venerdì 9 aprile 2021

Ricerca scientifica e apprendisti stregoni. La ricerca GoF e le reali origini del Covid-19

 «È un campo controverso, quello della ricerca GoF, sia per la pericolosità che la creazione in laboratorio di nuovi patogeni pone, sia per la mancanza di trasparenza e di controllo da parte della società civile, specie in paesi poco trasparenti per definizione, come la Cina o la Russia. Ma anche gli Usa. Spesso si tratta di ricerche in ambito militare o secretate per questioni di sicurezza nazionale, oppure finanziate con fondi pubblici a seguito della pubblicazione di bandi, ma in assenza di una reale ed affidabile valutazione del rischio». Come esempio si può citare una notizia apparsa nel  2015, riguardante la creazione di un chimera-virus, cioé una versione ibrida tra un ceppo di Coronavirus originariamente del pipistrello (l’SHC014) e uno simile a quello che causa la Sars nell’uomo (Sindrome respiratoria acuta grave).

Juanne Pili


Poco più di  un anno fa, mentre la pandemia da covid-19 si diffondeva sull'intero Pianeta,  la Cina decideva di rendere pubbliche le sequenze genetiche del virus all'origine delle polmoniti anomale . Un virus nuovo :si dichiarava che la cosa più probabile era  che si trattasse  di una zoonosi, cioè un virus che è saltato di specie: da un animale all’uomo. ( vedi David Quammen, Spillover).

C'era  però chi, come un ex capo del MI6,servizi segreti di G.B., dichiava invece che si trattava di un prodotto d’incidente di laboratorio, a Wuhan,città di importante attività  scientifica. Una tesi simile, che ipotizzava complicazioni con la diffusione dell'R5 nella metropoli cinese,  era  sostenuta anche dal dott.Montagnier, noto virologo e premio Nobel per la ricerca sull'AIDS.

Dopo circa un anno, fine inverno 2021,nel suo rapporto finale, scritto insieme a scienziati cinesi, il team coordinato dall'OMS, che ha trascorso quattro settimane a Wuhan tra gennaio e febbraio 2021, ha affermato che il virus è stato probabilmente trasmesso dai pipistrelli agli esseri umani attraverso un altro animale e che la fuga accidentale dell’agente virale da un laboratorio è "estremamente improbabile".Tuttavia nel testo non risulta molto chiaro perchè gli addetti allo studio non possono ritenere valida la tesi.
 
Uno degli investigatori del team ha riferito che la Cina ha rifiutato di fornire i dati grezzi sui primi casi di COVID-19 e ciò ha complicato il lavoro per risalire all’origine della pandemia

A seguito è però di questi giorni la comparsa della dichiarazione di Ilaria Capua 

"È plausibile l'ipotesi che il Covid-19 sia nato in laboratorio"
AGI - Esiste “l’ipotesi che Sars-Cov-2 possa essere figlio di un virus generato in laboratorio” ed “è ritenuta plausibile al punto tale da dover mandare una squadra di esperti a verificare cosa è successo in quel laboratorio”. E' quanto afferma la virologa Ilaria Capua, in un'analisi sul Corriere della Sera.
“Se l’Oms, oltre un anno dopo il fatto, decide di spedire un gruppo di esperti in Cina per cercare di stabilire che cosa è successo - fa notare Capua - un motivo c’è”. “E il motivo che serpeggia nel fondo – spiega – è che è accettato e risaputo che in alcuni laboratori del mondo esista la tecnologia per alterare virus naturali più o meno innocui e trasformarli in stipiti virali potenzialmente pandemici”.
“Questi esperimenti detti Gof (Gain of fuction, acquisizione di funzioni) - prosegue la scienziata - mirano a far acquisire a virus naturali o di laboratorio alcune caratteristiche come la virulenza o la trasmissibilità per poi studiarne i meccanismi in sistemi di ricerca artificiali” tanto che di questi stessi esperimenti “si parlò molto nel 2012 quando alcuni gruppi di scienziati finanziati da enti pubblici trasformarono virus influenzali aviari H5N1 in una variante più contagiosa”.
Secondo Capua si tratta di scegliere oggi cosa fare per la salute mondiale: “in futuro vogliamo investire sul potenziamento dei virus o dei vaccini?”.
Affrontare il rapporto rischio-beneficio di moltiplicare i laboratori che possono generare virus con potenziale patogeno rafforzato - si domanda - oppure spingersi nell’immaginare un mondo che grazie al Covid-19 avrà presto vaccini in formato cerotto, spray, chip che possono arrivare a destinazione anche senza un involucro gigantesco e refrigerante, che a oggi si è mostrato uno dei principali colli di bottiglia della logistica?".
"Si tratta solo di pensarci bene e scegliere - sottolinea Capua - perché questo dibattito plasmerà il futuro delle nostre società e proprio per questo motivo al tavolo ci devono stare tutti”.

“Di soldi per la ricerca - conclude - non ce n’è mai abbastanza e prima che sia troppo tardi riflettiamoci bene perché questo momento di consapevolezza non ripasserà fino alla (ahimè) prossima pandemia”.


Per documentarsi  su quanto in materia si riferisce alla ricerca scientifica, si può leggere:

Virus ingegnerizzati e dual-use research: profili etici

Documenti del Comitato Etico della Fondazione Umberto Veronesi

AUTORI TELMO PIEVANI CARLO ALBERTO REDI  MARCO ANNONI

Introduzione

Storicamente, il dibattito contemporaneo sui rischi del progresso tecnico-scientifico raggiunge il proprio apice dopo la Seconda Guerra Mondiale, quando si apre la discussione sulle responsabilità morali degli scienziati rispetto allo sviluppo della prima bomba atomica

 A differenza di settant’anni fa, però, oggi le domande che erano prima rivolte ai fisici riguardano sempre di più gli scienziati che operano nel campo delle scienze della vita. Grazie alle nuove conoscenze in genomica e biologia molecolare, infatti, i ricercatori hanno ora a disposizione nuove tecniche sperimentali che permettono loro di creare dei “virus potenziati” per fini di ricerca.

La creazione di questi virus ingegnerizzati è utile perché permette ai ricercatori di decifrare la correlazione tra il genoma degli agenti patogeni e il loro fenotipo, e cioè l’insieme delle loro caratteristiche osservabili. Ciò consente di comprendere meglio i meccanismi molecolari attraverso cui un agente patogeno diviene pericoloso per l’uomo o l’ambiente. Tali ricerche offrono quindi la possibilità sia di rispondere più efficacemente alla minaccia di virus finora sconosciuti, sia di anticipare gli effetti che alcune mutazioni spontanee potrebbero avere su virus già noti, aiutando così a predisporre adeguate contromisure a livello di salute pubblica.

D’altro canto, però, tali virus potrebbero comportare danni seri e irreversibili per l’umanità e l’ecosistema qualora fossero accidentalmente o intenzionalmente rilasciati fuori da ambienti controllati. Inoltre, i meccanismi della ricerca scientifica fanno sì che i risultati e le metodologie sperimentali utilizzate per creare tali virus siano poi pubblicati in articoli scientifici cui tutti hanno libero accesso. Ciò significa che le informazioni utili a (ri) costruire tali “super virus” sono poi rese disponibili sia a chi è interessato a sviluppare nuove cure o misure di salute pubblica, sia a chi, invece, è potenzialmente interessato a una loro applicazione bellica o terroristica.

È dunque evidente che, in questi casi, due serie di valori etici fondamentali entrano tra loro in conflitto: da una parte vi è la necessità di proteggere la libertà di ricerca scientifica e i potenziali benefici che possono derivare da questo tipo di ricerche; dall’altra vi è invece la necessità di proteggere la società e l’ambiente da danni potenzialmente severi e irreversibili. La creazione di virus potenziati per fini di ricerca merita quindi un’analisi bioetica razionale. In particolare, il presente documento si concentra sulle implicazioni etiche delle cosiddette “ricerche duali” (dall’inglese dual-use research), e cioè di quelle indagini scientifiche ambivalenti perché foriere di applicazioni benefiche ma i cui risultati potrebbero portare anche alla creazione di nuovi armamenti o a danneggiare seriamente la salute pubblica e l’ambiente

LE RICERCHE “DUAL-USE” E “GAIN-OF-FUNCTION” Nel presente documento definiremo “dual-use researches” tutte quelle ricerche sperimentali da cui è ragionevole aspettarsi che derivino informazioni, prodotti o tecnologie che potrebbero poi essere utilizzate per minacciare la salute pubblica, l’ambiente o altri soggetti legalmente protetti . Il problema di questa definizione, però, è che qualsiasi ricerca può in teoria essere usata per scopi malevoli .

(per leggere l'intero >Rivista scientifica a cura del Comitato Etico della Fondazione ...

https://scienceandethics.fondazioneveronesi.it › V

di EFU Veronesi · 2016 — ricerca GOF i ricercatori modificano il genoma di un ... ricerche GOFof concern (e cioè che possono ... esperimenti che: (i) dimostrerebbero come rendere un .