INFORMAZIONE,
CONTROINFORMAZIONE E DISINFORMAZIONE.
DESTABILIZZAZIONE
DELL’IDEA DI VERITA’
Si
definisce informazione una notizia,
dato o elemento che consente di avere conoscenza provata di fatti, situazioni ecc.
Per controinformazione, in genere si
intende la ricerca di informazioni che si ritengono taciute o riportate in modo parziale e
non obiettivo dagli organi di informazione ufficiali, così da non potersi più
ritenere vere.
Il termine controinformazione venne utilizzato
soprattutto a partire dagli anni sessanta negli
ambiti della contestazione e della
cultura alternativa ed è stato in seguito
surrogato da altre espressioni, quali
informazione alternativa, comunicazione indipendente ecc.
In genere, il presentare la propria opinione come controinformazione implica il giudizio che i media di un certo paese (o altro ambito sociale e culturale) siano, in parte o totalmente, al servizio di interessi politici o economici di parte e quindi non siano in grado di rappresentare oggettivamente la realtà dei fatti; in questo senso la controinformazione può accompagnarsi alla denuncia di censure e di limiti alla libertà d'informazione.
Il termine
disinformazione viene di conseguenza usato per sottolineare l'idea che i mass media convenzionali
facciano propaganda subordinata ai grandi poteri economico -politici
e che quindi la sedicente informazione
da essi fornita sia distorta, falsificata e destinata disorientare la
popolazione , a scopi condannabili,sia eticamente che politicamente.
Chi si propone di fare controinformazione si ritiene detentore di una visione "corretta" della società, della politica o della storia, ignota ai più o osteggiata, per secondi fini, dal potere dominante. A tale categoria fanno riferimento anche i fautori di numerose teorie del complotto.
D’altra
parte l’esperienza della storia dimostra che anche i siti di controinformazione possono
essere condizionati e non presentino sempre
fatti oggettivi, ma interpretazioni a loro volta fallaci. E’diventata una costante che di
fronte a certi fenomeni venga sempre cercata una versione o
interpretazione differente, quando non
opposta.
Dalla
sua diffusione, Internet rappresenta
uno dei media più facilmente accessibili a coloro che si propongono di
"fare controinformazione", a sua volta spesso tendenziale.
Anche
se negli ultimi anni le uccisioni di Anna Politovskaja,
Jamal Khashoggi e la condanna alla
segregazione di Julian Assange, per citare alcuni dei casi più eclatanti,
stanno a dimostrare globalmente l’efferatezza della guerra interna
all’informazione, presente in qualsiasi sistema politico e area del Mondo, da
est ad ovest, un sistema più sofisticato arriva a fare della verità un
dettaglio secondario: per il Potere ormai non occorre che la propria verità sconfigga
quella del nemico. Basta destabilizzare l’idea stessa della verità,
neutralizzando il suo potere così da poter sempre mettere in discussione
qualsiasi versione dei fatti fosse stata scelta( concetto adattato da Tom Burgis, “Cleptopia”). Più che mirare a far
prevalere la propria versione con prove oggettive, l’obiettivo è quello di negare la versione degli altri.
Contro queste tendenze della
contemporaneità, avvallate da certa cultura, si può portare ad esempio l’opposizione
espressa dal filosofo Alain Badiou che ha rifiutato la tesi
lyotardiana della fine delle grandi narrazioni‖ (unitarie o metafisiche), criticando in particolare lo svilimento e abrogazione
del riferimento alla verità, e denunciando in tale operazione l‘oscura,
inconfessata riorganizzazione metafisica del mondo attraverso il riferimento
ideologico allo scientismo, alla pluralità dei significati e alla democrazia
liberale che caratterizza l‘egemonia del capitale. Badiou sostiene anche che
quattro condizioni generiche della verità oggi si trovino in crisi,
tendenzialmente sostituite da gestione (anziché politica), tecnica (anziché
scienza matematica), cultura (anziché arte), e sesso (anziché amore). (“Dall’evento al sintomo: Badiou e
l’ontologia lacaniana” Fabio Vighi University of Cardiff, UK)
*
* *
In questi due anni il fenomeno della pandemia ha reso ancor più
assillante la riflessione a proposito del rapporto
informazione-controinformazione-disinformazione rispetto al campo d’indagine in
questione.
La chiarezza a proposito dell’origine del
Covid è stata resa precaria dalla ridda di informazioni e
controinformazioni , così da rendere dubbia l’affidabilità delle une come delle
altre.
E’il caso che verifica come l’abbondanza di mezzi e canali producano
informazioni ufficiali e controinformazioni alternative che finiscono per opporsi
senza che sia possibile una chiara risoluzione, un orientamento decisamente
valido: è questo un caso che finisce per originare disinformazione.
Per fare un semplice esempio, una delle strade per scoprire
l’origine
della pandemia Covid è stata quella che porterebbe al “paziente zero”,in questo caso
denominato S01.
Varie le ipotesi fatte, fra le altre:
1.E’ un contabile che non fa la spesa al mercato del pesce
di Wuhan ma nel grande supermercato lì vicino, RT-Mart, come
raccontato agli esperti dell’Oms. L’8 dicembre 2019 ha cominciato a sentirsi
male..
2.Il Washington Post, ricorda che l’Oms associa
la prima sequenza ad un altro paziente, un lavoratore del mercato di 61 anni
che è morto dopo essersi ammalato il 20 dicembre, almeno stando al China
National Center.
3.Ancora il Washington Post però poi nota che
Milano, il 5 dicembre 2019, quindi tre giorni prima che
il contabile cinese mostrasse i sintomi del virus, fu effettuato un tampone
orale ad un bambino di 4 anni perché si sospettava che avesse contratto il morbillo.
Mesi dopo risultò positivo al Covid.
4. Ma la Francia avrebbe trovato prima
tracce di coronavirus, a novembre 2019. Esaminando oltre 9mila
campioni raccolti tra novembre 2019 e marzo 2020 per un progetto sulla salute
pubblica, l’Istituto nazionale per la salute e la ricerca ha scoperto anticorpi
la prima settimana di novembre.
E queste sono solo alcune delle ipotesi. Insomma, sul
paziente S01 ci sono molte ombre.
Molto varie e difformi sono state anche le informazioni e
controinformazioni sopraggiunte da
ambiti scientifici e medici, quali più quali meno fondate, a proposito della
natura del fenomeno ( origine naturale,
cioè spillover zoonotico, del SARS-CoV-2,
quindi il salto dall’animale all’uomo; oppure chimica, che il virus sarebbe sfuggito accidentalmente dal laboratorio di
Wuhan dove è stato studiato) e delle forme d’intervento e di cura, pare in qualche caso
iniziale anche disastrose negli effetti. A cui si sono “unite”le teorie
negazioniste e complottiste, fino a quelle contrarie all’uso dei vaccini.
Effetti collaterali della pandemia, come la produzione
conseguente dei vaccini, portano a dati che possono indurre sospetto.
“La miniera d’oro dei vaccini BionNTech fa tornare in attivo
la città di Magonza”(titolo interno a IL
Sole 24 Ore.21 nov.2021), riporta
come i ricavi totali di BionNTech siano
lievitati quest’anno a quota 13,44 miliardi rispetto ai 136,9 milioni
dello stesso periodo 2020,con profitti saliti a più di 7 miliardi d’euro rispetto ai 351 milioni
dello stesso periodo 2020. L’informazione data da un giornale che non può certo
annoverarsi fra gli alternativi o dissidenti rispetto alle versioni ufficiali
sulla pandemia , prosegue dando
informazione di progetti di uso etico, ricerca scientifica ecc. a cui l’
industria farmaceutica di Mainz-Magonza destinerebbe quota cospicua del
profitto.
Ma è un esempio di come fin dall’inizio si formassero teorie
del complotto, riguardanti proprio il prosperare degli affari delle Big Pharma. Altra teoria, già enunciata nel 2010 dallo speaker
radiofonico statunitense Alex Jones, che Bill Gates volesse «utilizzare i
vaccini per sterilizzare e spopolare il pianeta, una tattica che fa parte di
una grande cospirazione dell’élite globale per prendere il controllo su ogni
cosa», trovava nel tempo della pandemia nuovo motivo per rinfocolarsi. Notizie su Bill Gates e il coronavirus hanno
cominciato a circolare anche in Italia fin dalla fine del gennaio 2020, quando in Italia non c’erano
ancora casi registrati. Secondo la prima di queste a diffondersi nel nostro
Paese, la fondazione Bill & Melinda Gates aveva «predetto il coronavirus»:
in uno status su Facebook, diventato anche un articolo pubblicato da alcuni
“siti di controinformazione”, si sosteneva che la fondazione a fine 2019 avesse
simulato la pandemia da coronavirus in una esercitazione virtuale dal nome
“Evento 201” tenutasi a New York, in cui si parlava di un virus che avrebbe
«causato 65 milioni di morti». C’è chi le giudica esempi di controinformazione fondate
su aspetti di verità, a cui
s’aggiungono fatti distorti e storie
inventate.
Altre tesi
complottiste,a sfondo politico-economico, riguardavano le attuali Potenze
mondiali, la Cina che non avrebbe fornito informazioni immediate per non avvantaggiare
Europa e Usa ,o gli Usa stessi ,che
avrebbero avuto a loro volta un ruolo “Per ben sei anni, e persino dopo
lo scoppio della peggior pandemia da un secolo, le massime agenzie sanitarie
degli Stati Uniti, gli Nih (National Institutes of Health) di Francis Collins e
il Niaid (National Institute of Allergy and Infectious Diseases) di Anthony
Fauci, hanno di certo finanziato la Gain of Function, la manipolazione genetica
dei virus, proprio al Wuhan Institute of Virology di Zheng-Li Shi “(Paolo Barnard, autore del libro-inchiesta
’L’origine del virus’, in collaborazione con gli scienziati Steven Quay (Usa,
Stanford University e Harvard Massachusetts General Hospital) e Angus Dalgleish
(Uk, St Georgès University of London)
*
* *
Disinformazione.In inglese, la parola non appare nei
dizionari fino alla fine degli anni '80, dal momento che trova la sua origine
nel termine russo "dezinformatzija" (дезинформация): esso si
riferisce ad un'arma tattica russa fatta risalire al 1923, quando il vice
presidente -precursore del KGB- della direzione politica di stato (GPU) chiese
la fondazione di «uno speciale ufficio di disinformazione per condurre
operazioni tattiche di intelligence».
William
Safire, un conservatore liberal-repubblicano al servizio di Nixon, scrisse nel
suo libro del 1993 Quoth de Maven che la disinformazione fu
usata dal KGB per indicare «la manipolazione del sistema di intelligence di una
nazione attraverso la somministrazione di dati credibili ma fuorvianti».
Da questo punto in poi, la disinformazione divenne una tattica usata nella
guerra sovietica. Le misure attivate dall'intelligence sovietica si basavano
sulla falsificazione come operazione segreta e sulla sovversione e
manipolazione dei medi.
Ben
noto è d’altra parte l’uso della
disinformazione fatto dai regimi totalitari fascisti.
Durante le prime settimane del 1933, il regime
nazista inondò la radio, la stampa e i
cinegiornali di notizie che dovevano alimentare la paura di una
"insurrezione comunista", che sarebbe cominciata con l’incendio del
Reichstag, canalizzando così i timori popolari e aprendo la
strada alle misure politiche che abolirono le libertà civili e democratiche. A gestire il giro di false notizie era
il ministero della propaganda, presieduto da Joseph Goebbels.
Nel
giro di pochi mesi, il regime nazista distrusse la
stampa libera tedesca. In meno di dieci anni la casa editrice del Partito, la
Eher, diventò la più grande mai esistita in Germania e il suo quotidiano
principale, il Völkischer Beobachter che Hitler aveva acquistato nel
1920 raggiunse il milione di copie in circolazione. In varie occasioni vennero
regalati apparecchi radio alla popolazione, perché la propaganda potesse
diffondersi sempre più ampiamente.
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Tuttavia
i regimi totalitari d’inizio ‘900 non
furono certo gli inventori della disinformazione. Per tutta l’era del potere
aristocratico-religioso, non mancarono certo le menzogne, oltretutto su larga
scala, volte alla persecuzione del nemico o dell’eretico.
Furono
i romani ad inventare il concetto di “bellum iustum”, per cui si trovavano motivazioni
spesso costruite per attaccare un altro Stato e impossessi arsi dei suoi
territori e ricchezze (l’esempio più noto, Cartagine e il suo Impero nel
Mediterraneo occidentale) Procedendo nel tempo,pensiamo per esempio alla
persecuzione ordita dalla corte di Filippo il Bello , e fondata su menzogne, agli
inizi del XIV secolo, , contro il corpo dei Templari, al fine d’impossessarsi dei loro beni, per riparare
in parte ad un grave dissesto finanziario dello Stato francese (debito
pubblico, inflazione, svalutazione della moneta d’argento) originato da spese
belliche, crociate ecc.
I
regimi totalitari del primo ‘900, sorti in tempo di crisi della democrazia-liberale,
ne fecero semplicemente sistema concentrato per recuperare il gap di potere; i nazisti per avvallare il tragico abominio derivante dalle deliranti
basi ideologiche, i bolscevichi per sostenere inizialmente un’idea di progresso
umano minacciata dalla reazione aristocratica e dal conservatorismo liberale, idea poi degenerata
internamente in un aborto di comunismo Stesso esito per la rivoluzione
culturale di Mao, così per il neofascismo sudamericano di Pinochet. Ma nello
stesso tempo, le medesime tattiche venivano usate dai servizi segreti
anglosassoni, francesi ecc.
Nel
1924, le elezioni che riportarono i Tory
al potere in Gran Bretagna, furono precedute dalla diffusione di una presunta
lettera di Zinove’v con cui i bolscevichi avrebbero ordito un complotto,
ordinando ai comunisti inglesi di prepararsi all’insurrezione e provocare la
paralisi dell’Esercito e della Marina. La minaccia di una guerra civile fece
effetto sulla popolazione, contribuendo a seguito delle elezioni a rovesciare
il governo dei laburisti. Due anni dopo, Churchill e i falchi conservatori
fecero uso della stessa tattica di fronte allo sciopero generale indetto dalla
federazione sindacale a sostegno dei minatori. Palesando la minaccia di una
sovietizzazione dell’Inghilterra, il governo dei Tory contribuì ad indebolire
il sostegno popolare e dopo nove giorni gli scioperanti dovettero ritirarsi .
E così
via, fino a giungere alla macchina dei servizi segreti statunitensi dopo la
seconda guerra mondiale. D’altra parte, dopo la seconda guerra mondiale e
fino al crollo del sistema sovietico, i paesi occidentali hanno ridato forma
alla democrazia liberale, e ciò ha
consentito si generasse controinformazione attiva sempre più ampia, seppur non
mancassero menzogne più o meno sottese anche a quell’interno. La
controinformazione ebbe un ruolo importante nell’originarsi del movimento della contestazione giovanile
durante gli anni ‘60 e ’70, a partire dalle proteste nei campus studenteschi
americani, avviate nel ’64 a Berkeley
* * *
Finché,
la distinzione dei due sistemi decadde, e avvenne ciò che con la lucidità che
lo distingueva ebbe ad analizzare il filosofo francese Guy Debord, fondatore
dell’Internationale Situationiste (1956-1972)
“Nel
1967 distinguevo due forme, successive e antagonistiche, del potere
spettacolare: quella concentrata e quella diffusa. Entrambe aleggiavano sulla società reale,
come suo scopo e sua menzogna. La prima, mettendo in risalto l’ideologia
riassunta intorno ad una personalità dittatoriale,aveva accompagnato la
controrivoluzione totalitaria, sia nazista che stalinista. L’altra, incitando i
salariati ad effettuare liberamente le loro scelte tra una grande varietà
di merci nuove in competizione, aveva costituito
quel!’americanizzazione del mondo che per certi aspetti spaventava, ma
soprattutto affascinava i paesi in cui le condizioni delle democrazie
borghesi di tipo tradizionale avevano potuto mantenersi più a lungo. Successivamente
si è costituita una terza forma, attraverso la combinazione ragionata
delle due precedenti, e sulla base generale di una vittoria di
quella che si era mostrata più forte,la forma diffusa. Si tratta
dello spettacolare integrato, che tende ormai a imporsi su scala mondiale.
Lo
spettacolare integrato si manifesta al tempo stesso come concentrato e come
diffuso, e dall’inizio di questa fruttuosa unificazione ha saputo sfruttare
maggiormente entrambe le qualità. Le loro precedenti modalità di
applicazione sono molto cambiate. Per quanto riguarda l’aspetto concentrato, il
suo centro direttivo è ormai diventato occulto: non è più occupato da un
capo conosciuto né da un’ideologia precisa. Per quanto riguarda l’aspetto
diffuso,l’influenza spettacolare non aveva mai contrassegnato fino a questo
punto la quasi totalità dei comportamenti e degli oggetti prodotti socialmente.
Perché in definitiva il senso dello spettacolare integrato è che si è integrato
nella realtà stessa man mano che ne parlava; e che la ricostruiva
come ne parlava. Così adesso questa realtà non gli sta più di fronte come
qualcosa di estraneo. Quando lo spettacolare era concentratogli sfuggiva
la maggior parte della società periferica; quando era diffuso, una piccola
parte; oggi, niente.” (Guy Debord, 1988 dai”Commentaires sur la
societé du spectacle”)
A
rimarcare la lucidità e l’importanza dell’intervento, si legge nella postfazione di giorgio agamben all'edizione italiana :
“Indubbiamente l'aspetto più inquietante dei
libri di Debord è l'implacabilità con cui la storia sembra essersi applicata
per confermare le sue analisi. Non solo, a vent'anni da La Société
du spectacle, i Commentari al(1988) hanno potuto registrare
l'accuratezza delle diagnosi e delle previsioni in tutti i campi, ma nel
frattempo il corso degli eventi ha accelerato ovunque in modo così uniforme
nella stessa direzione, che a soli due anni dall'uscita del libro, sembra che
la politica mondiale di oggi non è altro che una parodia dello scenario che
conteneva. L'unificazione sostanziale dello spettacolo concentrato (le
democrazie popolari d'Oriente) e dello spettacolo diffuso (le democrazie
occidentali) nello spettacolo integrato, che costituisce una delle tesi
centrali dei Commentari., che molti riscontrarono nel periodo paradossale,
si sta rivelando oggi banale. Le solide mura e le catene che dividono i
due mondi furono infrante in pochi giorni. Affinché lo spettacolo
integrato si realizzasse pienamente anche nel loro Paese, i governi dell'Est
abbandonarono il Partito leninista, così come quelli dell'Ovest avevano da
tempo rinunciato all'equilibrio di potere e alla reale libertà di pensiero e di
comunicazione, nel nome della macchina elettorale maggioritaria e controllo
mediatico dell'opinione (entrambi sviluppati nei moderni stati totalitari)”
Così il
capitale globale e i suoi apparati emanano violente ingiunzioni ideologiche,
spesso mascherate da un linguaggio moderato e propositivo come modernizzazione, riforma,cambiamento.
* * *
A fine febbraio
2020, in Italia di fronte al dilagare della pandemia nell’area lombarda e al
panico suscitato dalla quantità di decessi, ricoveri necessari in rapporto
alla carenza di strutture e capacità
d’interventi sanitari adeguati alla gravità dell’infezione polmonare, il
governo Conte fu il secondo nel Mondo ad adottare i provvedimenti demandati
dalla Cina, che decretavano forme di
controllo ,distanziamento, segregazione ,divieto di movimento quali mai erano
state imposte in una democrazia.
L’adozione di forme proprie di un regime autoritario come quello della Cina si rendeva giustificato dalla gravità
della situazione presente, e ben presto
veniva decretato da quasi tutti i
Governi europei e poi americani e israeliano. Venivano evocate analogie con il "Comitato di salute pubblica",l'esecutivo dell'istituzione che portò alla dittatura di Robespierre.
Questo avvenimento veniva rimarcato criticamente, fra i primi, proprio
dal filosofo italiano Giorgio Agamben, e poi riassunto a posteriori un
anno e mezzo dopo nel suo intervento
al Senato italiano, 7 ottobre 2021 'Il modello che viene così eroso e cancellato è quello delle
democrazie parlamentari con i loro diritti, le loro garanzie costituzionali, e
al loro posto subentra un paradigma di governo in cui in nome della
biosicurezza e del controllo le libertà individuali sono destinate a subire
limitazioni crescenti'
'E’ stato detto da
scienziati e da medici che il green pass non ha in sé alcun significato medico
ma serve a obbligare la gente a vaccinarsi. Io credo invece che si possa e si
debba dire il contrario, e cioè che il vaccino sia un mezzo per costringere la
gente ad avere un green pass, cioè un dispositivo che permette di controllare e
tracciare, misura che non ha precedente, i loro movimenti'.
E’certamente di interesse e riflessione, come un’
opinione possa venire sostanzialmente
condivisa da ambiti culturali estremamente diversi ;in questo caso , per
esempio, nella manifestazione di Monsignor Carlo Maria Viganò
Il greenpass secondo l’arcivescovo è
“un’aberrazione giuridica che usa la psicopandemia per tracciare ogni nostro
movimento, decidere se, dove e quando possiamo entrare e uscire”. L’emergenza
sanitaria, secondo le sue tesi, ha legittimato chi ha il potere a creare un
sistema di valutazione dei nostri comportamenti, come fa la Cina.
L'idea dell’arcivescovo è quella di un pianeta in
cui negli ultimi due anni tutto sia stato gestito come una “follia pandemica”,
una specie di stato di trans in cui, come dice la parola stessa, tutta la gente
è impazzita. Viganò ha sostenuto nelle sue dichiarazioni che la mente di ogni
singolo individuo sia stata offuscata da un ricatto. Ma non un ricatto
qualsiasi, bensì quello di “un potere malvagio, mosso da un’ideologia
infernale”.
E’ questo un esempio di come la filosofia critica
radicale di Agamben e quella cristiano rigorista di Viganò vadano su strade parallele. Entrambe
le opinioni si oppongono alla gestione politica globale in atto della pandemia
che il Potere sfrutterebbe per determinare un ulteriore escalation del dominio
economico psicologico e sociale sui popoli.
Alla prima fase che
coinvolgeva tutta la società sarebbe ora subentrata una seconda ,discriminante fra vaccinati con
green pass e non, che giungendo a colpire
il diritto al lavoro getterebbe
nella povertà gli obiettori. (Vedi in Austria l’ipotesi lockdown per gli obiettori.:ci si domanda,
esistono, sono allo studio, forme d’indennizzo,un salario di sopravvivenza?)
A questo proposito dice ancora Agamben nel corso del suo
intervento:
“Voi sapete che il
Governo con un apposito Decreto legge, il numero 44 del 2021, detto scudo
penale ora convertito in legge, si è esentato da ogni responsabilità per i
danni prodotti dal vaccino. E quanto gravi possono essere questi danni risulta
dal fatto che l’articolo 3 del Decreto in questione, menziona esplicitamente
gli articoli 589 e 590 del Codice penale che si riferiscono all’omicidio colposo
e alle lesioni colpose.
Come autorevoli giuristi hanno notato questo
significa che lo Stato non si sente di assumere la responsabilità per un
vaccino che non ha terminato la sua fase di sperimentazione”
Sono legittimi i dubbi in relazione sia all’incidenza e alla bontà degli effetti, a breve e lungo termine, dei vaccini, sia alla prescrizione divenuta obbligatoria perché siano consentite molte attività e movimenti umani naturali sociali ed economici. Va chiarito a proposito che meno della metà dei nuovi farmaci dispone di dati sui loro vantaggi e rischi comparativi rispetto alle opzioni di trattamento esistenti al momento dell’approvazione normativa in Europa e negli Stati Uniti (Naci H, Salcher-Konrad M, Kesselheim AS, et al. Generating comparative evidence on new drugs and devices before approval. Lancet 2020)e i vaccini anticovid non fanno eccezione.
Tuttavia l’informazione ufficiale
offre dati comparati per cui l’incidenza del vaccino sul contagio risulta
efficace, nell’immunizzazione o nel depotenziamento degli effetti del virus.
*
* *
Si calcola che i virus
influenzali stagionali mietano in media
sulle 650.000 vittime annuali fra i più fragili
nel mondo (Focus.it>scienza>salute);
nel 2020 i decessi per covid
sono stati compresi fra 1.800.000-1.900.000 (AGI,
dati dalla John Hopkins University) dunque il covid ha colpito all’incirca tre volte di
più delle”normali”influenze.
A ciascuno considerare se il
raffronto implichi un giudizio di
condizione “grave” o “gravissima”.
Come già detto, il covid si
è diffuso a partire da aree molto densamente abitate: dalla sua presunta
origine in Cina, territorio di Wuhan, alla sua propagazione iniziale in Europa,
nell’area di Milano-Brianza-Bergamo;
aree in cui gli scambi,
gli spostamenti, l'affollamento dei mezzi pubblici e in generale i rapporti interpersonali
(e dunque le occasioni di contagio) sono più
intensi. Ciò vale in generale nel raffronto città-periferia, da cui si è manifestato con evidenza come i grandi centri siano più facilmente luogo di
accumulo dei casi di infezione.
Alcune fonti sottolineano
l’incidenza dell’inquinamento, sia da sostanze solide o gassose, sia dall’invisibilità dell’elettrificazione,onde
radio e 5G, nel determinare l’avvelenamento delle cellule (fra
gli altri ,il dottor Thomas
Cowan, laureato in medicina al Michigan State University
College of Human Medicine e vicepresidente della Fondazione Weston A.Price, che
ricorda Rudolf Steiner, il fondatore dell’antroposofia , al tempo
dell’influenza spagnola ‘i virus sono semplicemente le escrezioni di
una cellula avvelenata’.)
Nell’inverno avanzato del
2020 la comparsa di questa epidemia ha suscitato un terrore globale senza uguali a partire dagli anni’40 in
avanti del secolo precedente, cioè nel corso della guerra mondiale. Una sorta
di Chernobyl diffusa, per richiamarsi ad un esempio, per quanto improprio, più prossimo nel tempo. .Gli apparati e gli operatori sanitari si sono trovati impreparati ad
affrontare la forte virulenza e le conseguenze
di decessi e contagi inizialmente incontrollabili, di difficile cura. L’età
media alta della popolazione europea, soprattutto di quella italiana, è stata
fra le cause dell’irrimediabilità degli effetti del virus sugli apparati
respiratori, con il decesso attribuibile all’incirca di un centinaio di
migliaio di cittadini italiani .
Come detto, l’Italia si è
trovata in prima linea, dopo la Cina, ma ben presto il contagio si è diffuso in
tutta Europa ,poi in America,e i governanti con scienziati e medici hanno
introdotto misure di sicurezza di controllo mai viste sui movimenti delle
persone ,con l’obbligo del distanziamento e della clausura, per poi
pervenire alla prescrizione dei vaccini
verso la fine dell’anno.
Su queste linee sono state
espresse approvazioni, ma anche varie
critiche : o generali riguardo all’insieme di queste misure, giudicate troppo
estreme ; o parziali,ciò per aspetti interni che con il passare del tempo gli
stessi governanti hanno dovuto rivedere.
A questo proposito si
possono fare queste riflessioni.
-Il distanziamento era per
ovvietà la prima misura da introdurre
nella condizione di emergenza, estensione di normale misura istintiva
precauzionale in qualsiasi caso d’infezione ;
-il sacrificio della
clausura nel corso dell’inverno-primavera’20, con prosecuzione dall’autunno
fino alla primavera ’21 ha recato con sé elementi certamente eccessivi, in
primo luogo riguardo ai movimenti individuali in spazi liberi, o in proprietà
private, per cui elementari diritti naturali e civili sono stati
provvisoriamente soppressi.
Con la pandemia posta un
po’ più sotto controllo, l’aggiunta della somministrazione dei vaccini ha via via
favorito un parziale allentamento della stretta.
Si può ritenere che le misure siano state prese per il bene comune, considerandole
un’ipotesi d’intervento tutto sommato sostenibile, dai gravosi impedimenti
iniziali a termine ( alcuni dei quali,
veramente vessatori , che arrivavano ad imporre il divieto di movimento
individuale in spazi liberi e l’uso di proprietà private )fino alla
prescrizione quasi obbligatoria del vaccino
? Rimane una domanda aperta, per cui non vi è sicura risposta.
* * *
Volendo
porre qualche conclusione, per quanto
sempre provvisoria. Sospendendo il giudizio sulle asserzioni più estremiste di
negazionisti e complottisti, che andranno confermate, o smentite, su tempi
medio-lunghi, va considerata la gravità
dell’emergenza iniziale e l’”umanità” (in quanto limite) di scienziati,medici,
governanti, che hanno affrontato il problema .
Ammesso
questo, vanno ammessi egualmente dubbi,
critiche, sia interni al contesto d’inquadramento scientifico e medico del
fenomeno pandemico, sia per quello sociale, politico ed economico . Van
considerati,e criticati,i difetti del
sistema liberista –capitalistico che conduce da una parte all’abnorme accumulo di beni e
ricchezze personali , dall’altra al limitato e
sempre più inadeguato
finanziamento delle strutture di uso comune sociale. Va affrontata con
decisione la problematica emergente dalla dialettica negativa informazione-controinformazione,
la cui sintesi corrente è oggi la disinformazione e la destabilizzazione della
verità, manifesto di un mondo falsificato.
E’bene
ci sia chi sproni i parlamentari e governanti
democratici a svolgere coerentemente il loro compito di parlamentari
eletti in democrazie, perché i diritti umani
naturali e quelli civilmente acquisiti vengano ripristinati, dopo l’enigmatica
sospensione presente.
E’bene
osservare ,oltre quanto detto, anche il fatto che attualmente sono reintrodotti
sul Pianeta confini di movimento ,se non più interni all’Ue, però rispetto ad
aree esterne, non più vigenti da secoli:
“Fino al 15 dicembre 2021, la
normativa italiana non consente spostamenti per turismo verso i Paesi
dell’elenco E” (Ministero degli Affari esteri ,Viaggiare sicuri) che
include, per intendersi , Paesi come
Serbia, Marocco,per fare esempi.
E
questo si protrae ormai dal marzo’20. E di mesi in mesi l’emergenza viene
procrastinata.
Ma come
detto, se questo stato di cose sia da ritenersi necessario, utile oppure
superfluo o strumentale, non risulta certo, da una parte o dall’altra, se non, appunto, a chi ha
scelto di sposare una causa, e di prendere come certe informazioni o
controinformazioni che nella loro parzialità,incompletezza e contraddizione,
non possono attualmente assicurare una verità.