alla vigilia di un evento storico. A gennaio dell’anno prossimo sarà pubblicata in Germania la prima edizione commentata del manifesto di Hitler, dopo ben 70 anni. Il libro non è mai stato vietato, ricorda l’autore: ne è stata proibita la ristampa, dopo la guerra (i diritti appartengono al Land Baviera). «Un errore clamoroso - per Kellerhoff - perché ha alimentato miti e leggende false». In quasi 800 pagine il Fuehrer ha condensato un’opera «intellettualmente misera, piena di errori grammaticali, stilisticamente obbrobriosa, che pullula di insulti, falsi autobiografici - su cui sono inciampati persino biografi del calibro di Joachim Fest - e assurdità storiche». Kellerhoff ha le idee chiare sull’origine dell’antisemitismo di Hitler, ma smaschera il teorico del Terzo Reich anche su aspetti biografici assolutamente grotteschi.
MANIE DI GRANDEZZA
La frenesia agiografica dei nazisti ha distorto molti aspetti della vita di Hitler, cercando di confermare i deliri di «Mein Kampf». Kellerhoff ne elenca molti. Il primo è quello della giovinezza povera e disagiata a Vienna e Monaco. È vero che nella capitale asburgica Hitler visse momenti terribili, alla vigilia della Grande guerra, di fame e pernottamenti negli alberghi dei poveri. Anni in cui fu aiutato economicamente, peraltro, da alcuni amici ebrei. Ma la verità è che riusciva ogni mese a spendersi la pensione da orfano e i soldi della famiglia in un battibaleno. Un bamboccione, più che un bohèmien.
NESSUN EROISMO
Anche i racconti epici delle battaglie combattute nell’esercito tedesco durante la Grande guerra sono da ridimensionare. Il «battesimo di fuoco» di Hitler avvenne effettivamente nelle Fiandre. «Mein Kampf» non lascia spazio alla fantasia: pallottole che fischiano intorno alle orecchie del giovane Fuehrer, botti assordanti, un corpo a corpo micidiale e la battaglia che culmina in un coro che si leva dalle prime file, intona «Deutschland, Deutschland ueber alles», contagiando tutto il battaglione. Fantasie, secondo la ricostruzione storica: di fronte all’avanzata micidiale dei francesi, molti commilitoni si buttarono a terra fingendosi morti, il comandante gridò tre volte invano «all’attacco». E Hitler? A giudicare dalle cronache, al suo solito posto: nelle retrovie. E fu la costanza - non l’eroismo - mostrata in quelle retrovie che gli valse poi la Croce di ferro. Medaglia di cui il Fuehrer parlò sempre con timidezza. Strano, si dirà. Ma il motivo è ovvio. Il luogotenente che aveva insistito per conferire una medaglia al merito al giovane Hitler, Hugo Gutmann, era ebreo
sabato 17 ottobre 2015
Giornali satirici al tempo di Giolitti
Storia del Ministero della Pubblica Istruzione in Italia
Poco più di un secolo fa ci fu uno dei tanti scandali politici che caratterizzarono (e caratterizzano) la fase successiva all’unità d’Italia. Lo scandalo in questione interessò un uomo politico siciliano, Nunzio Nasi, nativo di Trapani, accusato di peculato e di malversazione ai danni del proprio ufficio ministeriale (era allora Ministro della Istruzione Pubblica in carica).
Il caso, sollevato dal presidente del consiglio Giovanni Giolitti, portò a un processo vero e proprio dove il ministro Nasi fu messo alla berlina con le accuse imbarazzanti di aver utilizzato, per fini personali, libri, testi e materiale scrittorio del proprio ufficio.
Andiamo nel dettaglio della vicenda: nel luglio del 1907 il ministro trapanese Nasi fu condotto agli arresti dal Senato riunito in Alta Corte di giustizia per i reati di peculato e appropriazione indebita.
Quello che nessuno si sarebbe mai aspettato fu la reazione della città natale di Nasi.
Trapani, infatti, insorse, sostenendo il complotto ai danni del loro beniamino e degli interessi della Sicilia.
Nel processo del 5 novembre, Nasi si difese asserendo che il denaro preso dalle casse statali era stato utilizzato per fini istituzionali e che i libri del ministero erano stati offerti ad enti bisognosi. A puntargli l’indice contro, in quell’occasione, fu proprio quell’onorevole Ettore Ciccotti che, grazie alle referenze presentate da Nasi aveva guadagnato la cattedra di professore ordinario di Storia Antica presso l’Università di Messina. Insomma, nel nome dell’antimeridionalismo più sfrenato si misero da parte amicizie e obblighi personali. Furono questi gli anni della spinta autonomistica siciliana.A processo finito, Nasi fu condannato a undici mesi di carcerazione domiciliare, decadde dalla carica di ministro e deputato, gli fu interdetta la carriera politica per quattro anni e due mesi.
La città di Trapani rispose ancora una volta duramente, gettando in mare le insegne del Re e incendiando i suoi ritratti, provocando disordini nelle piazze durante tutto il periodo elettorale.
L’ex ministro, dopo aver scontato la pena, fu rieletto grazie al sostegno dei suoi concittadini.
Il caso, sollevato dal presidente del consiglio Giovanni Giolitti, portò a un processo vero e proprio dove il ministro Nasi fu messo alla berlina con le accuse imbarazzanti di aver utilizzato, per fini personali, libri, testi e materiale scrittorio del proprio ufficio.
Andiamo nel dettaglio della vicenda: nel luglio del 1907 il ministro trapanese Nasi fu condotto agli arresti dal Senato riunito in Alta Corte di giustizia per i reati di peculato e appropriazione indebita.
Quello che nessuno si sarebbe mai aspettato fu la reazione della città natale di Nasi.
Trapani, infatti, insorse, sostenendo il complotto ai danni del loro beniamino e degli interessi della Sicilia.
Nel processo del 5 novembre, Nasi si difese asserendo che il denaro preso dalle casse statali era stato utilizzato per fini istituzionali e che i libri del ministero erano stati offerti ad enti bisognosi. A puntargli l’indice contro, in quell’occasione, fu proprio quell’onorevole Ettore Ciccotti che, grazie alle referenze presentate da Nasi aveva guadagnato la cattedra di professore ordinario di Storia Antica presso l’Università di Messina. Insomma, nel nome dell’antimeridionalismo più sfrenato si misero da parte amicizie e obblighi personali. Furono questi gli anni della spinta autonomistica siciliana.A processo finito, Nasi fu condannato a undici mesi di carcerazione domiciliare, decadde dalla carica di ministro e deputato, gli fu interdetta la carriera politica per quattro anni e due mesi.
La città di Trapani rispose ancora una volta duramente, gettando in mare le insegne del Re e incendiando i suoi ritratti, provocando disordini nelle piazze durante tutto il periodo elettorale.
L’ex ministro, dopo aver scontato la pena, fu rieletto grazie al sostegno dei suoi concittadini.
venerdì 9 ottobre 2015
Jerusalem today
Israele, uccisi sei palestinesi. Guerriglia a Gaza
5 persone, tra cui un quindicenne, sono morte negli scontri vicino al confine con la Striscia. A Hebron la polizia ha ucciso un uomo che aveva assalito un agente con un coltello. 4 palestinesi accoltellati a Dimona (Neghev). Hamas: "Rafforzare l'intifada per liberare Gerusalemme"
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Notifiche
Resta altissima la tensione in Israele, dove il bilancio provvisorio di una giornata di scontri e aggressioni parla di sei morti e numerosi feriti. Dopo gli incidentidei giorni scorsi, cinque palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano e almeno altri 25 sono rimasti feriti, alcuni in maniera grave, nella striscia di Gaza, in una zona alla frontiera con Israele, mentre un altro è caduto a Hebron. I cinque uomini uccisi vicino al confine di Gaza (tutti tra i 19 e i 20 anni, il quinto è un ragazzo di 15 anni) sono stati colpiti a morte dai soldati dopo che circa 200 palestinesi si sono avvicinati alla frontiera tirando pietre e facendo rotolare pneumatici incendiati verso le forze di sicurezza. Sono i primi palestinesi ad essere ucciso in scontri a Gaza da quando è cominciata l'escalation fra palestinesi e israeliani, che appare ormai una nuova intifada, all'inizio di ottobre.
Hamas: "Rafforziamo l'intifada". Il leader del movimento islamico palestinese Hamas, Ismail Haniyeh, ha invocato ulteriori scontri durante il sermone in una moschea a Gaza: "Chiediamo il rafforzamento e l'aumento dell'intifada. E' l'unica strada percorribile per giungere alla liberazione", ha detto nel suo discorso, aggiungendo poi che "Gaza adempierà al suo compito nell'intifada a Gerusalemme ed è pronta al confronto".
L'INTIFADA: LE PRIME DUE RIVOLTE
Haniyeh ha poi ribadito che è errato parlare di Gaza e della Cisgiordania come due entità geografiche separate. "Siamo un unico popolo, dobbiamo coordinare un'unica strategia", ha aggiunto. Haniyeh ha anche assicurato che, "malgrado il blocco imposto da Israele", Hamas è in grado di intervenire nel conflitto in corso a Gerusalemme e nei Territori. Al termine delle preghiere nelle moschee masse di dimostranti si sono dirette verso il confine settentrionale della striscia di Gaza dove hanno dato vita ai duri scontri con l'esercito israeliano che hanno causato la morte di cinque persone.
Un morto in Cisgiordania. Nelle stesse ore un palestinese è stato ucciso in Cisgiordania. L'uomo aveva aggredito e accoltellato un agente della guardia di frontiera nella colonia di Kiryat Arba, nei pressi di Hebron, tentando di impossessarsi della sua pistola. L'agente è rimasto leggermente ferito.
Una donna ferita. Un grave incidente è accaduto anche ad Afula, nel nord del paese: una donna ha aggredito con un coltello un agente di sicurezza nei pressi della stazione dei bus. Secondo il portavoce della polizia, la donna avrebbe provato a colpire l'agente che ha aperto il fuoco ferendola. Proprio ad Afula, giovedì sera, un palestinese ha ferito a coltellate un soldato israeliano.
Quattro accoltellati. Stamattina quattro persone, due beduini cittadini di Israele e due palestinesi, sono state accoltellate oggi a Dimona (Neghev), nel sud del paese, presumibilmente dallo stesso assalitore. Secondo la polizia israeliana si tratta in apparenza di un attacco "nazionalistico" di un abitante di Dimona in ritorsione agli attacchi palestinesi dei giorni scorsi. Gli aggrediti sono un netturbino e tre muratori. Uno dei feriti, 35enne, ha riportato lievi lesioni, mentre altri due 50enni sono rimasti appena feriti.
I tre sono stati tutti pugnalati nelle vicinanze di una scuola locale. Poco prima era stato ferito un altro uomo, al torace, anche lui non gravemente. La polizia ha fermato un israeliano ritenuto responsabile sicuramente della prima aggressione: il sindaco di Dimona, Benny Biton, ha riferito a Radio Israele che il sospettato era un residente della città già "noto alla polizia". Due delle vittime sono riuscite a recarsi loro stesse al commissariato locale per denunciare l'accaduto.
Il quattordicenne. Ma l'escalation di violenza assume proprorzioni sempre più preoccupanti. Un quattordicenne israeliano è stato accoltellato, per fortuna in modo leggero, da parte di un palestinese nel centro di Gerusalemme. L'assalitore è stato arrestato.
Netanyahu. Benyamin Netanyahu ha ufficialmente condannato l'aggressione : "Il primo ministro - afferma un comunicato del suo ufficio - condanna con forza l'attacco a persone innocenti.
Israele - è stato aggiunto - è uno Stato di diritto. Quanti ricorrono alla violenza saranno perseguiti per legge, chiunque essi siano".
Assalti a troupe e giornalisti. L'episodio avviene in un clima tesissimo che avvolge Israele. Una troupe delle televisione commerciale israeliana Canale 2 è stata attaccata la scorsa notte dalla folla ad Afula, poco dopo l'accoltellamento di un soldato da parte di un palestinese. In particolare è stato aggredito dei passanti il giornalista dalla emittente, Forat Nassar, che è arabo. Anche un tecnico ebreo è rimasto contuso. Passanti arabi sono stati attaccati la scorsa notte a Natanya (a Nord di Tel Aviv) e a Gerusalemme, dove centinaia di estremisti di destra hanno inscenato una manifestazione di carattere xenofobo. Un loro esponente è stato arrestato dalla polizia.
Intanto si è appreso che sabato un giornalista sportivo ebreo è stato malmenato da tifosi arabi nello stadio di Sakhnin (Galilea) dove si disputava la partita fra la squadra locale e il Beitar Gerusalemme. Il cronista è uscito dallo stadio scortato da otto agenti di sicurezza.
Spianata blindata. Le forze di sicurezza israeliane continuano a presidiare la città di Gerusalemme, mantenendo una forte presenza soprattutto intorno alla Città Vecchia dove centinaia di palestinesi stanno partecipando alla consueta preghiera del venerdì. Nella giornata di ieri la polizia ha annunciato restrizioni all'ingresso della Spianata delle Moschee, che è consentito solo agli uomini oltre i 45 anni e le donne di ogni età. "La polizia e le forze della Guardia di frontiera sono schierati dalle prime ore del mattino intorno al centro storico e le vie adiacenti al Muro Occidentale della Spianata per mantenere l'ordine e la sicurezza", si legge in una nota della polizia. "Interverremo con forza contro ogni tentativo di attacco".
L'appello del Papa. Un appello per "la riconciliazione e la pace in Medio Oriente" è stato lanciato oggi dal Papa durante il Sinodo. "Siamo dolorosamente colpiti e seguiamo con profonda preoccupazione quanto sta avvenendo in Siria, in Iraq, a Gerusalemme e in Cisgiordania, dove assistiamo ad una escalation della violenza che coinvolge civili innocenti".
Hamas: "Rafforziamo l'intifada". Il leader del movimento islamico palestinese Hamas, Ismail Haniyeh, ha invocato ulteriori scontri durante il sermone in una moschea a Gaza: "Chiediamo il rafforzamento e l'aumento dell'intifada. E' l'unica strada percorribile per giungere alla liberazione", ha detto nel suo discorso, aggiungendo poi che "Gaza adempierà al suo compito nell'intifada a Gerusalemme ed è pronta al confronto".
L'INTIFADA: LE PRIME DUE RIVOLTE
Haniyeh ha poi ribadito che è errato parlare di Gaza e della Cisgiordania come due entità geografiche separate. "Siamo un unico popolo, dobbiamo coordinare un'unica strategia", ha aggiunto. Haniyeh ha anche assicurato che, "malgrado il blocco imposto da Israele", Hamas è in grado di intervenire nel conflitto in corso a Gerusalemme e nei Territori. Al termine delle preghiere nelle moschee masse di dimostranti si sono dirette verso il confine settentrionale della striscia di Gaza dove hanno dato vita ai duri scontri con l'esercito israeliano che hanno causato la morte di cinque persone.
Un morto in Cisgiordania. Nelle stesse ore un palestinese è stato ucciso in Cisgiordania. L'uomo aveva aggredito e accoltellato un agente della guardia di frontiera nella colonia di Kiryat Arba, nei pressi di Hebron, tentando di impossessarsi della sua pistola. L'agente è rimasto leggermente ferito.
Gerusalemme: palestinese pugnala passanti ebrei
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Una donna ferita. Un grave incidente è accaduto anche ad Afula, nel nord del paese: una donna ha aggredito con un coltello un agente di sicurezza nei pressi della stazione dei bus. Secondo il portavoce della polizia, la donna avrebbe provato a colpire l'agente che ha aperto il fuoco ferendola. Proprio ad Afula, giovedì sera, un palestinese ha ferito a coltellate un soldato israeliano.
Quattro accoltellati. Stamattina quattro persone, due beduini cittadini di Israele e due palestinesi, sono state accoltellate oggi a Dimona (Neghev), nel sud del paese, presumibilmente dallo stesso assalitore. Secondo la polizia israeliana si tratta in apparenza di un attacco "nazionalistico" di un abitante di Dimona in ritorsione agli attacchi palestinesi dei giorni scorsi. Gli aggrediti sono un netturbino e tre muratori. Uno dei feriti, 35enne, ha riportato lievi lesioni, mentre altri due 50enni sono rimasti appena feriti.
I tre sono stati tutti pugnalati nelle vicinanze di una scuola locale. Poco prima era stato ferito un altro uomo, al torace, anche lui non gravemente. La polizia ha fermato un israeliano ritenuto responsabile sicuramente della prima aggressione: il sindaco di Dimona, Benny Biton, ha riferito a Radio Israele che il sospettato era un residente della città già "noto alla polizia". Due delle vittime sono riuscite a recarsi loro stesse al commissariato locale per denunciare l'accaduto.
Il quattordicenne. Ma l'escalation di violenza assume proprorzioni sempre più preoccupanti. Un quattordicenne israeliano è stato accoltellato, per fortuna in modo leggero, da parte di un palestinese nel centro di Gerusalemme. L'assalitore è stato arrestato.
Netanyahu. Benyamin Netanyahu ha ufficialmente condannato l'aggressione : "Il primo ministro - afferma un comunicato del suo ufficio - condanna con forza l'attacco a persone innocenti.
Israele - è stato aggiunto - è uno Stato di diritto. Quanti ricorrono alla violenza saranno perseguiti per legge, chiunque essi siano".
Assalti a troupe e giornalisti. L'episodio avviene in un clima tesissimo che avvolge Israele. Una troupe delle televisione commerciale israeliana Canale 2 è stata attaccata la scorsa notte dalla folla ad Afula, poco dopo l'accoltellamento di un soldato da parte di un palestinese. In particolare è stato aggredito dei passanti il giornalista dalla emittente, Forat Nassar, che è arabo. Anche un tecnico ebreo è rimasto contuso. Passanti arabi sono stati attaccati la scorsa notte a Natanya (a Nord di Tel Aviv) e a Gerusalemme, dove centinaia di estremisti di destra hanno inscenato una manifestazione di carattere xenofobo. Un loro esponente è stato arrestato dalla polizia.
Intanto si è appreso che sabato un giornalista sportivo ebreo è stato malmenato da tifosi arabi nello stadio di Sakhnin (Galilea) dove si disputava la partita fra la squadra locale e il Beitar Gerusalemme. Il cronista è uscito dallo stadio scortato da otto agenti di sicurezza.
Spianata blindata. Le forze di sicurezza israeliane continuano a presidiare la città di Gerusalemme, mantenendo una forte presenza soprattutto intorno alla Città Vecchia dove centinaia di palestinesi stanno partecipando alla consueta preghiera del venerdì. Nella giornata di ieri la polizia ha annunciato restrizioni all'ingresso della Spianata delle Moschee, che è consentito solo agli uomini oltre i 45 anni e le donne di ogni età. "La polizia e le forze della Guardia di frontiera sono schierati dalle prime ore del mattino intorno al centro storico e le vie adiacenti al Muro Occidentale della Spianata per mantenere l'ordine e la sicurezza", si legge in una nota della polizia. "Interverremo con forza contro ogni tentativo di attacco".
L'appello del Papa. Un appello per "la riconciliazione e la pace in Medio Oriente" è stato lanciato oggi dal Papa durante il Sinodo. "Siamo dolorosamente colpiti e seguiamo con profonda preoccupazione quanto sta avvenendo in Siria, in Iraq, a Gerusalemme e in Cisgiordania, dove assistiamo ad una escalation della violenza che coinvolge civili innocenti".
giovedì 8 ottobre 2015
Per la visita all'expo del 13 ottobre -informazioni
www.togetherinexpo2015.it/.../Vademecum-EXPO-Hi-2.pdf
Formato file: PDF/Adobe Acrobat
Sarà poi l'Ufficio Prenotazioni Scuole di Expo Milano 2015 .... mappa. Si tratta di studenti che coordinati da un Responsabile suggeriscono e consigliano ...
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