domenica 27 gennaio 2013

Il giorno della memoria

Il Giorno della Memoria, non solo ebrei,
anche zingari, dissidenti, omosessuali

Coi loro abiti marchiati da stelle di colori diversi, si ricordano oggi tutti coloro che furono perseguitati dai nazisti. Tanti appuntamenti in città:
ecco la guida per seguirli

di LUCA SANCINI
 

I nazisti li avevano divisi: la loro colpa, supposta più che reale, era contenuta dentro un triangolo colorato sulla grigia divisa dei lager. Giallo per gli ebrei, rosso per i deportati politici, rosa per gli omosessuali, marrone per gli zingari. Quei colori, e quelle vittime, di identici orrori e terrori, saranno invece uniti, quest’oggi, nel ricordo dei tanti appuntamenti che la città dedica al Giorno della Memoria.

Stamane alle 9, al cimitero della Certosa, una deposizione di corone onora il monumento agli ex militari e agli zingari, alle 9.45 al giardino Cossarini il ricordo per le vittime omosessuali, mentre alle 10.30, in piazza Nettuno, la cerimonia dedicata agli ex deportati vedrà presente un picchetto militare d’onore. Alle 11.15 l’appuntamento per autorità e cittadini è in Sinagoga, col presidente della Comunità ebraica bolognese, Guido Ottolenghi, per poi spostarsi alle 12 in via Pietralata e rendere omaggio alla “scuoletta”, ossia alle aule che furono approntate dopo le leggi razziali del 1938, per consentire ai bambini ebrei di proseguire negli studi.

I “triangoli rossi” a Bologna furono centinaia: antifascisti già perseguitati negli anni 30, e poi incappati in rastrellamenti, operai prelevati dalle fabbriche, partigiani catturati che, se scampavano la fucilazione, seguivano una terribile filiera: comando della Gestapo di via Santa Chiara, carceri di San Giovanni in Monte, Caserme Rosse, e poi i treni blindati verso Fossoli o la Germania. Di loro, organizzati
nel dopoguerra dall’Associazione nazionale ex deportati, si contano sulle dita di una mano quelli che, ancora in vita, visitano ogni anno decine di scuole: Nella Baroncini, Vittoriano Zaccherini, Osvaldo Corazza, Armando Gasiani e Franco Varini. Ma riflessioni e ricerca sulla macchina nazista dello sterminio proseguono anche domani e avranno un’appendice pure a febbraio. Domani alle 18 all’Alliance Francaise di via De Marchi 4, studiosi italiani e francesi si confronteranno sul tema "Memorie resistenti", con una testimonianza dell’ex partigiano di Giustizia e Libertà Francesco Berti Arnoaldi, mentre l’1 febbraio, nella sala del Consiglio Provinciale, gli studenti dei licei racconteranno il loro viaggio nel lager di Auschwitz dell’ottobre scorso. Il 5 febbraio all’Istituto Parri e al liceo Copernico, lezioni e laboratori didattici, tenuti dal professor Iannis Roder, indagheranno su come affrontare i temi storici con l’ausilio del cinema, rafforzando la collaborazione dei centri di ricerca bolognesi con il Mèmorial de la Shoah di Parigi.

Le celebrazioni della Shoah sono sempre un’occasione per rafforzare il legame tra comunità ebraica e città. E due vicende storiche, delle quali negli ultimi anni sono stati disegnati contorni più precisi, raccontano di quanta memoria accomuni la storia di Bologna e il sacrificio del popolo ebraico: la tragica vicenda della famiglia Weisz, sterminata ad Auschwitz, che visse qui negli anni ‘30 mentre il capofamiglia Arpad allenava il Bologna, e il valore e coraggio del tenente ebreo sudafricano Samuel Schneider, morto insieme ad altri undici partigiani nella battaglia di Porta Lame del novembre 1944. A lui sono dedicati i giardini del parco del Cavaticcio.
 
(27 gennaio 2013)

sabato 26 gennaio 2013

Il dio Pan è morto




---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: DARIO VARINI <ioannisromeo@gmail.com>
Date: 26 gennaio 2013 11:13
Oggetto: Il dio Pan è morto
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ciao, l'articolo della settimana è Il dio Pan è morto:la civiltà è finita di Pietro Boitani da Il sole 24 ore 13/01/2013.Se non risucite ad aprirlo qui, potete vedere da
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Il dio Pan è morto: la civiltà è finita di Pietro Boitani in “Il Sole 24 Ore” del 13 gennaio 2013. Che strano gennaio è questo dell'anno 1066 dalla fondazione della ...